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Vivere con la schizofrenia

di ciampa99
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 22 Maggio 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 189 commenti

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  1. 151
    Rebecca -

    Concordo con te sul fatto che il TSO sia orribile e che produce al momento certamente effetti devastanti per i nostri cari. Penso inoltre che, come tu ben sai, è il nostro unico modo (e ultimo) per convincerli a farsi curare, per obbligarli a stare meglio. E’ un nostro dovere quello di assistere i famigliari e chi purtroppo è invalido (nel nostro caso al 100%) ha diritto ad un’assistenza anche contro sua voglia. Sono un pò crudele con le parole ma purtroppo questa è l’unica tutela che hanno i nostri malati e anche noi famigliari.
    Noi siamo ricorsi 2 volte al TSO perchè non voleva stare in ospedale e perchè era diventato molto aggressivo con pazienti del reparto e infermieri.
    Per tutti noi questa situazione è troppo grande ma ci serve per crescere e capire veramente quali sono le cose futili e lamentele per il troppo benessere da quelle VERE.
    Hanno iniziato anche con mio fratello l’olanzapina unita alla clozapina. Da soli pochi giorni. Spero che anche per lui possa essere la cura giusta.
    Io ora sto frequentando un’associazione della mia zona che fa volontariato nel reparto di psichiatria dell’ospedale vicino a me. Ci sono alcune persone che non conoscono nessuna realtà di psicosi ma sono molto sensibili e vogliono conoscere più a fondo queste malattie che possono colpire tutti, senza distinzione. Ti parlo di questo gruppo perchè ho conosciuto al suo interno un signore di media età malato di schizofrenia che ha subito un sacco di ricoveri nella sua vita. Ora da un pò di anni sta meglio e ti dico che mi ha risollevato il morale. Ho rivisto in lui una possibilità di “guarigione”, di determinazione a conquistarsi una vita vera, normale. Consiglio anche a te Claudio e soprattutto a tua mamma di prendervi i vostri spazi, fregandovene della gente e dei vicini di casa. Noi abitiamo in un piccolo paesino di montagna ma alle mie orecchie non è mai giunta nessuna voce da parte dei paesani. Se dovesse succedere in un futuro io reagirò andando a prelevare questi elementi di disturbo, ponendomi a loro come superiore. Non mi piace che si parli male degli altri, figuriamoci su malattie serie come questa. Se i telegiornali e i giornalisti smettessero di imputare tutti i delitti a malati mentali forse anche l’opinione pubblica non sarebbe così influenzata negativamente da queste malattie.
    Come dici tu, le cose se devono accadere accadono, qualsiasi cosa si faccia o meno.
    Ricordiamoci sempre che noi tutto quello che possiamo fare per le nostre persone care lo abbiamo fatto. Non facciamoci colpe inesistenti.
    Se ti serve un supporto morale io ci sono!
    Forza e coraggio Claudio!!!
    Un abbraccio.

  2. 152
    Claudio -

    Ciao Rebecca. Le tue parole mi rincuorano e mi sollevano. Ogni tanto capita che ci siano momenti di sconforto in queste situazioni. Ma per fortuna si tratta di momenti. La necessità di fare altro è davvero fondamentale e infatti faccio regolarmente sport (che aiuta moltissimo) e altre attività. Purtroppo sono io che mi preoccupo inutilmente delle critiche degli altri e questo come dici tu è sbagliato perché nessuno può permettersi di farlo specie in queste situazioni. Se sarà necessario arriveremo al TSO e anche se terribile servirà per sboccare una situazione. Anche la scoperta di questo gruppo è stata davvero positiva e condividere le esperienze aiuta a non sentirsi soli. Sicuramente ci sono esperienze positive e anche io ne conosco. Non è una malattia che ti porta ad una condizione permanete di distacco. Per arrivare a una situazione di normalità sarà necessario seguire una cura che spero presto potrà essere fatta regolarmente.
    Condivido appieno il tuo ragionamento sul fatto di non sentici in colpa. Tutto quello che è possibile fare lo stiamo facendo. Davvero ogni singola cosa e appunto quello che succederà verrà affrontato. Non abbiamo nessuna colpa di esserci trovati in questa situazione e tanto meno loro che purtroppo sono vittime di una terribile malattia. Ti ringrazio tantissimo per il tuo supporto. Un grande abbraccio.

