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Donne, ma come si fa? Ditemelo per favore

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Lettera pubblicata il 16 Maggio 2013. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 82 commenti

Pagine: 1 5 6 7 8 9

  1. 61
    bimba -

    ahahahahahaha!!!! che bella battuta! ahahhahahah!

    “A be’, contenta tu di ragionare con il cervello altrui contenti tutti. Contenta tu di parlare con le parole altrui contenti tutti.” – ma che dici…. perché non vai a chiedere a uno/a psicologo/a o uno/a che studia psicologia se non è vero che ci sono le categorie umane.. vai vai, poi facci un ragionamento però, eh, sulla realtà e su come è realmente fatta.
    ma veramente non ti rendi conto neppure di ciò che leggi, e lasciamo stare ciò che ho scritto io – di cui non hai capito nulla se passi dalle “tesi astratte che vado sbandierando” a “parli con le parole degli altri” – ma neppure i fatti esposti da Fabrizio e dalle lettere del sito, sia degli uomini “la mia ragazza è confusa” che delle donne “sono confusa”.
    (veramente fate cadere le braccia)
    saluti e buon divertimento nel vostro paese immaginario dove vivete.

    uomini, davvero, non vi resta che attrezzarvi, indossare l’armatura e avere il piano B di riserva per non affondare economicamente, emozionalmente e fisicamente, nel caso incontriate di nuovo una donna che fa esplodere tutto dopo alcuni anni perché non sente più le emozioni come un tempo quindi ne deduce che non vi ama più, o se potete, ogni tanto fate qualcosa tanto per darle qualche emozione nuova prima che vada a cercarla da qualcun altro (anche se non è garanzia che non sbotti ugualmente visto come è il tipico ragionamento femminile, cioè si aggrappa a tutto pur di dimostrare che hanno ragione loro e voi sbagliate).
    a questo punto davvero non lo so più che si potrebbe fare. visto che le donne non vogliono capire e ridimensionarsi in questi ragionamenti “emozionali”, e visto che invece voi sapete essere più sensati, siamo (nel senso della società) nelle vostre mani.

  2. 62
    Lorenzo -

    bimba hai rotto,parli come un uomo solo per avere gli appalusi,sei solo UN frustrato!

  3. 63
    ryan -

    In merito all’interventi di bimba, ciao bimba io studio psicologia (sto per finire), magari il mio parere può essere interessante. Spesso i profani (ed è anche normale) confondono le categorie diagnostiche (per intenderci quelle del DSM, il manuale diagnostico dei disturbi mentali) con la realtà. Mi spiego meglio. Sarà impossibile trovare la persona con disturbo depressivo “tipico”, da manuale per intenderci. E’ possibile che la stessa persona rientri in più categorie diagnostiche, quindi abbracci magari perfettamente la categoria di un certo disturbo depressivo, ma anche alcune caratteristiche di un altro disturbo. Questo perché la variabilità fra le persone è talmente incommensurabile, e la combinazione di fattori (ambiente, geni, reazioni agli eventi) è incalcolabile e irripetibile. Le categorie diagnostiche servono solo come “traccia” per gli specialisti, sono una convenzione affinché la comunità scientifica possa convergere sulle definizioni. Insomma, è sbagliato ad esempio reificare le categorie diagnostiche, e questo succede ad esempio quando si dice di una persona, che è “depresso”, oppure “psicotico”, proprio perché si parla di ideali diagnostici. Potendo generalizzare, posso dire che non esiste nemmeno “la donna” o l'”uomo” tipo, la mia credenza è che ognuno, in determinate circostanze, ha la libertà di comportarsi come meglio crede, in base a quel che ha imparato fino a quel momento dal mondo circostante, secondo me sue caratteristiche prettamente individuali (cioè la miriade di aggettivi esistenti per descrivere se stessi).

