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Padre padrone mi ha rovinata, cosa posso fare per uscirne?

Salve. Scrivo qui perché vorrei qualche consiglio da… chiuque.
Io nasco come una bambina molto timida e chiusa, in una famiglia molto infelice.
Oltre che con i miei genitori e mio fratello maggiore, ho vissuto anche con i miei nonni materni. Mio nonno, la persona migliore che abbia mai conosciuto (buono, dolce, rispettoso, allegro, intelligente e colto) è purtroppo morto quando avevo solo 9 anni. Ora mi rendo conto che solo se lo avessi avuto vicino per l’adolescenza forse mi sarei potuta salvare. Purtroppo così non è stato.
Mia madre è una persona magnifica ma ha avuto la sfortuna di aver sposato un uomo violento, fallito, prepotente. So che prendeva a pugni in faccia mio fratello già da soli 3 anni, e onestamente ci credo dato che ho visto anche io il suo comportamento poco anni dopo (mio fratello ha 8 anni più di me). Lo picchiava anche quando semplicemente inciampava (come è normale per i bambini).
Per quanto riguarda mia madre, da quando ho memoria, ho sentito solo brutte parole, insulti, imposizioni senza senso verso lei, da parte di mio padre. Se va dal dottore, mio padre la accusa di fare chissà cosa con il medico. Inoltre mia madre non esce mai di casa da ormai 25 anni, perché lui non vuole.
Mio fratello ora lavora con lui, è sottopagato per spezzarsi la schiena (facendogli da servo), tra insulti e mani addosso (una volta l’ha preso a colpi di bastone grosso, facendolo cadere a terra. Addirittura in quel momento è diventato anche più violento). Lui vorrebbe andare via di qua, ma sa bene che se lo facesse a pagarne le conseguenze sarebbe mia madre. Anche se lei dice di no, anche io penso lo stesso…
Per quanto mi riguarda, bè sin da piccola io sono stata terrorizzata da lui, quando era in casa non emettevo fiato. Inoltre lo vedevo gentile e buono con i bambini dei suoi amici e dei suoi parenti, ci giocava, li prendeva in braccio, e questo mi faceva soffrire molto, perché lo sentivo come una sorta di rifiuto dei miei confronti, e mi sentivo in colpa, mi sentivo una bambina cattiva, non meritavo nulla. A quei tempi ancora non capivo. Lui fa sempre il simpatico con chiunque, tutti lo adorano, nessuno sa come è in realtà. Lui è molto bravo a fingere di essere una brava persona. Il problema non ero io, lui non ama nessuno.

