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Favole, racconti, osservazioni e chiacchere AMICHEVOLI

di sherazade
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Lettera pubblicata il 17 Giugno 2015. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 841 commenti

Pagine: 1 5 6 7 8 9 85

  1. 61
    rossana -

    Da: “Il dio caprone” di Cesare Pavese

    “[…] I ragazzi conoscono quando è passata la biscia
    dalla striscia sinuosa che resta per terra.
    Ma nessuno conosce se passa la biscia
    dentro l’erba. Ci sono le capre che vanno a fermarsi
    sulla biscia, nell’erba, e che godono a farsi succhiare.
    Le ragazze anche godono, a farsi toccare.

    Al levar della luna le capre non stanno più chete,
    ma bisogna raccoglierle e spingerle a casa,
    altrimenti si drizza il caprone. Saltando nel prato
    sventra tutte le capre e scompare. Ragazze in calore
    dentro i boschi ci vengono sole, di notte,
    e il caprone, se belano stese nell’erba, le corre a trovare.
    Ma, che spunti la luna: si drizza e le sventra.

    […] Si sente ragazze che ridono,
    ché qualcuno ricorda il caprone. Su, in cima, nei boschi,
    tra le ripe sassose, i villani l’han visto
    che cercava la capra e picchiava zuccate nei tronchi.
    Perché, quando una bestia non sa lavorare
    e si tiene soltanto da monta, gli piace distruggere.”

    sempre senza commenti a carattere personale,
    al fine di scoraggiare i killer virtuali di professione.

  2. 62
    Golem -

    Si facessero scoraggiare da una biscia o un caprone,che killer sarebbero.
    Comunque, seppure di seconda mano, si legge qualcosa di intelligente.

  3. 63
    rossana -

    Annotazioni che evidenziano la filiale devozione alla madre di Leonardo da Vinci, figlio naturale e quasi certamente omosessuale, considerato uomo d’ingegno e di talento universale, che non ebbe grandi riscontri a carattere economico dalla sua poliedrica creatività.

    «Lionardo figliuolo di detto Ser Piero non legiptimo, nato di lui et della Chaterina, al presente donna dAchattabriga di Piero del Vacca da Vinci, d’anni 5». — Questa è la più remota menzione del nome di Leonardo, che si trova nella Portata, ossia stato della famiglia di Antonio da Vinci nel 1457, comprendente i nonni Antonio e Lucia, il padre Piero, lo zio Francesco, ed Albiera sposa di Ser Piero, e matrigna di Leonardo.

    «Caterina venne a dì 16 di luglio 1493» anziché lasciare intravvedere una semplice domestica, possa riferirsi alla venuta in Milano della madre, che allora non aveva forse varcato i sessant’anni.

    «spese per la sotterratura di Caterina». Si tratta di un elenco particolareggiato il quale, tenendo a parte il dispendio per medico, zucchero e candele, anteriore a quello dei funerali, menziona le varie spese per la cera e il cataletto sormontato da pallio e da croce, per il trasporto coll’intervento di quattro preti e quattro chierici e il suono delle campane, infine per gli affossatori, l’anziano e gli ufficiali intervenuti ai funerali.

    La spesa complessiva di soldi 123, se non può indurre ad intravvedere gli «splendidi funerali » segnalati dal Mérejkowsky, che scambiò i soldi in fiorini, poteva autorizzarmi a ravvisare «una certa importanza» dei funerali stessi.

    […] si presenta sempre più meritevole di accoglimento l’episodio di Leonardo, memore e premuroso verso la vecchia madre, il quale registra con compiacimento la data del suo arrivo a Milano, ed a lei morta tributa decorosa inumazione, indugiandosi nel registrarne le minute spese; […]

    Da “Nuova Antologia” di Luca Beltrami

    ancora emozionante soffermare il pensiero sull’omaggio di quel lontanissimo suono di campane, a pagamento, da parte di un figlio così grande, nella sua ombrosa diversità!

    questa ricostruzione, insieme a quanto riferisce su di lui il Vasari, in merito all’acquisto di uccelli, che poi immediatamente liberava sulla piazza stessa del mercato, sono gli aspetti che preferisco della personalità di questo genio, che pur ammiro per altri versi.

