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Non riesco a legare né a suscitare alcun interesse nel prossimo

di Smartarse

Non ricordo cosa digitai di preciso, su Google, per giungere ad una lettera che mi ha fatto conoscere questo sito.
Me ne sono subito innamorata, sebbene non abbia letto tantissimi scritti.
Ho deciso di iscrivermi anche io e cominciare a condividere qualche mio pensiero, poiché qui, con molta probabilità, qualcuno mi leggerà e considererà.
Tempo fa tenevo un blog, l’ho tenuto per tanto tempo, quasi dieci anni — ed è ancora in vita, in realtà, non l’ho chiuso anche se non lo aggiorno da ottobre 2013, perché lo considero parte di me — ma raramente mi visitavano o commentavano, era diventato estenuante scrivere per non essere minimamente presa in considerazione. 
“Ma tu devi scrivere per te!”, mi dicevano; ma, seriamente… se volessi scrivere per me scriverei online?
In fondo ero solo l’ennesima persona che scriveva i suoi problemi e le sue lamentele su un blog personale, uno fra tanti, non c’era nulla di particolare che potesse attirare l’attenzione altrui. E non ho neanche mai fatto nulla per farmi conoscere, come ad esempio visitare o commentare altri blog, pertanto non dovrei né potrei lamentarmi troppo.
Ma stasera ho voglia di scrivere, e voglia di esser letta, e magari esser confortata.
Mi sento come se fossi in un limbo: non conosco il motivo preciso, ma è probabilmente attribuibile al fatto che sono andata via da casa già da un paio di settimane per l’università e mi sento tagliata fuori dalla mia vita di tutti i giorni, dalle persone con cui ero solita sentirmi ed uscire — anche se in realtà non è che ultimamente uscissimo poi molto…
Dall’altra parte, invece, non ho ancora stretto amicizia alcuna, non ho fatto conoscenze nemmeno — eccezione fatta per i nuovi coinquilini che però hanno i loro giri ed i loro impegni, ed è come se non li conoscessi affatto, anche se poi stiamo nella stessa facoltà e seguiamo qualche lezione insieme.
È difficile per me, una ragazza non troppo attraente che a 24 anni entra a metà dell’anno accademico in un’aula gremita di persone, con età sensibilmente inferiore, che hanno già stretto legami tra loro e non hanno più interesse a stringerne altri, inserirmi. Soprattutto con il carattere introverso che ho.
Non riesco mai a legare né a suscitare alcun interesse nel prossimo — e se ci riesco, è qualcuno che non interessa a me. 
“Non puoi piacere a tutti, anzi, la verità è che piacerai a pochissimi” — be’ sì, lo so, ma io non voglio piacere a tutti, voglio solo non dispiacere. Invece è come se gli altri avessero la repulsione per me, pur non conoscendomi.
A livello personale credo di esser cresciuta tantissimo, tuttavia a livello relazionale mi trovo alla pari con una bambina dell’asilo che fa le sue prime esperienze approcciandosi agli altri bambini.
Come dicevo, non sono neanche di bell’aspetto, ma è comunque recentemente venuto fuori che non è quello il problema, il problema è quello che ho dentro, ma nessuno mi aiuta a capire cosa devo cambiare per far sì che io possa uscire da questa situazione.
A volte vorrei semplicemente arrendermi, smettere di forzare le cose, essere quello che sono senza dover cambiare nulla anche se questo vuol dire rimanere sola, ma so che non è la risposta, altrimenti quando vado a mangiare in mensa, non mi verrebbe la tristezza nel vedere le altre persone che, nonostante tutto, hanno qualcuno con cui condividere quel momento, per quanto banale sia.

Lettera pubblicata il 7 Marzo 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 20 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Rossella -

    Non c’è niente di nobile nel legare con qualcuno e tantomeno nel suscitare interesse. Devo ammettere che ho sempre avuto questa prerogativa, più che prerogativa è qualcosa d’innato che non potrei definire né una qualità né un pregio… evidentemente l’ho sempre vissuta come un’esigenza. Questo non significa che io non mi affezioni, tutt’altro, il punto è che l’unico vincolo nel quale credo è il matrimonio, gli altri non mi sembrano altrettanto naturali e mi piace lasciare le cose come stanno per evitare dietrologie e sotterfugi. Non credo nell’amicizia ma riesco a riconoscerla e penso che a maggior ragione non si dovrebbe legare troppo. Inevitabilmente capiterebbe di dover scegliere tra quel sentimento e un’altra cosa e qualcuno si sentirebbe fuori luogo. Capita quando sai che non puoi essere del tutto sincero… alla fine è la menzogna che ci unisce. Invece sapere che da lontano c’è qualcuno che ti vuole bene è molto meglio. Nella vita di tutti i giorni dovresti cercare di esprimere te stesso senza vedere negli altri uno scopo… resta chi resta!

