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Il suicidio è un atto di coraggio o di viltà?

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Lettera pubblicata il 10 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 9 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 111 commenti

Pagine: 1 7 8 9 10 11 12

  1. 81
    Cantautore -

    Caro Antonio, la gente purtroppo non ha nemmeno idea di cosa significhi veramente la parola “Disperazione”. Solo quelli che l’hanno provata o la stanno provando possono capirla fino in fondo!
    Ti sono vicino e spero che tu riesca a risolvere presto tutti i tuoi problemi, anche se so che non è facile.
    Un caro saluto.

  2. 82
    Alexiel80 -

    Anni fa credevo fosse un atto di viltà, di fuga dai problemi e un insulto a chi vorrebbe e non può vivere. Poi mi son dovuta ricredere. Non dico sia un atto di coraggio ma la vedo solo come una resa. Sei stanco di lottare, vedi che niente intorno a te cambia e non ci sono spiragli di miglioramento. Una vita ad essere forte e ti ritrovi con niente in mano…sinceramente non mi sento più di condannare una scelta simile.

  3. 83
    Antonio -

    E’ una situazione molto diversa da chi per malattia è cosciente che il suo tempo sta terminando inesorabilmente, egli/ella ha o avrebbe ancora molto da dare e da ricevere dall’esistenza… chi arriva a tali scelte invece, sa che nessuno si cura di lui/lei e della sofferenza profonda che si prova. Essa è di ordine psicologico, è molto più grande di quella fisica dovuta ad una malattia, non vi sono farmaci utili, quelli esistenti addormentano non curano, diventi uno zombie ancor più se si ha la grazia di avere ancora un encefalo intatto e la facoltà di pensare. Io ho provato entrambe queste sofferenze, sia quella fisica che quella psicologica, ecco perché sono certo che la sofferenza psichica è notevolmente più distruttiva di quella fisica, il sonno stesso è disturbato…
    Ci furono momenti in cui io desideravo potermi rinchiudere in un luogo protetto e poter dare un mio piccolissimo contributo affinché coloro che vivono il loro ultimo metro di viaggio si sentissero meno isolati e soli. Potete essere certi che avrei dato tutto me stesso per fare un buon lavoro senza risparmiarmi, avrei saputo vincere la vergogna che mi corrodeva perché mi sarei sentito ancora vivo e necessario, almeno un po’ utile, facente parte della società.
    Quando si perde questo “animalesco” istinto, si sprofonda nell’angoscia più profonda perché, in fondo, siamo animali sociali e non possiamo fare a meno di vivere in comunione con gli altri a noi simili. La Religione, qualsiasi essa sia, lo sa bene, ed ha eretto le sue regole e fondamenta per prosperare nei secoli proprio su questo. L’isolare, il bandire, allontanare, interdire, è una condanna che demolisce nel più profondo dell’essere umano; annichilisce e ti spoglia di ogni volontà nel proseguire un percorso difficile senza speranza… La Chiesa l’utilizzò per secoli… ricordate Canossa ?
    E’ una condanna peggiore di molto alla morte… regala una sofferenza distruttiva, profonda, crescente, incolmabile, e con essa una vergogna non razionale, ingestibile !
    Sto vivendo le mie ultime ore in una confusione incredibile, ho milioni di ricordi che mi spossano e demoliscono. Che esistenza inutile ho vissuto !
    @ Cantautore Grazie di cuore… sento che sei sincero/a. Un mondo di auguri a te !

  4. 84
    Cantautore -

    Caro Antonio, cerca di trovare la forza per resistere qualche altra settimana e poi ti aiuterò io economicamente, se è questo il tuo problema principale ora, alla faccia di tutti quei grandi tirchi e falsi cristiani che, dappertutto andranno tranne che in Paradiso, se ne esiste davvero uno!
    Non disperare quindi, perché una persona che ti vuole aiutare almeno l’hai trovata!
    E, ripeto, dammi solo qualche settimana di tempo.
    La cattiveria umana comunque non ha limiti e non finirà mai di sbalordirmi e sai perché? Perché ieri sera, ad esempio, ho incontrato per caso una signora disperata che piangeva perché era scappata da casa dal convivente violento che la picchiava, infatti era piena di lividi anche sul volto. Quindi quella povera signora si è rivolta a me, piangendo e supplicandomi di portarla a casa dei suoi genitori che abitavano in un altro paese perché tutti i passanti strafottenti e cattivi ai quali la povera signora si era rivolta l’avevano snobbata alla grande!
    Che vergogna e che bastardi! Io putroppo proprio ieri sera non avevo la macchina per accompagnarla e quindi poi ho sbattuto per più due ore prima di riuscire a trovare qualcuno che accompagnasse quella povera signora, ma la cosa ancora peggiore è che nemmeno alla polizia e fregato nulla di quella povera signora, ma ti rendi conto?
    Insomma, alla fine, a tutti quei cretini che si sono rifiutati di accompagnare quella signora ho detto chiaramente in faccia che erano dei cattivi bastardi!
    Io non so davvero che cuore hanno certe persone.
    Sono veramente senza parole|!
    Un caro saluto.
    Antonio, ti lascio anche il mio contatto di Messenger/E-mail: Cantautore68@hotmail.it

