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Favole, racconti, osservazioni e chiacchere AMICHEVOLI

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Lettera pubblicata il 17 Giugno 2015. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 841 commenti

Pagine: 1 3 4 5 6 7 85

  1. 41
    rossana -

    Andrea_The_Original,
    vero che non c’è mai un’opinione totalmente condivisa e definitiva su temi vasti e complessi.

    Continuando a ritenere in media le donne non inferiori agli uomini nella capacità di scegliere un partner in amore, preciso che, secondo Martin Seligman (considerato il fondatore della psicologia positiva) e Michael Kahana (direttore del Computational Memory Lab dell’Università della Pennsylvania), un processo decisionale avviene su base intuitiva, delineato come segue:

    a) rapido;
    b) inconscio;
    c) utilizzato per scelte che coinvolgono molteplici dimensioni;
    d) basato su ampie riserve di esperienze precedenti;
    e) caratteristico di aspetti connotati da esperti;
    f) non facilmente descrivibile a posteriori;
    g) effettuato spesso con estrema sicurezza.

    Di conseguenza pare parecchio difficile separare quanto viene optato per criteri personali da quanto può essere influenzato dalla cultura del luogo, determinando per entrambi i sessi sia risultati positivi che negativi, legati più al fortunato incrocio favorevole di aspettative in comune che a serie carenze caratteriali di uno o di entrambi i soggetti in questione.

    Abbiamo tutti pregi e difetti, di certo persino i “Corona”. Se poi anche le donne nordiche, cresciute in una cultura diversa dalla nostra, sono ammaliate da qualche tratto personale magari solo un po’ diverso dalla “norma piatta”, una ragione, non necessariamente semplicistica e di massa, ci dovrà pur essere, senza per questo criminalizzare nessuno, tanto meno i maschi, che nella maggior parte dei casi non sono altro che loro stessi e non gli artefici degli orientamenti femminili.

    Spesso alcuni esprimono i loro temperamenti modo deciso, senza esistazioni di sorta, e può essere proprio questa una delle qualità più affascinanti per le donne, oltre all’influenza negativa dell’onda lunga del paternalismo patriarcale, che vuole la partner gregaria e malleabile.

    Opinione soggettiva di chi ama discernere il “buono” e il “cattivo”, secondo i suoi criteri di valutazione, sia nei “vincenti”, seri, posati e maturi, che nei “perdenti”, inaffidabili, scapestrati e lieti di essere fuori dai dettami della morale prevalente. per me, ogni essere umano è unico, non catalogabile in base a categorie.

  2. 42
    Golem -

    Andrea, Corona divide l’Italia nei due partiti di cui ho descritto ieri le caratteristiche, chi lo vede come la proiezione di quello che vorrebbe essere secondo i parametri dei valori di una certa cultura, e chi come me ne riconosce i limiti del poveraccio che in preda a una camionata di complessi di inferiorità vuole apparire un vincente, non essendolo. Tutta la famiglia Corona proviene dall’ambito giornalistico. Suo zio, Puccio Corona, scomparso qualche anno fa, era un ottimo giornalista RAI, e il padre del nostro eroe dei pezzenti voleva questo futuro per il figlio, ma purtroppo da quel punto di vista il “talento” scarseggiava.
    Il suo vero talento è stato quello di avere queste entrature che lo hanno messo in contatto con il sottobosco dello star system italiano, dove ha concesso e si è concesso ad ogni richiesta sessuale, anche grazie all’avvenenza che aveva. Poi, senza essere in grado di fare una fotografia ha trovato il sistema del ricatto mafioso per estorcere denaro nei termini che sappiamo, non avendo altre capacitá per procurarselo. Tutto questo oltre alle continue pagliacciate necessarie al suo sconfinato narcisismo, che lo ha portato a dichiarare di essere il Tony Montana italiano, rifacendosi al film interpretato da Al Pacino, “Scarface”. Cosa puoi dire di uno così? Le donne che sbavano di fronte al “bad boy” sarebbero pronte a indicate ai figli questo soggetto come un modello a cui ispirarsi? E i maschi che lo invidiano? Tutta gente che vive nel mondo irreale dell’apparenza per quel provincialismo pezzente di cui parlavo ieri. E Corona per me, ma anche per la realtà di questa sottocultura dell’apparire tutta nostrana, è la perfetta sintesi di questa Italia stracciona che ostenta ció che non è. Come faceva lui, quando dalla spider lanciava mazzi di banconote agli adoranti fans. Banconote fasulle, come lui e quello che lui rappresenta: il nulla travestito da tutto.
    Bene, mi fa piacere che ti ritrovi nel il mio post 32. Bye

    Ciao MG, il vecchio detto “beato te che non capisci un c....”, non è uno sfottó arrogante. Te lo giuro su mia madre, io l’ho sperato tante volte, e non lo dico per voler sottolineare una mia presuntuosa intelligenza, non capire un c.... è proprio una condizione che favorisce il “Nirvana”. Gli spiriti semplici accederanno al Paradiso. Ma dal momento che questo luogo per me si può trovare solo sulla Terra, non c’è scampo per entrarci
    Lo diceva il grande “Freak” Antoni: non c’è gusto a essere intelligenti in Italia.
    Ciao tosa

  3. 43
    Golem -

    “…per me, ogni essere umano è unico, non catalogabile in base a categorie.”