  3. 153
    Manuela -

    Caro Claudio, hai perfettamente ragione il TSO è una procedura veramente brutale, e quando vi ho assistito è stata una pugnalata, ma sono sincera le cose non migliorano, almeno a noi non è successo, perchè ti imbottiscono di farmaci per farti stare buono, ogni volta che andavo a trovare mia sorella era un delirio per le persone che la circondavano, situazioni al limite del borderline, ragazzi anche molto giovani che stavano male, questo mi ha colpito tantissimo. Secondo me sarebbe importante avere una persona di cui si fidano molto, tipo uno psichiatra molto bravo e che sappia infondere loro fiducia, perchè spiace dirlo ma entrano delle componenti anche di odio inconsapevole verso i famigliari più stretti e questo crea stupore e angoscia perchè ti chiedi il motivo di tanto odio e ti senti inerme, mentre una persona esterna può essere veramente di aiuto anche a prendere i farmaci giusti, che ti ripeto non devono essere sospesi per alcun motivo a meno che non facciano davvero male.
    Questo mio pensiero non sia di sconforto per te, ma ho semplicemente espresso quello che abbiamo vissuto. Un abbraccio

  4. 154
    Rebecca -

    Ciao Manuela e ciao Claudio.
    Concordo con voi sul TSO ma la Legge (schifosa) ci dà solo questa come “arma” per far curare i nostri cari. So che il modo in cui avviene è sicuramente crudele e brutto anche per noi e non solo per il nostro caro.
    Cercare di convincere i nostri malati di andare spontaneamente in ospedale…Chi di voi ci è mai riuscito? E’ proprio per questo che esiste il TSO… Io lo ritengo necessario, importante ma nello stesso tempo crudele e devastante. E’ fondamentale per noi parenti far curare i nostri malati e per quanto possano soffrire con il TSO, noi abbiamo l’obbligo di farli star meglio e se interrompono le cure (come nel nostro caso) e vanno in crisi totale è giusto che tra il non prendere le medicine e il ricovero ci sia un rapporto stretto. Questo rapporto può servire (nel mio caso) come deterrente, essendo per lui il ricovero odiato e non voluto (ovviamente). Può suonare come “minaccia” per fargli continuare la terapia. Scusate il termine crudo di minaccia ma è la sincera verità.
    Il TSO nell’ospedale di cui noi ci appoggiamo, “l’imbottimento di farmaci” avviene in modo consapevole, sonniferi e tranquillanti gli vengono dati per il semplice fatto che non dormiva da giorni e giorni, era sempre vigile e aveva paura che tutti gli facessero del male.
    Manuela potrei essere d’accordo con te sul fatto di farli fidare di una persona esterna che non sia della famiglia ma nel mio caso è sicuramente impossibile. Lui quando ha le sue crisi non riconosce il medico come una figura curante, una persona di cui fidarsi. Non riconosce nemmeno mia mamma che è la persona più vicina a lui, figuriamoci un esterno… Nel mio caso questo non sarà mai possibile. Quando sta bene ovviamente poi noi famigliari siamo il suo appoggio e il suo sostegno.
    E’ bello confrontarsi tra noi, sentire le proprie esperienze e trarre spunti e nuovi sistemi per affrontare questi momenti.
    Vi ringrazio veramente tanto e con il cuore per questi vostri messaggi e ovviamente prendete anche i miei come consigli, positivi o negativi e non come attacchi personali.
    Buona giornata a tutti 🙂