Per quanto riguarda la mia vita privata, all’asilo non riuscivo neanche a dire Ciao quando arrivavo in classe, alle elementari non riuscivo a dire una sola parola ai miei compagni e venivo presa in giro. Alle medie e al biennio delle superiori ho subito le angherie dei miei compagni, che mi lanciavano il gesso, la borsa, le palline di carta. Non ho mai avuto amici fino a quel momento.
Nel triennio ho conosciuto un ragazzo chiaramente omosessuale, che per questo veniva preso di mira. Con lui sono riuscita ad avere finalmente un amico. Inoltre, nonostante non fossi esattamente la persona più espansiva della terra, anche se non avevo rapporto con gli altri compagni (e nonostante sapessi che, alle spalle, ridessero di me) riuscivo comunque a scherzare a volte. Riuscivo a rispondere alla loro ironia cattiva con sarcasmo, a volte facendoli anche ridere. Questo mi faceva sentire meglio. Non pensavo certo di essere chissà cosa, ma mi sembrava di essere più vicino a uno persona normale. Iniziavo a illudermi, pensando che magari, col tempo, qualcosa sarebbe cambiato.
All’ultimo anno delle superiori venivo pure invitata dai compagni a uscire con loro… però io non potevo uscire. Mio padre non me lo ha mai permesso dicendo: “Non sei tu, ho paura degli altri” e cavolate simili. In realtà tutti sappiamo come lui abbia la convinzione che una donna, fuori di casa, faccia automaticamente sesso con qualunque essere vivente. Inoltre venivo trattata come una bambina, e quando pretendevo di essere trattata come una ragazzina di 17 anni (e non pretendevo certo di andare a spassarmela di notte in discoteca ma almeno di uscire la sera con gli amici, o meglio amichE, guai a nominare dei ragazzi) lui mi rispondeva dicendo “Non ti crederai già adulta? ” E io mi sentivo male, perché era proprio una cosa che non sopportavo delle mie coetanee, il credersi già grandi.
Alla fine sono rimasta sola, le persone che si stavano avvicinando si sono allontanate e io sono stata di nuovo triste. Sono sempre andata bene nello studio, sin dalle elementari, tranne i matematica, dove non riuscivo a prendere più della sufficienza, ma la mia media era dell’8/9 (cosa che non bastava a mio padre, gli altri voti non contavano, quel 6 in matematica rovinava tutto, non potevo avere 6 o erano guai.. venivo sgridata, o meglio aggredita per una pagella piena di 9 e 8 per un 6). L’ultimo anno delle superiori, iniziato meglio di tutti gli altri dato che riuscivo a studiare meglio perché IO stavo meglio, è finito con un misero 75 all’esame (io che ero una delle poche partite per il 100). Ero andata bene allo scritto, ma male all’orale. Già dagli ultimi mesi di lezione mi ero accorta di non riuscire più a dare le interrogazioni per l’eccessiva ansia, tutto diventava bianco. E così è stato anche all’esame di stato.
Quell’estate sono andata per la prima volta in vita mia al cinema, allo spettacolo delle 3 (perché non potevo tornare dopo le 7) sempre con quel mio amico. Adesso ho 20 anni, sono passati solo 2 anni. Esco una volta ogni 2 mesi, sempre per un motivo (guai a uscire per il puro desiderio di vedere amici), in genere per il cinema. Adesso riesco a tornare per le 8, 8 e mezza (un gran passo avanti).
Non mi trucco, mi vesto solo sportiva. Non perché non vorrei truccarmi o vestirmi più elegante (anche se mi piace vestirmi sportiva) ma perché anche il solo pensare di farlo mi fa sentire in colpa. Anche quando devo chiedere di uscire, mi sento in colpa, come se stessi rubando. Quando devo chiedere di uscire il giorno dopo, parto la mattina pensando: “adesso glielo chiedo, adesso glielo chiedo” ma non ne trovo mai il coraggio. La finisce che di notte non sono riuscita a chiedere nulla, e mia madre parla per me.
Devo aggiungere che vivo a Cagliari, con il mare a 5 minuti da me (e io adoro il mare). Quando ero piccola mio padre ci portava 2 o 3 volte all’anno. Adesso che sono cresciuta mi vergogno ad andare con lui. Ma dato che non posso uscire se non una volta ogni tanto anche adesso ci vado 1 o 2 volte all’anno. E questo mi manca.
Mi sono iscritta all’università. Ovviamente non ho fatto amicizia con nessuno. Mi sono resa conto di avere un rifiuto verso lo studio. Quando prendo in mano il libro non riesco più a concentrarmi. Soprattutto mi rendo conto che se avessi anche solo un amico a studiare con me, non avrei alcun problema. Con gran fatica studio per un esame, arrivando comunque a conoscere la materia…. ma poi di fronte ai docenti scena muta. Sono alla fine del secondo anno e non ho ancora dato un esame.