    Per i pubblicitari e i politici no. E continuano a dimostrarlo.

    Tuttavia

    “Il successo e la felicità non sono cose che semplicemente “capitano” ad alcuni e ad altri no: si tratta invece di risultati prevedibili generati da un modo di pensare e di agire consapevole.”
    Paul McKenna.

    Ma se questo non succede, non potrebbe essere perchè:

    “I falliti si dividono in due categorie: coloro che hanno agito senza pensare e coloro che hanno pensato senza agire”
    John Charles Salak”

    Inutile dire che è come l’avessi scritto io.

    Poi, a proposito dell’unicità di ogni essere umano e delle opinioni soggettive.

    “… sia nei “vincenti”, seri, posati e maturi, che nei “perdenti”, inaffidabili, scapestrati e lieti di essere fuori dai dettami della morale.

    Quindi ora sappiamo da queste categorie tassonomiche, che un vincente è un musone posato e noioso, mentre un perdente è un simpaticone, allegro e scapestrato che è felice di essere perdente.
    Se ne dedurrebbe che un vincente allegro, caciarone e simpatico e controcorrente, è introvabile almeno quanto un perdente noioso, rosicone e introverso.

    Lo voglio conoscere un perdente così scapestrato, raggiante e felice del suo fallimento.

    “Beati monoculi in terra coecorum”

  4. 44
    maria grazia -

    “Il successo e la felicità non sono cose che semplicemente “capitano” ad alcuni e ad altri no: si tratta invece di risultati prevedibili generati da un modo di pensare e di agire consapevole.”

    questa è la ragione per cui l’ individuo deve cercare quanto più possibile di allontanarsi dall’ ostinazione e dalla cecità degli istinti ( specie nei rapporti amorosi ) per giungere ad un’ illuminata consapevolezza. riuscire a governare i propri istinti e a “dirigerli” verso scopi e persone per noi positivi, significa essere uomini e donne PADRONI DELLA PROPRIA VITA.

    “Quindi ora sappiamo da queste categorie tassonomiche, che un vincente è un musone posato e noioso, mentre un perdente è un simpaticone, allegro e scapestrato che è felice di essere perdente.”

    nella mia vita non ho mai incontrato un perdente allegro, spensierato e felice di essere perdente. mentre non faccio che constatare che coloro che hanno ottenuto ciò che volevano ( attraverso la disponibilità ad apprendere, l’ apertura verso gli altri, il coraggio, l’ esperienza cosciente e il rifiuto di passioni deleterie ) sono persone serene, appagate e in pace con il mondo.

  5. 45
    rossana -

    Oprah Winfrey, inserita tra il 2004 e il 2011 per dieci volte tra le personalità più influenti dell’anno dal Time, invitata a chiudere un anno accademico a Harvard, ha affermato che: “il fallimento non esiste, è solo un modo in cui la vita ci invita a muoverci in un’altra direzione.”

    ammesso che si desideri farlo, inseguendo il potere del denaro o del successo, cosa d’interesse per lei, cresciuta nella più totale indigenza e ora considerata la donna di colore più ricca del mondo (patrimonio netto 3 milardi di dollari USA), ma che non è detto che lo sia in egual misura per tutti, a qualsiasi costo.

    le persone più serene ed equilibrate che ho conosciuto non aspiravano né all’oro, né alla fama. utile il necessario, quasi per niente il superfluo!

    opinione sempre soggettiva, nel pieno rispetto di tutte le altre.

  6. 46
    Golem -

    “Ogni volta che i fratelli Wright uscivano in volo, dovevano prendere cinque set di parti di ricambio, perché questo era il numero di volte che si sarebbero schiantati prima di tornare per cena. Eppure, dopo numerosi fallimenti, riuscirono a volare con successo.”