  2. 2
    contastelle -

    Ciao Smartarse! Pochi minuti fa, durante la mia pausa studio, ho deciso di aprire la scheda preferiti sul mio browser e cliccare su Lettere al Direttore. Era da tantissimo tempo che non aprivo questo sito e cosa trovo? Il tuo post. Non so se hai azzeccato il titolo o esiste qualche altra forza ultraterrena che mi abbia convinto a farlo, il fatto è che mi hai incuriosito, mi son ritrovato a leggere il tuo post e la mia situazione di qualche tempo fa.
    Anche io ho passato per circa 4 anni l’esperienza che stai vivendo, quella di andare avanti per inerzia cercando di avere una qualche forma di contatto sociale per non vivere da isole galleggianti alla deriva. Forse c’è troppo egoismo ed ipocrisia a questo mondo e se non si arriva nei tempi giusti si è tagliati fuori. Proprio come te e me. Io son sempre stato un ragazzo che, metaforicamente parlando, si è visto partire tanti treni senza mai prenderli in tempo, questo ha fatto insorgere in me un continuo senso di ansia e frustrazione e, alla fine, mi son detto: perché devo sempre correre per arrivare a tanto così e non riuscire nell’intento? Ho detto basta alla mia vecchia vita, sto cercando di lasciare andare quanto non mi è necessario per vivere in pace con me stesso, ricordi vani, oggetti superflui, tutti via, voglio concentrarmi su di me, la mia essenza, il mio spirito e fare quanto necessario solo per ciò che veramente mi è utile e per chi veramente mi merita. In altre parole sto solo abbassando il tiro delle mie aspettative, comprese quelle altrui: ho iniziato (forse da egoista) a pensare che se una persona vorrà mai interessarsi a me, io son qui, le dedicherò il tempo necessario e che si guadagnerà con la fiducia, per il resto seguirò le parole del sommo Virgilio a Dante per quanto riguardava gli ignavi, “Non ti curar di loro ma guarda e passa”.
    Se può farti piacere ti lascio la mia mail e se ti va scrivimi pure (sognatore1284@gmail.com), in bocca a lupo per tutto!

  3. 3
    Andrea -

    Scusami ma ti sei inserita in un nuovo contesto da poche settimane e già vuoi sentirti bene con tutto ciò che ti circonda?Lascia correre del tempo e non pensare troppo.

  4. 4
    tim -

    Smartarse,

    diciamo che la tua è una fase della vita in cui purtroppo prima o poi bisogna passarci. Io ho sempre interpretato il senso di solitudine non tanto come una mancanza di persone intorno a noi, ma piuttosto come la spia di qualcosa che non va ad un livello più generale dentro di noi. C’è differenza tra essere soli e sentirsi soli. Tu non sei sola. Ti senti sola. Probabilmente questo non è l’unico problema che ti affligge.
    Il senso di solitudine, se lo sai affrontare e comprendere, ti prepara ad incontrare le persone giuste in futuro; quando invece ti fai travolgere finisci per buttarti per disperazione tra le braccia delle persone sbagliate.
    Non si può sempre abbassare la testa per paura di rimanere da soli, occorre qualche volta combattere anche a costo di stare male. Quando elemosini attenzione non ricevi attenzione: sebbene tu lo faccia con le migliori intenzioni, il mondo esterno percepisce questa tua fragilità e se ne approfitta.
    Hai mai fatto caso che nei periodi di solitudine quando cerchi qualcuno questa persona ha sempre un motivo per non uscire con te e deluderti? Per questo, quando ti trovi nella fase critica, la cosa peggiore che puoi fare è cercare a tutti i costi qualcuno.
    Usa il tempo per altro, per te stessa, per lo studio, per andare a correre, quando sarai più disinteressata saranno gli altri a cercare te. In questa società schifosa ognuno tenta di prevaricare l’altro. La persona sola dimostra debolezza, tristezza e finisce per essere usata od ignorata. Quindi per il momento evita di esporti troppo, non ne ricaveresti nulla, se non ulteriore frustrazione. Stai un attimo in disparte, lavora su se stessa ed aspetta il momento giusto.Arriverà, anche per te, vedrai.

  5. 5
    Gaudente -

    quote “è come se gli altri avessero la repulsione per me, pur non conoscendomi.”
    evidentemente gli basta guardarti (faccina sogghignante)

