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Oggi chi non è bello maltratta il proprio corpo, chi lo è lo ama

Salve, vorrei condividere con voi alcune riflessioni sia personali che di ordine generale. 

Mi trovavo prima a ricordare di quando ero piccola, e all’improvviso lo sviluppo – come accade per tutti – mi portò a notare per la prima volta come fossi fatta fisicamente. Per me i cambiamenti fisici sono cominciati durante l’estate in cui avevo otto anni, e credo oggi che fosse veramente troppo presto a livello mentale accettare per me una cosa del genere. 

Oggi i bambini (ma pure quelli della mia epoca, quella delle spice girls, e parlo di 30 anni fa) hanno già una percezione della bellezza perfettamente costruita sui modelli proposti dai media, e per me non fu difficile confrontarmi con quelli. Cominciai a vedermi le cosce tozze (non era questione di peso, anche se mi veniva detto così, in realtà oggi posso dire che non mi è mai venuto il punto vita e quindi sono dritta come un uomo) e cominciai a soffrirne profondamente. Le mie gambette erano pure storte, ad “X” come si suol dire, e quindi mi vedevo come un mostro deforme. 

Un paio di anni dopo , a dieci anni, cominciai a fare una testa enorme, sopracciglia che mi davano un’espressione assurda e un naso con tutti i difetti possibili: storto frontalmente, a patata, lunghissimo ed enorme (occupa tutta la mia faccia). Comunque il problema non era nemmeno questo ma piuttosto che la mia bocca era molto stretta e sproporzionata rispetto alla larghezza della faccia nella parte di sopra e che l’insieme era, ed è , inesorabimente, RIDICOLO, di una particolare antipatia anche se non faccio niente. Tipo che una mattina mi sveglio di buon’umore e rilassata e la faccia da sé infastidisce, sposta gli sguardi, perché è tutta sbagliata, dall’attaccatura di capelli anomala che devo portare (sembra che tengo il riporto) ai due metri di mento che mi ritrovo.

Il punto in fondo non è nemmeno questo, anche se per la mia faccia sono sempre stata criticata anche se silenziosamente, perché essendo io una persona abbastanza in gamba e socievole suscitavo rispetto in compagni che sono stati “abbastanza buoni”, ma ogni tanto la frecciatina mi arrivava..del tipo…”tu andresti pure bene ma con una busta in testa”….”il suo problema è la faccia”…cose che fanno male, è chiaro, ma io ci sarei passata sopra se non fosse che nella nostra società è tanto importante avere un viso che se almeno non gradevole può essere un tipo. Io invece sono ridicola e nemmeno la chirurgia potrebbe salvarmi, dovrebbero spostarmi le ossa e riempirmi di siliconi per appararmi, etc. 

Quello che mi fa male è che mi sono sempre odiata e lo sto capendo solo adesso. Mi sono sempre sabotata, in tutto, ho lasciato che le mie amiche coetanee tutte carine e molto competitive facessero del loro immenso potere la mia insicurezza. Non ho mai voluto fare sport, non volevo uscire con le mie coetanee e infatti per anni me ne sono allontanata specie quando nacque la moda del social network e delle foto assieme, è uno strazio ad ogni scatto per me, ed è uno strazio in generale non cancellarmi con photoshop dalla foto. Nessun ragazzo mi ha mai voluta (primo ragazzo a 25 anni, e gli è piaciuto specie il carattere ovviamente, in giro sbava dietro a quelle più giovani di me col viso bellino) , e so che se la mia storia finirà per qualche motivo non ci sarà verso di piacere a qualcun altro. Non posso nemmeno essere un tipo, ho la goffaggine proprio che non piace, che ripugna. Se dopo i 25 anni qualcuno ha provato ad avvicinarmi, ho saputo dopo che erano dei disperati senza arte nè parte che si andavano a cercare mostri per intenzione (nessun ragazzo che ha la laurea come me o almeno un diploma di liceo sceglierebbe me, tutti possono aspirare almeno a 5 scalini più in alto). Insomma un disastro.

