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Sto soffrendo per amore

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Lettera pubblicata il 18 Marzo 2015. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 55 commenti

Pagine: 1 3 4 5 6

  1. 41
    rossana -

    Glosstar,
    comportamento eroico, sia da crocerossino che da zerbino adorante! meno male che certi “maschi” esistono e che a loro donne bellissime non fanno soltanto sangue!

    più rari delle mosche bianche, trovarne due che s’improvvisano psicologi per curare le distonie femminili sullo stesso forum rappresenta una coincidenza davvero eccezionale. chissà cosa non sarebbero capaci di scoprire nei problemi psicologici ed esistenziali della donna che desiderano possedere per intero pur di essere rassicurati sul suo amore…

  2. 42
    Golem -

    Caro Glossatar, seppure per ragioni diverse, nel tuo racconto e nelle implicazioni che lo caratterizzano, rivedo la mia storia. Quella “liberazione” da certi fantasmi che la tua donna sta cominciando a sentire, è la dimostrazione di come il “vero” amore, che tu stai “applicando” su di lei, le salveranno la vita, intesa come qualità e non solo. La matura soddisfazione che ne stai traendo, e che fa conoscere meglio anche te stesso, è esattamente la mercede che l’amore maturo ci riconosce. Non si può sapere perchè ci innamoriamo di una persona ma si può “volerla” amare, e checchè ne pensino i fautori dell'”è amore comunque vada”, lei ti sta CORRISPONDENDO per quello che per ora può.
    Hai in corso un progetto di ri-costruzione, molto più arduo di quello che ho condotto io, ma se, come penso e ti auguro, lei finalmente “capirà”, le avrai fatto scoprire un aspetto dei sentimenti, che, comunque vada la vostra storia, la legherà a te indissolubilmente. Avrete messo al mondo una nuova “creatura”: la vostra relazione umana.

    Non devi sentirti “il piccolo psicologo” con un accezione negativa, perchè quando la volontà di amare è sincera, il paziente di questo “psicologo” non può trovare di meglio sulla piazza. E’ chi non ha uno come te, che gli si dedica con quella passione che dimostri, che deve preoccuparsi di trovarne uno bravo.
    Sei ammirevole Glosstar, e hai tutta la mia stima.
    Golem.

  3. 43
    ets -

    Oggigiorno la maggior parte delle persone, e per quanto mi riguarda, essendo maschio, delle donne ha problemi psicologici dettati dalla insoddisfazione di base della propria vita. C’è chi tenta di andare avanti mostrandosi superattiva e sorridente (ma dentro muore) perchè la società vuole così, chi si sposa non amando nessuno per sfuggire dalla realtà, chi fa altro etc..
    Normalmente sono uno che nelle cose si impegna, famiglia, lavoro, amici, amore. Mi è capitato che questo mio impegno, nelle persone turbate e con, chiamiamoli, disturbi della personalità, potesse essere visto come un relativo contro impegno da parte loro a stare con me: della serie “è così buono come faccio a non starci assieme?”
    O almeno questa è l’impressione che ho avuto io. Quindi a volte si vivacchia, passano i meni finchè veramente uno non si sfracassa i cosiddetti e allora sparisco e chi si è visto si è visto.
    Ecco, non vorrei che fosse anche il vs. caso. L’amore per come la vedo io è una cosa ovvia e naturale, non deve esserci l’impegno da parte mia a farti capire quanto mi ami.
    Questo comporta un ernome impegno da parte di un partner e un sacrificio per sopportare senza amore della controparte.
    Non so se riesco a spiegarmi. Parlo sempre rispetto alle mie esperienze eh, e dunque rispetto pienamente le esperienze degli altri non giudicandoli in alcun modo

  4. 44
    Golem -

    Intervengo perché sono ovviamente uno dei due “zerbini crocerossini”.
    “più rari delle mosche bianche, trovarne due che s’improvvisano psicologi per curare le distonie femminili sullo stesso forum rappresenta una coincidenza davvero eccezionale”. Come dire che Golem e Glosstar sono sempre la stessa persona perché è impossibile che esistano due scemi del genere.
    Che stile da raffinata first lady: zerbini e crocerossini. Chi si impegna nei sentimenti e’ un povero zerbino senza palle praticamente, e non il contrario casomai, specie quando li “zerbino” sta aiutando una donna che aveva problemi di alcolismo come cantina di tornasole di altri disagi. Aiutare gli altri eh? Evviva le “maschere del teatro greco” che emergono regolarmente, ma non si può recitare per sempre.

