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Il dramma di non trovare uno straccio di lavoro

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Lettera pubblicata il 29 Giugno 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Lavoro - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 75 commenti

Pagine: 1 4 5 6 7 8

  1. 51
    Clarissa -

    Ti accorgi che i tuoi colleghi, nel frattempo che tu reagivi a nome di tutti, giacché raccoglievi le lamentele di tutti (in realtà rischiando solo tu, gli altri stavano al sicuro… Vili; perché sappilo: una laurea non ti dà il coraggio, se sei vile…), i tuoi colleghi laureati, si erano messi, nel frattempo, a “fare i furbi”. Eh sì. E guadagnavano pure più di te (è per questo che facevano i furbi: per guadagnare di più col minimo sforzo…). Ma come? Barando. Usando un sistema che conoscevano tutti, facevano tutti, meno te, povera scema, che parlavi, reagivi, a nome di tutti, che non si poteva più andare avanti in un certo modo, trattati senza rispetto. Capito? Il sistema, infatti, svantaggiava il collega che veniva dopo, di conseguenza lo facevano tutti, a catena: e la “furbizia” diventava DOVUTA, per tutti. E questo era solo un piccolissimo esempio. Acqua passata sotto i ponti e tanti sorrisi signorili, perché bisogna essere sempre giusti, sempre educati… Nel frattempo, passata l’acqua, le cose vanno peggio, eh? Perché così si sta meglio, in questo Paese, che le cose, ci raccomandiamo, devono andare sempre peggio. Bisogna sempre cadere più in basso.
    Tieni presente, però, naturalmente, che la nessunissima stima che oggi ho di tante cose e persone di questo Paese, non è di tutta l’Italia e di tutti gli Italiani. C’è però quella parte schifosissima che sta letteralmente AMMAZZANDO l’altra, ossia una intera generazione (25 anni), e con i mezzi, attenzione, più subdoli.
    Così, non è raro, che ti possano venire a fare la battutina: ah, ma tirati su, c’era chi veniva dopo la guerra…
    Questa invece non è una guerra… Subdola. No… Scherziamo? Non è nulla. Non esiste. Non esiste nulla. E infatti non esisti TU. Fanno in modo che tu NON ESISTA.
    E per essere un po’ più precisa, nella mia teoria strampalatissima, basata sicuramente sul nulla, su vaneggiamenti… Cose totalmente inesistenti… Posso dirti: per quelli che si stanno facendo AMMAZZARE (civilmente, pazientemente, educatamente… Col torcicollo fisso a forza di girare la testa…) giorno dopo giorno, poco alla volta, e che vanno dai 20 ai 50 anni, è finita. Chiuso. Finito. In partenza. A meno di una rivoluzione. Civile, aggiungo.

  2. 52
    19simone70 -

    Volevo scrivere qualcosa di specifico, ma vedo che alla fine la discussione ha perso il suo tornaconto.
    Comunque ci provo.
    Da quanto ho visto si parla spesso di curriculum, come se oggi fosse un toccasana, ma a chi serve veramente questo pezzo di carta?
    Da quanto leggo in giro, serve solo a selezionatori pagati per farlo, ad aziende particolari che cercano profili specializzati e molto ristretti in tale ambito, quindi non cè master e laurea che tenga, ma esperienza lavorativa dalla nascita fino alla morte.
    Senza parlare che poi chi ci ha scritto libri ha venduto questa favoletta, cha alla fine è servita a creare un indotto a proprio uso e consumo, perchè, nel frattempo, ciò che persevera da sempre è la buona conoscenza, e questa non la vedo una cosa cattiva, ma è, e deve essere ovviamente una cosa limitata a sè stessa solo favorire diciamo così un’entrata, un saltare la fila, ma poi ovvio si deve lavorare, cosa per cui invece oggi si vede in maniera distorta, e frà poco la si chiede anche per colazione.
    Poi il problema del lavoro oggi, è molto particolare, perchè le risorse economiche del mondo non sono diminuite, ma, credo, semplicemente spostate, in parte verso i paesi poveri, e quindi molto più lavoro per questi, con tutte le riserve del caso, dalla scarsa sicurezza alla pessima vita sociale, e la parte più cospicua, viene trattenuta per farsi belle le multinazionali perchè hanno fatto più soldi di altri, per non parlare dei fondi neri, soldi rubati, altro che lavoro nero per pagarsi uno straccio di affitto, mi vien da ridere, se la prendono con 100€ in più per uno che si fà un mazzo tanto, e lasciano i caporalati a gongolare per non toccare multinazionali.
    Poi cè l’aspetto della vita quotidiana, che non ci lascia nessun tipo di scelta, cioè, senza macchina non lavori, per esempio, e se non hai soldi macchina niente, niente macchina inutile fare perfino uno schifo di curriculum.