Mi rendo conto di essere depressa anche per questo. Soffro per il fatto che vorrei avere qualcuno vicino a me (parlo di un ragazzo) per sentirmi amata, amare e stare bene con me stessa. O meglio non soffro per il fatto di non averne ancora avuto uno o di non averne uno attualmente, ma per il fatto che so che non ne avrò MAI uno. Non avrò mai un ragazzo, degli amici (ormai mi sono persa di vista anche con quel mio amico si può dire, non per colpa sua ma per la mia impossibilità di frequentarlo, ci sentiamo ogni tanto tramite sms), una vita. Non vedo un futuro. Anche l’dea di trovare un lavoro, sebbene mi attiri, mi sembra impossibile. Sembro più piccola della mia età (mi danno 15 anni), non mi so vestire, non riesco a parlare un pubblico senza balbettare e non credo di avere delle capacità ormai. Non penso che qualcuno mi prenderebbe a lavorare. Quindi rimango ancora all’università, sperando di riuscire a sbloccarmi.

Infine devo anche aggiungere che mentre mia madre e mio fratello possono tranquillamente lamentarsi di mio padre, io non posso, perché si può dire che lui mi ha lasciato più in pace di quanto non abbia fatto con loro. In genere quando mi lamento mio fratello mi dice “hai ragione”, poi a volte aggiunge: Però proprio tu non ti puoi lamentare.
Se mi innervosisco per qualcosa mi viene detto: Che ne sai tu dei veri problemi?
Sembra che non abbia diritto neanche di dire che sto male. Non so più che fare. Non vedo un futuro per me. Penso ogni giorno: “Perché non muore??? ” riferendomi a mio padre. Penso solo che questa sofferenza finirà solo con la morte mia o di mio padre. Non sto dicendo che voglio suicidarmi o altro, anche perché io non penso che sia una scelta lucida. Ma ho paura che arriverò a una situazione in cui il mio cervello si chiuderà e la sofferenza soffocherà l’istinto di sopravvivenza. Ho l’impressione che questo possa accadere. Ho paura di questo, perché nonostante tutto io voglio vivere. Anche così. Però sono davvero troppo stanca. Come posso fare per uscire da questa situazione? C’è qualche modo? Ormai non riesco neanche più a piangere

Lettera pubblicata il 10 Giugno 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 158 commenti

Pagine: 1 2 3 16

  1. 1
    carmela -

    Cara Sissi, ho capito perfettamente l incubo nel quale ti trovi e capisco tuo fratello quando ti dice che non ti puoi lamentare: lui è stato picchiato, massacrato da quest uomo che di umano non ha nulla.tu però hai la possibilità di frequentare l università e ti consiglio vivamente di non mollare gli studi e di darti da fare:magari cercati un corso di laurea che veramente ti piaccia: io non ti conosco ma ti vedrei come un ottima assistente sociale. Fatti coraggio e cerca di superare il trauma che ti ha inferto quel mostro, quando dai gli esami pensa che stai spaccando la faccia a lui e che è un passo verso la libertà fisica e mentale. Non hai amici reali?però se hai internet puoi farteli virtuali,meglio di niente, scusa se te lo dico:ma questo mostro prima o poi non lo domera’ il tempo?verrà il giorno in cui non avrà le forze di adesso e allora lo avrei buttato in uno ospizio a marcire. Non mollare, non abbatterti e rileggiti padre padrone. Auguri

  2. 2
    miriam -

    Mia cara ho letto la tua lettera con attenzione e oltre a provare grande tenerezza per te, non riesco a non provare un forte disappunto (direi ribrezzo) per le persone che, come tuo padre, non meritano di essere definite tali. Quello che mi dispiace, inoltre, è percepire la rassegnazione di tua madre, che ha permesso e tutt’ora lo permette, che un orco del genere rovini la vita dei suoi figli.
    C’è sempre un’alterativa e se tua madre non è stata in grado d capirlo, o semplicemente di mettere in atto le azioni giuste, l mio consiglio è quello di non fare lo stesso errore. Vai lontano da lui, riappropriati della tua vita…o meglio, comincia a vivere!!
    io ti capisco più di quanto possa adesso spiegarti.
    Raccogli tutta la forza che hai (e ne hai fidati), tutto il coraggio che fin’ora hai tenuto nascosto e la voglia di vivere che sento tra le tue parole, e vattene! Ricomincia da zero. trovati un lavoro e dì a tua madre di capire (son sicura che lo farà)! il resto verrà da se….FIDATI!
    Perdona se sono così diretta e drastica ma non vedo margini….se fin’ora la tua vita è stata un cotinuo dolore perchè nelle sue mani,e considerando che nessuna delle persone vicine, ha saputo o potuto aiutarti, allora non vedo come questo stato di cose possa cambiare adesso, se non lasciandosi uno scenario così raccapricciante alle spalle!
    Auguri di cuore

