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È giusto soffrire per un amore non corrisposto?

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Lettera pubblicata il 7 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 89 commenti

Pagine: 1 4 5 6 7 8 9

  1. 51
    Odisseo -

    Cara Rossana, mi permetto di sostenere che molto di quel cambiamento che tu auspichi dipende da…voi. Non posso dimenticare quello che accadde alcuni anni fa quando un gruppo di ragazze siciliane “difese” i propri fidanzati che avevano abusato di alcune ragazze straniere, credo inglesi, solo perchè queste si erano dimostrate candidamente…amichevoli. Sono di origine meridionale anch’io, e l’aver letto di quell’episodio mi fece riflettere su quanta strada ci fosse ancora da fare circa quella parità di cui tu parli. Quelle (giovani) donne mettevano su un piano diverso la figura femminile, giustificando che un maschio potesse divertirsi, con l’abuso, di una donna “diversa” da loro. Quali siano le ragioni di quel comportamento maschile si può intuirlo: sottocultura, ignoranza, presunzione, ma che addirittura venisse giustificato dalle “fidanzate” di questi lo trovai aberrante.
    Nel forum ho trovato, con i dovuti distinguo, situazioni simili. Quando si tollera un uomo nelle sue nefandezze, ancorchè di sola natura morale, solo perchè “innamorate”, continuo a dire che non si fa un favore nè a sè stesse e men che meno a lui, che si sentirà giustificato a reiterarle.
    Credo che l’era dell’Acquario debba dipendere più da una rivoluzione dei costumi e della cultura che non da un avvicendamento astrologico. In India si stanno ribellando a certi vergognosi abusi, mi auguro che accada anche da noi, dove sono spesso più “raffinati” ma non meno squallidi.
    Un cordiale saluto

  2. 52
    rossana -

    Caro Odisseo,
    spiacevole l’episodio che citi. a mio avviso, il punto di vista delle ragazze siciliane è frutto dello stesso ambiente (arretrato) che ha spinto i ragazzi a un’azione così riprovevole, e ciò non fa che confermare come anche in un Paese che si considera civile e progredito continuino a persistere aree di vera arretratezza, morale innanzitutto.

    anche secondo me il grande cambiamento che auspico dovrebbe derivare essenzialmente dalle donne. per loro, quando avranno raggiunto la piena conspevolezza di se stesse e saranno riuscite a trovare il giusto equilibrio con essa, se sarà loro possibile essere donne non più costrette ad imitare l’uomo per ottenere un minimo di parità sociale, dovrebbe essere più facile di quanto non sia stato finora per i maschi orientare il mondo verso l’armonia, la condivisione e… l’amore collettivo.

    sogno un mondo in cui ci siano meno guerre e più benessere diffuso, per tutti, anche nei Paesi che sono stati depredati della loro ricchezza, dove la gente vive in condizioni di estrema povertà.

    concordo con te che dovrebbe avvenire una rivoluzione dei costumi, meno cruenta e ben più stabile di quelle violente tendenti allo stesso fine, come giustamente stai notando in India, uno dei Paesi in cui la donna non ha avuto per millenni nemmeno il diritto di vivere se non a fianco di un uomo.

    le donne del nostre recente cosiddetto “governo tecnico”, ingessate nelle loro conoscenze teoriche, non hanno brillato affatto ma in Svezia, ad esempio, dove dagli anni ’90 le donne partecipano attivamente al governo in misura considerevole, la situazione socio-economica del Paese, al di là delle tristi condizioni ambientali che lo privano di luce per lunghi periodi all’anno, mi sembra ottima, soprattutto dal punto di vista umano, che è quello che più m’interessa. e lascia ben sperare, non solo per noi…

    scusami se non ho avuto tempo di rispondere prima al post in cui precisavi che l’autore del libro da te citato è Pratolini e non Cassola. l’avevo appurato in rete e, da amante del neorealismo cinematografico, mi ha fatto piacere ritrovarlo nei libri di un autore di cui non ho letto molto ma abbastanza per ricordarne sia lo stile che i contenuti del suo messaggio; nel caso in questione pure parecchio avanzato in termini di femminismo rispetto all’epoca.

    cordiali saluti anche da parte mia.