  4. 64
    bimba -

    ciao Ryan 🙂
    ti ringrazio del tuo intervento, in effetti è molto interessante e fa riflettere. io intendevo riferirmi a una data “tipologia di donna” (come di uomini dall’altro lato) nel senso di notare un insieme di caratteristiche comuni. correggimi se sbaglio: come, per fare un parallelo, lo sono i disturbi che tu dici, cioè questi disturbi hanno caratteristiche comuni, poi tu dici non si possono applicare alla singola persona. in effetti la singola persona ha le sue variabili, concordo perfettamente, tanto che lo scrissi in un commento nella mia altra lettera a cui faccio riferimento, che io cioè intendo questa “generalizzazione” un po’ come un tracciare delle linee generali sui comportamenti di uomini e donne, che per molte cose sono diversi fra loro, al di là delle singole persone. tu che ne pensi in merito a questo? cioè non noti anche tu, da psicologo che c’è una differenza per delle caratteristiche che sono proprie degli uomini rispetto ad altre delle donne? mi interessa il tuo parere.
    forse la psicologia si concentra dunque più sulla singola persona, dunque mi sbagliavo a citarvi? forse sono più i sociologi quelli che fanno “categorie” studiando gli uomini? se mi sbaglio sono pronta ad ammetterlo, nella vita c’è sempre da imparare. 🙂
    ciao 🙂

    p.s. anni fa lessi un libro “gli uomini vengono da marte, le donne da venere” di john gray che mi pare fosse uno psicologo.. (se non mi sbaglio e ricordo male).. personalmente è da lì che ho cominciato a notare queste differenze, e mi sembrano – sempre secondo il mio punto di vista – abbastanza riscontrabili appunto nella maggioranza degli uomini come delle donne, al di là della singola persona con le sue proprie sfumature. tu che ne pensi?

  5. 65
    bimba -

    siccome non ricordavo mi sono andata a cercare notizie sul libro..
    ho trovato questa descrizione del libro (più sotto ho messo il link), e sotto i commenti, molto simili ai contrasti che ci sono qui sull’argomento “generalizzazione sì o no”… 🙂 molto divertente, in effetti io lo intendo più come il provare a mettersi nei panni dell’altro, (commento di flavia in questo link) e capire atteggiamenti a noi non familiari e che tenderemmo a condannare proprio perché non li conosciamo e non li capiamo, anche io ho avuto miglioramenti nei miei rapporti con gli uomini e ho anche capito molto meglio me stessa.
    mah, temo che questa resterà una questione insolvibile, e cioè continueranno le opinioni diverse e contrastanti in merito all’argomento.. io penso che ognuno può scegliere di fare ciò che crede delle informazioni che si apprendono ogni giorno nella vita, anche leggendo un libro tipo quello citato che a molti può sembrare superficiale… il mio personale scopo era e sempre rimane quello di migliorarmi.
    un saluto a tutti e grazie delle vostre partecipazioni alle varie discussioni, io credo che in questo link e nei vari commenti a favore del libro ci siano tutte le migliori spiegazioni che potrei dare, quindi non rispondo più se si tratta di polemizzare sulla generalizzazione sì o no, sinceramente mi sono stufata. ognuno creda ciò che ritiene più giusto, mi sembra che ci sia libertà di scelta nel mondo anche di avere un determinato pensiero, no? e questo non lo riferisco solo a me ma anche a voi che avete diritto a dissentire, anzi mi scuso se ho usato toni sbagliati e forse offensivi senza rendermene conto. davvero, vi chiedo scusa ragazze.
    un saluto a tutti!

    per chi fosse interessato questo è il link del sito di cui parlo: http://www.frasiaforismi.com/frasi-amore/john-gray-frasi-da-gli-uomini-vengono-da-marte-e-le-donne-da-venere/

    @ lorenzo

    ma non hai altri passatempi oltre quello di rompere le scatole agli altri su questo forum? perché non te la fai tu una vita? 🙂
    auguri anche a te per un tuo miglioramento personale.

