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Il suicidio è un atto di coraggio o di viltà?

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Lettera pubblicata il 10 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 9 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 111 commenti

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  1. 11
    Paolo cogioergosum -

    Con la sua “durezza” raffaele esprime spesso concetti ricchi di senso e di valori! Per il resto, quando la smettere di voler dare un’etichetta a tutto??
    Il suicido è coraggio o viltà??? Ma che raza di domanda è, Cantautore?
    Se stai pensando a suicidarti hai bisogno di dare una risposta ad un a simile domanda idiota?? O stai solo cercando di etichettare e stigmatizzare un gesto che ha almeno mille motivazioni differenti?
    Sarebbe come dire “prenderti a calci in culo è un gesto di coraggio o di viltà”? Beh, ovvio che bisognerebbe valutare il singolo caso, non credi?
    Nel tuo caso per4ò la risposta è abbastanza facile!

  2. 12
    B-one -

    Come non ci vuole coraggio per premere un grilletto, buttarsi giù da un ponte, ingoiare un flacone di sonnifero…. morire non significa opportunamente essere dei vigliacchi.
    Il non saper contrastare il gesto, dipende da molti fattori.
    In tutti noi, esistono due facce della medaglia, due modi per risolvere lo stesso problema. La nostra vita dipende dalle risorse che abbiamo a disposizione al momento: fisiche, psicologiche, culturali, teologiche, economiche. ecc.
    Di fronte all’ultimo gesto, possono trovarsi persone di diverso ceto sociale, cultura, credenti o no, ricche o indigenti, fisicamente sane o malate croniche: TUTTE possono essere potenziali suicide, perchè il suicidio, difficilmente è frutto di una carenza unica e definibile. Direi piuttosto si tratti di una serie di concause che martellano a turno la psiche del suicida che finisce col soccombere.
    Così, dal manager dell’alta finanza caduto in disgrazia, al ragazzino bocciato a scuola coi genitori intransigenti, si parla di disagio estremo.
    Di fronte al disagio, ognuno ha il proprio grado di resistenza, nessuno di noi si deve sentire al di sopra del suicidio.
    Invece, quando diamo il nostro parere in merito, ci arroghiamo la presunzione di fare da ago della bilancia: noi che da umani siamo così volubili e incostanti…

  3. 13
    angelo senza ali -

    Tutti coloro i quali hanno intenti suicidi dovrebbero pensare solo che il dramma non è di chi muore, ma di chi gli sopravvive. I propri familiari sono costretti a vivere con un dolore che gli è imposto da qualcuno che preferisce far pesare sugli altri, sui cari che pregano una foto, un ricordo. è solo a loro che bisogna pensare. la sofferenza è insopportabile, ma il dolore degli altri è peggio, soprattutto quando siamo noi ne siamo la causa.

  4. 14
    Cantautore -

    Caro Paolo,
    se la mia domanda ti sembra idiota, allora tu perché hai risposto alla mia domanda con una risposta altrettanto idiota?
    E poi, che modi sono questi di aggredire le persone? E poi ancora, non sei per niente attento quando leggi, perché se tu fossi stato un po’ più attento nel leggere la mia lettera, avresti capito subito che, se io ho fatto questa domanda idiota (come la definisci tu) l’ho fatta, non perché sia io a volermi suicidare (fossi scemo), ma perché ci sono tante persone su questo forum che per grosse delusioni d’amore subite manifestano appunto questa intenzione.
    Quindi, la prossima volta, caro Paolo, fammi la grossa cortesia di non inviare più altri tuoi commenti alle mie lettere, perché sono poco graditi e mi indispongono soltanto.
    Grazie.

  5. 15
    maurizio -

    Ciao a tutti ,rispondo a te angelo senza ali hai ragione riguarda alle persone che ti stanno vicino e di conseguenza starebbero più male e per colpa di chi …………di quella persona ,ma allora uno quante persone starebbero male …….e allora bisogna reagire ………..non è facile!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ma bisogna farlo

  6. 16
    garu... -

    sarebbe troppo facile morire e risolvere così tutti i problemi. un taglio e zac. ma che gusto c’è, non si potrebbe godere del piacere delle cose riuscite. lo farei anch’io, lo farebbero tutti, ma poi? cosa concluderemmo? beh la sofferenza finirebbe, ma con essa tutto il resto, e non avrebbe senso. fa tutto parte del gioco; per ogni grande sofferenza superata, una grande gioia è vicina. non si può vivere senza amore, non si può vivere senza soffrire, nè senza sorridere, basta solo saper attendere il momento giusto per ogni cosa, bisogna cercare la forza per emergere, per rialzarsi, ogni giorno, dopo ogni sconfitta, dopo ogni delusione.

  7. 17
    teo -

    vorrei tanto spegnere la luce…l’unica cosa che mi trattiene è il dispiacere che darei ai miei genitori…solo questo…sono disorientato…non riesco a capire chi quali sono gli amici che mi stanno vicino davvero…non so cosa mi aspetta dal futuro e questo è accecante,,,credo che ognuno debba comunque avere il diritto di fare quello che lo rende felice…anche morire.

  8. 18
    maurizio -

    Ciao TEO .è vero è un tuo diritto ,ma tu pensa che cè gente che sta male e vorrebbe vivere e tu vuoi morire ,teo esci cammina in mezzo alla gente e guardati intorno e vedrai quanto sei fortunato ,poi pensi il dispiacere che daresti ai tuoi ,fatti un giro dentro un ospedale e poi dimmi ,ti sto facendo la morale quando io potrei essere come te ma bisogna reagire,solo il tempo pùo cancellare CIAO A presto

  9. 19
    B-one -

    La vita, per Maurizio, ha una sua giustificazione che nasce da un confronto, quindi.
    La vita, anzi, la pienezza della vita, per un individuo che pensa al suicidio, è un valore assoluto, sono più vicino a ChiaraMente, quando dice che un suicida è uno che non può vivere come vuole.
    Chi si vuole suicidare VERAMENTE, non pensa ( perchè non può pensare )
    alla sofferenza degli altri! Ormai il suo stato mentale è alterato a tal punto che vedere la sofferenza degli altri, potrebbe addirittura fungere da grilletto per far scattare il meccanismo dell’autodistruzione. Ci andrei piano con certi consigli! Ancora ChiaraMente, ha citato una frase tratta da un libro di Donatella Murroni (credo che il suicidio sia solo una ‘eco distorta della vita’) che spiega sinteticamente quale sia il vero motivo che fa passare a vie di fatto un aspirante suicida. Non c’è codardia nè eroismo nel gesto, ma solo la sofferenza atroce di chi è nell’impossibilità patologica di interagire col mondo che lo circonda.

  10. 20
    maurizio -

    ciao b one ,volevo solo far notare che il mio non era un consiglio !!!!!!!!!! CIAO

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