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Il loop comunicativo nelle relazioni amorose

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Lettera pubblicata il 29 Settembre 2016. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 115 commenti

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  1. 41
    Suzanne -

    H2O, sicuramente analisi lucida di uno spaccato di realtà comune a molte persone, ma quella del “non avere tempo” mi suona molto come una scusa. Non abbiamo tempo per comunicare col nostro compagno/a, per educare i figli, per fermarci un solo istante a pensare e, perché no, ad annoiarci. Ma, nello stesso momento, troviamo il tempo per spiare la vita altrui su Facebook, guardare demenziali programmi televisivi, andare in palestra e partecipare a corsi come “la vivisezione di formiche rosse” o “diventare cubisti in dieci passi” piuttosto che “diventare cubiste in dieci mosse”. Insomma, forse è più comodo spegnere il cervello e organizzarci la vita scandendola con rigidi ritmi pseudo-militari.
    Non so quanti anni abbiano i tuoi figli; ti consiglio un libro per bambini ( e non solo) molto bello: “Momo” di Michael Ende. Racconta la storia di certi esseri grigi che succhiano il tempo agli uomini in cambio di denaro. Molto illuminante. Il problema è che siamo noi stessi a rinunciare al nostro bene più prezioso, per guadagnare non si sa bene cosa.
    Inoltre rivaluterei il bisogno di isolamento, per rigenerarsi e ritornare a condividere il nostro poco tempo con gli altri, essendo realmente presenti. Inutile essere animali sociali se poi ognuno ha sempre il pensiero altrove…

  2. 42
    maria grazia -

    H2O, credo che il problema fondamentale sia sempre uno, oggi come ieri: non si risponde ai propri VERI bisogni interiori, ma si seguono ciecamente modelli esteriori ed effimeri. Una volta il modello esteriore ( almeno per le donne ) erano il matrimonio e la reputazione sociale, oggi sono gli abiti firmati, le belle auto e lo smartphone. Ma in entrambi i casi si tratta di un’ imposizione, di una stortura. Sono sicura che moltissime persone vivono e fanno le loro scelte senza mai porsi la domanda se siano giuste o meno, e sopratutto se GLI APPARTENGONO VERAMENTE. Ecco che allora abbiamo generazioni di mariti e di mogli, ma anche di figli, alienati da un sistema nel quale non si riconoscono ( pur sforzandosi di mostrare il contrario ) e da aspettative altrui che pensano di dover a tutti i costi soddisfare. Questo perchè ci viene trasmessa l’ idea che non possiamo essere amati e accettati se non facciamo o non abbiamo determinate cose. Questo meccanismo si radica così profondamente in noi da condizionarci in quello che sarà il nostro destino esistenziale, caratteriale e sentimentale. Come diceva giustamente Golem, quanti rapporti nascono ( e nascevano ) sulla base di un “equivoco”, perchè si confondeva per “amore” quello che era ben altro ( semplice attrazione, il conformarsi a una convenzione, ecc… ). Non c’è da stupirsi se tanti rapporti si reggono solo perchè in quel caso si vuole “mantenere una facciata” o ricavarne dei vantaggi pratici. Tu cosa pensi che direbbe tuo marito se ti rifiutassi di continuare ad essere una “wonderwoman” che lavora tutto il giorno e una volta rientrata a casa deve pulire, cucinare, occuparsi dei figli, ecc… Ci hai mai pensato ? Se tu cominciassi a DELEGARE e a richiedere che certi compiti vengano suddivisi, pensi che la tua unione matrimoniale subirebbe degli scossoni ? e se si, perchè ?

  3. 43
    maria grazia -

    Io non credo che le donne di una volta fossero molto più felici di quelle di oggi. Erano meno stressate e meno impegnate sotto il profilo lavorativo e dei compiti da svolgere, questo si. Ma il prezzo da pagare per questa loro “tranquillità” era altissimo: la rinuncia alla realizzazione di se stesse come PERSONE e non solo come mogli e madri. Gli uomini di oggi sono chiamati ad una prova molto importante ma assolutamente legittima: supportare le loro donne nella loro autodeterminazione, oltre che nel loro ruolo di mogli, di madri, di fidanzate. E per quello che posso vedere, solo gli uomini che riescono in questo hanno relazioni ben riuscite. Forse il segreto è semplicemente capire questo invece di continuare a rimpiangere nostalgicamente i “bei tempi” andati..

    Posto qui di seguito un paio di video che secondo me sono illuminanti, nell’ ottica degli argomenti che si stanno dibattendo:

    https://www.youtube.com/watch?v=pCdH8527dck

    https://www.youtube.com/watch?v=J3lU7CBgbzM

  4. 44
    Adam -

    Anch’io condivido molto di quanto scritto da H20, specialmente sui “i falsi bisogni e il ritmo incalzante” Ineccepibile.

    Pero’ “i tempi moderni” sono un pacchetto completo, spesso ne evidenziamo i difetti ma omettiamo, diamo per scontati i pregi.

    Esistono i gattini su Facebook ma esiste il resto della rete.Internet e’ un mezzo e, come tale, per molti aspetti l’uso che ne facciano dipende ancora dall’individuo.
    Sara’ fortuna (centra sempre) ma non riesco a pensare ad un solo aspetto della mia vita in cui non mi abbia agevolato.

  5. 45
    Golem -

    Il fatto è che qualcuno a suo tempo disse che i computer sarebbero stati per la mente quello che le macchine sono state per il corpo, moltiplicandone la forza e le possibilità. Ma non si è riflettuto abbastanza sul fatto che non sono le macchine e i computer che pur moltiplicandoci i “poteri” lo avrebbero fatto alla nostra velocità. Siamo noi che abbiamo finito per adeguarci alla loro, ritrovandoci sempre col cuore in gola e senza più il nostro di tempo. Neppure più per comunicare VERAMENTE.

