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Solo per chi ha rispetto

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Lettera pubblicata il 6 Ottobre 2014. L'autore ha condiviso 9 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 382 commenti

Pagine: 1 35 36 37 38 39

  1. 361
    M. -

    Kid,
    quindi non è possibile che due cose opposte, “reale” e “non reale”, siano la stessa cosa, ossia amore.
    Due cose diverse non possono essere uguali.
    Una persona nasce con una sfera affettiva che cresce, matura e si compatta negli anni. Inizialmente all’interno della propria famiglia, attraverso il rapporto con i genitori ed i fratelli, e poi, in età più avanzata, con terze persone.
    Se, durante il suo sviluppo, questa sfera affettiva subisce delle ammaccature, queste, inevitabilmente, si ripresenteranno in un rapporto con l’altro sesso.
    Parlando con varie persone, mi sono reso conto che molto spesso la figura madre-partner o padre-partner si sovrappongono.
    Si cerca nell’altro/a quella madre o quel padre che non si ha avuto o che ha provocato una di quelle ammaccature della propria sfera affettiva.
    Ammaccature che spesso la fantasia tende ad appianare.
    E da qui partono le proiezioni, le costruzioni artificiose che riversiamo su chi abbiamo di fronte.
    Per me, un “amore” che nasce con queste premesse, è patologico.
    Non è un amore da intendersi con tutta quella maturità ed equilibrio che richiede , ed ha, invece, un amore manifestato da una persona che non ha ammaccature affettive, perché non le ha mai subite o le ha colmate.
    Un amore maturo, ossia messo in campo da persone con livelli affettivi strutturati, è fatto di condivisioni del sentimento, e non di una proiezione derivante da una sola delle parti.
    Non so se mi sono spiegato bene.
    Ciao

  2. 362
    Kid -

    Mi riesce difficile spiegarlo diversamente , ma volevo dire che non importante la definizione di amore, perché possiamo dare un significato solo alla forma delle sue manifestazioni ma non alla loro sostanza perché quella resta intima e imperscrutabile (Il paradosso di golem di non poter guardare dentro il cuore della propria compagna di vita per sapere di quel sentimento che lui ritiene sbagliato , così che egli non possa fare altro che tentare di “risolverlo” con la ragione e per questo non potrà mai farlo interamente), ma il fatto che esso possa essere provato in diversi modi e forme . Per questo , io mi sento di rispettare quel sentimento nell’esatto momento in cui una donna lo provi anche se fosse rivolto alla persona sbagliata . Sbagliata perché la condiziona , la limita ,la incanala verso un rapporto di coppia inquadrato o squilibrato in cui lei è compartecipe ma non cosciente protagonista . Ma finché non avrà la possibilità di confrontarlo non potrà coglierne ,e se non a posteriori ,le distorsioni e le differenze e seppur le riconosca questo non potrà mai cambiarne il significato che quel sentimento aveva per lei in quell’esatto momento . Ne conserverà sempre il ricordo più dolce , perché ha amato veramente per ciò che lei era in quel momento .In questo senso avete tutti ragione , sia Rossana e le altre ragazze che possono testimoniare , essendo donne, la forza e la verità dei loro sentimenti anche mal indirizzati nel passato, sia Golem e gli altri uomini che con il loro voler essere compagni di vita , lontani da tatticismi e coercizioni indotte , hanno dato un significato costruttivo a quel sentimento condiviso. Ma è bene mai dimenticare che la donna è istinto e anima e ha bisogno di rivivere ogni tanto certe ancestrali ed oniriche emozioni legate al ricordo di anelanti amori vivi e intensi , proprio perché immaturi , irrealizzati e irrealizzabili , fatti di fughe e di ritorni ma capaci di togliere il fiato.

  3. 363
    M. -

    Kid,
    per me, l’elemento discriminante tra ciò che è amore e ciò che non lo è, è la condivisione di questo sentimento, e non tanto la concretizzazione, se per concretizzazione intendiamo una convivenza o un matrimonio.
    L’amore c’è quando, tutti gli elementi che lo compongono, si incontrano, e da lì inizia lo scambio.
    Quando frequentavo l’università a me piaceva tantissimo una mia professoressa, giovane, di 37 anni.
    Aveva una femminilità, un tono della voce, un modo di muoversi, che mi affascinava da morire.
    Potrò dare l’impressione di essere un maniaco, ma quando camminava davanti a me, e lasciava la scia del suo profumo, io la respiravo a pieni polmoni, perché volevo un po’ di lei dentro di me, così come, per esempio, quando le prestavo una penna per scrivere, e lei la teneva in mano per molto tempo, e a me piaceva sentire il suo calore sulla penna appena me la restituiva.
    Era amore quello?
    Non credo. Era attrazione, desiderio, era l’essere affascinato, pazzia magari, ma non amore.
    Non era amore perché non c’era condivisione, anche se mi sorrideva spesso.