  4. 64
    Golem -

    Scrisse Leonardo da Vinci: “Ecco alcuni che non altramente che transito di cibo, e aumentatori di sterco e riempitori di destri chiamarsi debono, perché per loro non altro nel mondo apare, alcuna virtù in opera si mette, perché di loro altro che pieni destri non resta.”

    Ecco un modo arguto per definire molte persone che capita d’incontrare nella nostra vita e solo un genio come Leonardo poteva descrivere l’inutilità delle stesse, in una sintesi perfetta di significato e causticità.
    Alla fine posso, con tragica ironia, dire d’aver visto riempire i destri da numerosi personaggi che incarnano “l’esser transito di cibo”.

    Questa invece è l’opinione che questo genio assoluto aveva della maggior parte dei suoi simili, trascritta per esteso dalle sue memorie.
    Leonardo era uno scienziato e un artista, non uno sterile sognatore. Pensare all’artista come genio e sregolatezza è il solito stereotipo per le menti semplici che hanno bisogno di luoghi comuni per darsi una “ragione”.

  5. 65
    rossana -

    Annotazioni di Leonardo, geniale, ma pur sempre pratico, critico o scherzoso, come tutti gli altri esseri umani. quasi certamente non umile, per non diventare ipocrita.

    – A proposito della spesa per un pasto con gli apprendisti nella seconda metà del ‘400: «soldi 6 di vino, 2 soldi di pane e uno di uova» (9 litri di vino per 6 soldi e 6 uova per un soldo).

    – “A proposito della verga. Questa conferisce collo intelletto umano, e alcuna volta ha intelletto per sé, e ancora che la volontà dell’omo lo voglia provocare, esso sta ostinato, e fa a suo modo, alcuna volta movendosi da sé, senza licenza o pensieri dell’omo, così dormiente, come desto, fa quello desidera: e spesso l’omo dorme e lui veglia, e molte volte l’omo veglia e lui dorme; molte volte l’omo lo vole esercitare, e lui non vole; molte volte lui vole, e l’omo gliel vieta. Adunque è pare che questo animale abbia spesso anima e intelletto separato dall’omo, e pare che a torto l’omo si vergogni di nominarlo, non che di mostrarlo, anzi sempre lo copre e lo nasconde, il qual si dovrebbe ornare e mostrare con solennità, come ministro dell’umana spezie.”

    chi può dire che non sognasse quando immaginava che l’uomo potesse volare come gli uccelli? tutti sognano qualcosa, se non altro di notte, realizzando così i desideri che non è possibile concretizzare altrimenti!

    con un paio di denunce per sodomia, al tempo punibile con la morte, proprio ben “incasellato” nella norma non doveva essere nemmeno lui… così come di certo non lo era in ambito religioso, avendo annotato: “Il sole non si muove”, ben prima di Copernico e Galileo.

    dopo lo choc della prima denuncia, quando ancora era molto giovane, credo avesse imparato a essere prudente, onde evitare il più possibile d’incappare in poco piacevoli traversie di vario genere.

  6. 66
    rossana -

    Sole nella costellazione del Leone (metà luglio-metà agosto)

    “Com’è bella e ricca in primavera e in estate la vegetazione in Italia!

    Nel pieno del solleone, qui s’impone una torre verdeggiante punteggiata d’arancio; là, tra l’erba ingiallita, fa capolino una prepotente colonia di minuscoli petali rossi; dalla rete metallica di un cortile tracimano sorprendenti trine bianche…

    L’anima si stempera nella sete di bellezza, nell’ancestrale bisogno femminile d’armonia. Lei cerca con lo sguardo ogni tipo di fiore, e lo classifica mentalmente, richiamando appunti di scuola. Aiuole di effimere roselline slavate, rigogliose siepi di lavanda, cespugli variopinti di oleandri, cascate di grandi ortensie sognanti, che ricordano voli di farfalle… Coglie con attenzione il minimo stormire di fronde, apprezzando la brezza che anima in alcune chiome riflessi argentati. Impossibile scorporare singole essenze: è tutto un abbraccio di colori e di sapori, terreni e soprannaturali nello stesso tempo.