    Certo che sono rari questi “zerbini”, com’è raro cercare, volere ed avere l’amore vero, ma sono meno rari di quello che si pensa se non si vogliono avere i paraocchi, pensando che solo la propria visione delle cose abbia “dignità di pubblicazione”. E questo traguardo se lo “guadagnano” solo gli uomini e le donne fatti e finiti, altro che gli zerbini che sono imbelli oltre che sinonimo di “inazione”, notoriamente. Ma quando si vuole rispondere senza avere argomenti succede di usare esempi diametralmente opposti, confermando la tesi che si vorrebbe smontare.
    Fanno così quelli che vivono di pie illusioni da romanzo rosa, quando percepiscono che c’è qualcos’altro oltre l’illusione: possono solo denigrare quell’aspetto della relazione che probabilmente non hanno potuto conoscere, ma non cambieranno la realtà che scherniscono, e inoltre non sarà migliore la loro di realtà solo perché cercano di sminuire quella altrui, semmai dimostrano solo che e’ peggiorata.

  5. 45
    glosstar -

    @golem.

    Ami davvero qualcuno quando arrivi ad accettarne i difetti. Tutte quelle cose che normalmente ti darebbero fastidio in chiunque altro ma che in lei sono parte inseparabile del “pacchetto persona” che per tutta una serie di validissimi motivi senti unica e speciale.

    Ami davvero qualcuno quando, percepito il suo disagio e la sua sofferenza, sei disposto ad affrontare qualsiasi cosa pur di aiutarla a uscire dal buio in cui si trova. E non portando il suo fardello — questo lo deve fare lei — ma standole accanto e raccogliendola quando cade mentre LEI a mani nude scava nella merda che per decenni le ha sotterrato l’anima.

    Ami davvero qualcuno quando, pur di vederla felice e libera, saresti anche disposto a lasciarla andare perché l’unica cosa che davvero conta e’ il suo bene, non il tuo possesso.

    Tutto il resto sono chiacchiere accademiche per dare aria alle gengive. Per quel che poi riguarda il corso di “piccolo psicologo”, mi son trovato a farlo per osservazione e per proxi mentre lei, di sua sponte, coi suoi tempi e a corrente alternata, affrontava i suoi demoni insieme a un terapeuta comportamentale. E ti garantisco che e’ già un successo per un evitante se si presenta in studio una volta ogni 3 appuntamenti cancellati.

    Concludo dicendo che se sei tossicomane, a costo di farmi odiare, io l’eroina non te la somministro. Semmai ti aiuto a smettere, e se proprio vuoi continuare a bucarti, sei libera di farlo fuori dalla mia vita…Non so se mi sono spiegato.

  6. 46
    glosstar -

    @ets.

    “…si è interrotto il mio rapporto con un’altra anaffettiva che per sensi di colpa (almeno così diceva) aveva sempre la testa su un ex…”

    Credimi, l’anaffettivo non ha ne sensi di colpa e non sta con la testa sull’ex. Sensi di colpa e rimorsi/rimpianti sono emozioni, e per l’anaffettivo le emozioni stanno in cassaforte. Forse e’ proprio come dici tu, non eri abbastanza per lei e hai fatto bene a chiudere.

    “Oggigiorno la maggior parte delle persone…ha problemi psicologici dettati dalla insoddisfazione di base della propria vita.”

    Penso sia vero il contrario, esistono persone che vivono insoddisfatte a causa di problemi psicologici non risolti. Quando pero i problemi sono nevrosi causate da un “danno” profondo e debilitante credimi, e’ tutt’altra musica. Nessuno ti obbliga a starle vicino, ed e’ tua la decisione se farlo o meno. Ma se scegli di farlo, e’ necessario che tu ci sia con tutto te stesso e senza coda a tenere aperta la porta…purtroppo in questo “business” non esiste il part-time.

    @rosanna.

    Ognuno e’ autorizzato ad avere opinioni. Grazie per il tuo commento

  7. 47
    Golem -

    Glosstar, quello che dici sull’amore è come parlare con la Scuola di Atene quando normalmente si ha a che fare col salumiere di quartiere: e’ una dimensione che la maggioranza non riesce neppure ad immaginare, essendo esclusa l’influenza degli istinti – che spesso restano gli unici indicatori per quel concetto – da una consapevolezza cristallina come quella che hai espresso.

    La tua vicenda e’ drammatica rispetto alla mia, che è più vicina alla favola di Biancaneve. Tu fai l’esempio dell’eroinomane quando io dovrei fare quello del Chupa Chupa. Non di meno in entrambe i casi un “blocco” impedisce di andare “oltre” nella costruzione del se’, come pure nei rapporti interpersonali, di qualsiasi natura. Possiamo immaginare in quello “sentimentale”. E’ come se una parte “dell’organismo personalità” di quella persona “tardasse” a ricongiungersi a tutto il resto, che rimane in attesa naturalmente.
    Io credo che questa donna ti sarà grata come verso nessun’altro un giorno, perché forse è l’unico momento in cui sta “vedendo” veramente cosa significhi essere amati. E se la mia ha interrotto con me un’eterna adolescenza, per la tua sarà una nuova nascita. Per certi versi tu stai portando a compimento una specie di esorcismo verso di lei. I demoni che si insediano dentro di noi quando non siamo amati possono assumere l’aspetto di un folletto, come nel caso di mia moglie, o di Satana, nel vostro.
    Io ti ringrazio per la tua importante testimonianza Glosstar, che è quella più seria che io abbia letto fin’ora.
    Buona serata.

