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Lettera pubblicata il 8 Gennaio 2006. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore ciabattina.
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Fantasma, secondo me loro per “normale” intendono proprio nella media. Cioè, la loro cocnezione di normalità coincide con 14-15 cm della media. Ho avuto modo varie volte di intuire questa cosa.
roland,
Abbiamo chiarito in passato quale possono essere le preferenze delle donne e abbiamo detto anche che la persona è l’insieme di tante cose.
Se siamo noi per primi a non aver fiducia nella nostra dotazione ciò inevitabilmente si riverbererà sul partner e non sapremo più riconoscere le componenti di rigetto che partono spontaneamente dalla testa del partner da quelle nostre che si manifestano tramite le nostre inconsce proiezioni sul partner.
Tutto si fonde in un unica manifestazione che tanti di noi attribuiamo grossolanamente all’altra persona,sbagliando.
Con questo non nego la maggiore preferenza delle donne verso i calibri più voluminosi in quanto ritenuti,spesso a ragione,più idonei.
Scussa fantasima, ma io – per esempio – non ho le gambe idonee per fare i 100 m. Però corro bene i 10.000. E marco circa 20′ in più rispetto al più idoneo di tutti. Eppure son felice e contento. Per il pisello è la stessa cosa. Non so se capisci l’alta lezione di vita che ti sto impartendo, ma fanne tesoro.
fantasma, il problema è che secondo me, anche se noi non proiettiamo nella partner il nostro disagio, lei ha gli occhi per capire che il tuo membro potrebbe non essere idone a farla godere nel rapporo.
Molte volte sono le prime a inibirsi, per molte ragioni.
Io credo che in tutto ciò che non dipende da noi, non ci si possa fare molto.
Noi possiamo impegnarci a fare in modo che quello che abbiamo sia sufficiente a ottenere un bel risultato.
E’ come andare a fare una gara di macchine con una Punto, mentre gli altri hanno macchine piu’ costose della nostra.
Molto dipenderà da noi, certo, ma se non abbiamo la giusta accelerazione, la giusta ripresa, verremo comunque superati.
E quindi o ci accontentiamo di arrivare secondi, terzi, oppure vivremo a vita il disagio.
C’è un problema, uscendo dalle metafore: se uno avesse la possibilità di intercambiare una partner, prima o poi troverebbe quella che le va bene ciò che hai e come lo fai. Ma se uno non ha molta fortuna nel cambiare, automaticamente, diminuirà anche la probabilità di realizzare qualcosa di certo.
Ma non è una gara, e se uno con la Punto va a farsi un giro al mare ci si diverte tanto quanto con la Porsche.
roland,
In passato feci l’esempio dell’individuo che ambiva a giocare a basket con quelli alti oltre i 2 metri e feci notare come la frustrazione e l’infelicità di colui che fosse stato alto 1,60-1,70 dipendeva non dalla sua altezza ma dalla sua ostinatezza a voler giocare a basket a certi livelli.
Prendere coscienza di ciò e dedicarsi ad uno sport più idoneo alle proprie caratteristiche sarebbe la cosa più giusta da fare, o meglio ancora, non investire interesse nel basket sin dall’inizio.
Nell’esempio della Punto,non è che sia cosa umiliante arrivare secondi o terzi;
si deve pensare che dentro di noi ci sia una sorniona ed oscura megalomania che non accetta di essere secondi a nessuno?
E anche se arrivassimo per ultimi,ammesso che ci sia una gara da sostenere,
che gara è mai quella gara dove uno parte immeritatamente svantaggiato?
Nelle gare non si parte forse alla pari?
Chi è quell’uomo che per sentirsi grande va a scegliersi persone poco dotate fisicamente per gareggiare? Mi fanno pensare alla sfida tra l’imperatore Commodo e l’Ispanico
nel film il Gladiatore;
lì era preventivamente necessario ferire l’ispanico per garantire al “grande” imperatore la vittoria e in quel caso l’imperatore non faceva altro che mostrare la sua vile piccolezza come uomo.
fantasma, il mio esempio serviva a far capire che il publico, nella metafora, in questo caso è la donna e noi col nostro membro siamo l’auto che abbiamo in dotazione. Il pubblico godrà di più a vedere le lamborghini o le mclaren che sfrecciano piuttosto che la punto che deve fare le acrobazie per poter guadagnare a pole position.
Se, come dici tu, colui che ambisce a giocare a basket e non può confrontarsi, allora che dovrebbe fare uscendo dalla metafora? rinunciare alle donne e al sesso?
Ma perché rinunciare al basket? Lo giocano anche i paraplegici e tutti si divertono. Non è una gara.
roland,
No roland,nel caso della metafora del basket,l’uomo dovrebbe solo prendere coscienza del suo valore come uomo,
accettare una certa inferiorità in termini di dotazione di centimetri e cercare una donna che non focalizzi l’attenzione sui centimetri bensì sulla capacità di essere affini o complementari alle proprie esigenze (fantasie erotiche,aspettative di particolari stili di vita ecc.) in quanto sono quelle che ci mandano su di giri e applicarle vuol dire rimanere soddisfatti e felici,indipendentemente dalle dimensioni del pene.
Quelle donne che ragionano in termini di centimetri le lasciamo stare poiché certamente non sono per noi.
Semplicemente: no.
ma puoi usare la fantasia Che e” ancora meglio Tante volte 🙂