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È giusto soffrire per un amore non corrisposto?

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Lettera pubblicata il 7 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 89 commenti

Pagine: 1 2 3 4 5 6 9

  1. 31
    LUNA -

    Odisseo, ho sorriso con affetto per @tutto vero, ma diglielo al mio cuore@

    perché comprendo che le domande che ti fai ti facciano male. E comprendo perché te le fai, visto che spieghi molto bene il tuo punto di vista, ma al contempo continuo a pensare quanto bene staresti senza fartele. E non perché metteresti la testa sotto la sabbia. Spero che tu riesca a risolvere questa cosa che ti fa male, perché appunto c’è la tua emotività di mezzo nella rilettura di frasi a cui lei magari dà una peso, in una rielaborazione, completamente diverso.
    D’altra parte sull’intersecarsi emotivo del passato e del presente James Joyce ha scritto un bellissimo racconto, in Gente di Dublino, se non erro. Ma ha scritto anche un bellissimo racconto, sempre lì, su una donna prigioniera di una situazione che non riesce infine, pur incontrando chi la ama, a fare una scelta diversa. Tua moglie ha fatto una scelta diversa. E tu la vedi come un’alternativa, io invece (anche se ovviamente non conosco tua moglie) penso che lei forse era semplicemente sintonizzata in altro modo anche con se stessa, aperta a vivere un amore, un amore su tutto un altro piano, a volersi pù bene e voler bene in un modo più sano, e quindi ha iniziato (e proseguito) una nuova vita con te non come alternativa a, ma semplicemente perché ha amato te, proprio te, e amato sè, proprio sè, e vi siete felicemente incontrati con la stessa lunghezza d’onda, comunque, al momento giusto.
    Il fatto del colpo di fulmine, in fondo, parla anche di un riconoscimento istintuale, non di una scelta razionale. Dico sempre che io credo al colpo di fulmine, avendo peraltro provato e vissuto, ciò che dico è che il colpo di fulmine non è un qualcosa che ci racconta tutto di chi abbiamo davanti, nè può dirci come sarà il futuro. Ci racconta un’emozione fortissima e una fortissima affinità. Nel vostro caso avete costruito giorno per giorno un futuro che si è fatto via via nuovo presente, e poi anche ricordo, positivo ricordo.
    Vi siete conosciuti via via e piaciuti ancora, via via. Insomma, non mi pare che ciò che vi ha colpito l’uno nell’altra al momento del colpo di fulmine sia stato spazzato via dalla reciproca conoscenza. Anche perché cio’ che di tua moglie oggi sai e magari prima non sapevi appartiene al passato di tua moglie, prima di te, non è contingente a voi due, qualcosa che riguarda voi e che non sapevi.

    Io ti dico la mia, ma ovviamente sai tu, e sa tua moglie per sè.
    Ho capito la questione che ti poni sulla passione, però non mi stupisce che tua moglie non ti abbia raccontato volentieri di essere stata trattata e di essersi sentita trattata come uno straccio per pavimenti.
    E credo che in questo abbia avuto anche una sua istintiva saggezza…
    non nel senso che tu lo avresti fatto, trattarla come uno straccio se tu avessi saputo che qualcuno lo aveva fatto prima di te, ma, a parte che trovo saggio che non l’abbia fatto, perlomeno all’inizio, perché avrebbe (sinceramente, in generale) potuto incontrare anche