  3. 53
    Odisseo -

    Buongiorno Rossana. Questo forum parte da una domanda che, se ci pensiamo bene, sottintende, date le ragioni per cui si “soffre”, tutta una serie di stratificazioni culturali e sottoculturali che in maniera più o meno coercitiva hanno portato, soprattutto la donna, ad assumere un ruolo subalterno al potere maschile, sia in ambito sociale che sentimentale e, che, come osserviamo, è trasversale a tutte le culture praticamente, India docet.
    Sarebbe lungo spiegarne le ragioni antropologiche, legate molto alla naturale predisposizione femminile all’accudimento oltre che dalla dipendenza che queste hanno avuto per millenni dal sostentamento che il maschio forniva loro per la sopravvivenza.
    Soffrire per un amore non corrisposto è in fondo una forma di subalternità, con la quale si dichiara a sè stessi una condizione di “inferiorità” rispetto all’oggetto della nostra aspirazione amorosa. Questo è uno dei motivi per i quali molti degli innamorati non corrisposti si “umiliano” inutilmente cercando di “elemosinare” attenzione da chi, in fondo, non li vuole. In questo modo creano due condizioni complementari “perverse”: l’abbassamento della propria autostima e l’innalzamento di quella dell’oggetto del loro desiderio. Inutile dire che non sono questi i presupposti per una storia sentimentale “sana”, che non lo sarebbe neppure se “l’aspirante” raggiungesse l’obiettivo di far “innamorare” il reticente “sogno d’amore”. In questo caso, tra i due ci sarebbe sempre un sotteso squilibrio di pesi e di valori all’interno della coppia: a favore di chi chi si è “concesso” e a sfavore di chi ha ricevuto la “gratificazione”. Ecco perchè non credo che valga la pena soffrire per chi non ci vuole, perchè, quasi sempre, questa condizione di “dipendenza” sottintende una bassa stima di sè, che non depone favorevolmente alla crescita di una relazione. A mio modesto parere, chi in questo forum analizzasse il proprio stato d’animo e constatasse quanto io sostengo, si renderebbe conto che in realtà quell’oggetto dell’amore che non corrisponde alle loro speranze, non è altro che un bisogno quasi egoistico – umanamente comprensibile – di colmare certe insicurezze interiori, cioè un bisogno di “avere” e non di “dare”, come è giusto che sia in una storia d’amore che abbia prospettive di durare con uno sviluppo equilibrato.
    Può suonare retorico, ma credo che gli innamorati non corrisposti dovrebbero cominciare ad “innamorarsi” di se stessi prima di orientare la loro passione verso “l’altro. Anche perchè, partendo già da una bassa autostima per le condizioni di cui accennavo nelle righe pecedenti, la frustrazione che deriva dal non essere “voluti” non fa altro che peggiorare la situazione.
    Che ne pensi?
    Un carissimo saluto

  4. 54
    rossana -

    Ciao Odisseo,
    scusa se la risposta arriva quasi sempre in ritardo: a volte mi perdo un po’ fra i vari filoni di dialogo… e i ragionamenti indotti dai tuoi post richiedono maggior riflessione e/o concentrazione di altri.

    concordo con tutti i concetti che hai espresso, ma in particolare con la seguente affermazione, che rappresenta il nucleo centrale dell’argomento che ti sta a cuore: “Questo forum parte da una domanda che, se ci pensiamo bene, sottintende, date le ragioni per cui si “soffre”, tutta una serie di stratificazioni culturali e sottoculturali…” – con il distinguo, che anche ad alcuni uomini, sia pure in quantità minore, può succedere di essere frustrati da un amore non corrisposto, derivante da un senso d’inferiorità per qualsivoglia ragione. per loro la situazione è a mio avviso ancora più grave, proprio perchè incongrua con la linea generale che ancora sottintende, come per la maggior parte degli animali, sia pure per obiettivi leggermente sfasati, che la donna aspiri a un uomo di rango superiore. pur puntualizzando che certe persone non lo sono affatto, pur essendo molto brave, per vari versi, a dare l’impressione di esserlo.