  5. 155
    Manuela -

    Ciao Rebecca, sicuramente ci vuole anche una buona dose di fortuna nel gestire queste malattie, ci sono pazienti più reattivi, che riescono a gestire la propria vita, continuando anche a lavorare o a seguire i propri interessi, ed altri meno, forse per diverse sensibilità, per carattere, ma secondo me un pò di fortuna è necessaria.
    Un abbraccio

  6. 156
    Muriel -

    E’ davvero un sollievo leggere che esistano esperienze simili alla mia. Claudio, Rebecca, voi quanti anni avete? come riuscite a conciliare la vostra vita con quello che vi sta accadendo? Io ho quasi trent’anni, e ho un fratello di 24 che ha un disturbo di tipo schizofrenico. intelligentissimo, pieno di umorismo, ma alterna fasi varie,fino alla disperazione assoluta. un anno fa ha tentato il suicidio e si è salvato per miracolo. ora sta meglio, ma il campanello di allarme è sempre acceso. mi chiedo, possiamo fare qualcosa? scrivere lettere, chiedere sussidi,iniziare una discussione pubblica sul tema della malattia mentale? deve partire da qui. dalle esperienze come le nostre e di tutti i ragazzi (perchè spesso è dalla fine dell’adolescenza che si manifesta il problema, come saprete) che stanno male. non è un problema da poco. Vi chiedo: facciamo qualcosa? per davvero.

    Un abbraccio grande a tutti.

  7. 157
    Rebecca -

    Ciao Muriel.
    Mi fa piacere leggerti e soprattutto capire dalle tue parole che la sofferenza che provi, le domande che ti poni sono uguali alle mie.
    Io ho 31 anni e anche mio fratello ne ha 24. È malato da 5 anni, il tuo invece?
    Come ho scritto nei precedenti messaggi l’unica cosa che ho fatto fin’ora è stata mandare una mail a Report che nemmeno mi ha considerata. Ho rimandato una mail proprio oggi di sollecito, ovvero voglio capire se nella loro trasmissione possono trattare l’argomento o se, come il nostro Stato, faranno finta di niente e nasconderanno la testa sotto la sabbia. Ho lasciato anche un mio contatto telefonico, magari può sembrare più seria la mail… Vi aggiornerò.
    Il prossimo passaggio sarà quello di scrivere alle Iene. Posso sembrare una stupida ma io voglio puntare in alto, voglio che questo problema possa essere il più possibile visibile a tutta Italia. Voglio riuscire nel mio piccolo fra qualche anno a guardarmi indietro e dire: Ho fatto qualcosa, mi sono data da fare e non voglio mollare! Ci battiamo anche per il futuro dei prossimi ammalati, dei prossimi famigliari che si troveranno nella mia stessa odierna situazione.
    Fallo anche tu Muriel… e anche tu Claudio.
    Più siamo più ci ascolteranno!!!

  8. 158
    Rebecca -

    Per quanto riguarda invece sul come convivere con i nostri malati, come tu ben sai, non è per nulla semplice. Per quanto mi riguarda nella nostra famiglia appena si presenta un episodio o una sua idea non congrua con la realtà provvediamo subito ad avvisare la psicologa del CPS che lo segue. Per ora questi nostri contatti sono una sicurezza per noi famigliari che ci affidiamo a professionisti e soprattutto serve anche a loro per capire se è un vero episodio di ricaduta o se sono solamente dei momenti no. Quando sta bene ci comportiamo nel più semplice e normale dei modi, facendogli proposte di uscita, di interagire con l’esterno. Questo è molto difficile per lui perchè si chiude a riccio con l’esterno e non c’è quasi alcun modo di prendere contatti con altre persone che non siamo noi. Quando invece ha le sue crisi chiamiamo il Cps che si attiva immediatamente e viene a casa nostra per valutare la situazione e per capire se è il caso di procedere ad un ricovero o meno. Cercano di farlo ragionare e di farsi ricoverare (ti parlo dell’ultima crisi che ha avuto), ma come tu ben sai questo non avviene mai per sua volontà ma per la nostra.
    La tua vita invece Muriel come va?
    Quando tuo fratello ha crisi cosa fate?
    Il mio a tutt’oggi è ancora ricoverato e non dà cenni di miglioramento.
    Ti ringrazio.

