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Il dramma di non trovare uno straccio di lavoro

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Lettera pubblicata il 29 Giugno 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Lavoro - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 75 commenti

Pagine: 1 3 4 5 6 7 8

  1. 41
    Anonymamente -

    Colam’s, non ho scritto questa lettera pretendendo un aiuto nè aspettandomelo. L’ho scritto semplicemente perchè non ce la faccio più, uno sfogo. Ma questo non significa che mentre sto qui nel frattempo non provi ad inviare cv per ogni inserzione che mi sembra poter rispondere alle mie conoscenze/capacità.
    Voi dite di presentarsi personalmente: questo l’ho fatto in negozi e supermercati. Ma dove negli annunci viene rischiesto esplicitamente l’invio tramite posta elettronica (magari non viene nemmeno specificato il nominativo dell’azienda), ci penso due volte prima di presentarmi, potrei sembrare invadente. Ovviamente nelle agenzie iterinali è l’unico modo: ho provato diverse volte a presentarmi anche magari dove ero iscritta, ma mi sentivo rispondere “abbiamo il suo cv, richiameremo”. Per questo dicevo non richiamano. Mettermi a tempestare di telefonate una dopo l’altra non mi sembra rifletta una persona equilibrata, poi magari sbaglio io a pensare così..
    Nelle aziende di cui parli, come distillerie ecc, vengono richieste esperienze o diplomi specifici e preferibilmente figure maschili, io personalmente il cv non l’ho presentato perchè prima di me l’ha fatto il mio ragazzo, che ha avuto esattamente questo riscontro.

    Se ho scritto qui è perchè anche a me sembra assurdo non riuscire a trovare niente. Sarei stata disposta a fare anche l'”operatrice ecologica” o l’addetta al riordino bibliotecario, ma nel sito del centro per l’impiego (a cui gli impiegati stessi mi invitano a far riferimento, inviando il cv per le posizioni desiderate) puntualmente sono annotate come “lavori socialmente utili”, quindi neanche con i salti mortali posso. Ho inviato richieste per “addetta alle pulizie”, per cassiera, ma puntualmente alla domanda “ha esperienza?” devo rispondere “no” e quel no precede “va bene, ci risentiremo”. Proprio ieri ho sostenuto un colloquio per addetta alle consegne, ma dopo avermi fatta arrivare di fronte al selezionatore (sapendo che ero femmina), lo stesso mi ha poi liquidata dicendomi che è un lavoro più che altro maschile. E allora, come fare a non sentirsi presi in giro? Tutti hanno imparato, nessuno è nato con l’esperienza in tasca. E che c’entra l’esperienza con le pulizie? Credo che con un pò di buona volontà chiunque imparerebbe. Non ho di certo un abbigliamento adolescenziale, mi presento in pantaloni e camicia (o giacca dove più consono), credo di essere presentabile. Tra i selezionatori, come ripeto, ne ho trovato qualcuno che sembrava davvero soddisfatto/a, ma poi sono spariti. Non so spiegarmelo.

    Arrivando al discorso dei diritti non applicati: proprio perchè non sono applicati, ma previsti dalla legge delle leggi, mi chiedo perchè la gente non li pretenda. E’ ovvio che se ad alzare la voce è la sfigata che non trova lavoro non interessa a nessuno, risulta di parte e subito la si indica a priori come una che non ha voglia di fare, ma se ci fosse la presa di coscienza collettiva il discorso sarebbe diverso.

  2. 42
    Anonymamente -

    Il discorso secondo me non vale solo per chi deve integrarsi al mondo del lavoro, il discorso vale anche per i precari, gli operai sottopagati, spesso lavorano senza misure di sicurezza per incrementare la produzione. Questo è per una riflessione, quanto valga la vita umana: un uomo è sostituibile all’altro, un funerale costa meno. Ho incontrato una scrittrice, una giornalista che si batte su questi temi e anche lei si sente male ogni volta che parla con i familiari di coloro che hanno lasciato la vita o qualche arto.
    Trovare lavoro è importantissimo, il mio obiettivo, ma non è la fine, è solo l’inizio. Perchè sì, i diritti non sono applicati.

    Ma io credo che a molti, per menefreghsimo o per interesse, vada bene così.. Tutto qui.

    Sinceramente non trovo sbagliato parlare di politica se le cose non funzionano, ad essere sbagliato secondo me è farlo per puro lamento senza essere disposti ad attivarsi per un reale cambiamento. Personalmente, se solo sapessi di non essere l’unica cretina a volere un’Italia un pò più corretta, pulita, onesta sarei più che disposta a fare concretamente il necessario, sempre senza violenza chiaramente. Poi, Colam’s, se per te le “basi concrete” sono altre, esponile pure, io ti ascolto. Non mi sento affatto polemica, fin dove c’è uno scambio di opinioni, resto, mi confronto.

