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La verità del pedone: nessuno faccia domande

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Il progresso della cultura capitalistica nel processo di omologazione ha falciato le basi culturali dei giovani, l’identità all’interno della classe sociale è qualcosa che suona vecchio e “da comunisti”, eppure sembra essere l’unica via d’uscita verso la rivoluzione culturale italiana, una questione che sembra non interessi a nessuno, l’italiano “suddito” non deve fare domande, la faccenda apparentemente non gli riguarda e chi porta tematiche controculturali è considerato un’ illuso che vuole “cambiare il mondo” nel migliore dei casi, un mondo che va unilateralmente accettato a testa bassa, ignorato come se non ci fosse o come se non riguardasse tutti noi, “trovati un lavoro, pensa alla tua indipendenza economica e non scocciare” è una parola d’ordine.
Nonostante le visioni e le costatazioni empiriche di molti uomini con le conseguenti “denunce sociali”, esempio ultimo Roberto Saviano, l’indignazione attraversa gli uomini e le donne giusto per una mezz’ora e l’indomani si ritorna sul posto di lavoro; Lo scandalo non è più scandalo, la protesta è vana ed illusoria oppure sovversiva e criminale, lo stesso linguaggio è manipolato e distorto ed ogni valore identitario è dissacrato.
L’impotenza è un sentimento diffuso, hanno ucciso le speranze di cambiamento e progresso, negli ultimi trentanni in italia è avvenuto un olocausto silenzioso ed invisibile interrotto solamente dalle strade e dalle piazze che tuonavano con l’esplosivo, e dalle urla delle madri, delle mogli, dai fratelli, dei padri, dei mariti e di tutti quei cari delle vittime, che non hanno visto e non vedranno mai giustizia.
La fuga dal bel paese alla ricerca di una vita migliore sembra inevitabile per chi minimamente è consapevole dello status quo italiano.
Rapporti fra stato e mafia, la democrazia cristiana, i neo fascisti, la massoneria deviata, i servizi segreti, la corruzione che ne consegue, caste sotto-caste e contro-castelli mediatici, il signoraggio bancario, gli omicidi di stato, le stragi di stato, la strategia del terrore e della miseria, fisica, economica, intellettuale applicata al popolo italiano, tutto mi riporta alle visioni apocalittiche di Pier Paolo Pasolini.
Tre Parole “Io Ho Paura”, ho paura di essere etichettato come un’comunista e di fatto già lo sono stato, il disprezzo e l’indifferenza nei miei riguardi mi dilania continuamente, smetto di parlare allora ed osservo in un mutismo ermetico, la verità è una cura che finisce per uccidere il malato il più delle volte.
Sono un letterato, dunque un pensatore libero dalle ideologie fantasma ereditate dal secolo precedente, la consapevolezza è come svegliarsi dal Matrix, forse sarebbe meglio non capire, forse bisognerebbe accettare il sistema, forse è comprensibile volerci pure tornare nel matrix, nonostante nessuno possa tornare realmente indietro senza corrompersi e neutralizzarsi.
Sono moltissime le idee, le soluzioni, le tematiche che si potrebbero affrontare, al riguardo molti scrivono, girano film, fanno informazione e tentano magari la strada politica più convenzionale, il paradosso è che persino il successo di questi uomini e di queste donne diviene un crimine, perché da una corretta e posata denuncia può nascere un successo che porta fama denaro e benessere, perdendo di vista così, la concreta idea dell’autore che a meno che non divenga martire “sacrificato in nome delle idee”,rimane solo uno speculatore della tragedia sociale italiana.
Il malessere umano che si genera a questo punto è quasi positivo, infondo stare bene in una società malata non mai buon segno.
Senza fare nomi senza attraversare i secoli tra filosofi pensatori ed eroi presunti o tali, credo che l’egoismo sia la base di tutto questo, chi si batte per la comunità pensa ai propri cari, chi si batte per il futuro lo fa per i propri figli,chi invoca giustizia non lo fa per demagogia o populismo ma per amore del proprio popolo, un patriottismo sano.
Verde come la speranza che deve risorgere, bianco come la purezza delle idee, rosso come il sangue di chi si sacrificò e di chi fu vittima.
Tutto sommato non mi dispiace affatto essere considerato uno strano, e non importa che non otterrò mai una laurea, forse finirò in miseria, i bambini disobbedienti fanno sempre questa fine, rimango felice delle mie sorde idee nel riflesso di un bicchiere di vino, la mia insanità mentale è legittima, nel sospetto che forse gli italiani tutto questo se lo meritino.

Lettera pubblicata il 3 Agosto 2012. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Politica - Riflessioni

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