  5. 85
    Antonio -

    Amico Cantautore, desidero ringraziarti pubblicamente per le tue bellissime e nobili parole e intendimenti.
    Sono sette lunghissimi, pesantissimi, anni che cerco di gestire una sopravvivenza che abbia una parvenza minima di umano, iniziato tutto da un tentativo di porre termine ad una esistenza divenuta pesantissima con una solitudine ingestibile indotta da altri. Possedevo risorse notevoli, credimi, non di ordine economico, avevo una esperienza di vita e di lavoro molto particolari, gratificanti da ogni punto di vista e tuttora, se ne intravedono le ombre. Ora distrutte e demolite dopo che il fisico ha chiesto la sua parte per avermi sostenuto in situazioni tremende.
    No, Amico mio, non sono ragioni economiche che mi hanno portato alla situazione in cui mi sono ritrovato devastato e incapace di rialzarmi anche solo in ginocchio. Esse sono importanti, tuttavia non sono né la causa né le origini di tanto malessere.
    Nell’esistenza umana, le ragioni che distruggono il desiderio di continuare il percorso che ci è stato regalato sono molteplici, tutte molto importanti. Quelle primarie tuttavia, sono il non sentirsi ascoltati, creduti, accolti, stimolati ed infine aiutati moralmente… se tutto questo manca, puoi anche vivere nel benessere economico, ma sei demolito, ti senti isolato come un naufrago, allontanato, incompreso e tutto perde il suo significato ! La solidarietà è la cosa che oggi manca maggiormente, il poter comunicare nella certezza di essere almeno ascoltato… In momenti, come quelli attuali, in cui le difficoltà sono enormi per tutti, il bisogno profondo di tale “solidarietà” diventa primario anche se, a prima vista, le difficoltà economiche possano apparire molto difficoltose. E’ una carezza fatta al cuore, di valenza enorme che aiuta a percorrere ancora un po’ di cammino e cercare di ricominciare tutto d’accapo.
    Continua con il tuo procedere, ad essere di aiuto e di stimolo con i tuoi simili, siine fiero ed orgoglioso, questo fa di te un vero ”uomo”, il resto è solo un contorno inutile !
    Ti ringrazio per la tua disponibilità e stimolo, ti contatterò privatamente. Grazie di cuore, temo però che tu sia comparso troppo tardi. Antonio

  6. 86
    Cantautore -

    Caro amico Antonio, non ti ho ancora detto che io avevo un fratello di 44 anni che si chiamava come te, che abitava a Parigi (città dove sono nato anch’ìo) e che nel 2001 è volato in cielo a causa di un tumore ai polmoni! Il vuoto che mi ha lasciato questo mio fratello, ovviamente, è incolmabile, e il dolore per la sua perdita, inconsolabile, ma, come tutti gli altri miei familiari, ho dovuto farmi molta forza anch’ìo e continuare ad andare avanti anche senza di lui, visto che, fra tutti i fratelli che ho ancora adesso a Parigi, dopo il mio gemello, Antonio era il mio preferito e lo adoravo davvero!
    Per non parlare poi dei miei genitori che ho anche perso, ma soprattutto di mia madre che ho perso 4 anni fa e che più di tutti mi ha frantumato il cuore in mille pezzi per il dolore!
    Ti ho voluto dire tutto questo perché è proprio vero che, sia la mancanza d’amore e di affetto che la solitudine, mietono molte più vittime di tutte le guerre, le sciagure e le malattie fisiche messe insieme, perché è il nostro cuore umano ad essere stato creato troppo vasto, per cui alla fine nemmeno le gioie più grandi della terra potranno mai colmarlo fino in fondo perché saranno sempre troppo piccole.
    Ed è ancora peggio, come hai detto appunto anche tu, quando si è incompresi da tutti, oltre a tutti i dolori che già ci tormentano e ci rendono l’esistenza triste, difficile ed invivibile. Infatti “Incompreso” è il titolo di una delle mie ultime canzoni.
    Alcuni mesi fa, per esempio, quando le mie due adorate bambine non volevano più vedermi (visto che con mia moglie mi sono separato 6 anni fa ed ora le mie bambine vivono con lei) mi sentivo anch’ìo molto più incompreso da tutti, perché nessuno poteva capire appunto il dolore infinito di un padre, tranne quelli che lo avevano già provato) io, disperato, pur essendo sempre stato molto forte di carattere, mi misi a piangere come un bambino, una sera, davanti ad uno dei pochi amici veri e sinceri che avevo, e quell’amico sai che fece? Mi abbracciò con un grosso abbraccio fraterno e sincero ed in quel momento io mi sentii molto meno triste e solo! Perché è proprio vero che la vicinanza di qualcuno, quando ne abbiamo più bisogno, ci regala sia un sorriso, sia, come hai giustamente detto anche tu, una carezza al cuore.
    Ma questa non è roba per tutti, purtroppo, perché sia i vuoti che gli insensibili, come ti ho già detto in una delle mie precedenti risposte, questo non potranno mai provarlo perché saranno sempre troppo pieni di sé per lasciare spazio nel proprio cuore anche agli altri e ai sentimenti, alle emozioni e alle sensazioni!
    Quando si è in due o in tre o in molti comunque non si è più soli!
    Infine non mi devi ringraziare, perché io quello che faccio lo faccio sempre con tutto il cuore e senza tornaconto.
    A presto.
    Un caro saluto.