  3. 3
    Sissi88 -

    Grazie mille per le vostre risposte.
    Carmela anche io capisco quando mio fratello dice così, il fatto è che lui la pone in maniera un pò diversa, che non credo di essere perfettamente in grado di spiegare. Diciamo che lui non intende semplicemente che la sua situazione sia peggiore della mia (cosa che condivido in pieno) ma proprio che dovrei essere felice della mia. Sorvolando sul fatto che vedendo le situazioni sue e di mia madre io soffro tantissimo per loro, talmente tanto che io stessa mi sento in colpa per non riuscire a essere felice della mia. Quando mio fratello, in pratica, mi rinfaccia di non esserlo io mi sento uno schifo.
    La facoltà che ho scelto mi piace, ma non so davvero cosa mi succeda agli esami. Nè perchè non riesca a studiare con maggior trasporto. Fino a circa metà dell’ultimo anno delle superiori non avevo mai avuto questo genere di problemi…
    Per quanto riguarda l’ospizio, non preoccuparti che è esattamente la fine che farà: solo e abbandonato. Troppo forte l’odio mio e di mio fratello. Non c’è possibilità di perdono

    Miriam quello che dici su mia madre l’ho pensato anche io per molto tempo e, per quanto le voglia bene, ho provato spesso una forte rabbia nei suoi confronti. Ma ultimamente ho capito che dietro al mancato tentativo di divorzio (che credo risalga circa a 22/23 anni fa)ci sia qualcosa dietro. Ho questa certezza, anche se non so cosa possa essere. Sembra un cavolo di romanzo ambientato secoli fa xd
    Quindi non riesco più ad avercela con lei. Le ho spesso rinfacciato di non aver abortito quando ha scoperto di essere rimasta incinta di me, e questo lo farò sempre invece.
    Per il lavoro,sono d’accordo con te, ma dove vivo io già è difficile trovare lavoro per una ragazza “normale”, non so proprio come qualcuno potrebbe assumermi. E’ tutta mia intenzione provarci sicuramente.

    Grazie mille a entrambe per il conforto e per gli auguri. Auguro anche a voi il meglio. Un bacione

  4. 4
    luca p -

    ciao Sissy,è incredibile che al giorno d’oggi vi siano storie ancora di questo tipo te lo dico perché in un certo senso ci sono passato anch’io e so cosa si prova ma ho imparato a camminare da solo senza più ascoltare nessuno solo con la mia forza di convinzione e col tempo vedo che sto raccoglimendo i frutti quindi ti dico FORZA dai una svolta alla tua vita ADESSO!Vedrai che mi darai ragione per qualsiasi sostegno io sono qua.P.S.anch’io sono della provincia di Cagliari ma lavoro a Torino.Ciao