    Volevo chiederti anonymamente, ha già provato coi corsi per lavori ricercati tipo, lavori particolari come stuccatore, o lavori che vanno scomparendo? sò che la regione friuli ha indetto dei corsi di determinate ore studio e pratica, finalizzate al dare i requisiti necessari pe rappunto avviare lavoratori o giovani disoccupati, purtroppo il link lo devo cercare, ma se hai già guardato allora niente.

  3. 53
    deio4-stefano -

    bel messaggio simone…sono d’accordo al 100% con te…!!
    Soprattutto sulla parte del cv, anche se oggigiorno ci sono ricerche dedicate per i giovani “senza esperienza”..in questo caso anche scrivere che sono il capitano di una squadra di calcio a 11 (ad esempio) fa la differenza…quindi quando non hai esperienza lavorativa l’intervistatore ha solo una ventina di minuti per capire chi sei…se sei “sveglio” ti basteranno due/tre colloqui e qualcosa toverai…altrimenti………..
    Buona notte…

  4. 54
    Anonymamente -

    Clarissa, il tuo discorso non solo lo condivido, ma ti dico che è esattamente ciò che emerge spesso dai discorsi che provo ad affrontare con certi adulti più ragionevoli e umani(ovviamente io ho una testa e un cuore che cerco di far funzionare insieme, ma non l’esperienza per essere davvero alla pari con persone ben più grandi di me). Ad esempio, ieri sera una signora (sulla 50ina) mi ha invitata a casa sua. Tra un discorso e l’altro mi ha raccontato che lei dopo anni di lavoro in una ditta, una di quelle più “produttive”, si è ritrovata in mobilità. Molti hanno cercato un altro lavoro immediatamente, alcuni come lei hanno aspettato un pò. Hanno fatto bene: sono stati richiamati, insieme a nuove “leve” (contratto a tempo determinato). Ebbene, questi ragazzi nonostante per contratto abbiano diritto ai 30 minuti di pausa-pranzo incastrati nelle 8 ore a ciclo continuo, rinunciano volontariamente a mangiare pur di dimostrarsi volenterosi e sperare in un’assunzione fissa, ma lei dice che di giovani ne ha visti passare tante, ma fermarsi nessuno. Siamo davvero arrivati al punto di annullarci. Se solo penso ai sacrifici che sono stati fatti per ottenere i basilari diritti..

    Simone e Colam’s, intanto grazie. Vi rispondo insieme. I centri a cui faccio riferimento sono soprattutto centro per l’impiego della mia zona, informagiovani anche un pò dislocati, settimanali di annunci, “Ial” (Ud, Pn..) che ogni tanto propone anche alcuni corsi, in ambiti diversi, specifici. Ma se vai a vedere tra i requisiti vengono richieste qualifiche professionali/diplomi inerenti o comunque tecnici oppure esperienza. Se trovassi dei corsi e i requisiti non fossero vincolanti inoltrerei la richiesta alla partecipazioni anche per mestieri tipicamente mascolini, ma credo che prima di prendere una ragazza ci penserebbero mille volte.

    L’altro giorno in un’agenzia iterinale mi è stato chiaramente detto che per ragazze e per giovani al momento in zona non c’è niente, tutte le richieste al momento sono indirizzate a chi ha esperienza, non c’è nulla che preveda formazione. L’addetta mi ha suggerito di cercare qualche corso formativo. Cercando, ero contenta perchè avevo trovato una proposta di work-experience con requisiti ai quali potevo rispondere: poi in fondo pagina era specificato che era rivolta a giovani già inseriti in ambiti formativi. Comunque grazie.

    Tutto questo mi va benissimo, quello che mi fa restare male è che anche per un “normalissimo” lavoro vengano richiesti esperienza e cv “dettagliati” (per fare le pulizie?) e anche per i mestieri più semplici ed immediati ci si affidi alle agenzie. Ad esempio, la vendemmia. L’ho inziata a fare da amici di famiglia a 6-7 anni, con il mio sgambello piano piano davo una mano e mi divertivo. Alcuni miei parenti andavano in giro per le aziende agricole e venivano chiamati DAVVERO. Oggi devi passare per le agenzie. Per una selezione come cassiera mi sono state poste domande come se avessi dovuto fare la direttrice..