    poi, per carità, in entrambi i sessi c’è anche chi s’incapponisce nel voler conquistare la luna, essendo soltanto una lucciola! così come il temperamento romantico preferisce stare a soffrire senza osare rischiare, per il gusto di provare un sentimento che nessuno mai potrà scalfire e che potrà dargli a lungo gioia e tormento in egual misura (non ci può essere un grande amore se non ci sono grandi difficoltà a impedirne la concretizzazione e/o l’ufficializzazione)…

    personalmente, penso anche, come forse già ti ho scritto, che alla base di qualcosa di distorto possa esistere una nevrosi, una stortura dell’animo o della concezione del mondo che possono avere, o non avere, la possibilità di essere risanate o riequilibrate nel tempo, a seconda della fortuna o della sfortuna derivanti da incontri o da conoscenze di cui ci si può arricchire o da cui si può essere penalizzati strada facendo.

    intendo dire che non tutti i guai interiori che ci possono cogliere in determinati momenti della nostra vita, come nel fisico le indisposizioni, necessitano di psicanalisti o di dottori. a volte si tratta di normali problemi transitori, spesso snodi a carattere evolutivo, che possono sparire da soli, così come si possono invece incancrenire e creare molti più danni.

    cari saluti.

  5. 55
    Odisseo -

    Buongiorno Rossana. Non c’è nessun ritardo nelle tue repliche, sempre molto apprezzate. Scusami tu se ti “complico” la vita con le mie questioni un po troppo…cerebrali, in effetti per quanto riguarda le questioni di cuore le domande e le risposte non riescono mai ad essere sufficientemente complete e esaustive. Quando applichiamo ai sentimenti le regole della ragione utilizziamo un linguaggio “limitato”, e forse è meglio così.
    Quello che mi interessa del fenomeno che trattiamo è quella componente sado-masochistica che si instaura subdolamente tra i due “contendenti”. Rileggevo a questo proposito la lettera del ragazzo che ha dato il via a questo forum, (a proposito della tua giusta considerazione che neppure i maschi sono immuni dal problema) e ci rivedevo il gioco delle parti che ha vissuto la mia lei con il personaggio che ha inseguito per anni. Anche in questo caso c’era un tira e molla, laddove se lei non si faceva sentire per un pò, si faceva vivo lui, e viceversa. Paradossalmente, agli occhi di lei, lui diventava tanto più desiderabile ed interessante quanto meno era “reperibile”, mentre lui sentiva venire meno il “potere” che esercitava sulla ragazza quando questa non lo cercava, quindi interveniva “opportunamente” (meglio: opportunisticamente) per ripristinare il perverso equilibrio con cui si relazionavano.
    Sarà stato anche blando, ma io l’ho trovato un gioco soft sado-maso, appunto, quasi da sindrome di Stoccolma, visto che la relazione era incentrata più su un gioco di potere dell’uno sull’altra,dove la componente dell’amore vista come il reciproco “dare” era alterata in partenza. Una situazione simile per certi versi alla trama famoso pamphelt da oltre 40 milioni di copie vendute: quello delle varie “sfumature di…” di cui ho già accennato.
    E’ questo che mi intriga e che mi ha fatto pensare che, nonostante tutti noi si desideri un compagno o una compagna per la vita dal quale avere sicurezza e serenità, in molti, e non necessariamente nevrotici (mia moglie era ed è davvero una persona equilibrata) scatta in certe condizioni un bisogno di “sofferenza” che sembra dar valore a quel rapporto. Ma quello che è strano che non è così con tutti i partner possibili, solo alcuni innescano questo meccanismo, e mi piacerebbe scoprire perchè.
    Ho già citato quel libro di Raimond Carven di cui non ricordo il titolo (ma lo troverò) dove c’è una lei accompagnata finalmente da un partner dolce ed affettuoso, che però confessa agli amici di provare nostalgia per un precedente compagno che la maltrattava, sino a minacciarla di ucciderla, finendo poi esso stesso per suicidarsi. Quello sì che era amore, diceva lei mentre ne ricordava la memoria. Paradossale? Parrebbe di sì, eppure..
    Eros e Thanatos si fondono? Non so, e mi fermo con questa domanda, non so quanto pertinente, perchè non ho sufficienti conoscenze per capire in che modo potrebbero essere così profondamente intrecciati i due.
    Grazie per la tua attenzione Rossana, mentre ti saluto cordialmente

