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Nella vita ci vuole coraggio

E’ ben vero che si tende a parlare più degli ostacoli che si devono superare (e che, molto spesso, appaiono invalicabili!), che dei nostri entusiasmi, di quel che scivola liscio ed è quindi ritenuto appagante. E’ proprio questo il motivo per cui si scrive su queste pagine cercando il conforto, i consigli, la solidarietà, l’amicizia, la complicità. Non sono pochi coloro che, per vivere, non siano costretti alla lotta. Ma molti abbandonano il terreno di battaglia in quattro e quattr’otto e, sventolando bandiera bianca, mai potranno dire d’aver vinto la guerra. Quale guerra? Quella per cui si cerca di salvaguardare una giusta causa, un principio, un ideale? Non sempre. Molti infatti interpretano le vicende e le problematiche quotidiane, quelle comuni a buona parte dell’umanità, come catastrofi irrimediabili che riguardano soltanto loro stessi. Il resto del mondo improvvisamente si annienta, scompare. Ciononostante è a una particella di mondo che si scrivono righe affrante, in cerca di quel sostegno, di quell’immedesimazione che, in un mondo sempre più indifferente e corrotto, non è così facile trovare. E’ vero: ognuno vive uno stesso problema in modo individuale, differente. C’è chi si dispera, chi non si orizzonta e si ripiega su se stesso, c’è chi invece guarda oltre e supera in fretta. Non molti, in verità. Parecchia gente, davanti ad un amore finito, si arrende. Arrendendosi perde la libertà. Come sentenziano i sacri testi, la libertà è sempre stata una conquista e la si ottiene con la perseveranza, la volontà, la passione, la fiducia in se stessi. In definitiva, non sono gli altri che ci rendono schiavi, siamo noi che ci schiavizziamo. Le giustificazioni di chi si arrende servono soltanto a mascherare la pigrizia, la paura di mettersi in discussione, quella di cominciare tutto da principio e in modo diverso. Spesso e volentieri si considera irreparabile ciò che non lo è. Tutto quel che gira intorno all’evento scatenante appare senza più significato, doloroso, ingiusto, privo di futuro. Un andirivieni lungo uno stesso vicolo cieco. Conflitti irrresolubili, rimorsi imperdonabili, amori persi e insostituibili. Un prostrarsi che pare irrevocabile davanti alle nostre debolezze, talora anche davanti a quelle degli altri, senza talvolta la capacità di comprendere che il perdono non può essere sempre concesso: né a noi stessi, né agli altri. Crogiolarsi nelle difficoltà significa dilatarle, perdendo al contempo di vista il modo per superarle. L’aiuto da dare a queste persone non dovrebbe essere quello di rinunciare all’azione, di aspettare, di rimandare, di lottare per una causa persa, di condividere quel che, in fin dei conti, è sbagliato. Bisognerebbe indurre all’azione produttiva, al ridimensionamento della circostanza. Vivere vuol dire in definitiva adattarsi e quest’adattamento richiede coraggio. Prima o poi, anche nel buio più fitto, si accende una luce. Quante sono le lettere di coloro che ritengono che la fine di un amore sia intollerabile e coincida con la fine della propria esistenza? A parer mio, quasi ogni esperienza, seppur negativa, dovrebbe servire per apprendere, riflettere ed imparare. Diventare aperti significa allontanarsi un po’ da se stessi e lanciarsi nell’azione senza cambiare le proprie convinzioni, la strategia. Tutto questo può apparire complesso perché complesso è il mondo in cui viviamo. Ma, partendo da questa consapevolezza, da un tale presupposto, è il caso di complicare il complesso ritraendosi a riccio in noi stessi? Posso capire la reazione di annientamento che provoca una disgrazia. Ma, finché c’è vita in noi e attorno a noi, ci sono occasioni, opportunità, possibilità di crescere interiormente, di modo da affrontare le vicissitudini con volontà a coraggio. Il detto “Non tutti i mali vengono per nuocere” è dunque credibile laddove ci sono la volontà di procedere e la giusta concentrazione. Ovvero, il coraggio.