  3. 43
    Clarissa -

    Dio mio, salvaci tu.

    La tua ragazza. Conoscerla. Dirle le cose in faccia. Ma tu sei andato. Cosa fai, mi copi? Siccome io ti ho detto abbi il coraggio di dire in faccia a quelle persone che non hanno il lavoro, che sono in cassa integrazione, che hanno i figli precari suicidati, che hanno la fabbrica che chiude perché via si parte si va in Cina, in India, in Polonia, bello mio ti saluto, dove le persone là (che non sono esseri umani, ma bestie, no?) non costano un c…, che sarebbe COLPA LORO, se non hanno più un lavoro, allora tu, di nuovo, mi tiri fuori la tua … ragazza di cui non m’importa un c…. Chiaro? Ti ho detto: vai e di’ loro: ma avete provato a cambiare un po’ il CV? Suo figlio, signora, prima di ammazzarsi, era almeno un pochino furbo? Ah no? Allora, signora mia, era colpa sua. Si capisce perché era un precario. Che saltava da un lavoro a un altro, da una quindicina di anni. Tutto sommato, signora mia, aveva molti difetti,suo figlio. Il lavoro, probabilmente, non lo meritava. Meritava di crepare, signora mia. Mi dispiace, ma è così, signora mia.
    L’esperienza? Ma io non ho bisogno di raccontare, qui, la mia esperienza. La mia esperienza è dimostrata, di fatto, dal comprendere perfettamente la situazione di questa ragazza. Che, ripeto, riguarda milioni di persone. Ma siccome tu, Stefano, non la vuoi ammettere, questa realtà, perché sei meschinamente-perfettamente integrato in questo sistema di merda, allora la devi negare. E ci infili la tua ragazza (che ha il lavoro: Segretaria di Direzione), mentre qui si stava parlando di un’altra ragazza e, se tu permetti, di milioni di altri ragazzi. Se tu permetti.
    La mia esperienza parla da sola: che arrivo a capire la situazione di questa ragazza, e non ho nemmeno bisogno di scendere in dettagli ulteriori (tristi e umilianti per lei), io, per capirla.
    Tu no: hai bisogno di prenderla per il culo. Di sentirti grande. Generoso. Tanto non è la tua ragazza, no?
    A te, che questa ragazza non trovi manco da pulire i cessi, non FREGA ASSOLUTAMENTE NULLA. E non l’ho deciso io che non te ne frega nulla: lo hai deciso tu con le cose hai scritto. Sono stata più chiara, adesso?
    Come nella lettera del pensionato che si è sentito un barbone per due euro, grazie alla sua banca. Tu entri e naturalmente – figlio di genitori che lavorano in banca: non poteva mancare che tu dicessi sono figlio di – dai addosso al pensionato. Il direttore di banca fa il suo lavoro al meglio, si capisce, gli altri invece no. Gli altri sbagliano SEMPRE. Perché sono merde, si capisce.
    L’Italia è quello che è grazie anche quelli come te. Che pur di sopravvivere, dentro al sistema, sono capaci di annullare qualsiasi cosa di genuino abbiano dentro. Sei già, a 26 anni, rincretinito. E ovviamente non te ne rendi conto. Schiavetto di questo sistema che fa gioco ai potenti, ai privilegiati, a giovani zo...... che vogliono tutto e presto: perché sono “sveglie”, hanno capito subito come funziona il sistema, loro.

    Di nuovo auguroni.

  4. 44
    Clarissa -

    Ah, patetico – e ciò pur avendo un diploma, pur avendo un lavoro, pur avendo dei genitori che lavoravano in banca, pur avendo una bravissima ragazza al fianco – sei tu.

  5. 45
    stefano -

    Ho avuto le mie risposte…non hai mai fatto un giorno di lavoro…o meglio pensi che lavorare sia “SOLO” un diritto e mai un dovere, noi siamo i servi e loro i padroni…citando un noto presidente americano: non chiedere cosa la nazione può fare per te…ma domandati cosa puoi fare tu per la nazione…e nella categoria “nazione” ci puoi mettere tutte le categorie che vuoi…in soldoni…: PAROLE PAROLE PAROLEEEEEEEE…ecco cosa sei…un lamento unico…tu sei l’unica giusta e tutti gli altri sono cretini, mongoli, ignoranti, ecc..ec..!!!
    Auguri anche a te per la tua carriera di…ehm…bho…consolatrice degli affranti…!!!

  6. 46
    19simone70 -

    Ciao a tutti, sono il simone dei precedenti commenti, solo che registrandomi, ho potuto accedere solo con questo nick, visto che quello del mio nome è già occupato.