  5. 55
    Anonymamente -

    Non sto dicendo che tutto debba essere preteso e immediato. Sto dicendo che il sacrifico la persona veramente intenzionata a costruirsi un futuro è disposta a farlo. Ma deve valere la pena. Sono stanca di vedere le persone sfruttate.
    Ad esempio, vicino a dove abito c’è un bar/pasticceria. E’ un posto che ho frequentato durante la mia adolescenza quando capitava di uscire. Carino, tranquillo. Durante il corso degli anni ho visto cambiare decide e decine di cameriere, mentre la parente della moglie del titolare è fissa. Devo dire che girare per esercizi pubblici e trovare persone cordiali da queste parti non è poi così facile come dovrebbe essere in un esercizio pubblico. Però posso dire che a parte qualche eccezione, le ragazze che si sono alternate negli anni erano rapide, sorridenti, gentili, era facile andare oltre al “ciao,un caffè, quant’è?, ciao”, la gente del paese si affezionava. La penultima sapeva coccolare il cliente, ti faceva sentire speciale ogni volta che entravi. E poi tac, sul più bello sparivano. Beh, io non lo frequento più. Da quando ho aperto gli occhi.
    So anche che pochi ragionano così. In fondo chi se ne frega di quella che ti serve l’ordine, no? Invece a me frega. Non serve a niente, lo so, ma mi frega. Se a lamentarsi fossero 10, 20, 50 clienti abituali vorrei vedere se quel pasticcere non le assumesse!

    Penso che possa succedere di accorgersi dopo un periodo di prova di non essere portati per un lavoro e che a sua volta un datore di lavoro non ti trovi affatto efficiente. Ma in molti, troppi casi succede abitualmente.

    Credo che arrivare a dire che uno il diritto al lavoro se lo debba guadagnare sia pericoloso, soprattutto per chi si esprime in tal modo, perchè viene messo davanti a tutto il profitto e non l’essere umano e il suo diritto alla vita e al benessere (inteso come welfare state). Lo stipendio deve essere guadagnato, ovviamente, non il diritto al lavoro. Quel diritto che è anche dovere.

    Colam’s, con il discorso rivoluzione capisco che siamo sulla stessa linea d’onda, anche se io mi auguro davvero che si prenda coscienza prima e che attraverso proteste coese, continue, unite allo spirito di novità ed iniziativa si riesca a cambiare questo Paese senza armi, senza violenza.

    Stefano: chi sei tu per dire chi è sveglio e chi non lo è? Sinceramente non m mi sento affatto quella stupida che tu vorresti dimostrare che sia. La storia del

    Comunque dopo tutta la smania di metterci impegno mi sono sntita dire “troppo qualificata” e insieme a me diversi altri.

  6. 56
    19simone70 -

    @deio4-stefano

    Ma ad un’operaio generico a che serve il curriculum? perchè si deve andare a guardare sempre sti lavori di concetto?