  2. 32
    LUNA -

    un nuovo manipolatore. Forse mi riesce difficile spiegarti questo concetto, però io capisco se tua moglie, nel momento in cui si voleva lasciare indietro quanto era successo (non attraverso te, ma attraverso di sè, prima di tutto) e stava rielaborando quanto le era accaduto e di cui era stata comunque agente a sua volta, istintivamente comunque non abbia voluto identificarsi con la pesantezza della storia del passato, che tra l’altro era stata un qualcosa che, come dici tu stesso, le aveva portato l’autostima sotto i tacchi.
    Che abbia, in realtà, tolto potere (consapevolmente o no) a quella persona, che abbia realizzato un distacco da quella persona (consapevolmente o no) anche non parlando di lui e non descrivendo se stessa come così legata a lui o alla precedente storia.
    Posso dirti (anche se, ripeto, non conosco lei e quindi ipotizzo in base ad una mia personale rilettura) che in realtà trovo positivo il fatto che non te ne abbia parlato. Perché di solito chi è manipolato in una certo tipo di situazione parla moltissimo del proprio manipolatore anche perché la lettura di sè e la lettura del mondo, dei suoi rapporti con il mondo ecc subisce ancora un filtro molto forte che viene dal manipolatore e da certe dinamiche.
    Questo te lo dico da persona che, pur non in una storia come la sua, ha provato un’esperienza di un certo tipo, pur non essendo una donna che ama troppo, di base, nè una con la sindrome della crocerossina, nè una affascinata dai balordi (tutt’altro), nè una che pensa che la passione sia vivere con le dita nella presa della corrente, perché l’adrenalina di una storia contorta, il rapporto di dipendenza che comunque anche il manipolatore vuole da te, non è passione…
    Se tu mi dici che lui, tra l’altro, era un affabulatore prima che un bastardo (cioè, che non si presentò come un bastardo, se ho capito bene, ma rivelò di essere un bastardo) ciò rientra molto di più nella questione della manipolazione che nel fatto che lei sia andata a cercarsi un bastardo. Odisseo, questo lo dico perché è chiaro che una persona poi in teoria (a anche in pratica) dovrebbe mollare il colpo quando scopre chi ha davanti, tuttavia le ragioni per cui si innescano certi meccanismi, anche di adattamento, di abbassamento di autostima in un circolo vizioso, di insicurezza e dipendenza, di empatia sbarellata ecc ecc sono molto più complesse (anche se decodificabili) del semplice masochismo o sindrome della crocerossina. Infatti non a caso tua moglie in seguito non è andata a cercarsi uno così. Il fatto che tu l’abbia amata e rispettata molto non avrebbe fatto “miracoli” se lei non fosse stata sulla lunghezza d’onda giusta. Avrebbe probabilmente evitato te per andarsi a cercare un altro “carnefice”. Ti consiglio di leggere se vuoi Molestie Morali della Hirigoyen. (comunque conosco anche uomini a cui è successo, non è una questione legata solo al femminile).

  3. 33
    Odisseo -

    Molti anni fa una cara amica mi disse “è curioso, tu hai le caratteristiche fisiche del tipico maschio virile, ma una sensibilità femminile”. Non ci avevo mai pensato, per me essere com’ero, e come sono, era evidentemente naturale, ma riflettei sul fatto che riuscivo a fare discorsi seri, interessanti e costruttivi più con le ragazze che non con gli amici. Questo non mi ha impedito di essere il classico ragazzaccio degli anni 70/80, ma con una caratteristica di cui vado fiero: non ho mai speculato nelle relazioni sentimentali, forse non ho soddisfatto le speranze di qualcuna che aveva fatto progetti su di me, ma mai dico mai ho sfuttato chi ritenevo essere più debole di me, come nel caso di una donna innamorata che non puoi ricambiare. Non so se questo appartenga a quella sensibilità femminile di cui quella mia amica parlava, penso piuttosto che sia, o dovrebbe essere, “naturale” per un uomo che si ritenga tale non “approfittare” da vigliacco.
    Rossana e Luna,accolgo con piacere tutte le vostre acute, intelligenti e sensibili considerazioni, che trovo perfettamente corrispondenti alla realtà. Io amo molto mia moglie e sono ricambiato, ma, non so se per bisogno atavico, una forma di regressione, una gelosia retroattiva o chissà cos’altro, ho l’infame sensazione che quel certo tipo di canina dedizione io non l’abbia avuta. Forse ho avuto molto di più, anzi certamente molto di più, ma è come se io di lei avessi visitato tutte le “stanze” del suo animo meno una: quella che ha riservato a quell’individuo.
    Questa mattina ho sentito per radio l’intervista ad un intellettuale che io ritengo sublime: Moni Ovadia. Nella sconfinata sapienza che esprimeva, ha fatto cenno a quante culture sono state umiliate, anche in maniera cruenta, a fronte della presunata superiorità di altre. E’ superfluo ricordare che Ovadia sia un ebreo (laico) per capire a cosa si riferisse. Ma tra le tante, una cosa mi ha illuminato e fatto capire perchè, ancora oggi, molte donne si trascinano un “complesso di inferiorità” più o meno esplicito nei confronti del “maschile”.
    Ovadia sosteneva che nella cultura ebraica la donna non nasce come sottoprodotto dell’uomo, come nella nostra cultura cattolica (la famosa costola )ma come interlocutore di questo: una differenza fondamentale direi, che ha dato esiti sui quali spesso non riflettiamo.
    Se ci pensiamo, non ci vuole molto -senza scomodate teologia e filosofia- per comprendere perchè ancora oggi una “subalternità” femminile si intraveda anche nelle situazioni di cui stiamo discutendo. Dopo anni di lotte per la parità e per la liberazione sessuale, mi capita di leggere che sono state vendute 40 milioni di copie di un pamphlet come “50 sfumature di…” Incredibile!! Neppure i romanzi rosa di Laila negli anni ’50 hanno mai venduto tanto, e siamo nel 2012, e ci sono donne, magari colte,istruite e liberate che si entusiasmano, con perversa (?) curiosità alle vicende di una coppia nevrotica nella quale lei è… “sottomessa”.