  5. 5
    KENNET -

    Ciao Sissi..devo ammettere che non so proprio cosa scrivere..La tua lettera ha ridimensionato ai miei occhi quasi tutte le tematiche che mi capitava di leggere in questo sito.
    Il mio rimorso più grosso è di non poterti aiutare veramente, solo a parole, scritte per di più..ma non posso che provare una grandissima rabbia, e non posso che dirti una cosa:quello che hai sopportato è di gran lunga troppo per chiunque, figurarsi per una ragazza di 21 anni!!
    se quello che hai scritto è tutto vero ( e purtroppo sento che è così, anzi, temo che sia solo una piccola parte ), allora è chiaro: qui ormai siamo entrati nell’ambito penale, questo è un caso di inaudita violenza domestica..fisica, ma sopratutto psicologica (ancora peggio!!).
    Mai come adesso mi sono sentito così impotente di fronte ad una situazione, ma per favore: resisti ancora, e chiedi aiuto! spesso anche se ci sembra di essere soli, siamo circondati anche da persone buone, che semplicemente non si accorgono della nostra situazione..fai in modo che qualcuno si accorga di quello che stai passando, a volte basta solo chiedere aiuto!
    e nel frattempo non mollare anche il più flebile contatto con il mondo, l’università in quel senso sono sicuro che può essere un aiuto fondamentale, fai conoscenza con i tuoi compagni/e di corso o semplicemente con altri studenti che incontri, chiacchera con loro, ti aiuteranno a distaccarti sempre di più da quella sorta di prigione in cui tuo padre ti ha costretta fino ad oggi!
    e credimi: sono sicuro, che quello che hai passato ha forgiato in te una forza che ti aiuterà a superare anche quest’ultimo ostacolo..e che presto avrai anche tu l’amore che ti spettava ma che ti è stato negato ingiustamente per troppo tempo.

  6. 6
    Sissi88 -

    Kennet ti ringrazio tantissimo per la tua lettera. In realtà non puoi immaginare quanto le tue parole possano confortarmi. Sì, mi sono resa conto, leggendola, che probabilmente ho scritto questa lettera non per avere dei consigli ma più per sentirmi dire che ho delle buone ragioni per essere arrabbiata, per essere infelice. Spesso mi ripeto, e mi viene ripetuto, che non dovrei sentirmi così visto e considerato che c’è chi sta molto peggio.
    Quando penso questo mi sento stupida, ingrata, egoista. Una persona cattiva.
    La tua lettera Kennet mi fa capire che forse non lo sono poi così tanto. Grazie mille davvero. Ti auguro tutto il bene del mondo. Ti abbraccio forte

  7. 7
    KENNET -

    Sissi è davvero un piacere immenso sapere che anche una semplice mail possa averti dato un poco di conforto.
    Tu hai moltissime ragioni per essere arrabiata, per troppo tempo ti sei accollata colpe che assolutamente non avevi, per tentare di giustificare una situazione che di normale non aveva niente.
    Che tu te ne sia resa conto potendo contare solo sulle tue forze è già un risultato enorme.
    Ma da adesso dovrai anche fare in modo che la rabbia che hai accumulato in tanti anni non condizioni completamente la vita che hai di fronte.
    Con questo non ti sto dicendo che devi dimenticare tutto, so bene che è impossibile… quello che voglio dire è che per fortuna sei molto giovane, quindi hai il tempo dalla tua parte: per trovare mille motivi per essere finalmente felice, per distaccarti finalmente da tuo padre e lasciarlo, come hai già detto, al destino di solitudine che si merita..e lasciare che il tempo ti ridoni serenità donandoti tanti momenti felici che riducano finalmente in minoranza tutti quelli tristi che hai passato.
    Sono io che ti auguro tutto il bene del mondo, e voglio assicurarti che se sentissi il bisogno di una voce amica,anche solo virtuale, non dovrai fare altro che scrivere..sono certo che qui ne troverai molte, fra le quali sicuramente anche la mia. Un abbraccio anche a te!