  7. 57
    Clarissa -

    Anonymamente, brava, brava e brava.dici tante cose sensate, e vere, riporti fatti, no chiacchiere, che vedi con i tuoi occhi, che sono sotto gli occhi di tutti! E che, nonostante io le sappia perfettamente, queste cose, quasi non le posso leggere, perché divento una bestia! Si fa per dire, naturalmente, che divento una bestia. Io che sono sempre stata contro ogni violenza, ridotta a sentire la rabbia, diventare come una bestia e basta! Che cosa sono quei ragazzi che si alternano in fabbrica, che cosa sono quelle ragazze che si alternano in pasticceria, eh? Carne da macello, e basta! Ah, ma civilmente, eh? Educatamente, sicuro… Signorina, è stata bravissima, ma sa… L’apprendistato è finito, si tolga dalle palle! L’apprendistato, eh? Quella cosa che serve appunto a imparare un mestiere, per poi farlo, non per essere mandati a casa! Eh, ma già, al titolare, fa comodo quel tipo di contratto. Si risparmia. Io sono un privato, e faccio quello che voglio, è il libero mercato, bellezza. Ma mi facciano il piacere! Il libero mercato? In italia? Ma mi facciano il piacere! Il merito? Poi: non esiste, in italia, né libero mercato, né welfare.
    Tante cose sensate dici. La più acuta, profonda, per me, è questa: “credo che arrivare a dire che uno il diritto al lavoro se lo debba guadagnare sia pericoloso, soprattutto per chi si esprime in tal modo, perchè viene messo davanti a tutto il profitto e non l’essere umano e il suo diritto alla vita e al benessere”
    Brava. Pericoloso. Hai detto bene. E non è che può diventare pericoloso: è già così, da almeno venti anni!
    E allora, io che cosa devo dirti? Come incoraggiarti! Ti devo dire la verità, ti devo.
    Che è dura, durissima, cara ragazza, fa male a me, dovertelo dire! Perché significa sembrare che si voglia tagliare le gambe a un giovane: non è così!
    Ti devo dire la mia verità, devo! Basata sulla mia esperienza. La mia e quella di tanti altri che ho conosciuto e di quelli che non conosco, ma è come se li conoscessi! No chiacchiere da bar, sulla pelle degli altri!
    E quale è la verità, eh?
    Vuoi la verità, ragazza mia? Che noi quarantenni oggi dobbiamo dirci che abbiamo sbagliato! A essere onesti, educati, volenterosi, umili, ottimisti. Ottimisti un c....! Cambierà, ci dicevamo, domani è un altro giorno. Eccetera eccetera eccetera. Un c....!
    Mentre ci ammazzavano. Hai capito adesso che cosa sono costretta a dirti? Che ci ammazzano. In molti modi. Infiniti! Dopo venti o venticinque anni, di questi “lavori”, sei finito. Usurato. Fuori dal “mercato”. Fuori dalla vita, cara ragazza. Fine della storia della tua vita! E l’incubo è che sei vivo. Capito? Ti tengono gli occhi aperti e ti fanno guardare, notte e giorno, come si muore, legati! Allora cosa posso dirti di positivo io? Solo una cosa, una sola. Che tu, e tutti i ventenni, non dovete fare come noi! Basta! Non dovete credere a quegli stronzi quarantenni che vi dicono, ah ma io mi sono fatta il mazzo, fattelo tu, ora. No! Quello non è lavoro. E’ uccidere le persone!

  8. 58
    Clarissa -

    Mi spiego? L’unica cosa che puoi fare tu, e milioni di nuovi ventenni, con l’energia, la forza dei ventenni (noi non l’abbiamo più, l’energia, la forza, nulla, ci hanno già fatti fuori, mia cara, ci hanno già uccisi: di questo puoi essere certa!), è rifiutare questo sistema di mmerda che uccide, e che fa ammazzare, poi, si capisce, gli uni (deboli) con gli altri. E’ imporvi, organizzandovi, dicendo basta! E sai perché non posso essere positiva adesso, anche su questo? O almeno perché devo avere molte riserve che possa, comunque, cambiare qualcosa? Perché si è andati, ormai, troppo, troppo oltre. Significa, come minimo, che per cambiare, occorrerebbero ancora altre generazioni, le successive alla tua di ora. A meno, ripeto, di una rivoluzione generale, della maggioranza. Ma nella maggioranza, ricordati, ci sono migliaia e migliaia e migliaia di persone, che tu crederesti come te, e invece no, sembrano come te, ma non lo sono più da un pezzo! Sono il titolare della pasticceria sotto casa, che ha interiorizzato ben bene, il sistema. Lui ne fa parte, lui lo mette in pratica. E così noi. Io sono dentro al sistema, anche essendone fuori! Come mai ti tolgono tutto, eh? Come mai fanno in modo che tu giri a vuoto, eh? Come mai consentono il lavoro nero? Come mai gli onesti titolari di piccole aziende li strozzano? Come mai, poi, anche i piccoli imprenditori, devono strozzare te, eh? Come mai arrivano i soldi dall’unione europea… Alle regioni… Per che cosa? Corsi. Corsi di qualificazione. Corsi di riqualificazione. Corsi per donne quarantenni che devono reinserirsi nel mondo del lavoro. Corsi per i giovani. Vai a vedere dove finiscono i soldi. Io, purtroppo, ho dovuto dare un’occhiata a queste cose, di recente, e finiva che avrei dovuto fare un servizio giornalistico, un’inchiesta, finiva. Perché i soldi, per qualcuno, ci sono sempre, e tanti, ma tanti… E poi non ci sono manciate di euro per chi deve studiare e avere un lavoro! E quei soldi, io penso, fanno un giro giro tondo, si finge di fare per le donne, i giovani e compagni cantanti, e ritornano nelle casse… I soldi. E tu, a girare, girare, girare… Per collocamenti, regioni, annunci… A vuoto. E quando lavori, dopo anni anni e anni, capisci, dopo venti, venticinque anni, che hai lavorato per niente. Non hai niente.