  4. 34
    Odisseo -

    Non vorrei toccare argomenti che trattino la cultura religiosa, ma posso immaginare, dalla qualità delle persone che siete, che avrete capito come certi condizionamenti, pregiudizi e atteggiamenti attorno alla figura femminile, abbiano giocato un ruolo importante nel valore che queste hanno dato al proprio Sè, e come queste donne cerchino di soddisfarne “l’alterata” realizzazione attraverso il soddisfacimento del “padrone”, quasi ad elemosinarne la benevolenza in tanti casi e con mille sfumature, anche a costo, nei casi estremi, della propria dignità.
    Quelle istanze “culturali” cui accennavo, evidentemente hanno fatto lo stesso effetto al maschile, ma in direzione opposta, corroborate anche dalla naturale propensione andro-animalesca alla “rapina”,presente soprattutto nei casi di maschi di bassa qualità. Fatto sta, che le due anime, maschile e femminile, sembrano compendiarsi solo nel profondo degli istinti e del ruolo che una certa cultura ha “sdoganato”, quando cioè si rapportano in una metaforica “danza” nella quale lui conduce e lei è condotta,lui è il signore e lei la sua vestale, lui capo e lei sottoposta, e la letteratura trabocca di vicende con questo tipo di copione, non a caso. Quelle storie di coppie “felici” ed equilibrate, attengono più alla commedia leggera se non al filone…comico e nessuno si è mai chiesto il perchè.
    Leggete di questo esempio che vi propongo: è esplicativo più delle mie parole.
    Non so più se l’ho citato o l’ho letto in uno dei tanti post; in un libro di Raimond Carven (spero di non sbagliare), autore che descrive splendidamente la “vera” società americana, si racconta di una coppia di amici che discutono delle cose della vita. Una delle due donne aveva avuto un compagno violento, caratteriale, geloso, che la picchiava, sino a minacciarla di ucciderla. Lei dovette abbandonarlo per non soccombere e fu lui ad uccidersi. Mentre raccontava questo, accanto al nuovo compagno,uomo finalmente affettuoso e dedito, traspariva dalle sue parole una nostalgia per quell’uomo che la maltrattava, che nella violenza, nella passione malata e nel tragico finale, di cui lei poteva anche essere la protagonista, vedeva il “vero amore”.
    Ecco, con le dovute proporzioni, se leggiamo i tanti post di questo forum, e rivedo la storia della mia lei, sotto sotto ci “sento” questi sentimenti nelle donne che scrivono,così come ho “percepito” la stessa cosa nella descrizione che la mia lei ha potuto fare di quell’individuo, opportunista, egoista e “violento” a modo suo, che di “quella ragazza” probabilmente non ricorda neppure il nome.
    Potrò avere tutta la sensibilità femminile che si vuole, ma non capirò mai per quale motivo si debba anche solo ricordare chi ha umiliato la parte più bella di noi e di una donna in particolare: la capacità di amare “veramente”.
    Un grande saluto e un augurio
    O.

  5. 35
    rossana -

    Odisseo,
    concordo con la tua amica sulla percezione che tu abbia una sensibilità femminile, che riscontro soprattutto nella capacità e nel piacere del dialogo ma anche nell’approfondimento di sentimenti e di differenze fra i sessi.

    rispondendo in ordine cronologico a quanto hai espresso, ti preciso che nemmeno nella cultura ebraica (che pure è migliore di quella cattolica per quanto riguarda la donna) ho visto mai quella grande apertura a cui accenni. considera la seguente preghiera (tratta dal web), e ne comprenderai la ragione:

    “Benedetto tuo Signore Nostro D. Re del mondo che non mi hai fatto non ebreo.
    Benedetto tuo Signore Nostro D. Re del mondo che non mi hai fatto schiavo.
    Benedetto tuo Signore Nostro D. Re del mondo che non mi hai fatto donna.