  4. 364
    Golem -

    Bello Kid, complimenti. Ma nello stesso tempo un amore illusorio per me ha la stessa valenza di quando volo sul simulatore. I parametri sono gli stessi del volo vero, forse anche molte sensazioni. Ma non stai volando.
    E comunque, al di la’ del tenero ricordo, oggi anche lei sa che non stava “volando”.
    Ciao.

  5. 365
    rossana -

    Kid,
    sottoscrivo per intero, parola per parola, il tuo post 362, e in particolare:

    “finché non avrà la possibilità di confrontarlo non potrà coglierne ,e se non a posteriori ,le distorsioni e le differenze e seppur le riconosca questo non potrà mai cambiarne il significato che quel sentimento aveva per lei in quell’esatto momento . Ne conserverà sempre il ricordo più dolce , perché ha amato veramente per ciò che lei era in quel momento .”

    la tua è un’esperienza/conoscenza LIBERA da sovrastrutture a fini PERSONALI, che non riconosce soltanto il successo e la durata di un sentimento ma anche la sua spontaneità, profondità e intensità.

    a mio avviso (e nessuno potrà farmi cambiare idea), breve o interminabile che possa essere un moto emotivo, consolidato o perso/consumato strada facendo, a malapena, e nemmeno sempre, questo è definibile nei suoi elementi essenziali da chi lo prova, e basta che sia uno dei due a viverlo con sincerità. tutto il resto non sono che interpretazioni soggettive, filtrate dalle proprie condizioni sociali e dai propri vissuti. in amore esiste tutto e il contrario di tutto, è sempre esistito e sempre esisterà, qualsiasi sia l’etichetta personale o culturale che gli si vorrà apporre.

    GRAZIE soprattutto per avermi riconciliata con il genere maschile, con il quale, d’ora in avanti, non mi intratterrò mai più oltre il secondo o il terzo commento in contrasto.

    buona serata!

  6. 366
    Golem -

    Non sarò mai d’accordo che una suggestione possa valere come una sensazione vera, a cui i fatti DANNO RAGIONE.
    Da bambino, finite le scuole correvo ai giardini per scatenarmi con gli amici. Dopo qualche ora, affamato correvo in casa e la mamma mi faceva trovare puntualmente un panino con la mortadella, che divoravo mentre scendevo di corsa le scale. Sempre e solo mortadella: la “adoravo” ( e la adoro ancora).
    Una di quelle volte rifaccio velocemente il percorso, apro la porta, afferro il panino e in trenta secondi sono di nuovo al campetto con lo stomaco pieno e il sapore della mortadella ancora in bocca.
    Al tramonto salgo in casa stremato e mia madre mi chiede se avessi mangiato il panino. Certo le rispondo: il solito, quello che piace a me, perche’? Ma non ti sei accorto che non avevo ancora messo la mortadella? Ma che dici ma’, lo so io quello che ho mangiato. Oh, se va bene a te faccio così tutti i giorni, che risparmiamo.
    Io posso assicurare a TUTTI che avevo mangiato un panino con la mortadella…senza mortadella però.

    Se qualcuno avesse dei dubbi sulla capacità che abbiamo di suggestionarci, vedere quello che vogliamo vedere e provare quello che vogliamo provare, deve sapere che io l’ho PROVATO all’età di dodici anni. E ancora oggi sono CERTO di aver mangiato pane con la mortadella. Ma mia madre non l’aveva messa nel pane e non aveva nessuna ragione per raccontarmi una bugia.
    Possiamo pensare che quello che è successo, succede solo a me e con la mortadella?
    Certo, se c’è chi vuole sentire il sapore dell’amore anche quando non è presente nel “panino”, posso assicurare che lo sentirà. E in fondo può bastare anche per sentirsi sazi.
    Questo fenomeno non è la solita teoria basata SOLO su esperienze personali, e’ lo stesso dell’effetto placebo, ( dal latino “io piacero’ “) che ha dignità scientifica, più dei “deliri” di un Golem qualunque che perde tempo su una tastiera di computer per sfogare le sue frustrazioni, PER FINI PERSONALI. Quando lo stesso sta dicendo DA MESI che valgono solo per lui.
    Al contrario di chi ha la certezza che i propri fini, invece, siano universali.
    Ciao.

  7. 367
    Esse -

    Io non credo sempre che esista la definizione d’amore e a qto pare ognuno ha la sua,di essermi mai innamorata. Ho avuto cotte adolescenziali, mai consumate o neppure esplicitate per pudore o altro impedimento ma sentivo che mancava l’essere corrisposta. Potevo avere un desiderio sessuale ma non lo chiamavo amore. Crescendo ho avuto flirts che permettono gioco, magari sesso e poi affettività in cui comunque mancava ciò che reputo Amore. Se ho vissuto qche rapporto e se ho permesso mancanze nei miei riguardi, ho analizzato ciò che mi faceva agire quel dato atteggiamento e ne ricavavo oltre al problema del partner, in primis un mio bisogno che con amore non c’entra o una mia proiezione. E quando sento storie di uomini o donne innamorati e che subiscono ad oltranza torti o qualitativamente hanno meno di ciò che danno ma non possono non amare e/o capire il partner che pur procura loro sofferenze ed umiliazioni, mi chiedo come facciano ad amare chi non li rispetta e ricambia. Oggi continuo a pensarla cosi e mi cruccio di non avere assaporato l’amore ma o sono esigente di uno stato amoroso che pochi vivranno nella vita o sono insensibile da non riuscire a gustare un partner che ti dia baci e/o mazzate ‘fisiche o mentali’ come se non fosse nulla, TROVANDOLO assolutamente lontano dal mio significato di ‘amore’. Perche condivido quel che scrive Golem? A cui chiedo, se quello tua moglie lo chiamava amore,quello con te come lo chiama? Dopo tutti questi discorsi…mi è arrivata la tristezza!

