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I miei problemi familiari e… non sono molto fortunata

Questa storia va avanti da circa 20 anni e il tempo non fa altro che peggiorarla.. Vivo nel meridione nata da una famiglia umile, dove mia mamma proveniva da una famiglia povera (5 fratelli e mia nonna era l unica che lavorava come colf) mentre mio padre a casa di problemi economici non ha mai terminato gli studi e di conseguenza non ha mai avuto un lavoro fisso. Si sono sposati dopo pochi mesi che si sono conosciuti avendo rispettivamente 26 e 33 anni, mia mamma era incinta di me, ed è forse da lì che sono arrivati i problemi. Mi raccontano che fino alla nascita di mio fratello (avvenuta nel 2000) erano felici.. Andavano avanti con il giusto che mio padre guadagnava e con il piccolo aiuto di mia nonna che ormai era in pensione. All età di 6 anni mio fratello fu ricoverato in ospedale per problemi psichici (non parlava e quando diceva qualche parola delirava di brutto) questa cosa se l è portata dietro fino ad oggi che ha quasi 18 anni, non riesce a leggere né scrivere, non riesce a relazionarsi a scuola a causa di questi problemi e spesso è oggetto di bullismo e questo non ha fatto altro che fargli perdere anni scolastici per cui si ritrova ancora al 2 anno di superiori.. Ma lo stato non garantisce lui una piccola pensione perché ha un punteggio sufficiente… E questo è davvero il minimo.. Purtroppo mia nonna che fino a 3 anni fa mi faceva da mamma è Volata via e le cose sono ancor di più peggiorate.. Mia mamma è caduta in depressione e con il mio aiuto sta riuscendo a migliorare ma mio padre si è ammalato.. All età di 53 anni è in dialisi peritoneale non trapiantabile.. E la sua malattia lo ha reso una persona orribile.. Rinfaccia tutto a me e mia madre.. Ci vuole come serve e vuole che lo accudiamo giorno e notte.. Con lui non ho mai avuto un buon rapporto.. Mai un abbraccio o un ” ti voglio benè’, prende una pensione di 600 euro al mese e questo non ci permettere di vivere adeguatamente, mentre mia mamma lavora presso case di persone ansiane saltuariamente perché mio padre necessita più volte al giorno di assistenza quindi arriviamo a 900 euro al mese. Poi ci sono io.. Che a breve comprò 20 anni e frequento l università.. D’estate quando non ci sono le sessioni d’esame lavoro il più possibile per trovare i soldi per pagarmi l università.. Purtroppo d’inverno non riesco a trovare lavoro perché studio di più e devo frequentare i corsi necessari per superare esami e qualcosa che trovo sono fuori dalla mia zona che non posso raggiungere perché non abbiamo l auto in famiglia (non c’è la possiamo permettere) .. Mi ritrovo quindi di sabato sera a scrivervi perché sono disperata.. Non so più cosa fare.. Al di là di questi miei problemi familiari non sono molto fortunata.. Il mio ex Ragazzo non ha fatto altro che buttarmi giù a causa delle mie insicurezze e per un periodo ho sofferto di disturbi alimentari.. Mentre le mie amiche che si possono contare sulle dita di una mano non sanno di cosa sto provando.. Mi vergogno a parlare dei miei problemi economici!! Come posso sperare in un futuro migliore se va sempre peggio?? Non abbiamo diritto a sussidi perché prendiamo una pensione minima che ci fa reddito seppur poco… Come credete si possa vivere in queste condizioni?? Sono stanca di tutto e a quasi 20 anni dove la vita inizia, sento che la mia non migliorerà mai. Cosa ne pensate? Come posso andare avanti?

Lettera pubblicata il 2 Dicembre 2017. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Non ti scoraggiare. Nessuno ci obbliga a darci obbiettivi che sentiamo essere troppo grandi per noi. Non dobbiamo umiliarci, svilirci o abbatterci. Si porta avanti la vita in maniera dignitosa. Se un giorno dovesse capitare sulla tua strada un uomo che è interessato al rapporto umano, oltre che al rapporto sentimentale, tanto di guadagnato. Io ho da poco conosciuto un uomo che mi ama, ma conduciamo una vita ritirata perché tutto quello che riguarda la socialità come coppia ci fa sentire declassati e frustrati da una condizione alienante e spersonalizzata. Non ci sentiamo liberi di manifestarci entro la sfera d’azione costituita dalla coppia. Questo blocco parte dalla nostra esperienza personale e diventa un processo psicologico che ci spoglia dell’interesse reciproco . Tieni conto che alla mia età il sentimento dal principio è sostenuto dalla volontà perché non c’è quella spontaneità che si manifesta quando guardi al mondo con speranza.

  2. 2
    Rossella -

    Si vive anche un altro tipo d’intimità (meno improntata alla ricerca del contato fisico)e quando si arriva addirittura a perdere l’interesse la passione si spegne definitivamente e si comincia a vivere in funzione di un’idea dell’amore intrisa di umanitarismo sentimentale e di determinismo positivistico. Anche l’intimità diventa qualcosa di pensato. Un progetto. Non è quello che voglio. Per dire che il problema neanche si pone. Per il momento viviamo separati. Io preferisco aspettare la prima notte di nozze, ma la penserei in questo modo a prescindere da tutto il resto. Non ho mai pensato che si vergognasse di me. Io lo aspetto a casa. Mi ha presentato anche dei colleghi. Per cui. Viviamo la nostra vita. Non dobbiamo dare conto a nessuno delle nostre scelte, di chi siamo e di chi non siamo. Siamo persone come tante.

    Ti auguro buona domenica!
    Non ti scoraggiare 🙂

  3. 3
    Rossella -

    PS Volevo aggiungere che per me non sarebbe un problema lavorare con lui o stare con lui tra la gente. Come ti ho detto mi è capitato. Il mio discorso è più sottile e riguarda il modo in cui ci si abitua a vivere la coppia. Se mi trovo in un contesto in cui mi rendo conto che i miei stati d’animo vengono fraintesi non mi accontento di resistere perché il mio scopo principale non è apparire. Tutto qui. Mi è capitato e ho sempre fatto un passo indietro perché mi sembrava giusto così. Stavo male. Il mio corpo non pensa: -ah secondo me è geloso!- oppure: – bah… sono tutti invidiosi!- Ti assicuro che le ideologie possono essere più nocive di un confronto acceso. Per me ci sono meccanismi semplici che non possono essere alterati perché li vivo come dei riflessi involontari. Nel momento in cui la società le trasforma in paure, e le personifica, io mi faccio da parte perché non voglio finire come il cane che si morde la coda. La prudenza prima di tutto. Aspettavo il ragazzo adatto a me ed è arrivato. Purtroppo non ci possiamo scegliere una piazza e considerando che è più colto di me e frequenta determinati ambienti, preferisco dividere la vita privata dal lavoro perché non voglio complicarmi la vita.

  4. 4
    Yog -

    Vabbè, ho apprezzato la tripletta rosselliana pur non avendola letta (tanto so che scrive, è uguale) ma non è affatto vero che la vita inizia a 20 anni. A 20 anni hai appunto 20 anni e quindi avrai capito che le difficoltà devi smazzartele. La tua famiglia dici che è disfunzionale? Può essere. Lascia la barca che affonda, che cavolo sono andati a fare un secondo figlio che lo capiva anche un sordocieco che non potevano permetterselo. Lo fanno anche i topi che pare siano più intelligenti di noi e cavolo come nuotano.

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