  6. 66
    ryan -

    Ciao bimba, molto interessante la tua risposta, hai messo molta carne sul fuoco 🙂 spero di non perdermi, nel caso scrivimelo.
    Allora, distinguiamo se si parla di categorie o comportamenti. Le categorie sono fisse e generali come dici giustamente, cioè sono le categorie ad esistere (il disturbo depressivo) ma non esiste la persona (il depresso), cioè comunemente si dice così (x è depressa, y è psicotico), così come si dice “quella è una donna”, però sarà chiaro che ogni donna non è uguale ad un’altra, in qualsiasi caratteristica che porta (colore degli occhi, dei capelli, altezza, indole), sarà impossibile trovare due donne completamente identiche (anche nel caso dei gemelli, c’è una somiglianza impressionante, ma non sono completamente identici, sia nel fisico che nel carattere). Eppure, possiamo riconoscere chi è donna e chi no, poiché questa categoria è “fondata” biologicamente. Cioè se faccio anche solo un prelievo del sangue, grazie alla scienza sono in grado di dire se appartieni ad una categoria o ad un’altra. Eppure ci sono persone che pur essendo biologicamente donne, si sentono uomini, e viceversa. Penso che se caratteristiche comuni che vediamo nelle donne e negli uomini (da qui la citazione del famoso libro sulle differenze fra i sessi) siano dipendenti sia dalla biologia ma anche dalla cultura. Quel libro (non lo conosco) ma probabilmente è stato scritto da un americano, dunque appartenente alla cultura occidentale (della quale anche noi facciamo parte), ma già sicuramente parlerà anche di aspetti che si trovano in America, ma meno spesso qui da noi. E’ chiaro che i riferimenti culturali, pur avendo tanto in comune, divergano su qualche aspetto. Se poi li rapportiamo alla Cina, le differenze saranno ancora più marcate. Per non parlare dei paesi arabi. Eppure, dalla notte dei tempi le donne egiziane usavano adornare la loro bellezza con gioielli, esattamente come fanno le donne italiane oggi 🙂 Se poi parliamo degli aspetti prettamente di relazione fra i due sessi, sarà possibile tracciare qualche “costante” nei comportamenti, ma quanto è dato dalla biologia e quanto dalla particolare configurazione data dalla cultura nella quale si cresce? La cultura è come l’acqua per i pesci, ci nuotiamo ma non ne siamo del tutto consapevoli. Credo sia per questo che si dice che “viaggiare apre la mente”, se si viaggia con la giusta disposizione d’animo 😀 Sono arrivato alla tua stessa conclusione “ognuno alla fine avrà le sue convinzioni”, stereotipi e pregiudizi, che hanno il vantaggio di farci orientare nella vita e capire meglio il mondo nel quale siamo immersi. Ma le situazioni sono così sfuggevoli che quel che fotografi, lo fai da una sola posizione alla volta, per forza di cose. E quando lo fotografi, già un istante dopo è cambiato 😀 Comunque il tuo intervento l’ho trovato ammirabile, sei una persona che denota certamente intelligenza e buonsenso, poi non c’è cosa più bella del volere sempre migliorarsi e imparare :):)

  7. 67
    Luna -

    Ryan, trovo molto interessanti i tuoi commenti e anche il riferimento (semplifico) tra linguaggio “clinico” e “comune”, come appunto nel caso della depressione. E’ importante cio’ che dici anche per il concetto legato all’affrontare un disagio rivolgendosi ad un aiuto competente e un percorso di recovery. purtroppo i luoghi comuni non aiutano 🙁 – su uomo e donna concordo. e il punto e’ che quando si parla ad personam, nel forum, usando delle categorie (anche se un testo divulgativo puo’ suggerire spunti di riflessione) in modo arbitrario, anche se per entusiasmo, in realta’ non si sta… facendo un buon servizio, neanche sociologico. ciao 🙂

