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Tradimento, umiliazione, narcisismo

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Lettera pubblicata il 12 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 253 commenti

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  1. 21
    albanascente -

    Aura,
    la casa accanto ha un ingresso indipendente; è ovvio che posso vedere tutti i suoi spostamenti e lui i miei, il giardino è comune, si può sempre dividere con una siepe. Io penso che se proprio non starò bene quando se ne sarà andato di là (ho molti dubbi) del tutto allora mi deciderò ad andare altrove. Ho un limite di sopportazione molto alto e so che mi faccio male da sola. Vorrei evitare il più possibile questo passo lavorando sul mio distacco da lui e sulla speranza e possibilità di incontrare un altro affetto.
    Che tipo è? Prepotente e assolutista, cervello unico. Con me ha avuto facile gioco nonostante io abbia sempre sostenuto la mia libertà di opinione e i miei figli mi dicano che io non sono stata una moglie come le altre. Chiedo sempre loro cosa vogliano mai dire. Loro dicono che lui, come maschio, non deve aver avuto vita facile con me. Sarà per l’università? O peggio, sarà che i giovani investendo meno di sè in un rapporto sono propensi ad accettare anche situazioni in cui l’uomo fa l’uomo e la donna e sta sotto? Sono propensa a credere ciò e mi dispiace per loro. Comunque sono altre storie…….
    Leggendoti mi sono fatta forza e ho portato dalla sua parte le sue scarpe, i suoi maglioni e giacconi. Non è ancora tutto, questo però sento di poterlo sostenere anche davanti ai figli. Ora lui non si sa quando ritorna, la solita prepotenza nei fatti. La sua logica? Di riuscire comunque ad imporsi perchè io tengo il filo dei miei ragionamenti, lui da vigliacco cambia le carte in tavola e crede e ce l’ha sempre fatta a farla franca. Mi vengono alla mente tutte le bugie ed umiliazioni e con fierezza e sicurezza ho spostato parte delle sue cose. Deve capire che non si tratta di uno scherzo. D’altra parte con la storia del viagra penso che abbia già qualcuna da parte. Cosa sto io a fare con la mia prudenza con uno scanzonato dai mille volti.
    Grazie aura, ti ho risposto prima di andare a pranzo ma ritornerò sulla tua lettera piena di riferimenti su cui devo riflettere.
    Buon ferragosto!

  2. 22
    Viseminara -

    In giro si incontra gente fogna,il popolino del ballo liscio mignottaio,volgari,porci cagni,cacciatori di dote segaioli,guardoni,stalkers da armadio, sciacalli delinquenti,mafiosi,e cacche di ogni tipo tutti volgari e tutti arraggiati non cagati,dei veri mignottai,e più non li caghi,più arragg.e infami sono,mini manicini di scopa,come si opera si giudica?puzzano di fame e di paesello da un miglio di distanza,e si coricano ancora con le capre.bisogna stare attenti,il tradimento,mai vissuto ma mi fa ridere.che schifo certi “uomini”!

  3. 23
    Viseminara -

    Che schifo certi porci circonvenzionatori di mestiere!porci nell’animo!

  4. 24
    rossana -

    Aura,
    leggendo le tue ultime due mail, scritte tutte d’un fiato, ne sono stata parecchio turbata. hai avuto un’infanzia e una vita familiare davvero dure e difficili, e sei stata delusa da entrambi i genitori. per tua fortuna hai un carattere forte e una particolare forma di sensibilità, che possono esserti state d’aiuto.

    mi hai fatto riflettere che, nonostante il mestiere di genitore sia fra i più complessi (equiparabili al presidente della repubblica e agli psicanalisti), non ci vorrebbero solo i corsi di formazione per i fidanzati e la patente per gli automobilisti: sarebbero ben più utili lezioni serie su cosa comporta mettere al mondo dei figli, specialmente a livello di influenza psicologica.

    in ogni caso, credo si finirebbe con lo sbagliare comunque, forse, però, un po’ meno pesantemente… a mio avviso, la cosa peggiore è lasciar trasparire preferenze, che non dovrebbero mai essere palesate. e non essere abbastanza equilibrati, essendo persone adulte.