  6. 56
    rossana -

    Ciao Odisseo,
    rieccomi, sempre con ritardo, perchè per me le situazioni più complesse, da discutersi con persone intelligenti, richiedono tempi di riflessione, a volte anche abbastanza lunghi ma non per questo meno stimolanti…

    partiamo da qui: “mentre lui sentiva venire meno il “potere” che esercitava sulla ragazza quando questa non lo cercava, quindi interveniva “opportunamente” (meglio: opportunisticamente) per ripristinare il perverso equilibrio con cui si relazionavano.” – l’amore, come forza a volte ritenuta alternativa al potere nelle due leve che fanno incessantemente girare il mondo, è spesso considerata più tenerezza che aggressività. a mio avviso, invece, non è quasi mai così, ma l’amore è anch’esso al suo livello base brama di potere, non rivolto direttamente alla fama o al denaro, che è nelle corde di parecchi ma non di tutti, ma bensì rivolto a un tipo di dominio privato, accessibile a tutti.

    nel gioco delle parti, questa ricerca di potere può essere più o meno equilibrata, quanto più o meno consapevole, ma esiste, e sarebbe poco corretto negarlo. non leggerò mai la famosa trilogia a cui fai riferimento (obbrobrio dello scrivere di questi tempi) ma riconosco in essa, per quanto mi è stato dato conoscere dalle recensioni, un granello di verità, ovviamente portata all’eccesso per amore delle vendite. credo stigmatizzi la donna, proprio adesso che il suo comportamento nell’ambito della coppia sta cambiando, ma che stigmatizzi soprattutto l’amore, nei suoi risvolti meno edulcorati, tanto di moda a seguito di romanzi e film a orientamento romantico.

    eros e thanatos? per me entrambi sono avvolti da un fitto mistero che li rende oltremodo affascinanti ma… così come non si saprà mai cosa c’è oltre l’ultimo respiro, mai si saprà in che cosa e dove si nasconde il vero amore. ognuno lo trova e lo riconosce secondo parametri suoi propri, diversi da quelli di tutti gli altri. spesso, a mio avviso erroneamente, l’amore con la A maiuscola trova suggello nella morte. questa non è che un incidente di percorso che impedisce di classificarlo a seguito della sua durata e non soltanto a motivo della sua intensità.

    mettiti il cuore in pace, amico mio, mai saprai cosa ha mosso la tua attuale compagna in quel preciso momento della sua vita. anche noi siamo mistero, a noi stessi!

