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Suicidio? Non faccio che pensarci

Ogni giorno penso e ripenso a come farla finita, perché ogni giorno soffro senza trovarvi rimedio alcuno.
Tuttavia la sera, con la morte nel cuore vado a dormire e il giorno dopo, semplicemente mi sveglio.
Mi sono ammalata a dodici anni di anoressia e da allora ho smesso di esistere, per me stessa e per gli altri.
Volevo diventare invisibile, scomparire, morire perché non ero in grado di sopportare la mia vita e tutto il caos che avevo dentro.
Se non fossi stata così piccola probabilmente sarei morta ed ora non sarei qui a scrivere.
I miei genitori mi hanno tenuto in vita con ricoveri in ospedale, dove mi nutrivano con la forza e non potevo oppormi pena la contenzione.
Ho vissuto più tempo in ospedali, centri, comunità che a casa e francamente non riconosco più il luogo dove sono cresciuta come una casa, non la sento tale.
Ho trascorso otto anni nell’anoressia per poi ritrovarmi catapultata dall’altra parte: improvvisamente non riuscivo più a controllarmi e mangiavo di tutto. Mi odiavo per questo. Così ho cominciato a punirmi tagliandomi.
La gente non capiva ed io ero solo una ragazza che combatteva da sola contro se stessa.
L’autolesionismo è peggiorato con la depressione e l’inizio delle vere difficoltà in famiglia.
E sono iniziati i tentativi di suicidio.
Mi sentivo un mostro per il dolore che infliggevo alle mie sorelle e ai miei genitori.
Ma ancora oggi nessuno di loro ha capito.
Ho 28 anni e trascorro le mie giornate in casa a cercare di combattere il desiderio di morire.
Non ho amici, non ho un lavoro, non ho una vita sociale, non ho più interessi. Non ho niente.
Riempio il mio vuoto incolmabile con il cibo che tanto odio e poi arriva la disperazione.
Non parlo più con nessuno e anche se lo facessi non cambierebbe nulla.
Sono arrivata al punto di odiarmi così tanto che vorrei essere dimenticata, almeno potrei partire, scappare via e nascondermi tra le montagne, lasciarmi morire lì, in un bosco, vicino ad un ruscello.
Chissà se con la morte finirebbe tutto?
Ci sono tante persone malate che stanno per morire e vorrebbero vivere.
Io prego perché mi investa un’auto. Molte persone mi disprezzano perché non credono alla mia sofferenza.
Al contrario io rispetto la sofferenza altrui, mi dispiace immensamente per quelle persone ma non per questo riesco ad amare di più la mia vita.
Non c’è niente da amare.
Sarò cinica ma è così.
Ho provato e riprovato a cambiare le cose, con l’aiuto di terapia farmacologica, psicoterapia ecc… ma sembra non esserci via d’uscita.
Sono 16 anni che combatto senza risultato.
Sono stanca ma pare che io non abbia il diritto di arrendermi. Come fare dunque?

Lettera pubblicata il 15 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 76 commenti

Pagine: 1 2 3 8

  1. 1
    blackdiamon -

    ciao io mi sento un po come te mi odio la mia vita non ha senzo, non credo in niente ne in nessuno per me la vita è diventata un peso ho gia provato a farla finita, ma non ci sono riuscito perche ho pensato al dolore ke avrei provocato a i miei parenti, ma comunque mi sento cosi solo ogni giorno penso di farla finita sento qualcosa che mi preme forte forete il petto quando penso a tutte quelle cose ke vorrei fare ma ke non faccio perchè sono sicuro di non riuscirci ma non sai quanto vorrei non essere piu solo avere qualcuno con cui parlare con cui condivivere i miei pensieri non ho mai saputo cos’è l’amore ma non ti tirare giu ci sono io magari potessimo parlare, ti do tutto il mio affetto e ti stringo forte forte un saluto l tuo amico blackdiamon

  2. 2
    liberta' -

    cosa devi fare? vivere perche’ morire non risolverebbe i tuoi problemi, ma daresti dolore a chi ti vuole bene.. 🙂

  3. 3
    Gioinlove -

    Ciao…è vero nella tua situazione sarebbe meglio che tu morissi ma è facile superare quello che stai passando morendo….prova a pensare a come sarebbe il mondo se tutti si suicidarreso….sarebbe uno schifo…è una scorciatoia morire ma è troppo semplice…

  4. 4
    Cantautore -

    Ciao Loca,
    perché non impari a suonare uno strumento musicale? Così ti creeresti un interesse? Perché la musica può compiere tanti miracoli! Io, per esempio, quando sono triste canto le mie canzoni allegre e mi ritorna subito l’allegria.
    Di dove sei? Peché io, da poco, ho ricominciato a dare lezioni di chitarra e, se vuoi, nel caso tu dovessi abitare da queste parti, potrei anche darti lezioni gratuite.
    Ti lascio comunque il mio contatto di Messenger: Cantautore68@hotmail.it
    Fammi sapere.
    Coraggio.
    Un abbraccio
    A presto.

  5. 5
    nic -

    ciao loca, ma mica srivi anche su scappo.it ?

  6. 6
    Loca83 -

    Il motivo per cui non lo faccio è proprio la famiglia. Ma vivere per gli altri, ha senso fino ad un certo punto! Potrei farlo ma che vita sarebbe? risolverei qualcosa?

    Morire sarà anche una scorciatoia e non so niente di quel che c’è dopo, ammesso che c’è qualcosa. Ma vivere ogni giorno in questo modo è come una morte lenta e dolorosa.

    Grazie per i vostri commenti.

  7. 7
    Cronico -

    anche io penso spesso al suicidio e come farlo.ho 4 anni in meno rispetto a te.se non fosse il sapere di avere dei genitori,mi sarei già ammazzato.in pratica vivo per non dare loro il dolore di vedere un figlio che si è ammazzato,ma forse chissà,magari ci godrebbero dopo qualche mese.
    spero di morire nel sonno.tanto direte voi:chi lo dice poi non lo fa,la realtà è che qui lo si dice perchè coperti dall’anonimato e quindi questi messaggi spariranno nell’universo del web.
    beh almeno momentaneamente,il dolore si allevia.spero proprio di morire,perchè di mezzi per passare in maniera rapida e indolore all’altro mondo non ne ho.forse dovrei decidermi a impiccarmi,forse il dolore è un prezzo che va pagato per mettere la parola fine a una vita di merda.chi lo sa.
    ciao

  8. 8
    Loca83 -

    E’ vero, chi scrive in contesti come questo spesso lo fa proprio perché coperto dall’anonimato. Purtroppo le persone che pensano a questo tipo di “Soluzioni Estreme” non sono affatto poche. La sofferenza, la solitudine sono condizioni umane sempre più frequenti. Io scrivo perché è l’unico modo per posticipare un possibile agito. Scrivo sperando di rimandare il più a lungo possibile. Parlarne, anche in maniera anonima però può alleggerire un pochino perciò è bene farlo talvolta.

  9. 9
    Cronico -

    bah io non so se resisterò.ormai per me è indifferente.che vita di emme.

  10. 10
    Loca83 -

    Scusa ma non può esserti indifferente. O vuoi vivere oppure no. Già per il fatto che tu ne stia parlando significa che non ti è indifferente. Sbaglio?

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