Ma quello che veramente mi fa male, ripeto, è che non mi sono curata, non ho intrapreso uno sport, ad un certo punto non volevo nemmeno più studiare, mentre tutte quelle belle o normali non fanno che riempirsi di creme, di profumi, si sistemano i capelli, vogliono fare questo e quell’altro. Io nell’adolescenza non ho mai voluto fare niente perché mi facevo schifo in mezzo agli altri e invece che commenti e frecciate e solitudine sentimentale ho preferito avere i miei amori platonici da lontano ma oggi sono distrutta, devastata da questa dimensione, e vorrei cominciare qualcosa di diverso, vorrei imparare ad amarmi, ad essere “normale”, a smetterla di auto-sabotarmi incessantemente e a non badare più a quello che da fuori la società prova a dirmi.

Ma possiamo davvero amarci in questo bombardamento terrificante di persone che ormai sono tutte belle? Le donne o tengono i fianchi, o tengono le gambe lunghe, o tengono un bel seno, o tengono il viso, o dei bei capelli, io non ho niente sono sbagliata da capo a piedi secondo gli standard di oggi. Il mondo maschile mi dice che non ho niente a livello “di carne” e quindi non sono niente.

Io invece con un po’ di maturità vorrei cambiare atteggiamento e convinzioni, non danneggiarmi più. Ho questa cosa che appena mangio un granello di zucchero mi riempo di brufoli, ora mi chiedo, perché una ragazza bella si mette a dieta e mangia sano mentre io mi  affogo nei cornetti e nelle schifezze perché mi dico: “questo viso devastato dai brufoli se pure fosse intatto continuerebbe ad essere ciò che mi separa dal vivere una vita normale, dall’avere un ragazzo che mi desidera, o dal conoscere altri uomini”. E quindi mi strafogo e sto male. Lo sport? Gli esercizi per le gambe sono massacranti, ma io che li faccio a fare che più mi alleno più le mie gambe escono fuori per essere gambe maschili? E così via dicendo. 

Parlando con voi vorrei dire finalmente a me stessa che ho deciso di provare una strada diversa, di non valutarmi più rispetto alla risposta “sessuale” di questa società sbandata, che mi sono fatta convincere fino ad ora ad odiarmi ma adesso a questo gioco non partecipo più, sebbene potrei sembrare ipocrita dato che la mia è solo un’esigenza e se fossi stata bella adesso starei a spassarmela e ad incremarmi chissà in quale palestra e con chissà quale bel ragazzo. Ugualmente: cambio. CAMBIO. E impiegherò tutte le mie forze per farcela.

Lettera pubblicata il 20 Aprile 2016. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 15 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Rossella -

    Per quanto mi riguarda ai tempi della scuola non avevo quella consapevolezza di sé che spinge a perfezionare il gusto. Come dire? Non mi valorizzavo, non che la cosa m’interessasse. Infatti le mie rare fotografie di quegli anni fanno capire che mi entusiasmava tutto quello che orbitava intorno ai simboli dell’emancipazione… nella mia fantasia mi sentivo emancipata ma avevo altri sogni e di conseguenza non ero molto interessata a suscitare il consenso sociale. Ai tempi lo studio rappresentava lo scopo della mia vita, quindi mi accontentavo di dare sfogo alla mia fantasia attraverso abbinamenti di colori abbastanza sui generis. Non lo so, forse inconsciamente si trattava di un modo per imparare a conoscermi e a riconoscere che l’interesse che suscitiamo dipende in larga parte dal modo di fare, dalla nostra personalità. Si tratta di aneliti che si confondono tra le mode e i modi di vivere di chi guarda la vita con altri occhi. La vita è così. La sicurezza dipende da altri fattori.

  2. 2
    Golem -

    Amarilla, potremo “confezionarci” tutte le giustificazioni che vogliamo, ma la bellezza, seppure letta nei canoni di quel momento storico, è sempre stata considerata un “valore”. Soprattutto nella nostra cultura occidentale, che nasce da quella ellenistica che l’ha sancita come valore appunto.
    Le statue e i dipinti già risalenti al IV, V secolo avanti Cristo parlano chiaro per estetica e proporzioni, ed è intorno a quegli antichi stilemi che si è sviluppato il nostro senso della bellezza..
    Infatti i Boscimani o gli Aborigeni australiani, per fare un esempio, hanno parametri completamente diversi se non inesistenti in quel senso. Da noi “l’armonia” ha certe caratteristiche e non cambieranno facilmente per i prossimi mille anni. Bisogna conviverci con questa realtà, con intelligenza, anche perché quest’ultima quando è “bella” non sfiorisce mai.

