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Padre padrone mi ha rovinata, cosa posso fare per uscirne?

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Lettera pubblicata il 10 Giugno 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 158 commenti

Pagine: 1 2 3 4 16

  1. 11
    leonhart -

    pimpacherry e certo che puoi prendere il traghettino con me^^

    Cmq Sissi, non sto per nulla scherzando e proprio perchè ho anche io una famiglia brutta …ma per motivi diversi, ci tengo a non lasciarti sola………

    come pimpa a tua disposizione: leonhart_swz@yahoo.it

  2. 12
    Maria 74 -

    ciao Sissi
    la tua lettera mi ha sconvolta parecchio, perché c’è molto di quello che ho vissuto anche’io . Anch’io sono cresciuta con un padre padrone, non violento come il tuo, ma ha picchiato spesso mia sorella perché era la piú ribelle, io agivo diversamente perché sapevo cosa mi sarebbe accaduto se avesi agito come lei. Per la sua gelosia mi sono dovuta sposare presto perché ci ha reso insopportabile il periodo del fidanzamento, non potevamo uscire da soli nemmeno per andare a mangiare un gelato, e anche se ho un marito adorabile non gli perdonerò mai di non avere potuto continuare l’universitá. Io adesso ho 35 anni e sono madre di due meravigliosi bambini, e con gli anni ho potuto costatare che la sua autorità e la sua prepotenza erano solo un maschera per nascondere le sue fragilità e le sue insicurezze, quando lo osservo posso solo vedere un uomo incolto che ha avuto la fortuna di avere accanto delle persone deboli. Se io avessi visto tutto ció 14 anni fa, non avrei fatto tanti errori e lo avrei affrontato senza farmi rovinare la vita. Quello che posso dirti è che adesso lui ti fa tanta paura, ma devi capire che queste persone nascondono solo insicurezza e che se tu agirai con determinazione li annienti. Continua a studiare, prenditi la laurea e poi vai via se hai paura di affrontarlo va via e non farti piú sentire. Incoraggia tuo fratello a fare lo stesso, digli di andare via da lui e di proteggere vostra madre denunciandolo alle forze dell’ordine. In fondo al tunnel c’è sempre la luce e non aspettare che lui muori perché sarebbe troppo tardi per te.
    Un abbraccio e tienici informati

  3. 13
    pimpacherry -

    Ma davvero?! Bene, grazie, sono contenta!
    Nemmeno io sto scherzando, penso si era capito!
    Sissi rispondici, ti prego.

  4. 14
    fl53 -

    ciao cara Sissi,hai avuto bellissime risposte, vorrei solo aggiungere che la tua situazione ha un nome, è stata riconosciuta, studiata.Finalmente, se ne parla e si fa qualcosa. Si chiama VIOLENZA: è caratterizzata da una persona che opprime ed altre che subiscono. È un meccanismo preciso, una trappola,ha schemi tipici, come una ragnatela che si accresce in modo geometrico, regolare. Nella ragnatela, il ragno fa il ragno e altri soffrono: avvelenati, semiparalizzati, terrorizzati. Tu descrivi bene i nodi fondamentali.Ci sono tutti gli elementi .La TRAPPOLA è micidiale, può persistere per vite intere, può passare di generazione in generazione. Una ragnatela in cui i ragnacci si passano in eredità comportamenti da ragno (scommetterei che tuo padre è stato maltrattato da qualcuno, senza che ciò gli levi la responsabilità) e le vittime si passano comportamenti da vittime, e così possono vivere anche tutta la vita. Già: in queste trappole non ci sono alternative.O si fa il ragno o si fa la vittima(infatti accade che le vittime si trasformano in ragni). Oppure… si chiede aiuto.
    Era difficili,ai tempi di tua madre,separarsi.Era una vergogna,la società compatta era dalla parte del violento (all’esterno c’è la faccia ‘bella’ delle sue due facce): eppure lei ci ha provato. Probabilmente tuo padre l’ha ricattata e chissà cos’altro. Ho vissuto una vita come la tua (da una madre micidiale sono cascata con un marito ancor peggio),ora sono libera e questo mi ha portato in contatto con moltissime persone vittime di queste trappole diffusissime. Tuo padre avrà minacciato povertà e altre violenze sui figli o su altre persone care, oppure..chissà, i violenti sono capaci di tutto. Anche di non infierire su una vittima già abbastanza paralizzata dal terrore delle violenze su madre e fratello, viste fin dalla nascita: come fa il tuo ragno con te. Finché ti vede inerme e semiparalizzata (e finché non gli farà comodo altrimenti) ti tiene lì, nel bozzolo,contando sui meccanismi micidiali