    Al posto della terza espressione, che solo gli uomini recitano, le donne ne recitano un’altra che dice: “Benedetto tu (o Signore Nostro D. Re del mondo) che mi ha fatto secondo la sua volontà”.”

    quanto alla cultura tuttora dominante che vuole la donna sottomessa, e in linea generale (seppur subdola) l’allena fin da bambina a questo ruolo, è come se tu m’invitassi a nozze! secondo me ci vorranno ancora almeno un centinaio d’anni prima che la donna raggiunga in occidente una vera parità, soprattutto mentale collettiva ma anche economica e sociale, per i contributi che via via imparerà a dare, contributi che a mio avviso potranno davvero cambiare il mondo.

    prima della rivoluzione sessuale del ’68, temo che la miglior posizione concessa a una donna nella coppia fosse quella di gregaria e/o sostenitrice del “campione”.

    i condizionamenti che io stessa ho subito hanno massacrato la mia vita. a volte mi sorprendo da sola di come sia riuscita a venirne fuori con le ossa rotte ma con la mente integra e ancora disposta a comprendere e ad amare. concordo quindi, in tutto e per tutto, con i primi due paragrafi del tuo secondo post.

    meno con il resto, in quanto secondo me alcuni comportamenti estremi acquisiscono i colori della malattia nevrotica, quando non psicotica. fino a qualche tempo fa, considerando tre rapporti di coppia che ritenevo ottimali, tutti e tre osservati di persona (o quasi) e terminati con la morte dell’uomo, più o meno cruenta, in quanto incapace di vivere senza la sua donna, li ritenevo esempi lampanti di “amore per sempre”, come quello descritto nei romanzi, in cui il ma soprattutto la protagonista fanno sempre un brutta fine. ora sto rivedendo questa mia visione, che non mi sembra calzante in una realtà sana.

    tornando alla tua donna, se è vero che un’accettazione totale è il più alto livello d’amore che una madre possa dare al figlio, non è detto che questo tipo d’amore sia giusto anche in un rapporto fra adulti di sesso diverso. anzi, mi sembra proprio che non lo sia. direi che si può trattare di un momento di transizione nella crescita o di deviazione, più o meno leggera, come può essere il masochismo o il sadismo ma non certo un qualcosa a cui aspirare.

  6. 36
    rossana -

    segue post per Odisseo

    per sua fortuna, la tua donna si è evoluta verso un rapporto più maturo e più consapevole (come a suo tempo ho fatto anch’io, nella mia seconda scelta, anche se io, per arrivarci, ho dovuto penare di certo parecchio di più di tua moglie, senza trarne gli stessi ottimi risultati).

    quindi, se così stessero davvero le cose, non ci resterebbe che da chiederci come mai resta legata a quel ricordo così poco edificante? e qui sfodero l’arma finale per spuntare il tuo indefesso rimuginamento: l’amore romantico! quello che fa ritenere buono tutto quello che in un rapporto può far soffrire, sulla scia di Anna Karenina e di altre simili eroine, ormai fuori tempo.

    io stessa sono stata cresciuta all’ombra di “un cuore e una capanna” e di struggenti canzoni d’amore passionale che, nel confronto con la realtà della vita bohemienne del mio compagno, si sono dissolte in quattro e quattr’otto, come neve al sole! non basta l’amore, ammesso che amore sia, per vivere bene in compagnia: si finisce con il morire malamente, come Mimi nella Boheme! scusa lo sfogo!

    concludo tornando ad invitarti a non continuare a voler comprendere quanto forse nemmeno la tua compagna ha compreso o ha intenzione di approfondire. non mettere a confronto i vari tipi d’amore che possono colorare l’interiorità di una persona. lascia che il passato sia passato (con le sue stanze chiuse), e guarda al presente, sperando che si conservi tale anche in futuro.

    PS: sui condizionamenti vari, apportati anche dai miti o da importanti scritti antichi – non soltanto religiosi, penso all’Iliade, ad esempio -, tengo a far notare che gli ebrei nella Bibbia hanno almeno ammesso l’esistenza delle/degli amanti, come nell’Olimpo greco, mentre invece i cattolici, nel loro intento distruttore del piacere, hanno fatto sì che tale figura – pur essendo spesso umanamente reale, maschio o femmina che sia (anche se prevalentemente donna, proprio per la scarsa autostima femminile e per la capacità predatoria, spesso pure osannata, del maschio) – fosse esclusa persino dalle favole, che sono quasi sempre una modalità preparatoria alla vita adulta!