    Mi riservo di rispondere stasera, vedo la discussione si fà parecchio interessante, e la seguo da un pò, e vedo che si dicono molte cose senza completare veramente un discorso, ma risponderò stasera, perchè fra un pò lavoro e non ho il tempo materiale per scrivere le mia riflessione sulla base dei vostri interventi, mi limito solo a far sapere, oviamente a chi interessa, che stavo comunque seguendo il discorso.

  7. 47
    colam's -

    Oooh perfetto Anonymamente, stiamo parlando la stessa lingua.

    Allora per la tua ricerca e’ difficile aiutarti tramite forum. Posso testimoniAre che ci stanno molte meno offerte di lavoro rispetto a pochi anni fa. Mia moglie ha cercato lavoro due volte nell’ultimo anno (e tutt’ora e’ precaria) e mi conferma che fina a tre anni fa quando cercava lavoro bastava che mettesse un’annuncio e subito in pochi giorni aveva varie offerte (segreteria) e dovevA scegliere. Oggi invece e’ dura riuscire a superare più di un colloquio. Ergo e’ difficile aiutarti a trovare lavoro, in modo generale ti consiglierei di spulciare ogni giorno i siti tipo monster, trovit, job ecc. “Se continui a fare le stesse otterrai i stessi risultati”.

    Per quel che riguarda la politica io la vedo cosi: solo una rivoluzione, preceduta da un’aggravarsi della crisi attuale, puo’ salvarci. Bisogna tornare ad uno stato sociale, nel quale l’economia non e’ il fine (oggi sembra che lavoriamo per lA crescita del Pil e per aumentare i profiTti della casta), bensi come mezzo per dare lavoro e dunque dignita’ a tutti. Non e’ utopia, l’alternativa e’ il peggiorarsi della crisi attuale, rischiando di finire come la Grecia.

  8. 48
    Anonymamente -

    Clarissa: anch’io credo di capirti. Nonostante alcuni passaggi non li condivida perfettamente, credo di comprendere la rabbia che emerge dalle tue parole, sicuramente figlia di una sofferenza profonda.

    Personalmente posso dirti due cose. La prima è che per quanto mi riguarda preferisco sentire le persone arrabbiarsi, “sputare fuori” quello che hanno dentro (anche se magari con toni e modalità non propriamente “carini”) ma riconoscerle umane, piuttosto che sentire giudizi che decretano il giusto e il sbagliato, le persone “brave” e quelle “non brave”, chi si merita di sopravvivere e chi no (perchè in fondo arriviamo lì). Se devo essere ancora più generica posso dirti che sono contraria al gioco della prevaricazione in qualsiasi contesto. Ma qui andiamo su visioni ideologiche personali.

    La seconda è che ho smesso di essere indulgente davanti alle ingiustizie, mi sono avvicinata ad un contesto che prova ad attivarsi diversamente. Pur essendo disillusa, provo a crederci lo stesso…mi ha aiutata un pò a sperare, non so a che livello di disillusione tu sia arrivata, ma magari potrebbe farlo anche con te. Forse, senza pretese.

    Mi piacerebbe conoscere la tua storia. Anche privatamente se qui non ti va :-), sempre se vuoi, se hai voglia di parlare di te. Sono giovane ma personalmente ho rapporti più profondi e voglio più bene a persone adulte che a miei coetanei. Ho avuto la fortuna di incontrare alcune tra le poche persone umili, alla mano, capaci di tendere quella mano…anche per dire semplicemente “ehi, ci sono, sono qui”. E tu, al di là di un’evidente arrabbiatura, mi trasmetti le sensazioni che certi signori e certe signore a me cari mi hanno regalato. Se hai voglia di scrivere di te, ecco..io ti ascolto volentieri. Altrimenti non preoccuparti, va bene lo stesso, capisco e ti ricordo comunque, al di là di tutto, con piacere.

  9. 49
    Clarissa -

    “non hai mai fatto un giorno di lavoro…o meglio pensi che lavorare sia “SOLO” un diritto e mai un dovere, noi siamo i servi e loro i padroni…”

    Ma certo, Stefano, certo… Mai lavorato in vita mia. Nemmeno un giorno, sicuro. E se lo dice Stefano (Dio), è così, per forza.

