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Vorrei “riavere” un obbiettivo

A tre anni, quando qualcuno mi chiedeva cosa volessi fare da grande, io rispondevo seria ed impettita “La mamma”. Ed è sempre stato così, questo il mio più grande, unico, vero obbiettivo, tutto il resto solo un complemento. Un figlio l’ho avuto, avrei voluto godermelo in modo diverso, ma i bimbi crescono così velocemente ed i problemi sono sempre così tanti. Ho desiderato un secondo figlio, ma per vari motivi, non ne sono arrivati altri. Oggi ho 55 anni, mio figlio, che ha 23 anni, è un ragazzo in gamba, indipendente, che vedo poco perchè lontano per studio. Mi sono separata da suo padre anni fa ed ora divido la mia vita con un nuovo compagno in una nuova città. Adesso che finalmente mi sono “tranquillizzata”, le cose sono andate a posto, potrei vivere serena, ecco questa inquietudine, questo sentirmi in gabbia, questa perdita di emozione e mi rendo conto che non ho più un obbiettivo da raggiungere, una passione per la quale lottare, insomma, un titolo da dare a questo nuovo capitolo della mia vita. Pensavo di potermi godere questi anni in modo semplice, facendo quello che mi piace, seguendo interessi vari….ma non è così, non mi interessa fondamentalmente più nulla, non mi diverto più. Mi sveglio al mattino sapendo che la mia giornata sarà uguale a ieri, il lavoro, la casa, qualche telefonata. Le cose mi passano di fianco, potrebbero essere stimolanti, ma per me è come vedere storie già vissute, so che mi potrebbero dare una breve emozione, ma poi? Ho cercato dentro di me, ho fatto meditazione, ho letto libri che in qualche modo mi aiutassero a riaccendere quel mio monitor interiore che mi permetteva un tempo di sognare, di volare, di entusiasmarmi, di desiderare e amare. Qualcuno mi dice sia l’effetto della menopausa, ma io vedo un sacco di mie coetanee che si danno alla pazza gioia, si inventano relazioni sentimentali in internet e non, oppure semplicemente si occupano nel sociale, ma hanno un sacco di energia, spirito da vendere. Non mi sento depressa, anzi, non lo sono proprio secondo me, sono solo “rassegnata”e non lo voglio essere. Se guardo avanti vedo una vita fatta di tanti giorni, di tanti problemi che sicuramente, come sempre, risolverò, di lavoro, privo di interesse e soddisfazioni, ma che non posso lasciare, di una vita a due serena, ma terribilmente noiosa. Vorrei trovare un obbiettivo nuovo, una nuova causa nella quale incanalare le mie ritrovate (spero) energie. Ma ci vuole passione ed io non ne sento più in me. Mi lascio andare sempre di più, me ne rendo conto e non riesco a venirne fuori.
Non parlo mai con nessuno perchè temo di annoiare gli altri con delle sciocchezze, quindi grazie per avermi ascoltata.

Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Angelo9 -

    Io non mi sono annoiato e quelle che hai detto non le ritengo affatto sciocchezze. Non ho soluzioni pronte. Posso solo dirti che io ho ottenuto quasi tutto cio’ che desideravo: moglie, figli, un lavoro soddisfacente, ma ora sono sostanzialmente triste e stanco di una vita che mi sembra diventata un macigno sia per la mediocrita’ quotidiana che per tante situazioni che mi opprimono e sulle quali posso agire in modo molto limitato. Percio’, ti capisco. Personalmente, sto cercando una soluzione che mi consenta un cambiamento, ad esempio riprendere a scrivere con piu’ costanza e convinzione. La fede mi aiuta ad accettare ed affrontare certe situazioni ma i problemi e le angosce li devo affrontare soprattutto con la mia volonta’. Anche tu puoi trovare sicuramente un interesse nuovo, ad esempio nel volontariato, un impegno in parrocchia o qualsiasi altra cosa,ma soprattutto chiediti, come faccio io, se questa inquietudine non derivi da qualcosa di irrisolto del passato, da una scelta che ora non ti soddisfa piu’. Se e’ cosi’, forse non si puo’ tornare indietro, ma una cosa e’ certa: si puo’ andare avanti, cambiare passo. Spero di non averti annoiato io.

  2. 2
    Geraldina58 -

    Grazie per le tue parole e no, non mi hai annoiato affatto e si hai ragione, devo e voglio andare avanti, ma con uno spirito diverso da quello attuale ed è questa la mia fatica. Tante volte in passato sono “caduta” e mi sono sempre rialzata, sentivo dentro di me la speranza che mi spingeva a raddrizzare la testa e le spalle pronta a nuove battaglie. Mi sento “sola”, intellettualmente “sola” e annientata, forse ho creduto che la serenità fosse ciò di cui avevo bisogno, ma forse, come dici tu, non è stata una scelta azzeccata. Grazie, mediterò su questa cosa.

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