  7. 37
    Odisseo -

    Ciao Rossana. Sia chiaro che non volevo affato fare un’apologia sionista,so bene quanto antifemminismo contengono le tre religioni monoteistiche e in che dosi, visto che la “nostra”, diciamo così, non brillando certo per apertura verso l’altra metà del cielo, è persino più misogina di quella dei figli di David.
    Detto ciò sento di ringraziarti,assieme a Luna per, l’attenzione che avete posto nei confronti di un problema che ha condizionato parecchio la mia vita e la relazione con la mia lei negli ultimi due anni, aiutandomi in maniera straordinaria a comprendere delle dinamiche del cuore femminile che ignoravo, per il semplice motivo che non le “producevo” nelle relazioni che hanno accompagnato la mia crescita sentimentale e quindi non le immaginavo.
    Puoi capire come possa essere difficile “vedere” il proprio oggetto d’amore impegnato in una svilente lotta per conquistarsi un pezzo di felicità da un cialtrone che non aveva intravisto neppure lontanamente lo spessore della persona che lo desiderava, e accettare che questo possa essere accaduto ad un donna con quelle qualità, che oggi vengono finalmente considerate da chi l’ha amata e la ama veramente .
    Oggi, superata la crisi, siamo una coppia bella, allegra e finalmente “complice”, soprattutto nell’intimità, visto che quelle frustrazioni l’avevano praticamente resa indifferente o quasi all’espressione erotica come ulteriore e più completo mezzo di comunicazione tra partner. Proprio ieri mi ha gratificato dicendomi che mai sarebbe diventata quello che oggi è senza di me senza pensare che a me non è costata nessuna fatica,anzi, ma questo dimostra quante coppie ci siano in giro che si rassegnano, dando per scontato che la passione, l’interesse e il piacere di stare insieme debbano necessariamente scemare con gli anni. Io non mi sono mai rasegnato nè arreso e, seppure con lo strazio che accompagna una crisi, oggi io ho imparato qualcosa in più del caleidoscopico mondo femminile, non sono più qiel cieco al quale si parlava d colori e lei ha smesso di sentirsi quella vestale che le condizioni pregresse le avevano imposto suo malgrado. Qulle sofferenze che abbiamo vissuto sono state l’esito di un parto dal quale siamo rinati finalmente “adulti”, un uomo e una donna compiuti, e ne è valsa la pena. Ma ripeto, il tuo, vostro, contributo è stato importante, e mi complimento, con ammirazione, per la splendida cultura e capacità espressiva che avete manifestato in questo forum.
    No Rossana, so che non entrerò mai in quella “stanza”, forse non ce n’è neppure più bisogno, ma ho voluto tutto di lei e le ho dato tutto, e quando scopri che ami una persona in quel modo, ti accorgi che le convenzioni “normali”, come il tempo, pèrdono significato. Amo mia moglie da 25 anni, ma mi accorgo che la amavo anche “prima” di conoscerla, e chi occupava il mio posto non doveva permettersi di maltrattarla nè che lei si facesse maltrattare.>>

  8. 38
    Odisseo -

    E’ assurdo, anacronistico, irreale, ma nella testa e soprattutto nel cuore di un innamorato, la “realtà” è un concetto senza senso.
    Io spero di risentirvi ancora, perchè è stato veramente istruttivo poter dialogare con voi, e se mi permetti voglio augurarmi che abbiate un partner alla vostra altezza, perchè ho la strana sensazione che donne della vostra portata intellettuale facciano fatica a trovare un compagno adeguato, conoscendo, purtroppo, la qualità maschile attualmente in circolazione. Non a caso mi sono rivolto ad un forum praticamente solo al femminile.Grazie ancora.
    Un saluto e un abbraccio, Bluwing.

