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Mondo del lavoro in Italia: non laureatevi in ingegneria!

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Lettera pubblicata il 17 Aprile 2012. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 387 commenti

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  1. 41
    ivan tarasov -

    Ahahahhahahahahahahahah 🙂 che sfigati…vi laureate in ingegneria civile e tutte ste stronzate qua e poi piangete…e quello che ho capito perdendo il mio prezioso tempo a leggere sta lagna.
    7 anni persi a cazzeggiare all’università per poi fare il lavapiatti al mc donald’s.
    Ah no scusa, perchè io che ho fatto ingegneria meccanica in 3 anni, sono stato subito chiamato dallo zio donalds per automatizzare il lavaggio dei piatti.
    Ahahahahah! Mi fanno troppo ridere i polliche invece di pensare al lavoro vanno a seguire le proprie passioni e poi piangono. Io sono andato conto voglia anche perchè non mi piaceva meccanica, ma ora io fatturo e giro il mondo, mentre voi che fate facoltà “prestigiose” (ahahah) mangiate la minestra di mamma e guardate la TV.
    🙂 con affetto!
    Ingegnere meccanico

  2. 42
    andrea -

    Ti limiti a cercare lavoro in internet, agenzie.. , hai idea quanti ne ricevono in questo periodo di crisi? Non lo troverai mai andando avanti così, a meno di una botta di c…

    Prendi il curriculum e presentati di azienda in azienda e fatti vedere motivato, oppure vai all’estero ma di persona appunto..

  3. 43
    Mirko -

    Io mi sono laureato in Farmacia, e anche qui le cose non vanno bene.Quando avevo meno di trentanni erano felici di assumermi con un contratto di apprendistato, ora non mi assume più nessuno.Le farmacie sono in crisi, per fare il rappresentante ci vogliono minimo cinque anni di esperienza, gli informatori stanno per essere tutti licenziati.E non c’è nessun sbocco lavorativo oltre a questo.Se devono fare analisi chimiche chiamano piuttosto un perito chimico.
    E io mi devo pure pagare l’iscrizione all’ordine, l’empaf, e i corsi di aggiornamento…quando racconto questo alla gente, mi guardano strano, pare impossibile per loro una cosa del genere.

  4. 44
    V.Lom -

    Io sono pienamente d’accordo, laureato in ingegneria edile (3+2) con 110/110 in 6 anni, e vi giuro che ho mandato un minimo di 300 C.V., ho ricevuto risposte, negative, solo da 5 o 6 studi.
    Per rispondere a quanti dicono di andare direttamente in azienda dico che ho ho fatto anche quello ricevendo anche in questo caso dei bei NO decisi.
    Alla fine collaboro saltuariamente con il mio relatore e continuo a cercare lavoro sperando solo nella botta di culo…

  5. 45
    Francesco -

    Non me ne vogliano a male i nuovi laureati ma la riforma del 3+2 ha decretato lo sfascio totale dell’università italiana. La preparazione che danno è nettamente calata rispetto alla laurea v.o. e hanno cominciato a regalare lauree a troppe persone per attirare un numero crescete di iscritti per alzare le entrare.
    Se mettiamo anche una classe imprenditoriale ignorante che non è capace di valutare le potenzialità e la bravura dei candidati/lavoratori/persone ma solo l’opportunità di avere gente da sottomettere e pagarla 2 soldi… il gioco è fatto.
    E’ chiaro che dal 3+2 esce anche gente brava e in gamba che il titolo lo ha sudato e meritato. Ma se facciamo un proporzione, quanti sono?
    Tutto questo si riflette non solo nella saturazione del numero di ing. che abbiamo in Italia oggi ma anche sulla qualità professionale degli ambienti di lavoro che a sua volta si ripercute sulla qualità dei futuri manager.
    Quanti ambienti lavorativi avete trovato che hanno una certa professionalità, un modo di lavorare metodico e che ci sia collaborazione? In italia è come vincere alla lotteria. Troppi ing. a cui la laurea non gliel’hanno fatta sudare, arroganti e che si vendono molto al di là delle proprie capacità. Eppure queste persone vengono assunte e fatte andare avanti anche perchè sono le persone ideali per in tessuto industriale che c’è in italia. Cioè gente di sufficente capacità che sia facile da sottomettere e capace a svolgere mediocramente i lavori, ma pieni di se sentendosi dei grandi ingengeri, in modo tale che non si venga scavalcati in futuro. I piu’ abili arrampicatori saranno i manager di domani rinnovando lo schifo appena detto.
    Dall’altro lato la gente in gamba con tanta passione e capacità o hanno la botta di culo oppure devono andare fuori dall’italia. Il guaio è che mentre i primi fanno esperienza lavorativa i secondi rimangono al punto di partenza. Ma se nessuno, o in pochissimi casi, gli da la possibilità di farla come potranno mai averla? Inoltre piu’ tempo passa sempre meno fresce sono le cose studiate.
    E qui si entra in un ciclo vizioso.

    A chi sembra fantascenza o che questi discorsi sono solo validi nel mondi accademico tre sono le cose:
    1)Non ho capito un c.... io (Ma, anche se da presuntuosi, ne dubito)
    2)siete tra i fortunati che hanno avuto la botta di culo di trovare gente brava e in gamba.
    3)Avete ancora una concezione favoleggiante perchè se pensate che sia solo il mondo accademico a fare schifo allora non avete capito un c.... di come è il modo del lavoro in italia oggi.