    Ecco, per me, appassionato di volo, questo è uno degli esempi migliori di cosa significhi il successo nella vita. Non denaro, gloria, riconoscimenti o ammirazione, questi sono sottoprodotti quasi inevitabili in certi casi, inevitabili ma superflui per il valore finale del percorso.
    I fratelli Wright facevano biciclette, ma volevano “volare”, tuttavia “sapevano” che NON erano nati con le ali e se le sono COSTRUITE.
    Riuscire nella vita significa perseguire un obiettivo che riguarda la nostra VERA essenza, quella che ci consentirà di dirci alla fine che sì, sono caduto cinque volte, e sapevo che poteva succedere, ma sono ripartito, incrollabile e sono riuscito a “volare”. Anche solo per pochi metri. L’ho fatto per CONOSCERE quel me stesso che avrei incontrato alla fine di quel “volo”, e non per ritrovare quello che CREDEVO di essere prima di quel volo. Il fallimento consiste nel non voler riconiscere che alla fine si arriva dove si “poteva” arrivare.
    Questa è la grande differenza tra un uomo e una donna di successo e chi non lo sarà mai. Scoprire ciò che si è realmente, non aspettarsi di RICEVERE quello che si presume ci sia dovuto, e vederlo come un’ingiustizia se non lo si è avuto.
    Il successo, come l’amore, si FA, non si sogna.

  7. 47
    rossana -

    a mio avviso, non c’è bisogno né di sognare né di raggiungere chissà cosa o di trovare chissà chi per essere o diventare se stessi e assaporare il viaggio chiamato vita, che non può in nessun caso consistere soltanto in un tappeto di petali di rose ma che nemmeno può svolgersi unicamente in una valle di lacrime.

    c’è chi preferisce un giorno da leoni e chi cento da pecora; chi non è soddisfatto se non si erge sopra la massa e chi sta benissimo in un angolino tutto suo… ma niente è mai perfetto per sempre (Oprah ha tentato inutilmente per ben tre volte d’instaurare uno stabile rapporto di coppia e, dopo aver sperimentato con fatica una splendida forma fisica, non è riuscita neanche a evitare di tornare a percepirsi come una mucca, a causa del suo eccesso di peso).

    “Ognuno a modo suo”, secondo Pirandello, pensa, sceglie, vive, sogna, s’illude, ricorda, come meglio gli pare! ognuno valuta se stesso, i suoi sentimenti e il suo modo di vivere con la consapevolezza di cui è capace, misurandoli con il proprio metro, senza bisogno che siano altri a definirne i risultati, secondo linee guida che scorporano arbitrariamente i salvati dai sommersi.

    punto di vista soggettivo, nel pieno rispetto di qualsiasi altro.

  8. 48
    Golem -

    “Ognuno a modo suo”, secondo Pirandello, pensa, sceglie, vive, sogna, s’illude, ricorda, come meglio gli pare.”
    Questo è ovvio, ma senza Pirandello, che non c’entra niente in questo caso, proprio per la banalitá della dichiarazione estrapolata così dal contesto letterario dal quale è tratta, e che non ci si può aspettare in quei termini apparenti da un premio Nobel. Infatti nella sua commedia “Ciascuno a suo modo”, vuol fare intendere proprio il contrario, la discrasia cioè tra quello che si pensa essere “il proprio modo” e i fattori esterni che invece ne hanno condizionano la decisione.

    Comunque, se lo intendiamo come lo si è voluto fare intendere, allora si discute per fare cosa. E perchè si interviene nei post altrui, dove si chiede invece un consiglio, se non gli si dà un’indicazione nella quale si crede? Tanto vale dirgli: “caro mio, fai come ti pare”.
    Approfondire quell’opera di Pirandello aiuterebbe a capire quanti “credono” di fare a modo loro.

    “Secondo il critico teatrale Eligio Possenti (1886-1966), la commedia mette in risalto la contraddizione interna di ogni essere umano tra le proprie azioni e le motivazioni «dell’altro che è dentro di noi e viene chissà di dove e determina ‘non si sa come’ i nostri atti».”
    (Wikipedia)

    Un altro fesso che la pensa “a modo suo”?

  9. 49
    rossana -

    “… non vuoi, per tua somma prudenza, allontanarti dalla parola di Salomone, il quale rivolse a noi tutti questo ammonimento: “Consigliati in ogni cosa, e non te ne pentirai.” Ma, caro mio fratello e signor mio, anche se questa è la parola di Salomone, io ritengo (e Dio conceda pace all’anima mia!) che la miglior cosa sia consigliarti con TE STESSO.” (Da “I racconti di Canterbury” di G. Chaucer)

    in definitiva, chi ha buon senso e sufficiente conoscenza di sé, è poi quello che finisce, giustamente, di fare…

  10. 50
    Golem -

    Allora mi inchino di fronte alla originale filosofia di G. Chaucer, sia pure ignorando il resto della “campana” del discorso nel quale la frase si inseriva. Molto simile, nel suo essere scontata, alla errata interpretazione della commedia Pirandelliana circa l’ovvietà della medesima.

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