  7. 87
    Trascendentale -

    Io ho una mia opinione sul suicidio nata da un’esperienza personale. Se vi interessa potete leggere l’articolo che ho scritto riguardo il suicidio che potete trovare al seguente indirizzo: http://trascendente.altervista.org/quando-tutto-sembra-finire/

    Grazie!

  8. 88
    Dario -

    Secondo un mio punto di vista il suicidio non é altro che una scappatoia forse la più facile per non assumersi la piena responsabilità e per paura di affrontarla. La vedo come un essere codardo.

  9. 89
    perfezionista -

    Io penso che il suicidio per essere considerato un atto di coraggio non dovrebbe assolutamente essere fatto a scopo dimostrativo, cioè per impressionare qualcuno. Non so cosa siano le delusioni d’amore, perchè in 33 anni non sono mai stato con una donna, e questo è uno dei motivi per cui vorrei suicidarmi. ma non mi accontento di stare con una qualunque.. voglio una che amo e che mi ami per come sono fatto e basta, senza altri secondi fini. finora in una società così stronza ed egoista non mi è ancora capitato. Voglio fare un sacco di soldi per poter fare tutto quello che mi pare, e la prima tra queste è andare a vivere in una società meno ipocrita. visto che io non voglio cambiare, adattarmi x diventare falso, ipocrita ed egoista pure io come gli altri, non posso fare altro che cercare un altro posto dove vivere. Forse è un utopia, alla fine tutto il mondo è paese è vero.. però le persone non sono tutte uguali. Se qui la gente quando ti vede in giro mentre soffri ti evita, o ti ride in faccia, per paura di avere fastidi o più semplicemente perchè non gliene frega un c.... di te, mentre quando stai bene molti di questi ti vengono a cercare per fartisi amico.. questi sono gli effetti dell’egoismo. ma non è detto che questo atteggiamento di ripeta ovunque.. e poi gli angeli custodi ci sono sempre, non sono tutti stronzi. quelli se puoi li eviti, mentre gli angeli li devi cercare. e credo sinceramente che se ognuno fosse meno egoista non ci troveremmo a vivere in una società così di merda come la nostra, e con così tanta gente che pensa al suicidio.

    Sò cosa è la disperazione. Ho già tentato il suicidio almeno 3 volte in passato, ma mai in modo non convinto.. quindi sono sopravvissuto. e non ho manco riportato danni fisici di nessun tipo. mi ha detto bene.. in effetti la cosa che mi spaventa di più di questa cosa non è la paura della morte, ma la possibilità (concreta) di restare handicappato x il resto dei miei giorni se qualcosa va storto.

    sinceramente credo che vivere una vita in cui tutti i bisogni sono continuamente frustrati non abbia alcun senso. io non sono ancora a questo livello, ancora no. mi tiene vivo la voglia di cambiare tante cose della mia vita e la consapevolezza che ciò può succedere veramente da un momento all altro.

    voglio dire un altra cosa: quando ho tentato il suicidio ero assolutamente convinto che alcune cose che desideravo non sarebbero mai potute accadere, invece dopo molto tempo sono accadute, e altre stanno per accadere.

    penso che chi vuole fortemente il suicidio ma poi non lo fà non è un vigliacco, e chi lo fà non è un eroe. però penso che chi resiste alla disperazione, attraversa le difficoltà, non si arrende ed è disposto a rischiare anche la vita per risolvere il problema, quello è un eroe

  10. 90
    Camel -

    io è da qualche settimana che sto pensando di farla finita. non so sinceramente cosa mi trattiene. ho perso tutto: amici neanche uno. la mia ragazza mi ha lasciato 2 mesi fa dopo sei anni dicendomi che non mi amava più. stranamente non mi ama più al termine di una crisi psicologica durata un anno durante il quale ansia e attacchi di panico hanno fatto da padroni facendomi rinchiudere in casa. mi ha lasciato quando avevo più bisogno di lei. e questo non l’ha capito. ha scelto se stessa. ma alla fine è stata anche colpa mia…e per questo prima o poi dovrò pagare!!!

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