  5. 15
    fl53 -

    che lui, il ragno, suscita nelle vittime e sfrutta a meraviglia: sensi di colpa, istinto di sopravvivenza, paura, vergogna, indebolimento psicologico che diviene col tempo anche fisico.Conta sull’isolamento in cui le sue prede si chiudono da sole.Non entriamo nello schifo interno del ragno: è una palude mefitica di insicurezze, perversioni, invidie, megalomanie, complessi di inferiorità e superiorità, di sadismo … troppo lungo e inutile:i problemi del ragno, sono suoi.
    La trappola, come una ragnatela, genera comportamenti obbligati:esattamente quelli che tu descrivi. Le persone schiacciate da mostri(come tuo padre)hanno storie simili: si isolano, perdono l’interesse o la forza di studiare e lavorare,vivono divise tra sensi di colpa, affetti, desideri e paure, vergogna e rabbia …. E intanto la vita se ne va…
    Rispetto a tua madre,oggi è diverso. La trappola è nota: parenti e amici non si accorgono (o non vogliono … ) dell’inferno, ma all’esterno molte persone sanno e fanno. Ti serve aiuto, perché il veleno del ragno ti ha fatto del male; ti serve aiuto per far uscire l’intelligenza e la sensibilità che si riconoscono da come scrivi e ragioni(invece il ragno ti ha iniettato paura e insicurezza). ‘I panni sporchi si lavano in famiglia’ … luoghi comuni di una società che pensa solo a mantenere se stessa hanno immobilizzato tua madre, tuo fratello, te, me, moltissime persone che conosco e innumerevoli persone che non conosco. Se in famiglia non si riesce a lavarli, I PANNI SPORCHI SI PORTANO IN TINTORIA: avuto aiuto, io e moltissimi altri ci siamo ripresi la nostra vita. Questo link è prezioso:
    http://www.sardegnasociale.it/index.php?xsl=348&s=11&v=9&c=3336&nc=1
    Vai,racconta, chiedi aiuto.Non mollare,se non ti trovi bene,prova da un’altra parte o fammelo sapere. È l’unica via per liberare te, tuo fratello e tua madre. Nella trappola si può solo scegliere se essere ragni o vittime paralizzate. Fuori, si sceglie tutto il resto: riprenditi la vita.

  6. 16
    pimpacherry -

    Toc toc..Sissi, ci sei?
    Mi sto preoccupando..è da un pò che non ti fai sentire!
    Tutto bene???!
    Ti stiamo tutti aspettando..
    Un bacione!
    Stefy_