    ho notato che sembri avere la grinta di tuo padre ed essere l’opposto di tua madre per quanto riguarda il rispetto dei sentimenti e delle scelte altrui. l’età che avevi quando i tuoi si sono separati è considerata meno dannosa di altre e il fatto che fosse evidente chi si poneva dalla parte del torto può averti permesso di superare la separazione meglio del solito, anche perchè si trattava di un caso in cui la vita familiare, e in particolare quella di tua madre, erano compromesse più della media.

    ben diverso sarebbe stato se tuo padre si fosse posto come il marito di Albanascente.

    non è vero che alla tua età non ci sono più prospettive di realizzazione personale. sì, forse alcune possono essere fuori tempo ma per altre esistono di certo ancora opportunità: stringi i denti ancora un po’ e non demordere mai. volere è potere, a ogni età!

  5. 25
    rossana -

    colam’s,
    posso capire che si provi risentimento verso genitori che si separano quando si è bambini o adolescenti ma mi sembra che, da adulti, si dovrebbe razionalizzare che per due persone che non vanno d’accordo la vita in comune può diventare un inferno.

    se posso essere indiscreta, che età avevi quando i tuoi si sono separati? se hai fratelli e/o sorelle, anche loro hanno avuto la tua stessa reazione? litigavano davanti a voi bambini o bleffavano per non farvi patire i loro dissapori?

    l’argomento mi interessa per i risvolti che ha per me in famiglia…

  6. 26
    Aura -

    Albanascente, ti chiedi che cosa vogliono dire i tuoi figli dicendoti che tu sei stata una moglie non facile. Semplice: hanno già interiorizzato il modello soprattutto paterno, che è quello che va per la maggiore, il modello vincente! In questo schifo di “civiltà”. I “forti” picchiano duro e non guardano in faccia a nessuno: altro che civiltà. Chi si fa prendere da “mollezze” di sensibilità, solidarietà e altre simili sciocchezze (come per esempio conoscere la verità, quella che i tuoi figli non vogliono conoscere, sminuendo, di fatto, come e insieme a tuo marito, quello che hai subito e i suoi – perlomeno attuali: tu non vuoi stare con lui – abusi di potere), è perduto in questo mondo, in questo paese retrogrado e marcio fino all’osso, classista e maschilista. Se non fosse così, le scarpe e le giacche del tuo maritino, se le portava lui dove doveva.
    Albanascente, sono un po’ preoccupata, non la vedo bene: ti sento in una guerra. Attenta che è quello che lui ti fa e vuole: la guerra, subdola e viscida, che non puoi sapere dove ti porterà (a impazzire? a suoi imprevedibili scatti d’ira, violenze? a dispettucci raffinati e distillati nel tempo? a un logoramento del rapporto coi tuoi figli?). Tu ne devi uscire dalla guerra, non so come, ma ne devi uscire. Pensa a tutti i passaggi: le scarpe, le cose, e le reazioni sue, e i dispettucci, e i ritardi della separazione, e le assenze, e i contratti per le bollette intestati a lui, e questo, e quello. Farò una prova, tu dici. Hai pensato a quanto tempo? E se, per esempio, dovessero passare tre anni di prova di vicinato, con tutte le guerre per essere arrivati a poco di meglio, magari, a quello che comporterà al tuo stato, nel frattempo, altri anni di cose che in parte puoi immaginare e in parte no? (ripeto che con LA SUA LOGICA non puoi arrivare a tanto: NON PUOI PREVEDERE che cosa farà, fino a che punto arriverà).
    Sappi che LA SUA è una guerra: e tu non ci devi voler stare. Lo devi lasciare solo, DA SOLO CON LA SUA GUERRA. Tu ne sei fuori. Vedrai, sarà bello. M’immagino la scena: i tuoi figli che cercano di sondare, di capire, di questo cambiamento, insieme al loro padre. Tu che non parli più del loro padre a loro! Niente. Silenzio di tomba. Ti fai la tua università, esci, vedi le amiche, e del loro padre non parli: lui non esiste. Non è un argomento che ti interessi, d’altra parte sei molto impegnata, con la tua (finalmente) nuova, bellissima vita.

  7. 27
    Aura -

    Rossana, scusami ma non sono d’accordo su una cosa. A quanto mi risulta invece, una separazione in tenera età è più grave. Secondo qualcuno, infatti, la fiducia in un essere umano si costruisce nei primi tre anni di vita. E non è un caso che anche fra molti genitori non proprio in confidenza con la psicologia, si decida di aspettare a separarsi “quando i figli saranno un po’ più grandi” (e sia chiaro che i miei hanno fatto benissimo a farlo anche se io ero piccola, ribadisco: sarebbe potuto succedere qualcosa di molto più grave).