  8. 368
    Valinda -

    Grazie KID per il tuo bellissimo post…che spunta come un raggio di sole dopo una lunga e uggiosa giornata di pioggia! Sono d’accordo con te!

  9. 369
    Kid -

    Mi scuso per gli errori ma dal cell. capita . Preciso che non volevo dare ragione a nessuno . Donne e uomini fanno e hanno percorsi differenti ed usano un linguaggio diverso . Secondo me non vi siete ormai accorti di essere giunti da tempo alle stesse conclusioni ma non concordate sulle premesse . Ma questo che importanza ha ? Secondo me nessuna : Prestare una penna potrebbe aprire mille scenari o nessuno . Con questo non voglio negare quanto ho detto prima perché i rapporti squilibrati sono paradossalmente la totalità, perché è in re ipsa che l’attrazione si fondi sul sottile gioco delle parti ma esiste una soglia di normalità o tolleranza di questo squilibrio . Quando esso porti ad annullarsi, soffrire intensamente , logorarsi, perdere autostima e dignità ha un senso inquadrarlo nel rapporto “malato” . Ma quello che mi interessa dire e che tale consapevolezza la si avrà solo a posteriori e comunque per una donna non inficiera mai il valore del sentimento che ha provato (e che secondo me golem sbaglia a mettere in discussione) ma semmai della persona al quale lo ha rivolto .Altrimenti, siamo nella normale amministrazione : Le donne amano soffrire un po’( o un po’tanto )perché questo è un parametro col quale qualificano l’importanza di un sentimento e di un persona per loro.

  10. 370
    Golem -

    Esse, con mia moglie ne ho parlato per quattro anni, come ho detto più volte, in seguito ad una crisi matrimoniale che abbiamo affrontato mettendo “gli intestini” sul tavolo. Sono venute fuori le storie passate ed una in particolare, la prima, vissuta da lei come una mendicante.
    Le conclusioni cui sono giunto io le ha raggiunte lei a sua volta attraverso i ragionamenti che ho noiosamente esposto su queste pagine, e mi sono guardato bene dal cercare di convincerla, nonostante le mie capacita’ di riflessione.
    Ha capito l’illusione che le proveniva dal “bisogno” di sesso che la giovane età le richiedeva, e la necessità di far coincidere la visuale che lei aveva dal rapporto con un uomo, proveniente dall’educazione e dalla cultura nella quale aveva vissuto, l’ha portata ad idealizzare il rapporto. Inoltre la mancanza di una costante frequentazione del soggetto le impediva di valutare, NEL CONCRETO, il valore del personaggio, di basso livello nella vita reale, ma idealizzato nell’immaginario della non ricambiata innamorata.
    Ha vissuto la ” favola” fino a 27 anni, e ne ha mantenuto il ricordo per almeno una ventina d’anni, cosa che non sorprende quando si passa dal sogno alla realtà, dal film alla vita.
    L’analisi che l’ho convinta a fare, nell’interesse suo e mio di vivere nella ” verità” un rapporto che con il sogno non aveva niente a che fare, le ha fatto comprendere che quel rapporto non era amore, ma solo VOGLIA di amore, nel quale quel soggetto aveva solo un ruolo di ” catalizzatore” di certe istanze istintuali che venivano ” ufficializzate” all’esterno come amore, ma era solo bisogno di ” compagnia” (sessuale), come pudicamente ha definito quel ” sentimento”. Non esisteva neppure il dialogo, visto che lei è inglese e l’altro portoghese, tutto frutto di fantasia, ma necessaria per dare la dignità che lei voleva per un naturale desiderio sessuale.
    Con me ci sono due decenni di “vita” di difficoltà, di gioie, di progetti pensati e realizzati , di crescita reciproca, di amore concreto, vissuto anche nella crisi, che mostra il vero volto di un rapporto.
    Crisi superata con una visione dell’amore che non si era MAI riflettuta, perché non ce n’era bisogno, fintanto che soddisfa certi aspetti romantici del concetto. Ma l’analisi che siamo stati costretti a fare per capire chi eravamo l’uno per l’altra, ha messo a nudo tutte le “belle” illusioni di cui ho anche troppo discusso.
    Oggi siamo altri. E lei ha capito quanto era illusa chiamando amore UN’IDEA dell’amore

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