    Dio (Stefano) invece, ha lavorato tanto in vita sua, ma tanto… Tanto, tanto, tanto… E’ così in grado, poi, di aiutare il suo prossimo, essendo “furbo”, anzi meglio “astuto”, anzi meglio “sveglio”, Lui, che propone a una ragazza che sostanzialmente ancora non ha mai lavorato (ovvio, ha vent’anni, si è appena diplomata, e avrà – per ora – potuto fare al massimo qualche oretta in un pub, o come baby sitter, o simili: come la stragrande maggioranza dei ventenni) di inviare a Lui il curriculum vitae: sicuramente c’è qualcosa che non va, guarda. Sicuramente. In cosa? Nel fatto, forse, che non c’è lavoro? Nel fatto che siamo in un sistema ormai che impedisce, in ogni modo, a persone normalissime di trovare un c.... di normalissimo lavoro? No, figurarsi: c’è qualcosa che non va nella ragazza, ovvio. In lei e/o nel curriculum vitae di lei: che è un curriculum, sicuramente, un po’ vuoto, diciamolo.
    Dio (Stefano) le assicura, data la sua grande esperienza, la sua grande cultura, competenza ecc., che legge un sacco di curricula, Lui, “sgrammaticati”, e vede un sacco di ragazzetti “sfigati” che loro, il lavoro… Mah, mah… Le dice, alla ragazza, che lo mandi a Lui, il curriculum. Glielo scriverà tutto bellino, Lui, il curriculum. Del resto, non è difficile per uno che conosca un po’ di grammatica, sia pure un tantino “sgrammaticata” (d’altra parte Lui, Dio, è molto indaffarato, lavora molto, si capisce: non ha tempo). Non è difficile, a pensarci: se sul curriculum, sostanzialmente, non c’è scritto niente, perché la ragazza il lavoro non lo ha mai avuto, ergo lo ha dovuto scrivere un po’ COL NULLA dentro, diciamo.
    Ma Lui, Lui ragazzi, glielo rimetterà più bellino, eh? Più bellino. Dopo, sicuro, cambierà tutto.
    Siamo in una botte de fero, ragazzi, è tutto a posto.

  10. 50
    Clarissa -

    Anonymamente, sei una ragazza intelligente e sensibile, tu.
    Certo che le mie parole sono (anche) il risultato di una sofferenza profonda. Ma in fondo, che c’entra? Si cercava, in fondo, di fare qualche analisi: dopo le idiozie di qualcuno. E poi la rabbia, che già avevo prima di arrivare qui, mi aumenta, se vedo e sento e leggo certe cose, non bastassero quelle fuori di qui: che sono, quelle certe cose, oltre a una indifferenza bella e buona verso le sofferenze degli altri, di più, sono sottile disprezzo. A voler leggere ben bene tra le righe. E nell’animo umano, un poco. Oltre che su un pezzo di carta: su un diploma, una laurea, un master, un curriculum.
    Ti basti (ti stupirò? Vista la mia… Vogliamo chiamarla aggressività? Giacché qui qualcuno ti avrebbe scaraventata dalla finestra, ma gentilmente…) Anonymamente, che io ero una persona potrei dire alquanto “moderata”, nel senso che credevo che con le buone maniere, l’educazione, l’equilibrio, la gentilezza, si potesse SEMPRE essere giusti. Invece no. Sai perché? Perché in questo schifo di Paese le cose devono andare al contrario. In questo schifo di Paese sono passati come validi i concetti, ormai, più schifosi, e le cose DEVONO girare al contrario. Gli onesti sono dei poveri imbecilli. Degli “sfigati” (cerco di non usare mai questo termine: è un termine che fa comodo a qualcuno. Qualcuno, cara ragazza, che portando te a usarlo, ti vuole portare a sentirti intimamente quello…). I furbi sono, come minimo, la norma: questo ci dicono, in Italia, da quando si nasce!
    Dopo questo? Un fiume inesauribile di ipocrisia. Un oceano. Ah, ma io il lavoro, l’ho trovato dopo una incredibile gavetta. E nel frattempo, se può, disprezza te, che la devi cominciare, la gavetta: ah, ma tu, se sei così, è perché LO VUOI.
    Ah, davvero… Ti dicono uh, non posso credere che proprio non trovi nulla… Uh, ma sai, mia cugina fece così e colà…
    Piano piano, ragazza mia, ti accorgi di quanto sia cattivo questo Paese, e non è un caso, no: sono cattive le persone che ci stanno dentro. Sono meschine, sadiche, indifferenti. E se anche possono qualcosa, per il loro prossimo, per la collettività, non lo fanno.
    Pensiamo a questo Paese, uno dei più ricchi al mondo, a come è ridotto. 1 giovane su 3 senza lavoro. Per tacere di donne, di uomini cinquantenni (da te menzionati). Un Paese che potrebbe avere non solo lavoro per tutti, ma di più: anche per quelli che vengono da fuori, disperati peggio di noi adesso.
    Ma veramente vogliamo credere che con tutta la ricchezza che abbiamo, da conservare, da valorizzare, non ci sarebbe lavoro per tutti?
    E dico a partire da chi non ha studiato molto, fino a quelli che hanno studiato tanto. Non occorre una laurea, per controllare un’area archeologica, per dire. Non occorre una laurea per tanti lavori. Io ho fatto diversi lavori in cui erano tutti laureati, ma bastava il diploma che avevo io. Tutti laureati, che conoscevano bene i propri diritti, in teoria, ma in pratica dovevo reagire io!

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