    Mio padre, ti avrò confusa io perché ho scritto molto, non era affatto “grintoso”. Era un uomo infelice, con problemi psicologici abbastanza severi, una abbondante dose d’ignoranza, e una cultura di tipo maschilista (quasi inevitabile appunto per la sua cultura e la sua epoca), del tutto o quasi inadatto a una famiglia da portare avanti con una certa responsabilità e sicurezza. I suoi disturbi, abbinati a “leggerezze”, mancanze di riguardo e vari tipi di violenze, hanno fatto soffrire moltissimo mia madre. Per farti un esempio, mia madre mi raccontava che lui, se gli girava, e non dubito che mia madre non avesse fatto assolutamente niente di male, se gli girava, la lasciava fuori casa, sulle scale, come in punizione. Finché, il grand’uomo, non decideva che sì, adesso la porta si può anche riaprire, la punizione è stata sufficiente (probabilmente la mamma quel giorno aveva fatto un sugo che non piaceva tanto al padrone, o qualcosa del genere). Be’, è venuto il giorno che mia madre le scale le ha scese e ha aperto il portone, e se n’è andata. Dio, o chi per lui, le ha concesso un posto da qualche parte, come ospite, così che potesse, lontana, capire in che inferno era, e capire anche, in confronto, di che cosa fosse la pace.
    La grinta l’ha avuta lei, non lui. Lei è stata una donna eccezionale, te lo posso garantire. Tuttavia ho sviluppato dentro di me, anziché il rancore, che non fa bene a chi lo prova, una cosa che si chiama compassione, per entrambi.

    Quanto alle prospettive, non ci sono, Rossana, non ci sono. Certe vite dovrebbero avere un’energia infinita per continuare a lottare. E chi ce l’ha? E perché a me è chiesto tanto e altri si lagnano e disperano per un nonnulla, quando hanno tutto o quasi? E lottare per cosa, poi? Sempre per il solito niente? O per una variante di un respiro di sollievo, una falsa speranza, e subito dopo un calcio nel didietro e tanti saluti? Allegria.

  8. 28
    albanascente -

    aura,
    oggi eravamo a pranzo soltanto mia figlia ed io e mia mamma.
    Sul punto di ripartire è scoppiata a piangere dicendo che non capisce suo padre, che le sembra di essere in un incubo, non lo riconosce. Le ha telefonato dal lago con un numero di cellulare nuovo; ha capito che ha due carte SIM, cosa strana per lui; io, pacatamente ho posto molte domande e ho chiarito quelle che lui le ha presentato come sue ragioni. Veramente ridicole; mi ha lasciato parlare, ogni tanto mi diceva “tu mamma non hai colpe, tu eri dentro il rapporto, cercavi di costruire e di migliorare, lui non lo riconosco, è fuori, è fuori, mi meraviglio che non ti abbia chiesto di ricucire tutto, non gli interessa nulla oppure si gode di fare il duro, come sempre; se ne sta al lago e crede di essere forte perchè di lascia qui sola, ecc. ecc.” E’ stato un dialogo che mi ha rasserenato e svuotato di angoscia. Con garbo lei mi ha detto di dimenticarmelo, non si merita nulla. Anche lei era pacata in queste riflessioni dolorose.
    Ci siamo abbracciate a lungo, era tanto tempo che non succedeva, lei è schiva con me. Avrei voluto vederla schierarsi subito con me già dall’inizio, come donna, forse stanno arrivando piano piano; le tue considerazioni su come la si pensa oggi mi sembrano centratissime perchè riscontro quanta fatica stia facendo lei per capire e sicuramente parte dai presupposti che citi tu, non può essere altrimenti.
    Io ho pensato alla sua roba che ho portato di là e leggendo la tua lettera come tu mi leggessi a tua volta nel cuore le mie preoccupazioni riga per riga, ho pensato che questi atti già li ho fatti, inoltre per tre settimane gli ho suonato ceffoni ogni volta che mi ricordavo umiliazioni subite, ecc. ecc. posso accontentarmi, lui non è certo un tipo da incassare, me ne ha dato indietro alcuni ma una quarantina se li è tenuti. Mi deve bastare pensare a questo e ritirare la roba che ho portato di là, mi sembra tardi per gesti plateali. Mi fai riflettere che mi conviene uscire proprio del tutto dalla sua guerra soprattutto ora che mi sento meno sola.
    I tuoi avvertimenti sono puntualissimi.
    Io non sarei in grado di sostenere una guerra per rispetto alla mia indole e non mi va di sostenerla per un carico di aggressività che avevo accumulato per la distanza dei miei figli.
    Oggi è un giorno diverso. Mi dirai cosa ne pensi.
    ti ringrazio e ti abbraccio.
    Un caro saluto anche a tutti quelli che mi hanno risposto, rileggerò il tutto con calma, siete prezioni, ciao rossana,