  7. 57
    Odisseo -

    Buongiorno Rossana,
    è sempre interessante leggere le tue considerazioni, che mi aiutano a capire (sarebbe meglio dire:accettare) un “mondo”, quello degli istinti e dei sentimenti, sul quale non avevo mai riflettuto abbastanza, dando per scontata una certa visione nel rapporto d’amore.
    Come vedi ho citato, non casualmente, istinti e sentimenti, perchè prima d’ora non mi ero reso conto di quanto questi fossero in relazione tra loro nella “produzione” del desiderio amoroso, e con quali esiti! Ne abbiamo già accennato al riguardo nei precedenti post, e so quanto tu sia d’accordo con me sull’azione degli istinti nelle scelte che operiamo soprattutto quando si tratta di quella che riguarda il partner. Io sono ormai convinto però, che raramente si riesca a fondere nella stessa persona amata la spinta istintuale con la parte razionale, cosa che porterebbe ad una condizione di partenza ideale per quelle che sono le aspettative presenti in una storia d’amore. Per dirla con parole semplici, ci si può follemente innamorare di una “femme fatal” che non potrà mai soddisfare l’esigenza di una compagna affidabile,ma sperare che lo diventi, così come si può perdere la testa per il classico balordo che mai e poi mai potrebbe essere quel marito che ogni donna si aspetta e vorrebbe per sè, ma sperare che lo diventi.
    Non voglio che tu fraintenda, ma la seconda ipotesi è molto più frequente che la prima. L’ho scoperto da quando ho iniziato a frequentare la rete per (cercare di) capire perchè una giovane, attraente ed intelligente donna come la mia attuale compagna, abbia potuto perdersi dietro un personaggio assimilabile ad un… Corona. Eppure, questo Corona ante litteram, è riuscito a mantenersi nella memoria di lei anche in termini che sarebbero gratificanti per qualunque “maschio” che l’avesse corrisposta, figurarsi per uno che non l’ha mai ricambiata! Come mai?
    Ecco cara Rossana, questo esempio spiega, una volta di più, come la spinta “riproduttiva” o istintuale o chimica, chiamala come vuoi, ti indirizza verso un individuo al quale, se si fosse “sobri”, non daresti mai le chiavi di casa, mentre la “ragione” ti porta verso un altro tipo, più adatto alla realizzazione di un progetto di lungo periodo, che però non eccità quasi mai quell’istinto di cui sopra.
    La stessa persona diventa quindi due persone diverse, secondo che si trovi nella prima o nella seconda condizione. Ma a te sembrava di conoscerene solo una, e scoprirne aspetti caratteriali che sai di non aver mai sollecitato, destabilizza. Ti ripeto, io amo mia moglie, e so quanto valga. So anche quanto si faceva valere allora, nonostante la giovane età, quando era sobria nei termini che ho spiegato, ma so anche che che qualcuno, toccando “tasti” che io non ho toccato. E’ riuscito ad “ubriacarla”: perchè uno sì e un altro no?
    Come vedi, io, razionale, ho reagito alla “scoperta” d’istinto, a dimostrazione di come questo sia il vero anarchico del proprio Sè, rendendoci sconosciuti a noi stessi. Come dicevi tu

  8. 58
    rossana -

    Ciao Odisseo,
    mi sa che con questa affermazione: “raramente si riesca a fondere nella stessa persona amata la spinta istintuale con la parte razionale” hai centrato in pieno l’obiettivo. già è difficile provare una spinta istintuale profonda, che non si disperda nel tempo, ma sembra ancora più difficile che a questa si possa di frequente unire una parte razionale, consapevole e appagata. quasi un doppio terno al lotto! ecco perchè sono ben poche le coppie che reggono nel tempo!

    se fossimo rimasti allo stadio animale, tutto sarebbe più facile. persino le specie monogame non si chiedono a vicenda più di tanto, spesso limitato alla cura e difesa della prole, che un singolo soggetto da solo non sarebbe in grado di attuare con sufficienti garanzie… per noi è diverso: noi sappiamo di dover morire e pertanto tendiamo a dare a tutto quello che ci coinvolge un maggior senso di quanto in realtà non abbia… siamo ormai incapaci di lasciarci andare alla nostra natura più genuina, nel rispetto della natura stessa.

    t’invito, se ti va, ad esaminare come qualsiasi relazione casuale desti in noi determinate corde e non altre. per spiegarmi meglio, ti faccio un esempio pratico: una determinata persona, donna o uomo che sia, può tirar fuori il meglio o il peggio di un’altra, in virtù di non si sa quali arcani passaggi interiori, eppure succede, e anche più spesso di quanto non si pensi, senza alcun merito o demerito specifico. sono gli intrecci inconsci, che sollecitano le reazioni e formano le vere relazioni, mica quelli razionali, a meno che questi non siano volontariamente orientati a interessi economici o sentimentali meno nobili. si può manipolare gli altri ma si può anche restarne irretiti per via di parti vitali di noi che esigono di emergere a tutti i costi.