  3. 3
    Yog -

    Questa lettera mi ha messo addosso una grande tristezza. O forse ero già triste perché ieri sera ho finito la boccia di Narda Stravecchia al secondo bicchiere e poi sono rimasto a bocca asciutta. Nemmeno il commento di Rossella è riuscito a strapparmi la solita altitonante risata sguaiata… Che dirti, amarilla? In fondo questa tua lettera è anch’essa un atto di autosabotaggio che però vuole spacciarsi per il suo contrario.

  4. 4
    Cassandra -

    Secondo me sì, possiamo amarci veramente, sia il nostro aspetto estetico, sia quello interiore e sai come, ascoltandoci.

    Ascoltando noi stessi, non il chiacchiericcio esteriore, incessante e giudicante.

    Possiamo amarci dando risalto a quei pregi, esteriori ed interiori che possediamo.

    I difetti li abbiamo tutti, anche le bellissime, quindi perché farsi venire l’ansia????

    Punta tutto sulle tue qualità!

    Quali sono????

    E’ questo il punto, molti non sanno proprio quali siano perché non conoscono loro stessi.

    Quando ti conosci, non ascolti più il chiacchiericcio esterno, ti concentri sull’IO SONO.

    Buona fortuna, cara.

  5. 5
    Anna -

    sono daccordo con cassandra, nel momento stesso in cui ti ami a prescindere dagli altri e stai bene con te stessa potrai stare bene anche con gli altri. l’importante è piacersi e apprezzarsi indipendentemente da quello che ti viene imposto dai modelli stereotipati della tv, del mondo dello spettacolo, della società… tu ti apprezzi come persona? benissimo è già un passo avanti essere consci delle proprie qualità e dei propri difetti… l’importante è quello che siamo non quello che sembriamo!

  6. 6
    Golem -

    Sì, ma non è che ci si “ama” così, da un momento all’altro, la stima di sè nasce da esperienze di successo, da una scelta che viene perseguita, il cui risultato ci fornisce un’indicazione di “valore”, non diversamente dalla “costruzione” di un amore con il partner.
    Se la “bellezza” fisica è un valore sociale che dà una sicurezza, peraltro limitata nel tempo, l’altra è definitiva. Quante sono le donne “brutte” che vediamo in TV che sono affascinanti per la “sicurezza” che dimostrano? La Faccioli Pintozzi giornalista di Sky, è atroce per me, con quel naso, i denti equini, i capelli che non sanno dove andare e gli occhi a un chilometro l’uno dall’altro. E la Botteri di Rai Tre, col mento lungo una spanna, il viso mascolino e le acconciature improbabili? E Ophra Winfrey, piccola, traccagnotta e sovrappeso? E la Gabanelli, che ho avuto pure il piacere di conoscere? Tutte donne non attraenti per i canoni tradizionali, ma c.... se ci uscirei, a prescindere dai milioni dell’americana.
    Certo è che si saranno fatte un mazzo così, anche perché sono donne, e sappiamo come vanne le cose in ambito professionale, ma sono donne che non hanno mai dubitato che dovevano contare solo su sè stesse, e non dipendere dal giudizio altrui, mai, nemmeno quello “automatico” legato all’estetica.
    Amarilla ha tutte le possibilità di diventare “bella”, senza bisogno del chirurgo, ma deve “volerlo”.

  7. 7
    kylie10 -

    Non è sempre facile pensarla così, perché a volte gli aspetti fisici condizionano una vita intera…le amicizie, la quantità di uscite, di inviti, le possibilità sentimentali, insomma condizionano una VITA nel vero senso della parola se ci fate caso.

    Forse sarebbe più corretto dire che bisogna trovare una strategia adatta a superare il problema, una vera e propria furbata, perché è scontato per una donna sedersi a prendere un drink in un bar ed essere avvicinata da qualcuno, ma è inverosimile pensare che una bruttona possa avere qualche cosa per provocare la stessa circostanza anche senza averne le minime qualità estetiche.