  9. 29
    rossana -

    Aura,
    l’amaro racconto di vita di coppia di tua madre mi ha un po’ consolata dei guasti che il ’68, che ho vissuto attivamente, ha portato in molti matrimoni. era tempo di rottura brusca di vecchi schemi nei rapporti uomo-donna, che hanno fatto sì che, statisticamente parlando, molte donne dell’epoca ne risentissero pesantemente.

    qualche passo avanti è stato fatto, e quindi i sacrifici non sono stati del tutto vani. anche mia madre ha subito soprusi di ogni tipo da mio padre, che lei stessa affermava di SERVIRE “a tavola, a letto e in ogni altra sua necessità” (inclusa la spinta alla motocicletta, quando questa scapricciava alla partenza per recarsi al lavoro, dopo avergli aperto il cancello di casa, ogni santa mattina).

    a mia sorella, il giorno prima delle sue nozze, mia madre stessa ha detto: “se si ubriaca, lo vai a prendere e lo porti a casa; se ti picchia, significa che te le sei meritate; e non ti sognare nemmeno di venire a lamentarti a casa”. ed ella non venne, dopo essere stata picchiata ma si adeguò alle esigenze del marito, esattamente come aveva fatto mia madre.

    per fortuna, adesso le cose non sono più così, nonostante che gran parte dell’universo maschile vagheggi quel tempo come un paradiso perduto. in realtà, l’unione stabile dei miei genitori (pochissimi litigi e perfetto equilibrio di ruoli), che non mi hanno mai fatto mancare niente di materiale, mi ha fatto percepire, fin dall’infanzia, una grande carenza d’amore, che si è ripercossa in negativo su tutta la mia vita.

    quanto all’età migliore per la separazione, forse è vero che eri un po’ più grande di quanto suggeriscono gli psicologi (prima dei 3-4 anni o dopo i 12-13). ovviamente è un suggerimento a carattere orientativo, in quanto molto dipende dall’evoluzione del bambino e, credo, in particolare dal legame affettivo che ha nei confronti del genitore che viene allontanato dal nucleo famigliare. possono esserci pessimi mariti che sono ottimi padri, e questo soprattutto può fare la differenza.

    un abbraccio

  10. 30
    rossana -

    Aura,
    da te non riesco ad accettare, a scatola chiusa, questa frase: “Quanto alle prospettive, non ci sono, Rossana, non ci sono. Certe vite dovrebbero avere un’energia infinita per continuare a lottare.”

    capisco che ad alcuni (forse a parecchi) è richiesto molto più impegno e molta più energia per raggiungere obiettivi che altri si trovano già pronti, su un piatto d’argento, fin dalla nascita.

    può darsi, anche, che tu stia attraversando un momento di stanchezza e di delusione e che ti debba riposare, fisicamente e psicologicamente, prima di riprendere, come dici tu, a lottare.

    tuttavia, tieni presente, che le cose davvero importanti in una vita sono davvero poche, e saperle individuare correttamente, permette di perseguirle e di ottenerne almeno una parte, che può essere sufficientemente gratificante. inoltre, chi ha avuto più talenti della media, a mio avviso, non può fare a meno di cercare il più possibile di metterli a frutto, per la propria realizzazione.

    non sei, come me e albanascente, in una prospettiva di tramonto. se i tuoi interessi sono calibrati alle tue capacità, prima o poi ci arriverai: hai ancora tanto futuro davanti a te. è troppo presto per lasciarsi andare…

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