  9. 39
    rossana -

    Odisseo,
    sono FELICE che la tempesta sia passata e che stia tornando l’arcobaleno che entrambi meritate. il segreto di una lunga intesa amorosa, a mio avviso, sta parecchio, oltre che nel feeling iniziale, nella capacità di dialogo e di mettersi in discussione. se ci si impegna sul serio, si riesce sempre a capire qualcosa in più dell’altro, che resta, soprattutto fra uomo e donna, un diverso.

    hai ragione: per me non è stato facile il sentiero dell’amore (nè quello della vita in generale). pur essendo da sempre graziosa e aggraziata, l’intelligenza e l’introspezione sono raramente apprezzate in una donna. ho avuto due relazioni importanti, che hanno coperto, sia pure in modo scisso, un terzo della mia vita ma in seguito non sono più riuscita a realizzare un rapporto di coppia.

    va bene così: ho dato e avuto! a mio avviso, quando si è imparato ad amare in modo profondo, si continua a farlo ampliando il proprio raggio d’azione, così come tu hai amato la tua lei anche prima di conoscerla: i sentimenti non conoscono confini! ed è vero, anche, che la loro magia ha spesso poco a vedere con la realtà.

    auguri vivissimi a tutti e due.

    PS: 1) anche un altro mio nick, a cui sono affezionata, contiene il colore blu… 🙂
    2) non ho mai avuto la sensazione che questo fosse un forum essenzialmente “al femminile”. personalmente lo conosco da più di un decennio e ci torno di tanto in tanto, in modo intensivo ma sporadico, considerandolo il migliore che abbia conosciuto, gestito da una persona molto sensibile e intelligente, da cui ho avuto a suo tempo il piacere di essere apprezzata. allora credevo e difendevo a spada tratta “l’amore eterno”…

  10. 40
    Odisseo -

    Rossana, sai, questi dialoghi avuti con voi mi hanno avvicinato ad un mondo che noi maschi, ancorchè dotati di presunte sensibilità femminili, poco conosciamo. Per queste ed altre ragioni, si finisce per intessere i dialoghi con la propria partner che, pur in buona fede, spesso portano a “onesti malintesi”. Mi permetto di usare questo curioso termine, solo per dire che a volte tra i due si creano “letture” dell’altro che sono il frutto di immagini, aspirazioni, esperienze pregresse e sogni, nonchè cultura, (non intesa come cognizioni, ma come imprinting familiare: io sono mediterraneo lei anglosassone)che falsano la “comunicazione”. Si potrebbe sintetizzare con il termine “lost in traslation” per definire meglio questo aspetto della relazione sentimentale tra due esseri, già diversi come genere, e pertanto con impulsi, aspirazioni e sogni “fisiologicamente” diversi; se poi appartengono a mondi geograficamente (e quindi culturalmente) relativamente lontani si può immaginare quale possa essere la difficoltà di trovare un linguaggio comune col quale dialogare.
    Non nego di essere (stato) un classico maschio mediterraneo, ma vorrei che questo fosse visto come un dato di merito, in quanto credo che la differenza tra l’aspetto negativo di un carattere e quello positivo sia dovuta alla cultura (questa volta sì legata alle cognizioni)che ognuno di noi possiede.
    E’ chiaro che la complicità che con gli anni si crea in una coppia è direttamente proporzionale all’efficacia del dialogo di cui accennavo in precedenza, ed è tanto più salda quanto quel dialogo è stato “compreso” nei giusti termini che venivano espressi. E’ quella complicità che rende “unica” quella coppia. Se emergono crepe dovute alla sensazione di non “essere stati capiti” e si ama la persona che si ritiene “non ci capisca”, si va a pescare esempi che dimostrano che qualcuno prima di noi è stato capito meglio, anzi, non ha avuto neppure bisogno di “spiegarsi” per farsi accettare. Ma evidentemente è una risposta che “ci si vuole dare” per giustificare l’immeritata frustrazione che si pensa di stare subendo.
    Per restare equilibrati nel giudizio di certe evenienze bisognerebbe…non essere innamorati, ma questo logicamente non avrebbe mai fatto emergere nessun dei problemi che io o altri hanno espresso in questo forum.
    E’ già stato detto e tu lo hai più volte confermato: dobbiamo accettare che per quanto si possa desiderare e amare una persona non potremo mai riempirne tutto… il cuore. “I sentimenti non conoscono confini…” sostieni tu, nè ne hanno aggiungo io, ma chissà perchè se sono conditi da un pò di “sofferenza” sembrano valere di più. Lo dico perchè, come puoi constatare,li sto vivendo in questo modo mentre contestavo questo alla mia lei.
    Davvero non saprei come ringraziarti per questo raro dialogo che ho avuto con te e con Luna, mai riscontrato in altri “tentativi”.
    Alablu? Sono appassionato di volo, e blu è il mio colore, come lo è il cielo quando ci volo “dentro”.
    2013 Auguri!!

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