Lettera pubblicata il 2 Maggio 2008. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 12 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Isis -

    Le tue parole Cara Daniela, anche alla luce di ciò che hai raccontato di te in altre lettere, hanno lamia apporovazione più sincera e piena,le tue parole sono un messaggio forte e ben ponderato,come t ho scritto in altra sede, non sai come vorrei avere un amica come te accanto..
    Un abbraccio sincero Isis

  2. 2
    guerriero -

    Sono d’accordo, I don’t give up!!!
    Anche io sono tutto sommato contrario alle esagerazioni, nel senso che è giusto abbattersi per un delusione d’amore (e ci mancherebbe), è giusto soffrire e vivere il dolore ma poi, anche se nn è facile, bisogna rialzarsi così come si è caduti, e magari riprendersi il + velocemente possibile, soprattutto quando si analizzano con consapevolezza i propri errori, e si capisce la vera natura di chi ci ha fatto del male. (certa gente nn merita nemmeno un secondo in + del nostro dolore e dei nostri pensieri).
    La vita è questa, non bisogna andare oltre lo scoramento ecc, con atteggiamenti autodistruttivi, autolesionistici, altrimenti davvero si dimostra di nn amarsi, si è schiavi di se stessi e del male altrui, come una nave senza governo nel mare in tempesta che finisce sugli scogli o affonda. E la storia rischia di ripetersi all’infinito.
    Solo la morte è la fine di tutto (ma se nn ne sono tanto convinto). Tutto il resto si evolve, pulsa, vive, è una ruota che gira, che ti da gioia e dolore, quindi come si vuole vivere la felicità, si deve vivere anche il dolore (nn si può pretendere di essere sempre felici). Solo che le persone + forti e coraggiose escono meglio da situazioni difficili, perchè autonome, ovvero nn dipendenti dagli altrui sentimenti o dalle altrui azioni.
    In pratica nn vivono in funzione degli altri, e se lo hanno fatto (perché per amore capita), dopo un periodo di normale sofferenza “”ritornano se stessi riprendendo il controllo””, rafforzati da quella stessa esperienza..
    La felicità così come l’energia e la forza, bisogna comunque averle dentro a prescindere dagli altri, e tirarle fuori nei momenti peggiori, si deve avere la capacità di elaborare il dolore e trasformarlo in energia positiva. Senza consapevolezza, capacità di autodiagnosi, autostima, dignità e capacità di vivere anche da soli (perché spesso tutto gira attorno alla paura di rimanere soli, vivendo l’abbandono come una tragedia) nn si va da nessuna parte, e quando si vivono momenti di sofferenza amorosa, ci si impantana nell’ulteriore azzeramento verso chi ha lasciato, nell’ulteriore idealizzazione di una persona che evidentemente nn era quella che si pensava ecc, e ce lo ha abbondantemente dimostrato con il suo comportamento.
    Il segreto sta tutto nell’autocontrollo e nella conoscenza di se stessi. Spesso quasi nessuno vuole o riesce a guardarsi dentro, perché ha paura di soffrire, e così facendo si comporta esattamente, anche se dall’altra parte, come certi ex “vuoti dentro”che ad un certo punto, con comportamenti meschini, rancorosi e recidivi , fuggono dai sentimenti (spesso quando riconoscono l’amore) proiettando tutto sull’altro, e gettandosi subito (se nn prima) in un’altra storia perché incapaci di vivere soli.
    E’ vero nn tutti i mali vengono per nuocere, basta intanto saperli accettare, e quindi cogliere e trarre gli aspetti positivi che esistono sempre, anche nelle situazioni negative..
    Volere è potere

  3. 3
    Peter -

    Bellissima espressione di pensiero, complimenti!!! E’ da condividere assolutamente, terrò presenti queste parole, grazie.