    Ha da pochi anni superato il cono d’ombra che a lungo l’ha oppressa. “Il giorno fu pieno di lampi, ma ora verranno le stelle, le tacite stelle”… In prossimità dell’arrivo alla meta, la mente torna a dissolversi pian piano nel suo originario nulla, godendo di ogni stagione in festa come se fosse l’ultima, e assaporando nella libertà e nella piena luce spicchi di gioia di vivere.”

    Una nipote scrive saltuariamente brevi poesie, che condivide con non più di un paio di persone. Un nipote, estroso al punto di essersi portato in casa un cucciolo d’orango quand’era poco più che adolescente, realizza spesso su tela composizioni più evolute dei vezzosi acquerelli del padre. Un giovane pronipote tratteggia per diletto qualsiasi soggetto con pochissime linee; una pronipote aspira a diventare stilista. Un altro nipote, che non ha potuto frequentare il conservatorio, coltiva la voce, si esibisce nel tempo libero con un coro a carattere classico e suona discretamente un paio di strumenti. Mio padre suonava il pianoforte ed era parte attiva di una Schola Cantorum tuttora esistente; aveva messo a punto con mia madre e le mie sorelle alcune canzoni a più voci.

    Persone di nessun particolare rilievo artistico, ben poco erudite nella tecnica insita in ogni espressione d’arte non amatoriale, ma che, più e meglio di altre, hanno saputo esprimere con creatività quanto in esse sarebbe stato altrimenti invisibile.

    A livello puramente umano lo spirito è più importante dei risultati e della forma!

  7. 67
    rossana -

    Tao,
    mi sembra che qui si parli innanzitutto di casi personali, calati nelle più diverse realtà e sperimentati da persone diverse sia per temperamenti che per età. talvolta ripetuti per anni, con nick alternativi, in cerca di consenso.

    lo “studio della fenomenologia” si traduce spesso (com’è logico che sia fra non esperti delle materie in campo) in generalizzazioni che, quando non trascinano con sé, nominandoli, altri nick (vedi Vale nel caso di Angeloutsky), si possono concludere con la sintesi di un proprio punto di vista oppure con l’insistenza a includere persone affini in una categoria, che, a mio avviso, equivale ugualmente a etichettarle, non sempre in positivo.

    a volte l’utente sotto osservazione si ribella fin da subito, in altri casi è blandito nell’opinione che espone o in varie misure influenzato da pareri che gli appaiono autorevoli, ma su un certo tema quasi nessuno sfugge ormai alla solita iniziale classificazione, che determina “i saggi, realisti che hanno capito tutto della vita e dell’amore, e gli stupidi, sognatori, che vivono di illusioni, che sono sia da compiangere che da reindirizzare sulla retta via”, come se si potesse dividere con un bisturi la tipologia di persone pressochè sconosciute e orchestrare i loro sentimenti secondo la propria sensibilità. fra l’altro, basandosi su una sola campana…

  8. 68
    Golem -

    Tao c....! Non c’entri niente tu! Non andare in paranoia a tua volta, che ne abbiamo in esuberanza su LaD di questi. La destinataria sa bene a chi era diretta la metafora.
    Se leggi i post ti accorgerai che c’è chi fa previsioni e vaticini con toni sottilmente astiosi, sui futuri maltrattamenti di Angeloutsky da parte mia evidentemente. Usando il post della protagonista per dare voce ad una OPINIONE che vorrebbe essere generale. Come fosse un’indicazione assoluta di quanto accade sul forum.
    Lo fa col solito stile dei sette veli di Salomè: vedo non vedo, dico non dico, indico non indico.
    Stai tranquillo, se ho qualcosa da dirti non faccio giri di parole con lo stile gesuitico usato da qualcuno. Quello non mi appartiene. Nè utilizzerei sponde altrui per inserirmi “al coperto” per lanciare messaggi avvelenati a chicchessia. Lo faccio e basta. E poi che motivo avrei. Hai detto la tua e io la mia su Angeloutsky, e lei ha chiaro cosa vorrebbe dal forum.
    Ti sei convinto che non eri tu l’oggetto delle mie “riflessioni? Lo spero.
    Ciao

