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Una vita piena di contraddizioni

Essere dei funamboli non solo con il mondo che ci circonda ma anche col nostro mondo interiore.
Forse quando il nostro grande nemico è proprio lui, il nostro mondo interiore, i giochi si fanno pesanti.
Contraddizioni che alimentano il nostro essere. Ma ne sei consapevole, il vero problema non sono gli altri. Sei tu e ciò che sei realmente dentro. Quando non ti piaci… e non puoi neanche pretendere di piacere anche agli altri. Quando ti sottostimi perché pensi che non sei buono a nulla, dove gli altri arrivano con facilità tu arrivi con molta fatica. Se ci arrivi. Basta un esame universitario non superato per la seconda volta di fila a smuovere tutte le mie incertezze, le mie paure. Le mie frustrazioni. le mie illusioni e delusioni. E oggi, per la seconda volta, mentre gli altri miei compagni passavano l’esame, io ero ancora lì, fermo e fisso con lo sguardo sullo schermo a leggere la frase che ormai conosco a memoria: “non hai superato il test”. Incredulo. Amareggiato. Sconfitto. Un esame che potrebbe farmi perdere l’anno. E ti senti inutile, un cretino. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso ormai strapieno perché fino adesso hai sempre tamponato. No basta, non puoi più tamponare. E’ arrivato il momento di scoppiare. Non puoi tenere tutto dentro. Neanche le lacrime riescono a ripulire l’anima dai pensieri negativi. D’altronde la frase è sempre quella. Non piaccio a me non vedo perché gli altri debbano essere attratti da me. E cosi la sensazione che la fragilità si comprende solo negli altri, ma quando la vedi dentro di te porta solo a una sensazione di schifo. Morire dentro, piano piano quando all’apparenza sono un ragazzo 25enne normale come tutti gli altri, fingo di essere felice.. ma in realtà dentro di me e intorno a me mancano delle cose che mi fanno stare bene. Delle amicizie vere, una compagna a cui dare tutto l’affetto di questo mondo. Manca svegliarsi al mattino con un pensiero fisso, addormentarsi alla sera avendo lei in mente. Vivere la giornata con lei al centro dei miei pensieri. Ma la frase è sempre questa: se non piaci a te stesso.. non pretendere di piacere agli altri. Sentirsi inutili, incapaci. Sentirsi una persona senza capacità. Sono le sensazioni che mi porto dietro. Oggi per l’esame. Ieri per una cosa. L’altro ieri per l’altro. Domani.. per un’altra cosa. E’ sempre cosi. Gli altri hanno qualcosa da raccontare di interessante su di loro. Io nulla. Mi annoio io, vuoi che non si annoiano gli altri? Alla classica domanda “come stai?” che sembra essere dovuta si cerca sempre di rispondere “bene. Classica domanda inutile perché sai benissimo che quello che ti porti fuori è una maschera, che solo apparentemente sembri felice quando in realtà muori dentro.. muori lentamente. E lo sai solo tu. Eppure sono un ragazzo normale, 25enne che non fa vedere nulla. Classico ragazzo che ha dei sogni e ultimamente vive solo sulla base di questi e non di fatti. Un complesso ragazzo che vive in conflitto col suo modo di sembrare e di essere. Con le sue paranoie mentali. Mi domando se sia giusto a questa età essere cosi autocritici, bastonarsi alla prima cosa che non ci piace o che non vogliamo essere. Bastonarsi al minimo errore anche quando hai la consapevolezza che sbagliare ti aiuta a crescere. La sensazione di essere sempre fuori luogo. In qualsiasi contesto. Al lavoro.. con gli amici. Ti senti sempre inferiore. E io questa sensazione la conosco bene. Questa è la mia vita, e volevo condividerla con voi. So che ci sono molti altri ragazzi e ragazze ma anche adulti nella mia stesa situazione. Spero solo di cambiare, di voler essere ciò che sono, che le cose non dico sempre, ma almeno una volta nella vita andassero come vorrei io. Forse allora, e dico forse potrei essere una persona migliore. E quante cose vorrei dire, tantissime, mi accorgo però cosi di farmi ulteriormente del male. Non le dico, perché non riuscireste a capirmi e perché il silenzio vale più di mille parole. Cerco di guardare il mondo con occhi diversi e nuovi tutti i giorni appena mi alzo, perché un giorno nuovo arriva. Ma apparentemente uguale agli altri. Noiosi. Insignificanti. Le uniche compagne di viaggio oltre essere le mie paranoie sono le mie illusioni.. le mie mancate aspettative (quelle si verificano sempre) e le mie autocritiche. Mi fanno una dolce compagnia anche se spesso dolce non è. A voi grazie perché ogni giorno con le vostre lettere e le vostre storie mi fate stare meglio. Solo per poco perché poi il buio ricomincia.

Antony

Paolo

Lettera pubblicata il 6 Luglio 2012. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    Rossella -

    Io sono rimasta allibita davanti a fatti che hanno messo a nudo la totale indifferenza di alcune persone che davanti ad urgenze importanti non riescono a godere della propria “fortuna”. Qual è la preoccupazione? Che nell’aria non si sente niente. Perché obiettivamente è così… questo comportamento mi ha fatto capire che non avrei potuto vivere in un ambiente in cui prevalgono logiche che renderebbero la mia vita un gioco al massacro perché non ci posso fare niente se pur non facendo niente per portare l’attenzione su tutto quello che mi riguarda genero un interesse che è nell’aria e che io mai alimenterei. Questo clima di sfida, a dire la verità, mi piace molto poco. Io non lo vivo in questo modo perché non sono una persona competitiva e neanche vorrei stare qui a fare facile retorica (anche se i tempi sono tristi), ma ho bisogno di vivere una vita tranquilla. Se avevo dei dubbi questi dubbi si sono trasformati in certezze. Assolutamente.

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