  4. 4
    Daniela Bigottà -

    Guerriero, dici cose sante. Aggiungo però che, non sempre la disperazione per un amore andato sfumato nasce dalla paura di rimanere soli. Ci sono persone che hanno tanti corteggiatori/corteggiatrici intorno, ma non gliene importa. Vogliono ‘quella’ persona e si sentono davvero impotenti per il fatto che non riescono più ad averla. In genere si tratta di persone cui si attribuiscono virtù improbabili che il distacco rende però ancor più veritiere, virtù scaturite dall’aura dorata dell’innamoramento. Innamoramento e amore sono due cose diverse, nel senso che la prima sfuma per lasciare il posto all’altra, che è molto più impegnativa. E’ proprio in questa fase assai delicata che le storie finiscono. Chi non è in grado di assumersi delle responsabilità, si stanca e diventa color cane che fugge. Le separazioni e i divorzi sono in aumento clamoroso. Non viviamo oltretutto in una società che unifica ma che disunisce, dove si viene continuamente allettati da falsi valori, sovente rinstupidendo. Mi fermo qui perché, se dicessi tutto quello che ho in mente, mi ci vorrebbero milioni di caratteri e non i 1889 rimasti. Piano piano si affronterà un po’ tutto. Eppoi, devo ascoltare anche le altrui opinioni e valutarle, rifletterci. Su una cosa però do piena ragione a Guerriero: anche a parer mio la vita non si conclude con la morte. Sarebbe alquanto meschino. Parleremo anche di questo. Vado a sistemarmi la camera: sembra un mercato levantino.

  5. 5
    micione72 -

    Hai perfettamenta ragione Belinda Victoria!
    Nella vita ci vuole coraggio!
    E, se dopo una grande ferita dell’ anima, ti trovi a risalire dal pozzo in cui sei caduto, e fuori c’e’ qualcuno che ti porge la mano per uscirne, allora ti rendi conto di quanta forza hai avuto per fare tutto cio’ e di quanta gente come c’e’ ancora nel mondo!
    Ciao

  6. 6
    guerriero -

    Purtroppo la società è malata, il consumismo sentimentale, le persone oggetto, la caduta dei valori, l’apparenza , la vigliaccheria , l’egoismo , la mancanza di palle.
    Una società fondamentalmente vuota, fatta di famiglie sfasciate che generano figli altrettanto sfasciati.
    Composta da tanti signor nessuno, maestri dell’apparire ,dell’autoconvinzione, del credersi splendidi e forti a scapito degli altri,convinti di essere chissà chi, ma sotto sotto ben consapevoli di essere delle mezze seghe, insicure e totalmente dissociate oltre che plausodipendenti.
    Talmente paurose e vigliacche che piuttosto che guardarsi dentro e vedere cosa provoca la miseria dei loro sentimenti, si vendicano su chi gli vuol davvero bene, dimostrando chi è davvero il debole e chi il forte.
    La fuori è piano di pazzi ed immaturi incapaci di amare o provare qualsiasi sentimento genuino e reale, questa è la verità.
    Gente bisognosa di affetto, ma che ha paura della forza dell’amore ,che preferisce prendere per convenienza e poi fuggire verso nuovo orizzonti, facendo danno e scaricando le proprie schifezze interiori sull’altro, ed iniziare dunque la misera e vuota vita sentimentale con un altra persona su cui riversare i propri problemi mai risolti (e da lasciare adopo qualche tempo).
    Gente che nn cambierà mai, sin quando un scossa farà forse capire che la loro vita è una merda anche senza il capro espiatorio di turno.
    Ovviamente a pagare tutto ciò sono proprio coloro che passano dalla fase dell’innamoramento a quella dell’amore senza problemi, non tirandosi indietro.
    Ma stai certa che in moltissimi casi da una parte non c’è mai stato ne innamoramento ne amore, solo illusione e basta. Del resto molte persone vivono la loro vita come un inganno, nulla di +

  7. 7
    Isis -

    Daniela dammene un pò, penso di non averne più, come non ho più speranza ne pazienza di fronte a comportamenti sbagliati in una sorta di loop infinito…qui non c è nessun microprocessore ceh s inceppa purtroppo…solo la mia mente e il mio cuore che non reggono più e non hanno più forza di ripetere le stesse parole, di fare da guida a chi in realtà non vuol ascoltare…

