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Vivere con la schizofrenia

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Lettera pubblicata il 22 Maggio 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 189 commenti

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  1. 161
    Alessia -

    Cara Dany, capisco benissimo la tua angoscia, quella che abbiamo provato in famiglia per 15 anni, con cambiamenti di umore, aggressività, ti posso solo consigliare di cercare un buon psichiatra perché ce ne sono di veramente bravi, anche privatamente se puoi permettertelo, perché è molto importante essere seguiti da un bravo medico, per trovare nuove medicine che possano aiutare tuo fratello.

  2. 162
    Yog -

    …possibile. Fanno il possibile. Miracoli no, il SSN non li fa.

  3. 163
    Dany -

    Ciao Alessia,
    Mio fratello non accetterà mai di essere malato, prende la cura solo per “quieto vivere”, e puntualmente dopo un annetto o due sospende la cura e succede l inevitabile..Non che sotto la cura sia splendente, fa uso anche eccessivo di cannabis, ma almeno “regge”…Purtroppo non possiamo permetterci uno psichiatra privato, e ritengo grave quanto fatto dal suo psichiatra! Sentirsi dire “oggi è Domenica, non sono in servizio”, quando poco prima tuo fratello ti ha minacciato di morte non è bello…Ora sta in clinica, ma questa volta mi sono preso molte scorie, ho gli incubi la notte e salto al primo rumore brusco! Non posso ammalarmi per colpa sua, cerco solo qualcuno che non ci lasci soli in quei periodi, sopratutto ai miei! Lo so, sono cattivo, ma non voglio averci a che fare in futuro, voglio essere libero, non riesco piu a reggere le sue crisi che vedo fin dai tempi delle medie! (Ho 32 anni) Sto male quando lo vedo con il casco in testa che gira a vuoto per casa ed emette versi e frasi insensate! Sto provando a convincere i miei di considerare una Comunità per lui, non possiamo vivere cosi, tra un po vado a convivere con la mia ragazza, ma il pensiero di lasciare da soli i miei mi angoscia! È un cancro per la…

  4. 164
    Rebecca -

    Ciao Dany.
    Mi spiace molto per la tua situazione e soprattutto mi spiace ancora di più per la vita malata che stanno vivendo i nostri cari. Io a volte mi metto nei suoi panni e penso che se fossi io malato, vorrei che mio fratello o mia sorella e tutta la mia famiglia, mi stia vicino e soprattutto che non mi abbandoni. So che non è facile ma loro non capiscono e soprattutto non accettano malattie di questo tipo, ovvero che “non si vedono”. A volte penso che la legge in Italia faccia veramente pietà, la salute mentale non è presa in cosiderazione come dovrebbe e che dopo la chiusura dei manicomi, le famiglie si sono fatte carico di situazioni troppo grandi e difficili da gestire. Ci vorrebbero delle strutture in cui i nostri cari possano essere veramente curati e seguiti come si deve. Certo, ci sono ma sono private e quelle pubbliche ospitano i malati che entrano di loro spontanea volontà. La riflessione che faccio io è: come fa una persona che non si sente e vede malata ad accettare di entrare in una struttura che può farlo guarire? Se una persona non si sente malata, perchè deve seguire una cura? Brutto da dire ma la legge dovrebbe prevedere una sorta di obbligo per chi ha una patologia invalidante e grave come la…

  5. 165
    Rebecca -

    Noi famigliari siamo soggetto a periodi in cui si è tranquilli a periodi di preoccupazione per la nostra incolumità e per quella del nostro caro. Vogliamo parlare del periodo di tranquillità?Siamo sempre in allerta sul prenderà le medicine, cosa ne sarà della sua vita futura, riuscirà a mantenersi da solo, cosa succederà se nei momenti di crisi è solo/a a casa?
    Troppe preoccupazioni che i momenti di tranquillità hanno.
    Noi siamo abbastanza fortunati perchè nella nostra zona ci sono strutture che ci seguono, medici dell’ospedale che si interessano e non ci lasciano mai soli ma comunque anche noi in famiglia viviamo comunque nel terrore e nelle preoccupazioni.
    Se ci fossero delle strutture in grado di curare, (che non durino 1 mese), l’obbligatorietà non solo col TSO di curarsi ma anche un percorso che dopo il ricovero, possa dare respiro a noi e ai nostri malati.
    Auguro a tutti voi, compagni virtuali, di poter trovare un pò di pace e serenità, che i vostri cari ammalati possano col tempo trovare la consapevolezza della malattia e soprattutto una cura giusta atta allo stare meglio.Auguro a tutti noi che la scienza possa trovare una cura definitiva per permettere una vita migliore per tutti.
    Vi abbraccio.
    Rebecca

