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Sono stufa…

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Lettera pubblicata il 28 Marzo 2016. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 69 commenti

Pagine: 1 2 3 4 5 6 7

  1. 31
    Diego -

    Beh, sapete che vi dico, la mente cosciente può anche comprendere i propri problemi, ma spesso razionalizzarli non elimina il grave conflitto presente nel subconscio, tradotto significa che il dolore e l’impotenza di reagire restano e la vittima non ne esce, altro che psicofarmaci…

    A meno che non si cambia totalmente metro di misura, uscendo dagli schemi convenzionali per ridare pace al profondo, cosa molto consigliabile, pechè se coscienza e subconscio litigano di brutto, l’Id potrebbe arrabbiarsi molto e decidere tagli drastici.

  2. 32
    Golem -

    Ciao Anna, ho aspettato di leggere le risposte alle tue domande e le tue successive repliche in modo da avere in quadro più chiaro della tua situazione, per trarre qualche conclusione al riguardo.
    Tu non stai male, sei depressa forse, ma sana di “sentimento” come diceva mia nonna. Forse troppo.
    Il primo segnale di “salute” è quel vaffanculo che indica una sana reattività e da tenere sempre pronto. L’altro indizio è la tua “ribellione” che ti ha portato a lasciare una vita che forse (per motivi che dovrai scoprire) non volevi.
    La tua crisi attuale a mio avviso nasce dal rifiuto inconscio di uno “schema” che evidentemente non accettavi più, ma che si fa sentire ancora attraverso certi paradigmi della femminilitá tradizionale legata ai figli, il fidanzato e quant’altro caratterizzava l’iter “naturale” di una giovane donna nata a cavallo degli anni in cui il cambiamento epocale cominciava a far sentire i suoi effetti.
    In realtà stiamo vivendo un lento ma inesorabile cambiamento del nostro modello di vita occidentale di cui non ci tendiamo conto razionalmente, che mette in crisi tutte le rassicuranti certezze del benessere economico barattato però con la nostra vera libertà interiore. Molti, anzi i più, non lo “sentono “, altri, i più sensibili, lo sentono ma non lo capiscono. É una ribellione interiore che in alcuni si manifesta come isolamento dal “mondo” nel suo insieme: lavoro, conoscenze, “intetessi” e persino affetti, quasi a voler fare il punto di un viaggio di cui si percepisce forse non essere il nostro.
    Sono anch’io architetto, felice di esserlo perché l’ho scelto in etá matura, essendomi iscritto all’Università a 38 anni e laureato a 44, ma da ragazzo, costretto da esigenze famigliari a frequentare una scuola professionale, un bel giorno mi licenziai di colpo, (ero disegnatore indistriale) quasi a volermi liberare da una “sicurezza” che a 22 anni mi faceva intravedere una vita che NON VOLEVO, pur non sapendo ancora cosa volessi. Ebbi una crisi depressiva curata coi mezzi e i farmaci dell’epoca ma in realtà, come vedo in te, stavo BENE, la mia crisi era solo l’inizio di una ricerca di “me” che ho capito solo molti anni dopo.
    Altri tempi, certo, il lavoro ti “cercava” e non il contrario, ma oggi mi rendo conto che quell’azzardo mi ha reso un uomo che ci ha “provato” a conoscersi e, al di là dei “medi” successi professionali, è soddisfatto di sè. Questo malgrado le tragedie i e dolori che hanno accompagnato il nuovo percorso della mia vita.

  3. 33
    Golem -

    >>>
    In questi momenti capita di cercare altrove delle risposte che ancora non si hanno, ma sono palliativi, perchè non potremo sfuggire alle nostre scelte che qualcosa dentro di noi ci sta chiedendo, e per questo ci vuole tempo.
    L’unica cosa che potrei consigliarti è di non lasciarti condizionare da quegli stereotipi di cui accennavo in precedenza: figli, fidanzati e famiglia standard perché passa il tempo. Oggi il ruolo di una donna ha persino più possibilità di esprimersi di quanto ne abbia quello di un uomo, compreso quello di fare un figlio da “sola” se ci tiene e lo volesse, per esempio. Io credo che in questo momento devi solo cercare di non colpevolizzarti per la scelta di “scendere” da “quel mondo”, perché la riconciliazione con sè stessi per capirs chi si “è”, è il primo passo per sapere come muoversi, anche per scoprire magari che NON vuoi muoverti, se al limite dovesse emergere che è quello che vuoi.
    Io ho parlato spesso su questo forum di quanti di noi sono vittime di alienazioni che nascono dall’aver abdicato ad una vita che non è la nostra, anche inconsapevolmente, ma quand’anche questa fosse “comoda” non basterá a farci sentire bene. In qualche modo mostreremo lnsofferenza e infelicitá per essere stati quello che non siamo.