  9. 69
    Golem -

    Tao: “lo “studio della fenomenologia” si traduce spesso (com’è logico che sia fra non esperti delle materie in campo) in generalizzazioni che, quando non trascinano con sé, nominandoli, altri nick (vedi Vale nel caso di Angeloutsky), si possono concludere con la sintesi di un proprio punto di vista oppure con l’insistenza a includere persone affini in una categoria, che, a mio avviso, equivale ugualmente a etichettarle, non sempre in positivo”
    Ha ragione la tua interlocutrice. Parla con cognizione di causa, e coerenza. Se non fosse per rari casi isolati di personalizzazione, come Esse, MariaGrazia, M, il sottoscritto e qualche altra decina di utenti negli anni passati ( donne in maggioranza) questa persona ha veramente titolo per pontificare con coerenza ideologica nello scrivere quello che hai letto. Sa scovare come pochi coloro che sono su LaD per cercare consensi che ne alimentino il narcisismo. Come gli hacker che vengono assunti dalle aziende di software per produrre antivirus. Gente che conosce bene il problema, essendone stati protagonisti in ambiti opposti.
    Purtroppo devo dare ragione a questa incontestabile visione, perchè solo ieri il mio perverso bisogno di gratificazioni ha avuto una adeguata soddisfazione da parte di una quasi omonima di questo esempio di correttezza virtual relazionale. Che nervi doverlo riconoscere. Tutto ció poprio mentre a questa tua interlocutrice (per sbaglio forse) cassavano un post proprio sul thread di Vale, nel quale senza personalismi paventava che un utente che aveva scritto in inglese fosse un fake. E poi MG, Idra e Maria. E la povera Vale ancora? Tutte donne che sono state “usate” per il volgare scopo di alimentare l’immenso bisogno di consenso. Indirizzandole e manipolandole sadicamente verso soluzioni che gli rovineranno la vita ovviamente. E se ne sono andate anche ringraziando! Pensa la beffa.
    C’é un filone filosofico che rende bene l’idea del tipo di “coerenza” appena illustrata. Il doppiopesismo. È un filone apocrifo. Non per molto.
    Ciao Tao.

  10. 70
    rossana -

    Sulla categoria degli artisti e sul giudizio “democratico” subito nell’epoca in cui hanno vissuto e operato, tenendo presente che, per un nome tuttora valorizzato, un numero molto elevato di creativi, almeno altrettanto meritevoli, non sono mai stati presi in adeguata considerazione oppure sono svaniti nell’accavallarsi dei tempi e delle mode.

    Albrecht Durer (1471-1528), considerato il massimo esponente della pittura rinascimentale tedesca.

    “In una di queste lettere da Venezia, Durer scrisse una frase commovente che mostra quanto si sentisse il contrasto fra la sua condizione di artista stretto dai rigidi ordinamenti della corporazione di Norimberga e la libertà di cui godevano i colleghi italiani: “Come rabbrividerò lontano dal sole: qui sono un signore, in patria un parassita.”

    Dapprima, è vero, dovette contrattare e discutere con i ricchi borghesi di Norimberga e Francoforte, come qualsiasi altro artigiano. Ma a poco a poco la sua fama si allargò e l’imperatore Massimiliano, persuaso del valore dell’arte in quanto strumento di gloria, si assicurò i servigi di Durer per molti suoi ambiziosi progetti.” (Da “La storia dell’arte raccontata da E. H. Gombrich”)

    Il suo secondo viaggio in Italia, a cui fa riferimento Gombrich, avvenne fra il 1505 e il 1507. Alla sua morte nel 1528, Durer, terzo di diciotto figli (di cui altri due soltanto diventati adulti), era uno dei dieci più ricchi cittadini di Norimberga.

    Di solito gli artisti di qualsiasi tipo ambiscono più a essere amati e apprezzati che non a raccogliere denaro a palate (predominanza dello spirito e delle emozioni sulla materia). In alcuni casi qualcuno di loro è stato talmente fortunato da ottenere entrambi i riconoscimenti, più o meno ben meritati.

    In passato sovente i potenti della terra si avvalsero di artisti per essere sicuri di fissare in modo indelebile i loro nomi nella Storia.

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