  6. 166
    Alessia -

    Ciao Dany, ti capisco e ho vissuto le stesse angosce per più di 15 anni con sbalzi di umore, e pericoli incombenti che ti attanagliano la vita e non riesci più a concludere nulla, lavoro compreso.
    Posso solo consigliarti di portarlo in comunità ce ne sono diverse molto buone in Trento, in Emilia, informati, cercale su internet, non potete vivere ostaggio dei sui cambiamenti di umore, è troppo pericoloso, perchè è vero che non si rendono conto del male che fanno, ma purtroppo lo fanno e sono molto violenti.
    Per fortuna mia sorella non lo era, ma comunque i suoi cambiamenti di umore erano angoscianti e ci spingevano in un limbo dove era difficile uscirne, ti dico che mia madre aveva perso 15 chili, e non è mai stata grassa….
    Chiedi aiuto a queste comunità e portalo, perchè non potete farcela da soli, è troppo, perchè loro hanno un odio-amore nei confronti dei famigliari in primis, e poi del mondo intero.
    Purtroppo vi dovete tutelare perchè può succedere l’irreparabile, quindi chiedi aiuto subito!
    Un abbraccio

  7. 167
    Dany -

    Ciao Rebecca, grazie per il tuo commento…io ho provato a mettermi nei suoi panni, ma quando hai a che fare con la psiche di una persona è tutto complicato, a volte arrivi a pensare che faccia di tutto solo per rovinare te, perche poi senti in questi giorni i medici dove sta ricoverato, e gia dall inizio appariva tranquillo e disponibile, quando fino alla sera prima vedeva sconosciuti ovunque dietro la finestra di casa…Non è vita questa,è un circolo vizioso, si ripete da 20 anni e si ripeterà se non si trovano soluzioni..Quando “stanno bene” sei impegnato a capire se stanno bene, quando stanno male è il caos..basta!Dio mi punira’un giorno ma io non ce la faccio piu….dopo piu di 20 anni ho perso le forze, ed ho rischiato di finire io dallo psicologo! La comunità, la casa famiglia, chiamatela come volete, ma sono quelle le cose da iniziare a fare, sopratutto per lui ma anche per la mia famiglia!Basta follie, basta rimandare per quieto vivere!
    Una promessa a me stesso: il primo politico che tratterà la questione avrà il mio voto, qualsiasi casacca indossi!

    P.s.: Qualcuno conosce gruppi facebook rivolti ai familiari dei pazienti o che comunque trattino l’argomento?

  8. 168
    Dany -

    Ciao Alessia, grazie di cuore anche a te per avermi risposto…
    Hai centrato uno dei punti salienti e cioè che loro provano un rapporto di odio-amore nei nostri confronti..Nel mio caso nei confronti miei e di mio padre(al penultimo suo ricovero ho rimediato 10 punti sulla nuca, all’ultimo quasi ne rimediavo altri)..Questo perche lo “capiamo” subito quando non sta bene, gli parliamo di cure e ci vede come un nemico..Aggiungi che secondo me vengono spinta dalla rabbia quando tu nel tuo piccolo, nel lavoro e negli affetti, nei progetti di vita, stai ottenendo qualcosa di bello! Io da anni parlo di comunità per lui, buone colpe le hanno i miei che con l anzianità sono piu “ingenui” e quasi si sono adattati, soffrendo in silenzio, alle sue follie! Sto di nuovo martellando per questo, spero di avere l aiuto dei medici, ma so gia, essendo mio fratello molto furbo nonostante i deliri, che farà gli occhietti dolci e le ennesime false promesse ai miei di curarsi per sempre, pur di continuare a stare a casa….(film visto per 20 anni)
    Non hanno la forza e la durezza che serve per imporsi su questa cosa, sto tentando di coinvolgere anche mia zia che ha un certo ascendente su mia madre..
    Non possiamo piu vivere sotto lo stesso tetto!

  9. 169
    Dany -

    Aggiungo…la Comunità non servirebbe solo a dare ossigeno a tutti, ma anche per cercare di dare una sterzata alla sua vita: verrebbe seguito nella cura farmacologica, fanno sedute di gruppo e personali, vengono preparati ed inseriti a lavori fatti per loro…È una svolta che serve, sicuramente piu adatta rispetto al rimanere a casa a deprimersi e fumare canne in continuazione in attesa di una nuova crisi!

  10. 170
    Alessia -

    Ciao Dany, è proprio così ogni “tuo” successo è motivo di invidia per loro, non lo dico con cattiveria, mia sorella mi voleva un bene profondo, ma quando “non era in lei” o in piena crisi, mi odiava altrettanto profondamente, ho dovuto trasferirmi in un’altra Regione per due anni perchè purtroppo, è brutto dirlo, ma mi odiava e non mi voleva in casa.
    Per me è stato molto duro lasciare casa e trasferirmi da sola in un’altra città ma l’ho fatto e questo mi ha aiutato anche a crescere, perchè quando vivi queste situazioni, che solo chi le ha passate può capire, cresci in fretta.
    Insisto sulla comunità, bisogna essere forti per loro, dovete prendere questa decisione, fatevi consigliare da un psichiatra e dopo il ricovero trasferitelo direttamente in comunità, non si rendono conto di essere malati e negano la malattia, restando sempre in casa e con la sola famiglia si crea un corto circuito pericoloso, hanno bisogno di aiuto e di relazioni sociali che una comunità può dare…
    Un abbraccio

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