  8. 8
    Daniela Bigottà -

    DANIELA BIGOTTA’ E BELINDA VICTORIA SONO LA STESSA PERSONA! O, meno: io sono Daniela e Belinda Victoria è il nome della protagonista del mio libro. Non ho capito cos’ho combinato ma, si vede che è proprio vero… l’autore si identifica sempre coi personaggi di cui parla… e l’inconscio, lo frega. Comunque sia, penso sia difficile essere persone equilibrate in una società che punta tutto sul consumismo. Non si guarda a quello che uno è, ma a quello che una ha e, talvolta, meglio non guardare proprio a quel che uno è, a meno che non si intenda sposarlo. Ma… supponiamo: uno è straricco e, a livello di coscienza, di personalità, di maturità personale, è aberrante, uno zero virgola zero col periodico, che si fa? Si fa la fila per sposarlo, solitamente. Di modo che… di modo che, ipotizzando (se non augurandosi!), separazione e divorzio, ecco che ci si garantisce il futuro. Il ‘lui’ ricco può sfoggiare la moglie giovane ed attraente, la ‘lei’ povera e bella potrà sfoggiare dieci dita piene d’anelli e chissà come maledirà il fatto di non essere la dea Kalì che, di braccia, ne aveva quattro, mi sembra, con conseguenti 20 dita. Non a caso, nell’inchiesta che è stata fatta, il primo requisito che si richiede ad un potenziale marito è il suo conto in banca. Mi domando che soddisfazione ci sia a vivere con un uomo che non ti piace, che non stimi, portandoti cucita sulle vesti, ovviamente firmate, non la famosa “A” de “La lettera scarlatta”, ma la “P” di parassita… e non solo! E’ dunque difficile che due anime pure, pulite, con begli ideali si incontrino, si piacciano, si innamorino e si giurino amore eterno, mantenendo poi fede alla promessa. Può anche succedere. Ma quanti sono, anche in questo ambito, i messaggi di coloro che vantano quello che hanno e non cosa sono? A volte cadono le braccia, nel leggerli: sembrano canzonature rivolte a chi legge, non problemi esistenziali. C’è la lettera di colei che ha perso il papà, poveretta, e cerca dunque conforto alla sua giustificatissima pena ma, quel che infervora le menti sono le lettere di coloro che si interrogano sulle dimensioni del proprio arnese, quasi fosse il perno dell’universo, l’albero della cuccagna (simbolo fallico anche questo!). Poi ecco quello che palpa le giovincelle, quella che vuole esibire con la web cam le sue parti meno nobili, restandosene però vigliaccamente al coperto, quello che pratica il sesso a 3, a 9, 81, quasi esponenzialmente, insomma, pensando di ottenere consensi, quando invece cerca l’assoluzione. Mogli che tradiscono, mariti che fanno altrettanto e che poi, chattando, pensano d’aver trovato ognuno il proprio ideale. Ed ecco che s’incontrano furtivamente con l’anima che credono gemella per trovarsi, ahimé, davanti al/alla consorte, di cui si sono narrati l’un l’altra tutti i difetti. Mondo barbaro, in cui, davanti al primo problema si crolla. E non solo crolla il fetente, ma anche la sua vittima ignara, sebbene per motivi diversi. Ho finito lo spazio. Ciao a tutti.

  9. 9
    Fabio -

    Daniela la trovo anche qui come il prezzemolo! Bello quello che dici, è come quello che ho letto nel libro. Mi ricordo quando Belinda domanda chi sono gli stupidi e le rispondono che sono persone superficiali, egoiste, che si credono eterne e invulnerabili, che prendono e non danno, che sprecano la vita in baggianate, che crollano davanti ad un ostacolo o neppure lo vedono, che non si assumono responsabilità, che pensano solo al denaro. Guarda che ho copiato anche se me lo ricordavo. Ma a che tipo di ostacolo ti riferivi? penso piccolo. Adesso esco a bere qualcosa e domani mi faccio vivo dall’altra parte. Have a good Night

  10. 10
    mik69 -

    Sono pienamente d’accordo Belinda Victoria In questi anni ho capito molte cose considero i miei errori passati esperienze che mi hanno fatto crescere e capire il vero valore della vita si tende sempre a dare la colpa alle circostanze o alle persone ma siamo solo noi i veri responsabili della nostra vita a volte dobbiamo passare attraverso il dolore per capire veramente chi siamo e ciò che conta veramente, in tutto questo la società non è per niente d’aiuto,siamo solo noi che dobbiamo trovare la forza e il coraggio di capire che tutto può essere diverso migliore e dare la svolta alla nostra vita.Sono riuscito a perdonare e sopratutto a perdonarmi e pronto a ricominciare ma,mi rimane solo un grosso dubbio al quale non riesco a farne fronte le mie esperienze passate mi hanno economicamente messo sul lastrico per fortuna ho ancora un lavoro ma i soldi non sono sufficenti per affrontare tutte le spese e in questo non vedo una via d’uscita voglio ricominciare ho il coraggio la forza ma con i soldi come la mettiamo ? Un abbraccio a tutti Michele

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