  6. 6
    Paolo Muccio -

    Io ricordo che i miei primi due anni accademici furono molto duri da quel punto di vista. Non riuscivo a legare con nessuno se non per motivi puramente di studio. Me n’ero fatto un problema grave e ci stavo malissimo. Poi durante il terzo anno iniziai un corso in cui c’erano poche persone e li ebbi la possibilità di essere più aperto e più me stesso. Poi cambiai città per la specialistica ed il problema si ripresentò ma a differenza della prima esperienza non persi la calma e decisi cmq di continuare ad essere me stesso e di essere tranquillo soprattutto con la mia coscienza. Oggi purtroppo l’interesse è un qualcosa di sottovalutato, ogni persona apporta conoscenza, sentimenti, emozioni diverse positive e negative ma pur sempre un qualcosa di nuovo da accogliere. Ma in una società così fortemente egoista e narcisista si tende ad escludere e soprattutto si tende a giudicare ciò che si sente come un qualcosa di completo. Rimani tranquilla e vedrai che le cose cambieranno senza che tu debba muovere nemmeno un dito. Chi cerca di suscitare interesse viene visto purtroppo come un qualcuno che elemosina molte volte. Non tutte le persone hanno la stessa sensibilità. Rimani te stessa e stai tranquilla. Un abbraccio

  7. 7
    michelle -

    Gaudente percheé non ci mandi una tua foto? Cosí vediamo quanto sei figo tu…

  8. 8
    Almost-Imperfect -

    Cara Smartarse,
    mi fai ricordare tante cose!!! Anch’io ci sono passata… trasferita da sola in un paesino dove non conoscevo nessuno; in un periodo della vita in cui avevo già altre mille difficoltà. E’ stato veramente molto duro, ma ripensandoci oggi mi ha dato tanto.
    Per dirti una stupidaggine, oggi dopo tanto ho risentito l’odore di uno spry per la polvere che usavo in quel periodo ed automaticamente i miei pensieri sono tornati a quella casa, a quei giorni, oddio mi sembra tutto così lontano…
    Ma il tuo blog qual’è?

  9. 9
    marinella -

    Ho vissuto anch’io più o meno quello di cui parli… Io sono una ragazza del sud che ha frequentato l’università al nord Italia, e ti dico che la differenza fra il sud e il nord io l’ho sentita ( e sofferta) molto. I compagni d’università del nord magari chiaccheravano con me ma senza dare troppa confidenza. Il giorno dopo se cercavi di salutarli non era possibile perché t’ignoravano, parevano non ricordarsi d’aver chiaccherato insieme giusto il giorno prima… Gente che vedevi ogni giorno! Ero basita all’inizio, ma poi nel giro di poco mi sono adattata al contesto e gli altri del sud come me. Alla fine se non trovavo le mie amiche solite, in mensa andavo da sola e pazienza. Ti consiglio quindi di coltivare delle passioni e cercare lí delle persone affini a te, in contesti più rilassati e amichevoli. Io riuscivo a legare tanto con le ragazze Erasmus che in facoltà nessuno frequentava con la motivazione che “tanto vanno via” 😮 bah! Ti assicuro che non sei tu la sbagliata, ma cerca altre strade al più presto! Sono anni che non ti restituirá nessuno! Vedrai che una volta che sarai soddisfatta della tua vita sociale emanerai un’energia più alta e sará bello per le persone che vibrano come te, trovarti. In bocca al lupo e mi raccomando! Prima cominci meglio é!

  10. 10
    Smartarse -

    Intanto grazie a tutti per i commenti.
    Ci ho riflettuto su per qualche giorno e, quello che mi state consigliando di fare, lo sto già facendo: vado a mensa o in biblioteca da sola, mercoledì scorso ho partecipato ad un cineforum da sola (e andrò anche agli altri incontri, da sola), penso a studiare e a fare le mie cose, anche se sono da sola, perché in fondo lo sono sempre stata e ci sono abituata.
    Tuttavia tengo a precisare che non elemosino l’attenzione di nessuno, non l’ho mai fatto e non comincerò ora. Anzi, sto spesso nel mio a farmi i fatti miei — e se a qualcuno venisse l’idea parlarmi probabilmente si sentirebbe scoraggiato dal mio atteggiamento!
    Eppure, rispondendo in particolare ad Andrea, non è solo l’ambiente nuovo, non pretendo di sentirmi a mio agio già da ora (anche se son passate già tre settimane e una persona media non starebbe ancora per conto suo): semplicemente è stato sempre così, da diversi anni, anche nella città dove sono nata e cresciuta, anche su internet.
    Ho pochissime amicizie, si contano praticamente sulle dita di una mano (forse un paio in più) e sono tutte vive da diversi anni, non meno di cinque: non riesco più a rapportarmi alle altre persone e non riesco più a fare conoscenze che vadano al di là di un “ciao”, “ciao” nel corridoio. Ed è questo che mi attanaglia.
    Non mi sento “sbagliata”, assolutamente; d’altra parte, a volte, vorrei essere qualcuno che non sono e riuscire ad essere esuberante, espansiva, stare simpatica a tutti a prima vista, invogliare gli altri a parlarmi anche solo per chiedermi una stupidata.
    Stare da soli nella maggior parte delle volte è brutto, “la felicità è reale solo quando condivisa”.
    E non è che non voglia cambiare la mia situazione, ma non so da dove partire. Non ne sono proprio capace.

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