  9. 159
    germanica -

    cara amica , sono una ex schizofrenica, mi hanno diagnosticata la malattia nel 2010, da ben 2 spicologi e uno psichiatra , stavo malissimo, la mia malattia era da trauma, avevo subito molestie psicologiche per anni , non dormivo , avevo gli incubi, mi aspettavo da un momento all’altro che continuassero a disturbarmi, diffida sempre di uomini che arrivano a certe bassezze per i loro materialismi e non hanno bontà d’animo e certamente non hanno cuore , comunque; sono andata a lordes nel 2011, non ci credevo tanto, non che non avessi fede nella madonna , ma non pensavo potesse salvare proprio me che non avevo nemmeno una grande fede e diciamocelo anche un caratteraccio impietoso , e quindi andai più delusa che persuasa , feci il bagno e uscì quasi asciutta , poi tornai a casa ed ebbi un attacco di panico e ripresi le pillole, non ebbi ancora una volta fede in lei, poi dopo un mese di farmaci che mi provocavano più depressione che altro smisi di prendere le pillole , volli tentare tanto mi sentivo sempre peggio e forse stavo veramente peggio , ero apatica, depressa , poi ero più violenta per i farmaci che a solo decisi di lasciarli , e dal giorno stesso mi sentì subito meglio, avrebbe dovuto venirmi un coccolone per la sospenzione repentina , ma invece stiedi piano piano meglio e mi ritornò la concentrazione mentale, che avevo perso prima del 2010, riacquistai tutte le favoltà di humor, di brillantezza e di lucidità, ricominciai a fare sport , avevo qualche difetto di memoria a breve termine ma mi passò entro un anno, tornai dallo psicologo che era incredulo più di me e dopo una serie di interminabili di esami mi trovò guarita , ora ho una famiglia e tre figli, tre gemelli e vivo a modena con i miei figli, io sono romana. Vedi se puoi portarlo anche tu a Lourdes , chi lo sa? ti vedo tanto afflitta , prova anche tu.

  10. 160
    Dany -

    Ciao, ho scoperto questa pagina e ho letto in tanti post la mia storia, avendo mio fratello che soffre di schizofrenia da piu di 20 anni..
    Incredibile è scoprire che non sei stato l’unico a passare una adolescenza in casa fatta di paure,chiudersi a chiave in stanza, rischiare la pelle e quella dei miei piu volte..
    Si certo, il supporto dell’amore della mia vita non manca, ma non potrà mai capire fino in fondo quell’angoscia e quella rabbia che hai dentro, che all’esterno hai imparato a nascondere con finti sorrisi!Ti dice di andare avanti, che andrà meglio, che questo, che quello, di non reagire cosi..
    Ma come fai a non reagire cosi quando la malattia di tuo fratello condiziona la tua vita: i suoi deliri, i suoi sberleffi, la sua aggressività; al suo penultimo ricovero ci ho rimesso 10 punti sulla nuca, al suo ultimo ricovero ieri quasi ne ho rischiati altri…Ma non è quello il problema quasi, è che in questo ultimo suo folle periodo sono crollate le mie barriere: ho ansia, ho avuto tremori incontrollabili, mal di testa..sono stanco, e l’idea che il Sim Bari ci abbia abbandonato mi fa paura: ho richiesto piu volte l’aiuto del suo psichiatra, e ne ho ricavato che mi ha bloccato il numero..se ne fregano, fanno il…

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