  8. 8
    . Sà -

    Carissima, Oggi Girovagavo Per Internet Quando senza sapere ne come ne perché mi sono ritrovata davanti alla tua lettera, e ho deciso di leggerla.
    Io Ho la fortuna di avere un padre abbastanza aperto, certo non mi manda a ballare ogni fine settimana e non mi permette di dormire fuori ne di uscire tutte le sere, ma lo capisco perfettamente dato che ho 16 anni.
    Inoltre con lui ho un rapporto fantastico, quindi non posso capirti nel profondo, ma riesco comunque a immaginare a grandi linee quello che hai dentro, penso che tu abbia la paura di aprirti con chiunque perché hai la sensazione che potresti incontrare persone del suo genere, ma credimi ( per quanto possa valere l’opinione di una ragazzina di 16 anni) che aprirti ti servirà molto, imparerai a capire che a questo mondo ci sono persone fantastiche, pronte ad amare e ad essere amati, e nel tuo caso a compensare tutto l’amore che ti è mancato in tutti questi anni, ogni esame che darai all’università prendilo come una rivincita nei suoi confronti, prolunga l’università finché puoi perché dato che non puoi avere una vita sociale, è l’unico modo per farti forza per, in qualche modo, vivere.
    Fatti forza, sii forte un giorno lui avrà bisogno di te e in quel momento tu potrai dire che.. lui avrà ciò che si merita, una morte sola, che dal mio punto di vista è la peggiore, morire soli è la cosa più brutta in assoluto, e quella sarà la tua vendetta.
    Buona Fortuna.
    Un Bacio Grande.
    . Sà

  9. 9
    leonhart -

    Scusa il termine ma porco cane ….ma chi azzo si crede di essere quello, se solo avessi più possibilià ti aiutere io a rifarti una vita….ma l’unica cosa che posso dirti è che se arrivi in un punto di non farcela + sono disposto a prendere il traghetto.

  10. 10
    pimpacherry -

    Ciao Leonhart, posso prendere il traghetto con te per andare da Sissi?!
    Ciao piccola, quanta tenerezza fai! Tu come tuo fratello! Se fosti qua ti abbraccerei forte e ti direi che per qualcunque cosa ci sono! Se hai bisogno di qualcosa fai un fischio, ti lascio la mail: daveste@hotamail.it e se vorrai magari ti lascerò anche il numero di telefono, così ci possiamo sentire meglio. PER QUALSIASI COSA!! Io voglio aiutarti, dico davvero!
    Allora, innanzitutto dovresti denunciarlo, dovete tutelarvi. Mi rendo conto che la mentalità chiusa in cui vivi renda le cose ancora più difficili, ma devi farlo. LUI STA COMMETTENDO UN REATO: VI STA UCCIDENDO PIANO PIANO, SI CHIAMA OMICIDIO. Devi cercare di parlare con la tua mamma e con tuo fratello: l’unione fa la forza, anche contro i mostri. L’intelligenza è in grado di distruggere questa ignoranza degradata: in fondo Ulisse ha sconfitto Polifemo!
    Lui è malato, tesoro. E’ evidente che soffre di instabilità psichica..non lo sto giustificando, ma per quale diavolo di motivo dovrebbe contagiarvi, cioè rovinarvi??? No, non ci sto. Mi rifiuto di accettare una cosa del genere. La libertà E’ UN DIRITTO, non un optional, non una benevola concessione di un uomo marcio. Non sei più fortunata dei tuoi familiari, siete tutti sulla stessa barca: non fatevi “la guerra tra poveri”..siete le vittime dello stesso carnefice.
    Vai da tuo fratello e chiedigli di abbracciarti..ti prego, prova a farlo. Avete bisogno di ritrovarvi, avete bisogno di volervi bene, di salvare questi residui sparsi di famiglia..ve lo meritate!
    Se non riesci a fare proprio niente scappa di casa..dico davvero, un posto lo troviamo ma ti prego, non rassegnarti, non abbandonarti alla disperazione. Ci sono delle persone che hanno bisogno della tua timidezza, della tua sensibilità, che ti stanno aspettando da qualche parte: come me! Se avessi posto ti ospiterei subito..ma cavolo, non saprei dove farti dormire!
    Fatti forza…e ricordati che NON SEI SOLA, io ci sono!
    Stefy_

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