    non per niente le amicizie più sincere, e spesso più durature, sono quelle che si concretizzano all’asilo o sui banchi delle elementari: sono quasi le sole che si aggancino a esigenze soggettive reali e non a scelte in base al censo o all’utilità pratica che da esse può derivare. la verità è sempre più semplice di quanto non sembri, se ci si allena a vederla.

    e quando si è amato in modo profondo, che la realzione si sia realizzata o meno, che sia durata tre giorni o trent’anni, che abbia dato gioia o dolore, a mio avviso, non si può smettere mai del tutto d’amare. altrimenti si è trattato di un nulla, che appare e scompare senza lasciar traccia…

    forse quanto sopra non ti piace e non è nemmeno detto che sia valido per tutti. io lo sento così, calzando l’esistere su di me, ma posso senz’altro sbagliare in quanto ci sono al mondo tante diversità quante sono gli esseri umani, e nessuno può sapere com’è il loro mondo all’interno. le parole stesse, quando cercano di comunicarlo, già lo falsano, senza contare che ci sono in noi abissi nei quali caliamo soltanto se e quando siamo costretti.

    accetta la realtà della tua donna per quella che oggi ti appare, e non voler andare più a fondo!

  9. 59
    Odisseo -

    Ciao Rossana. Hai ragione a dirmi di non andare più a fondo nella ricerca di “motivazioni” che mi consentirebbero di conoscere meglio le ragioni di certe scelte che riguardano la mia donna, perchè “ragioni” non ce ne sono e lo sa anche lei.
    Le tue ipotesi sono valide quanto tremende, e dimostrano, logicamente, quanto siamo solo “strumenti” nelle mani della Natura, se va bene, e del Caso più concretamente.
    Dimostra anche un’altra cosa, quanto la nostra coscienza svolga un ruolo secondario, quasi da “sensale” rispetto alle scelte “brute” che operiamo. L’istinto, come un boss mafioso, comunica i suoi desideri con dei “pizzini” che non lasciano traccia, e la coscienza li sdogana moralmente, utilizzando l’educazione e la cultura per giustificarli, ma sotto sotto le ragioni di base sono sempre quelle ancestrali: la sopravvivenza, il cibo,la riproduzione, e per soddisfare questi bisogni è naturale prevedere delle scelte “opportunistiche”, che sono sempre soggettive nell’inconscio di chi le compie, ovviamente.
    Vien da pensare che anche l’amore, visto come la massima espressione del sentimento umano, non sia altro che la moralizzazione utilitaristica dei bisogni “egoistici” di cui parlavo prima, con l’attenuante che gli istinti non possono rientrare nelle categorie moralizzabili: sono e basta.
    Sono convinto anch’io, come sostieni tu, che un sentimento d’amore che nasce e si alimenta da un forte bisogno istintuale, ancorchè non ricambiato (come nel caso della mia lei) non può essere cancellato. Ha toccato troppi tasti importanti del proprio Sè per passare inosservato, specie poi se si è trattato della prima volta. Ecco perchè ho rimproverato a lei (attingendo le ragioni al mio “egoismo” istintuale) di non aver mai smesso di amare quell’individuo. Poi però, utilizzando le categorie istintual-razionali di cui abbiamo parlato, mi sono reso conto che sia lui che io non abbiamo fatto altro che produrre i fenomeni delle “reazioni casuali” di cui fai cenno nel tuo post. In pratica ognuno di questi attori non ha fatto altro che soddisfare “quel bisogno in quel momento”. Bisogno che, una volta accontentato, “…nel bene o nel male, che abbia dato gioia o dolore”, ti fa sentire “qualcuno”, ti da un’identità, un ruolo, e quindi un senso a quella parte di esistenza, e quell’identità è tanto più solida quanto più l’oggetto del desiderio è “solo tuo”.
    Ti è ormai chiaro che i miei lamenti non sono altro che frutto della gelosia (istintiva anch’essa) per la quale tutto ciò che è fondamentale per la soddisfazione di quei bisogni, diventa una necessità esclusiva che non si vorrebbe condividere con nessuno, neppure se questo c’è stato prima di te.
    Cara Rossana sarebbe molto utile essere più “semplici” e non… capire. Non ci si porrebbe tante domande che si scoprono senza risposte.
    Ho ben accettato la realtà della mia donna per quello che oggi mi appare, sai. Quello che è difficile è accettare che l’Amore resta solo un illusione a cui non si può rinunciare.
    Grazie. Abbracci

