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Basta piagnistei! Il lavoro non è un diritto, è un mercato!

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Lettera pubblicata il 4 Aprile 2023. L'autore ha condiviso 14 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 173 commenti

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  1. 31
    Golem -

    》Se dovessi giudicare l’Istruzione, visto che si è toccato l’ambito Suziniano, per le mie esperienze dirette e indirette, come quelle legate a mia figlia, non avrei di che lamentarmi. Io ho avuto ottimi insegnanti sia nell’istituto professionale che nella scuola serale per geometri. All’Università me li sono scelti, sbagliando un paio di volte su 30. Mia figlia: medi alla media, ottimi al Classico e Università. Quindi cosa posso dire di quei dipendenti pubblici visti i risultati? Che hanno fatto bene il loro lavoro.
    Per quanto riguarda il mio di lavoro “pubblico”, questo era ingegneristicamente così delicato, trattandosi di progettare acquedotti, che non potevo permettermi di farlo con leggerezza, perché se avvelenavo una comunità o crepava un operaio durante i lavori, finivo in galera.
    Quindi, la fase “produttiva” pubblica esiste eccome, e produce ricchezza quando funziona, e andrebbe giudicata per soggetti e non nel complesso dei luoghi comuni che spesso la connotano, che come ripeto sono comodi ma stupidi. Come tutti i luoghi comuni.

  2. 32
    Itto Ogami -

    Trader, purtroppo occorre rettificare i dati che probabilmente in buona fede hai riportato.

    Tu scrivi: “Gli statali assolvono a servizi fondamentali (difesa, sicurezza, giustizia), più utili di molti lavoratori privati (è un servizio più importante il barista che somministra alcolici o l’ambulanza che interviene per il coma etilico?)”.

    Nell’esempio che hai fatto l’ambulanza si muove perché a) è stata comprata con donazioni privati b) c’è un guidatore volontario che aiuta i malati.
    Quindi niente stipendio statale per chi aiuta la gente.

    La giustizia non funziona.
    La difesa non funziona.
    La sicurezza per le strade non c’è.

    Quindi a che titolo lavorano gli statali se la percezione generale è di scarso rendimento globale ? La mela sana non cambia la media di 100 mele avariate.

    Infine il barista paga le tasse e non chiede i soldi agli statali. Al contrario gli statali campano sulle tasse al barista. Ben venga il barista che non “pesa” sugli altri.

  3. 33
    Itto Ogami -

    Riguardo al PIL, purtroppo è noto che si tratti di un parametro del tutto inadeguato a valutare uno stato.
    E’ come se si volesse fare il bilancio di una azienda guardando solo alcune voce di entrata e trascurando riserve, crediti, e costi pluriannuali. Se facessero una seria due diligence all’Italia non sarebbe nel G7 ma tra i paesi meno sviluppati al mondo.
    Riguardo alle pensioni, di nuovo vanno eliminati gli statali che non hanno contribuito con la FRESCA al deposito, ma i loro versamenti sono una partita di giro tra l’agenzia delle entrate (tasse di altri) e l’inps.
    Quelli che rimangono invece le pensioni se le sono pagate più che profumatamente per la miseria che ricevono. Vogliamo ricordare che in uno stato civile, salvo una certa percentuale di assistenza ai bisognosi (10%) il resto dovrebbe arrivare al pensionato. Ma guarda caso, se muore, il grano residuo non viene automaticamente girato ai figli come qualsiasi eredità. Perchè ? Male male male.

  4. 34
    Suzanne -

    Prima di accusare gli altri di analfabetismo funzionale bisognerebbe sincerarsi di aver espresso un pensiero comprensibile. Invece esso rimane assai nebuloso e privo di senso. Innanzi tutto anche e soprattutto i dipendenti statali pagano le tasse, non potendo evadere; in secondo luogo il benessere socio-economico di una Nazione non si misura banalmente in ricchezza materiale prodotta, ma anche e soprattutto in termini di infrastrutture e servizi offerti ai cittadini. Il Sistema Sanitario italiano, in particolare al nord, vanta dei punti d’eccellenza che ci invidiano in tutto il mondo. Milano è all’avanguardia nella ricerca e sperimentazione di nuove cure per diverse patologie tumorali e non solo, tanto per fare un esempio. Il fatto che ci siano poche risorse, in particolare umane, in diversi settori del terziario denota semmai una incapacità di indirizzare il gettito fiscale nelle giuste direzioni e modalità.

  5. 35
    Suzanne -

    Inoltre mi sfugge per quale ragione consigliare spasmodicamente di andare a recuperare brave donne nelle campagne rurali dell’Ucraina (quali fossero animaletti esotici da tenere in casa) e riportarle in Italia, piuttosto che rimanere in una realtà in cui sicuramente ci saranno meno costi per lo Stato derivanti dalla zavorra del pubblico e anche meno riprovazione sociale verso una visione della donna come angelo del focolare (e attenzione a spostarsi da lí).
    Grazie Golem per il consiglio.