  8. 48
    ets -

    Non è che sia totalmente in disaccordo con voi, anche io sono stato 1 anno con una persona che aveva tutti i difetti di questo mondo ma con la quale comunque ho provato a costruire qualcosa. Quindi diciamo che un po capisco quello di cui parlate. E sono cose che se fatte da altre persone sarebbero state da me mandate a quel paese in un nano secondo. Invece a lei più o meno perdonavo tutto per ovvi motivi.
    Però, dico… però si tratta di un rapporto squilibrato vero? E’ normale che in una coppia uno debba convincere l’altro che il rapporto è buona cosa? E questa convinzione debba passare anche dal
    1)capire
    2)sopportare
    3)analizzare anche a livello psico-analitico
    4)e chi più ne ha più ne metta
    Mentre l’altra parte deve essere quella che invece deve essere solamente “compresa” ?
    Boh, io dopo le mie esperienze non la penso così: il rapporto deve essere paritario, perchè se si cerca di convincere il partner si è solo sulla cattiva strada.
    E lo dico io che di partner a volte li ho veramente convinti.
    Ora non è che sto rapportando le vostre esperienze alle mie o restringendo volutamente ciò da voi scritto a poche righe.. sto soltanto esplicando un aspetto delle vostre storie che, collegate alla mia esperienza, mi fanno avere queste deduzioni.
    Deduzioni per forza di cose… abbastanza ridotte eh !

  9. 49
    Golem -

    Ets, anch’io sono così, mai ho “forzato” una situazione, ne’ all’inizio, corteggiando per settimane, ne’ durante. Sono perfettamente d’accordo che se una cosa dev’essere sarà. Infatti con mia moglie tutto e’ andato liscio sin dal primo momento in cui ci siamo incontrati. D’altra parte tra persone simpatia e antipatia sono quasi immediate. Ma nel mio caso il problema si è evidenziato mano a mano che passavamo gli anni, tanto erano subconsce, ma impediva di fare un salto di qualità relazionale che non necessariamente si presenta nel giro di poco tempo. Ma siccome le qualità sino a quel momento dimostrate e il valore della persona me la facevano stimare, oltre ad amare, mi ha convinto ad approfondire quale fosse il blocco di cui parlavo.
    Come avrai letto non era “serio” come quello che ha spiegato Glosstar per la sua donna, ma sufficiente a mantenere una parte di questa donna in un altro “tempo”, e senza rendersene conto questo limite stava spegnendo il resto del nostro rapporto.
    Io credo che se una persona ama realmente l’altra e ne stima la qualità umana, abbia il diritto oltre che il dovere di intervenire. E io l’ho fatto, e come ho detto oggi ne vedo i risultati. Ma la prima a giovarne e’ stata lei, perché in questo modo ha messo in soffitta “le bambole” metaforiche con cui ancora giocava la sua fantasia femminile, diventando completamente donna.
    Amare una persona non significa necessariamente rispettarne comunque le caratteristiche, anche quelle nascoste, ma aiutarla a capire quando qualcuna di queste ne limita le qualità e la relazione che vive nel presente.
    A volte per “guardarsi” meglio servono gli occhi dell’altro, ma di un altro che ti ama veramente però.
    Ciao.

  10. 50
    rossana -

    Ets,
    “il rapporto deve essere paritario, perchè se si cerca di convincere il partner si è solo sulla cattiva strada.” – ancora una volta perfettamente d’accordo. o meglio: per me, un rapporto può anche essere sbilanciato ma bisognerebbe esserne ben consapevoli e non ritenere di essere i soli a conoscere l’Amore, che spesso finisce con il limitarsi al proprio.

    si può dare sostegno momentaneo a chi ne ha bisogno ma è pericoloso sostituirsi a un professionista nei casi meno leggeri in quanto, con questo, finita la terapia termina anche la dipendenza, mentre con una persona normale può accadere quanto segue:
    1) finché il bisognoso di comprensione ha pianto, ha apprezzato il partner che, magari maldestramente, asciugava le sue lacrime. finito il dolore, cerca quasi sempre un tipo di rapporto diverso, più affine alla nuova personalità che ha preso forma.
    2) resta emotivamente dipendente, per l’impossibilità di allontanarsi da un sentimento di sudditanza, ormai incorporato nel rapporto.
    3) nella migliore delle ipotesi, è grato, nutrendo una gratitudine, appunto, ammantata da espressioni d’amore.

    a chiunque ponga quesiti sul “salvare” un altro, ho sempre suggerito di attendere la sua guarigione prima di consolidare una relazione di coppia. l’amore d’inizio dev’essere spontaneo in entrambi i partner e privo di tare sulla capacità emotiva di ognuno dei due. gli “aggiustamenti” per la vita in comune dovrebbero essere non troppo rilevanti e desiderati nella stessa misura da entrambi, altrimenti diventa un’alleanza in parte viziata da condizionamenti più o meno seri.

    convincimenti soggettivi, sperimentati in prima persona.

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