  10. 60
    rossana -

    Caro Odisseo,
    non hai idea di quanto sia stato importante, e gratificante per me, questo scambio di post, in un momento, in cui mi sento “disadattata”, come spesso mi capita anche nel reale, nei confronti di persone con cui non c’è possibilità d’intesa, neppure a livelli minimi…

    solitudine è anche quando non trovi interlocutori con cui scambiare opinioni alla pari su temi di particolare interesse, nel reciproco rispetto di visioni opposte. solo con il mio ex marito, con tutti i limiti e le difficoltà della nostra unione, ho avuto lo stesso piacere che ho provato in questi giorni con te (incontro fortuito anche quello): pur provenendo da origini e ambienti diversi, appartenendo a sessi opposti, il piacere di una base comune di dialogo e di una sintonia di concetti che evolvono e si dipanano quasi in parallelo. questa è la parte più bella (quanto rara) della partecipazione a un forum, di cui ti ringrazio.

    inutile confermare che sono in accordo su: “Le tue ipotesi sono valide quanto tremende, e dimostrano, logicamente, quanto siamo solo “strumenti” nelle mani della Natura, se va bene, e del Caso più concretamente.
    Dimostra anche un’altra cosa, quanto la nostra coscienza svolga un ruolo secondario, quasi da “sensale” rispetto alle scelte “brute” che operiamo.” – ho impiegato anni a raggiungere questi concetti ma adesso ne sono del tutto convinta. lo afferma anche Lorenz, con una sintesi a mio avviso stupenda: “La ragione trasforma in ideali gli impulsi biologici” (dal libro: “L’aggressività).

    sto cercando più o meno lo stesso tipo di risposte in relazione alla religione. non è che il percorso sia più facile. tuttavia, tremendamente stimolante…

    quanto all’amore, secondo me è una sovrastruttura che può o meno adagiarsi sulle necessità espresse dai principali istinti (sopravvivenza, riproduzione, lotta e fuga). rientra, ad esempio, nell’istinto d’aggregazione, forte e pregnante quasi quanto gli altri quattro. certo è che trattasi di evento raro, che già è grasso che cola se ha modo di presentarsi una sola volta in una vita.

    e anche in questo caso, non è detto affatto che possa durare per sempre, per lo meno nella sua forma più autentica, quella che ti fa ritenere l’individuo che hai scelto come unico e insostituibile. l’onda emotiva segue sempre quella dei principali bisogni. se non si è ipocriti, si deve poter riconoscere quando questi si sono esauriti e ne sono subentrati altri, senza per questo mai rinnegare il sentimento passato.

    citando M. Yourcenar: “L’amore è un castigo: siamo puniti per non aver saputo restare soli.”. guai se ci s’imbarca in questo tipo di viaggio senza mettere in conto che ogni attimo di gioia dovrà essere pagato con ore di dolore, sia pure in modi diversi a seconda della sua evoluzione e conclusione. non tenere in conto tutto questo è come nascondere la testa sotto la sabbia o giocare con il fuoco, ignorandone il pericolo…

    abbracci ricambiati.

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