    Adam dice di sentirsi agevolato, e lo capisco, ma forse non ha provato i piaceri di chi ha vissuto la maggior parte della vita senza certe “protesi” ed esserci riuscito bene ugualmente, potendo fare un bilancio di quello che certe tecnologie ci stanno costando. Soprattutto in termini di libertà. Quella vera però, non quella virtuale.

  6. 46
    Suzanne -

    “E pensare che c’era il pensiero
    che riempiva anche nostro malgrado le teste un po’ vuote.
    Ora inerti e assopiti aspettiamo un qualsiasi futuro
    con quel tenero e vago sapore di cose oramai perdute.
    Va’ pensiero su l’ali dorate
    va’ pensiero su l’ali dorate.

    Nel secolo che sta morendo
    si inventano demagogie
    e questa confusione è il mondo delle idee.
    A questo punto si può anche immaginare che potrebbe dire
    o rinventare un Cartesio nuovo e un po’ ribelle
    un mare di parole
    un mare di parole
    io penso dunque sono un imbecille.”
    G. Gaber, “E pensare che c’era il pensiero”

    Adam, hai ragione, abbiamo un sacco di privilegi in questi tempi moderni, a cui rinuncerei a fatica. Nonostante ciò, ho nostalgia di tempi più sobri ed essenziali…
    Si può avere nostalgia di ciò che non si è vissuto?

  7. 47
    Jim -

    Suzanne mi traduci per favore la frase? Grazie

  8. 48
    Markus -

    Suzanne, il tempo non ce l’hai perché ti viene risucchiato da una miriade di cose superflue e spesso inutili.
    In altri commenti ho sottolineato il fatto che la maggior parte delle persone non sappia cosa vuole. Oltretutto le menti di queste persone sono facilmente “manipolabili” così come facevo notare a Golem in relazione ai discorsi su cultura, morale, religioni ecc.
    Ne consegue che le aspirazioni, gli interessi e quant’altro, risultano “spostati” verso cose che allontanano le comunicazioni reali a vantaggio del virtuale e dell’effimero.
    Si va troppo di corsa, ma verso quale meta? Non si sa! L’importante é correre!
    Sul post di Adam ci sarebbe da discutere parecchio. In relazione soprattutto ai pregi e ai difetti. Indubbiamente l’unico vero reale passo in avanti fatto dalla nostra società é quello relativo alla tecnologia, che in un certo modo ci ha anche semplificato la vita. Solo che non siamo stati in grado di saper apprezzare i lati positivi della cosa, facendoci semplicemente risucchiare. Siamo pieno di codici e password e la tecnologia é da considerarsi a volte come un boomerang.
    Se pensiamo a quando abbia semplificato le questioni legate alla medicina: macchinari e strumenti chirurgici, tac, risonanze, valvole meccaniche, protesi meccaniche ecc. ecc. A cui però non fa riscontro il passo in avanti della medicina che fondamentalmente é fermo alla scoperta della penicillina. I medici hanno a disposizione la tecnologia più avanzata ma non sanno fare i medici. Gli ingegneri possono vedere le strade dall’alto ma non sono in grado di progettarne adeguate. La scuola di Amatrice cade in pezzi così come la Casa dello Studente dell’Aquila, ma il Colosseo é ancora in piedi. Gli antichi ci hanno lasciato monumenti fantastici in tutto il mondo, dalle Piramidi a Piazza del Campo, all’Arco di Trionfo, a Trinità dei Monti, alla Piazza di Ascoli o Piazza Venceslao. Noi cosa lasciamo? Corviale? Tiburtino Terzo? Le periferie delle nostre città? I centri…

  9. 49
    Markus -

    commerciali montati su costruzioni assurde?
    Ci sarebbe da scrivere una vita sugli obrobri di questa Società. Senza contare le violenze da far rabbrividire il Medioevo.
    A Maria Grazia vorrei chiedere : le donne di una volta rinunciavano alla loro realizzazione e ok. Ma quelle di oggi secondo te sono realizzate? Io le vedo sempre più spesso sul lettino dello psicologo. Qualcosa non torna secondo me.

  10. 50
    maria grazia -

    markus, le donne che si ritrovano sul lettino dello psicologo non sono poi tanto diverse da quegli uomini che si rivolgono al barista per dimenticare i brutti pensieri. Si tratta di due diverse modalità di risposta al medesimo problema: l’ alienazione. Che è esistita in ogni epoca, anche se prima non se ne era coscienti e/o non se ne parlava. Quello che viviamo è un periodo di transizione tra la vecchia società patriarcale che conoscevamo e il mondo futurista che ci attende, nel quale le donne avranno lo stesso spazio e le stesse opportunità degli uomini. E come tutti i periodi di transizione, anche questo comporta qua e là qualche smarrimento e qualche “disagio”. Anche se personalmente, quando stavo male, allo psicologo ho sempre preferito una bottiglia di lambrusco.

    “I medici hanno a disposizione la tecnologia più avanzata ma non sanno fare i medici. Gli ingegneri possono vedere le strade dall’alto ma non sono in grado di progettarne adeguate. La scuola di Amatrice cade in pezzi così come la Casa dello Studente dell’Aquila”

    Nemmeno la più avanzata delle tecnologie potrà mai sostituire l’ UMANO senso della bellezza e la comprensione dell’ essenza delle cose, se questi mancano.
    Sono d’ accordo con Golem: la vita VA VISSUTA, NON POSTATA SU FACEBOOK.

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