  8. 8
    Anna -

    certo, sono daccordo con voi…golem e kylie10… l’autrice della lettera non ci fornisce altre informazioni… non sappiamo se ha una vita intensa e dinamica, non sappiamo se è piena di amici, se ha un buon lavoro…. non ci dice nulla. parla solo ed esclusivamente del suo aspetto fisico… bisognerebbe capire qualcosina in più. l’unica cosa è che secondo me ha sui 30 anni, età dove si ha una consapevolezza del proprio corpo già ben salda, per lo meno nella maggioranza dei casi…

  9. 9
    kylie10 -

    Grazie Golem di questi rassicuranti esempi. E’ pur sempre vero che sono eccezioni che confermano la regola, sai quelle talmente brave ma talmente brave che dovevano per forza arrivare o al Nobel o al giornalismo televisivo. Comunque hai ragione, se c’è addirittura COTANTA stoffa, allora per forza qualcosa nella vita bisogna poter fare. Il guaio è che se ti ritrovi a faticare pur di stare nella media della gente…bè…non saprei… Comunque è inutile stare a piangere sul latte che si versa inesorabilmente: nella vita bisogna rimboccarsi le maniche e fare, costruire, cercare. In ambito lavorativo, nelle amicizie, in amore. Se rimani a bocca asciutta, in fondo non sei stato abbastanza “cattivo”, e non meriti di portare avanti i tuoi geni. Tant’è, non c’è niente da aggiungere a questo, secondo me. Bisogna accettarlo. Quando accettiamo che in fondo siamo tutti un po’ maschi alfa che lottiamo per la preda possiamo realmente trovare la pace rispetto ai nostri fallimenti. Bisogna trovare comunque la strada di adattarsi, e se non ti adatti non sopravvivi. Tant’è.

    Per Anna: sto finendo l’università, mi sono iscritta tardi. A scuola andavo benissimo ma poi la solitudine in quanto ad amicizie e l’esser stata umiliata in amore mi distrussero psicologicamente e non riuscii più a studiare, ebbi una sorta di crisi di nervi, e desideravo più di ogni altra cosa fare l’adolescente, ne sentivo il bisogno, ma non potevo, non avevo mai potuto.
    Ho aspettato di trovarmi più salda caratterialmente per cominciare gli studi. Non ho una vita dinamica e molte amicizie, fatico a farmene, trovo solo ragazze interessate che ti frequentano se vedono che tu gli puoi far raggiungere quelle situazioni sociali che sperano. Ma ora che mi libero un po’ con lo studio vorrei iniziare a coltivarle di più, insomma vorrei cambiarmi e cambiare, per me stessa, e senza aspettarmi più niente, perché le aspettative mi distruggevano prima. Se non riuscirò nella vita a realizzare i miei sogni, ossia avere un lavoro soddisfacente, avere un partner che adoro, una famiglia in futuro, bè pazienza, me ne farò una ragione, troverò altro da fare. Questo intendo dire.

  10. 10
    Anna -

    Scusa kilye10 ma tu saresti quindi l’autrice della lettera? io penso che anche le bruttone come le chiami tu abbiano comunque un senso… nel senso (e scusami il giro di parole) ci sono delle ciofeche allucinanti in giro, ma brutte, ma proprio brutte che si credono delle dee scese in terra… o ragazze mediamente brutte che stanno con dei ragazzi bellissimi… almeno a me è capitato di vederli… beh qui entra in gioco l’autostima secondo me… hai bisogno di autostima, di un po più di fiducia in te stessa perchè è impossibile che tu non abbia pregi, tutti ne hanno e ci sono veramente ragazze brutte (non che tu lo sia non sto dicendo questo) che piacciono e hanno successo. stai frequentandoo l’università quindi hai un buon background, non sei un ignorante per intenderci e puoi tranquillamente aspirare a un buon lavoro quando e se finirai gli studi. il mio consiglio è quello di non buttarti giù e di essere fiduciosa nelle tue capacità… prenditi cura di te, coccolati, cerca di stare bene con te stessa e vedrai che agli occhi degli altri sarai brillante e piena di qualità. è questo quello che mi sento di dirti…

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