    P.S.: Avvallo il consiglio dato. Non aspettatevi che gli altri investino su di voi. Il primo in assoluto che deve farlo siamo noi stessi

    Un Ingegnere Elettronico

  6. 46
    mauro -

    Buffo. Ho letto questo sfogo con interesse essendo che sto cercando un ingegnere informatico da assumere in pianta stabile da più di sei mesi. Ho provato all’università, per conto mio, con l’aiuto di tagliatori di teste. Niente. Abbiamo bisogno di un ingegnere che abbia un pò di esperienza, che sappia parlare inglese, svolgere dei calcoli matematici, scrivere un programma tecnico, addestrare i clienti insomma, un lavoro qualificato da ingegnere, vario, completo. Ma niente. I neolaureati non vengono perchè siamo troppo piccoli e non diamo garanzie di carriera, così si fanno assumere in apprendistato dalle grosse aziende per poi trovarsi alla fine dei tre anni per strada e bruciati. Quelli che hanno qualche anno di esperienza lo hanno fatto in aziende grosse dove hanno imparato a fare una ed una sola cosa, quindi alla fine non sanno niente ma non possiamo più assumerli in apprendistato. Quelli che siccome sono ingegneri vogliono solo coordinare e comandare. Quelli che si sono laureati col minimo e pur non avendo le competenze pretendono. Quelli che però non conoscono l’inglese e non vogliono viaggiare. Buffo, mentre scrivo abbiamo rinunciato ad una commessa di 30.000 euro perchè da gennaio ad oggi non siamo riusciti a trovare nessun ingegnere disposto a venire a lavorare da noi, piccola azienda.
    Certo, in Italia il costo del lavoro è elevatissimo, quasi tre volte il netto busta e una piccola azienda non si può permettere di pagare certe cifre, ma almeno uno svolgerebbe un lavoro da ingegnere, imparerebbe qualcosa per se stesso e per il suo futuro.
    Anche voi ingegneri , forse, sbagliate qualcosa e comunque, da quello che ho visto, la richiesta di ingegneri è sempre molto alta.

  7. 47
    Patrick -

    Mi sono laureato in ingegneria ambientale (3 anni) nel 2005.
    Ho sempre lavorato. Molte esperienze in diversi settori. Dall’ambito industriale a quello energetico per poi passare all’edilizia, all’idraulica, alla topografia.
    Assunto a tempo indeterminato.
    Al massimo tra un lavoro e un altro sono rimasto a casa un mese.

    Devo combattere molto per lavorare. Perché effettivamente è come essere in guerra.

  8. 48
    Riccardo -

    Sottoscrivo in pieno e per esperienza analoga, quanto dichiarato dall’autore.

  9. 49
    Domenico -

    Sono un ingegnere di 28 anni e mi trovo, purtroppo, completamente d’accordo con Daniel85.

  10. 50
    Marco -

    Buongiorno colleghi.

    Sono un ingegnere come molti di voi, di 29 anni, con una buona votazione e una laurea in ingegneria dell’Automazione.

    A mio avviso credo che il concetto cardine sia proprio quello espresso da “Lino”, ovvero quello di essere flessibili, di carpire o se vogliamo rubare i segreti di chi ha più esperienza di noi, che sia laureato o meno. E’ così che si inizia ragazzi, chi inizia dall’alto mi dispiace ma è proprio colui che non capirà mai la realtà vera delle cose.
    Dovete credere in voi stesse e rimanere umili. Quello che però dovete fare è avere sempre piena conoscenza di quello che ingegneria vi fornisce, ovvero uno strumento, una “forma mentis” che se usata correttamente vi porterà poi a ragionare con la vostra testa in ogni situazione. Non fossilizzatevi, mettete in moto il cervello. Create idee nuove. All’inizio seguite con foga il “praticone” dell’azienda, carpite i suoi modi di operare, ma poi iniziate a metterci del vostro altrimenti è certo che la vostra laurea in ingegneria è paragonabile alla carta igenica. Avrete perso degli anni in poter guadagnare.

    Io ho iniziato presso una piccola azienda del mio paese che si occupa di automazione (premetto che essendo già fidanzato da 7 anni e senza una lira avrei da subito tentato l’esperienza all’estero). Io mi sono diplomato come perito quindi di sporcarmi le mani non ho paura e mi piace parecchio. Ho iniziato facendo il manovale (nei posti più sporchi che ci possono essere come le fonderie) e la messa in servizio delle macchine automatiche in Italia e all’Estero (ragazzi imparate le lingue!!! E’ obbligatorio!!!), poi sono passato alla progettazione. Ho imparato dai miei colleghi anche più giovani di me (tutti periti e uno con il diploma delle medie), ho lasciato scivolare via tutte le battutine sugli ingegneri tipiche di questi ambienti e poi ho iniziato a fare mie le competenze acquisite. Ho iniziato a ragionare con la mia testa. Ho iniziato a dare un metodo ai progetti, a “ingegnerizzare” il lavoro. Ora, dopo 4 anni sono Responsabile Tecnico. Ho fatto vedere chi sono e cosa serve fare ingegneria. Ora ho incanalato la strada giusta e anche se sarà tutto in salita sento che quello che sto fancendo ora mi sta “stretto” perchè voglio fare di più e mettermi in gioco e tempo qualche mese e aprirò la mia partita iva. Occorre innovazione, il campo dell’automazione e della robotica deve uscire dal mondo teorico universitario. L’Italia ha bisogno di gente motivata, di idee. Le facoltà di Ingegneria non hanno ancora capito che la matematica non deve essere un fine ma un mezzo per portare risultati concreti.

    Un’ultima cosa: da perito devo però dire che anche i periti attuali sono in larga parte abbastanza scadenti e senza spirito di iniziativi rispetto a quando mi sono diplomato io 10 anni fa. Datevi una mossa pure voi se volete essere in gamba!

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