  8. 68
    bimba -

    volevo citare anche il sociologo Alberoni, sono proprio sue parole queste che dicono più o meno così: “le donne, quando non amano più un uomo, lo considerano meno degli altri uomini, lo fano scendere molto in basso, al di sotto di tutti gli altri, e sono disgustate da un uomo che piange e implora perché le rivuole indietro… l’uomo che non ama più una donna la porta al livello delle altre donne, non al di sotto come fanno le donne, e se una donna piange e implora a loro fa tenerezza, cioè suscita sentimenti positivi, e può capitare che tornano indietro (anche qui comportamento diverso rispetto alle donne)”.
    la mia personale opinione è che è vero, l’ho riscontrato in me stessa e nei miei amici uomini e amiche donne, poi le eccezioni ci sono, ma appunto si parla di maggioranza.
    queste parole Alberoni le ha scritte in una rivista settimanale, nello spazio delle lettere che si scrivono al giornale, e dove risponde lui.
    dunque Alberoni, sociologo, che ha studiato e si presume sappia che cosa sta dicendo, sta facendo un errato servizio sociologico?
    Alberoni non sta cercando di insegnare a nessuno come si deve comportare, secondo le sue tesi astratte, ma sta rilevando una serie di fatti. forse le sue parole potrebbero sembrare un voler imporre a uomini e donne dei comportamenti prestabiliti, ma a me – sinceramente – non pare proprio sia così.

    ryan ti rispondo più tardi quando avrò più tempo… 🙂

  9. 69
    Fabrizio -

    Bimba
    Nel tuo post n.68 hai scritto delle grandi verità.
    La maggior parte delle donne di oggi sono davvero cosi.
    Ed é un peccato anche per loro.

  10. 70
    bimba -

    Ciao Fabrizio, purtroppo è vero..
    Ciao Ryan, credo di aver capito la tua distinzione categorie-comportamenti. dunque, se non sbaglio, con la parola “comportamenti” tu intendi un qualcosa di molto personale, cioè legato strettamente alla persona. dunque ecco perché si crea l’equivoco con il mio modo più generico di usare la parola “comportamenti”. tutto sommato qui credo proprio che hai ragione tu. per comportamenti non possiamo intendere qualcosa di generico perché dipendono da ciascuna persona e dal suo bagaglio culturale e dal contesto familiare ecc…
    Le caratteristiche comuni che possono trovarsi negli appartenenti alla categoria “uomini”, come nelle appartenenti alla categoria “donne”, io penso che dipendano molto dalla biologia. i comportamenti (per riprendere la tua analisi detta prima) invece dipendono dalla cultura, secondo me, perché altrimenti troveremmo grosse differenze fra un uomo per esempio europeo e uno orientale… ora, le differenze ci sono nella cultura sicuramente, da cui deriva la mentalità e il comportamento individuale. ma mi sorge qualche dubbio se devo pensare a una cosa tipo questa: in genere gli uomini sono di poche parole (non tutti ma la maggior parte), mentre le donne amano il dialogo e il continuo confronto a parole. dunque se vado in Cina o in qualche altro posto potrò forse trovare un uomo che parla ininterrottamente? Io avevo un’amica di penna filippina, e un amico indiano, lei mi ha sempre scritto lettere chilometriche, ma davvero chilometriche, lui una paginetta. forse è un esempio stupido, ma lo prendo dalle mie esperienze di vita… non ho viaggiato molto, purtroppo, perciò non conosco bene gli altri popoli. eppure ho la sensazione che anche un uomo che so africano non ami tanto parlare rispetto alla sua consorte donna.. 
    Questo è spiegato biologicamente, cioè sono comportamenti dovuti agli ormoni (anche John Gray lo diceva e lo accennava in quel suo libro) cioè l’uomo in seguito ai suoi ormoni è più portato all’azione, a muoversi, ad agire, a fare, invece la donna ha frequenti sbalzi di umore, è più empatica, è più percettiva, è attenta agli umori degli altri, ama tessere relazioni sociali per cui ama il dialogo (questo per la sua caratteristica biologica di dover essere un domani una madre per cui dovrà “capire” i figli, le loro necessità i loro bisogni per esempio perché piangono, e se è perchè hanno fame, ecc.. per farli crescere sani).
    Quindi io non credo proprio che quel libro fosse valido solo in America, la patria dell’autore..(tra l’altro è stato tradotto in 40 lingue e venduto in oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo) e io l’ho anche verificato nella mia realtà, come dicevo, tra i miei amici uomini e le mie amiche donne (italiani e italiane)…
    Dunque partendo dal giusto presupposto che tu hai ben specificato, cioè i comportamenti sono una cosa le categorie sono un’altra e sono biologiche, credo che si giunga a un chiarimento migliore di questo argomento. Grazie di avermi fatto notare queste cose 🙂

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