  7. 17
    francesco -

    Ti capisco, ti d’ho un consiglio non importa che sei muta impacciata davanti alle persona tu cerca di sorridere basta dare amore anche con uno sguardo idiota, l’amore non si conquista solo a parole ma lo si percepisce, vedrai che cosi avrai tanti amici, e anche se sarai impacciata loro ti vorranno sempre più bene, chissa quante volte tuo padre ti ha fatto sentire ridicola perche eri timida e tu ti sentivi in colpa, cerca di trovare in altre persono tipo tua madre tuo fratello non dico persone nuove perchè so che chi ha vissuto questa vita di merda (compreso me) non gli è assolutamente facile farsi una comitiva e come se abbia imparato sempre a lottare solo, e vedono solo nella solitudine il modo di risolvere i problemi, senza nessuna figura (padre madre) che nel momento che cadi ti agrappavano e ti sorridevano, facendoti capire che per i problemi non sei sola,
    sii te stessa la vita è troppo breve per essere un altra, non importa se camperai 1 mese 1 anno 30 anni queste sono tutte paure insensate
    che ti hanno inculcate da piccola senza sapere che erano loro paure
    che si portano e che riversano in famiglia, perchè pensano
    che in famiglia si possa fare tutto, fuori no, non capiscono che anche la famiglia fà parte della realtà, queste persone lavorano per gli altri non per le loro cose o persone che amano, perche come te
    dubitano dell’amore dei famigliari.
    Io oramai ho deciso di non aver famiglia, perchè una frase mi ha colpito di mio padre “farai ai tuoi figli quello che ti hanno fatto i tuoi genitori”.
    Tu siii più forte spezza questa catena perversa …
    un ragazzo come te ….

  8. 18
    mery88 -

    cara sissi..dico “cara” perchè sei nella mia stessa situazione e ti sono vicina..ho 21 anni anche io e non so cosa significhi vivere..lui su di me e mia sorella minore non ha mai alzato le mani ma sui miei fratelli piu grandi si..non usciamo non lavoriamo non andiamo all universita non abbiamo amici ne fidanzati solo un diploma in un cassetto..vuole combinarci i matrimoni come negli anni 50 ma non credo metteremo mai il naso fuori di casa..tanto lo mettiamo solo per andare in chiesa la domenica!!!!!!!!!!!!ho pensato al suicidio ma io voglio vivere perchè voglio scoprire chi sono e cosa posso diventare anke a suon di sberle..forza sissi non sei sola,tante persone come noi hanno lo stesso problema ma una soluzione ci sarà no?come c è una ragione per cui siamo al mondo…resisti come me.mery88.

  9. 19
    Isabel -

    Ciao cara,

    io provengo da una famiglia in tutto identica alla tua, per fortuna non ho fratelli, e questi orridi contesti familiari sono stati risparmiati ad altre persone.

    Sono rimasta in casa per anni, ne ho 32, per “proteggere” mia madre da quel mostro inumano di mio padre salvo quattro anni in cui sono stata fuori per lavoro.

    Ad un certo punto non ho più retto la tensione, il peso dei ricordi, e la ipocrita serenità quotidiana e per salvarmi la pelle mi sono rivolta ad una psicologa comportamentista. Il nodo più difficile da sciogliere per me è stato scomporre i mille pezzi di cui queste situazioni si alimentano. Per fartela breve esiste, a volte, un livello di partecipazione fra il dominatore ed il dominato, nel mio caso nutrito da quella che la mia psicologa chiama ostinazione nel richiedere sempre le stesse cose, ossia amore. Ma se non c’è non c’è. Non so se potrà aiutarti ma è come continuare a chiedere un cappotto e ricevere un panino, l’attesa del cappotto sicuramente ti impedisce di cogliere il resto, che pure esiste, anche se parziale, minimo ed insufficiente. L’unica soluzione è andarsene, con tutta la forza e il coraggio necessario, ma andare via. Se non sono riusciti fino ad oggi a proteggerti ed amarti nono arriverà un mattino in cui la tua casa diverrà quella del Mulino Bianco.

    Perdona la crudezza, ma non ci sono consolazioni per questi dolori…

    In bocca al lupo, vivi, salvati 🙂

  10. 20
    Fax -

    Ciao sissi, ho letto la tua lettera e sono rimasto allibito…per chi ha avuto una famiglia felice ed un padre che non ha mai alzato una mano, da quasi per scontato che sia cosi per tutti…La mia ragazza ha avuto una vita simile alla tua, con un padre malato mentale. Pensare che io una volta sono perfino arrivato a dirgli “non puoi sempre nasconderti dietro questo fatto” (che cogl..e che sono)…questa tua lettera mi ha fatto riflettere, grazie.
    Sono sicuro che troverai l’amore nella tua vita e riuscirai a mitigare il forte dolore che senti dentro…ti auguro di trovare la felicità.

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