  9. 59
    deio4-stefano -

    @19simone70

    Quello che dici è vero, ad un operaio potrebbe non servire un CV. Io sinceramente lo vedo più come una specie di “Carta di Identità”…nel senso che è la mia presentazione, su queste due pagine c’è tutta la mia vita lavorativa, dove ho studiato, quali pregi ho, ecc..ecc..
    Così come per la C.I.; se qualcuno la trova deve essere in grado di capire chi sono, come sono, dove abito ecc..ecc..
    Capisco che in molti casi il pezzo di carta è limitativo, ci sono situazioni in cui non si sa come arrivare a riempire una pagina, e altre situazioni in cui le pagine diventano 3/4/5 o più..
    E un discorso ben complesso, e siamo fuori OT..bisognerebbe approfondire…dopo qualche anno di lavoro e qualche CV esaminato ti confesso che mi piacerebbe essere un selezionatore..è un attività tutto sommato stimolante, perchè come dicevi tu e anche gli altri ciò che conta veramente è la PERSONA, non un pezzo di carta, sia esso CV, laurea, diploma, master, o carta igienica…e siccome i nostri colleghi stanno con noi 8 ore e passa è chiaro che i rapporti umani sono importantissimi nella vita lavorativa di ognuno di noi..
    Vi consiglio una lettura…:
    IL METODO ANTISTRONZI, libro molto interessante, (la trama la si evince facilmente dal titolo…!!!

  10. 60
    Anonymamente -

    Clarissa, io credo che l’unione faccia la forza. Lo ripeteva la mia insegnante di lettere alla scuola media, una figura a cui devo molto della mia formazione. Mi è rimasta dentro. Ci credo seriamente. Anche se ci credo sempre meno.
    Organizzarsi, protestare, attivarsi, scioperare, mobilitare il Paese…sarei pronta da subito a muovermi in tal senso. Anche simbolicamente, anche se sapessi che concretamente all’inzio non cambierebbe niente, sarei comunque favorevole a provare. Magari intensificando questi episodi si riuscirebbe a far prendere un pò di paura a qualcuno. Come dici giustamente te, siamo migliaia a navigare in acque lerce, loro sono troppi, troppi, troppi ma pur sempre pochi in confronto.
    Ma tu sbagli a confidare troppo nei giovani. Perchè ti arriva quello/a che per qualche motivo (e può essere qualsiasi estratto dal forbice che và dal pieno merito alla raccomandazione) il lavoro ce lo ha, pensa di essere a posto (a torto o a ragione) e di attivarsi per il bene del suo Paese non gliene infischia niente di niente.
    Purtroppo l’italiano ha bisogno di essere toccato dal vivo, nei suoi interessi tangibili prima di non dico agire, perlomeno re-agire.
    Penso, ad esempio, al Referendum dello scorso giugno. A parte che la percentuale degli astenuti è comunque vergognosa, ha segnato una conquista dopo tanti anni. Ma una vittoria a metà. Perchè se ci pensi bene, la gente in fondo è andata “per non pagare l’acqua”, quindi per interesse (almeno lì si è svegliata). Ma avrei voluto vedere di fronte al solo referendum per il legittimo impedimento quanti sarebbero andati! Nessuno, una percentuale così remota! Questo perchè di fondo l’ingiustizia (e di conseguenza la rabbia, e di conseguenza un attivamento) non viene assorbita finchè non ti riguarda personalmente. Che ci avrebbe perso l’italiano se il suo Premier per legge avrebbe potuto non presentarsi ai processi? (E questo ovviamente và al di là dello schieramento politico. In fondo chi se ne importa, finchè non ha combinato qualcosa personalmente a te chi se ne frega. Ma dato che ormai erano lì, una croce in più una in meno che differenza fa? Mettiamola e non ci pensiamo più. Ci è andata bene che fossero 4 quesiti riuniti, chissà a quest’ora altrimenti che si sarebbero inventati pur di renderci dei pagliacci da deridere. Nel lavoro, ma non solo. In tutti gli aspetti della vita sociale (e privata) siamo merce, siamo numero, siamo elementi sostituibili. Secondo me il problema non è concentrato solo sul lavoro, è in castrato in un contesto onnicomprensivo in cui è incastrata la nostra breve parentesi qui. Siamo solo dei puntini tra tanti, tutti. Che qualcuno si arroghi a sentirsi “migliore”, che davvero si illuda di valere di più è mettersi nello stesso piano di un oggetto di compra-vendita, rigorosamente prezzato.
    Le cose devono cambiare, come ripeto spero in una rivoluzione, ci confido, la vorrei, ma assolutamente non violenta. Una vittima sarebbe già perdere un pezzetto di vittoria.

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