  6. 36
    white knight -

    Buongiorno a tutti e grazie dei commenti, anche se siete andati un po’ troppo off-topic con “lauree scientifiche vs umanistiche”, “privati vs statali”, più alcuni che ci hanno messo al corrente delle loro vite familiari. Il punto comunque era la vetustà della mentalità lavorativa in Italia, sia da parte dei lavoratori (che vivono con la perenne aspettativa/pretesa che prima o poi qualcuno si accorga di quanto in realtà valgono, offrendo loro stipendi e benefit da Silicon Valley anche se di fatto non sanno nemmeno usare Excel) e datori di lavoro, che si aspettano disponibilità illimitata di manodopera a prezzi da discount. Entrambi poi si lamentano se per caso i giovani (esclusi ovviamente i propri figli), anzichè fare i manovali, ambiscono a diventare medici, ingegneri e manager.
    Questo perchè il lavoro, sia esso dipendente o autonomo non è un diritto c....! E’ un mercato! Non c’è niente di morale, e niente di immorale: è una questione puramente tecnico-economica.

  7. 37
    Trader -

    Avevo notato anch’io che Suzanne aveva dato una risposta che non c’entrava con l’affermazione di Itto.

    “tutti i politici, i lavoratori statali, i funzionari pubblici non rappresentano una ENTRATA per le casse dello stato, ma solo una USCITA”

    La stessa cosa è nel privato.
    Tutti i lavoratori, pubblici o privati, sono un costo. In un’azienda privata i lavoratori vengono pagati e quindi sono un costo. I dipendenti pubblici vengono pagati quindi sono un costo per lo Stato. L’utile è il ricavo al netto dei costi. Nelle aziende private il ricavo è dato dal fatturato, cioè dai soldi che pagano i clienti per il bene o servizio prodotto. Nel pubblico, il ricavo proviene dalle tasse.
    Parliamo della funzionalità.
    L’inefficienza esiste anche nel lavoro privato. Il numero unico di emergenza 112 funziona meglio del servizio di Sky. Prova a parlare con gli operatori Sky per un problema.

    “quando c’è la guerra vera (in Ucraina) nessuno è pronto a partire”
    Quando c’è una guerra…

  8. 38
    Trader -

    vera (in Ucraina) nessuno è pronto a partire”

    Anche in questo caso, è meglio il pubblico. È risaputo che il settore privato della difesa (mercenari) è meno efficiente di un esercito di coscritti.
    Quando c’è una guerra arruolano a forza i soldati, se non vanno all’assalto c’è la corte marziale. Fino al 1994 era prevista la pena di morte nel codice penale militare di guerra. Non ci sono sindacati a lamentarsi nelle forze armate.
    Insomma, gli statali non sono tutti come Suzanne.

    ” i dirigenti statali guadagnano tonnellate di soldi, ma i cittadini sono scontenti”
    I dirigenti di aziende private percepiscono prebende da fiaba, più di quelli pubblici, scontentando i clienti. Esempio: i dirigenti della banca che fallisce inghiottendo i soldi del risparmiatore.

  9. 39
    Max -

    Carissimi Itto e Knight (potrei definirvi: il Samurai e il Cavaliere): confermo che le vostre affermazioni, da un punto di vista meramente tecnico e contabile, possono essere vere. Ma quali conseguenze vogliamo trarne? Possono, le nostre scelte, basarsi solo su questi parametri? Chi non produce il “grano” svolge delle funzioni che sono in perdita, e dal punto di vista dello stretto bilancio può considerarsi un peso. Ma il suo lavoro, serve o no? Perché se riteniamo che serva, purché venga svolto con efficienza e coscienza, va valorizzato. Quanto poi ai pensionati, che non hanno prodotto in modo diretto la propria pensione perché la loro professione non ha prodotto direttamente ricchezza: ebbene, di queste persone cosa vogliamo farne? Vogliamo ammazzarle, o lasciarle morire di inedia? Peraltro, come già ho detto in più occasioni, non tutti possono fare i muratori, i meccanici, i commercianti o i matematici. Diverse sono le capacità di ciascuno e diverse le sue possibilità fisiche.

  10. 40
    Max -

    A costo di ripetermi, desidero approfondire il parallelismo fra la società e il corpo umano. Un corpo umano ha le braccia e le gambe per agire e muoversi e la testa per pensare. Nessuna di queste parti va considerata superiore rispetto alle altre, poiché di tutte c’è bisogno. Ebbene, la società a mio avviso è la stessa cosa: ha bisogno di coloro che sono più portati verso funzioni meramente pratiche e di coloro che hanno competenze più concettuali, che non producono un utile immediato ma supportano, assistono, guidano. Certo, l’ideale sarebbe che ciascuno di noi fosse una persona in sé completa, in grado di operare e di pensare, in grado di padroneggiare i concetti quanto i numeri e in grado di sistemare un muro o un impianto elettrico come di comprendere un testo di filosofia. Ma si dà il caso che siamo diversi gli uni dagli altri: sia per impianto mentale (più o meno teorico, più o meno numerico) sia per situazioni fisiche (maggiore o minore forza, o per presenza di disabilità).

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