    Non è retorica se ti dico che sei giovane, e hai il tempo di riflettere senza “ansie” su quello che vorrai essere per i prossimi anni. Fallo, ascoltando tutti se vuoi, ma senza farti condizionare da nessuno. L’unica a cui dovrai dare ascolto veramente sei tu, perché forse non l’hai fatto finora. Questo è il primo passo a mio parere.
    Ti auguro solo un po’ di fortuna e molta più serenità.
    Ciao.

  4. 34
    Sofia -

    Maria grazia non credo proprio che tu sia come Anna o abbiate qualcosa in comune!fortunatamente te sei totalmente diversa da lei…

    Anna…io so quel che ti ho detto e lo riconfermò tutto…se ho detto certe cose c’è un motivo ed è perché lo so!
    E cmq xleby cerca tanto di lisciarti per carità ognuno e’libero di aiutarti come vuole..
    .ma farti passare da vittima indifesa questo assolutamente no!

    Non mi fai pena Anna….per niente….mi fanno cento mila volte più pena le vere persone depresse Che la vita le ha VERAMENTE dato batoste e tolto ogni cosa!
    Non una sciocca immatura ragazzina mai cresciuta che aveva tutto e nessun probblema e si è rovinata con le sue mani!
    Che fa ragionamenti demenziali che ha lasciato un mucchio di lavori per l’umore era a terra!
    Sei patetica….ecco l’unica cosa che sei…
    Però una cosa a tua favore te l’ha riconosco…hai capito che è solo ed esclusivamente colpa tua di tutto questo e stai cercando di rimediare…..

    Quando rompi un vaso in mille pezzi poi dopo lo incolli se vuoi e’vero ma non sarà mai più come prima! La tua vita perfetta di prima ora non ci sarà più… Ora te la devi sudare…ed è giusto cosi’!

  5. 35
    maria grazia -

    secondo me Diego e Golem hanno colto il punto. Quando non c’è rispondenza tra ciò che sembriamo o facciamo nella vita e ciò che avvertiamo nel profondo, si crea un grande conflitto in noi. conflitto che, come dice Diego, va risolto riprogrammando anche il nostro subconscio. se infatti la necessità di cambiamento è riconosciuta solo dalla nostra parte razionale, non arriveremo lontano, e lo dico anche per esperienza. questa è un’ epoca di grande confusione che porta sempre più persone a entrare in una crisi profonda con se stessi perchè, come dice Golem, si sono messi in moto dei meccanismi che rimettono completamente in discussione il modello di società cui eravamo abituati e al quale ci avevano educato i nostri nonni e genitori. ora quel modello non vale più, non è più garantito e anzi molti ( come me ) nemmeno lo preferiscono perchè si è rivelato perloppiù una “gabbia”. Mentre l’ uomo occidentale, da sempre concentrato solo sul profitto e sui guadagni, sta riscoprendo la necessità di cercare se stesso senza più subìre pressioni esterne e senza condizionamenti di sorta. Anna non si deve sentire colpevole per il suo modo di essere o di vivere, deve semplicemente rendersi conto che le scelte che ha fatto finora si scontrano con il suo più profondo sentire, e quindi occorre modificare qualcosa, forse radicalmente. Il suo percorso di “guarigione” e di presa di coscienza lo ha già fatto, e proseguirlo indeterminatamente è del tutto superfluo. Ora per lei è arrivato il momento di agire ( o, come dice Golem, di comprendere nel profondo cosa le è più congeniale ). E dirò di più! per me, i momenti più prolifici, istruttivi e utili della mia vita, sono stati quelli in cui mi sono trovata in difficoltà, non quelli nei quali ho avuto più del necessario e me la sono spassata. questi momenti di “festa” sono stati senz’ altro piacevoli, ma non mi hanno insegnato nulla! Le cose importanti, le cose davvero preziose e utili, le ho apprese nei momenti fatti di privazioni e di rinunce. perchè è in questi frangenti che l’ intelletto comincia a mettersi in moto.. Oggi ho compreso una cosa che prima non capivo, perchè il mio subconscio era “programmato” in maniera ERRATA, come dice Anna. ero programmata per cercare di avere l’ approvazione degli altri ( specie della famiglia, da cui non mi ero mai sentita accettata e capita ). e questo è sbagliato! tutti i miei precedenti sbagli venivano da questo.

  6. 36
    maria grazia -

    Ero anch’ io condizionata da quegli stereotipi di cui ha parlato Golem ( marito, figli, l’ accettazione sociale, un ruolo ben definito ), e che mi erano stati inculcati nel mio ambiente di provenienza. siccome non trovavo la collocazione e l’ uomo adatti a me, mi sentivo sbagliata e inadeguata, e questo andava poi a condizionare negativamente le altre sfere della mia esistenza, come quella lavorativa. Oggi tendo solo a quelle cose che PIACCIONO A ME e mi portano un beneficio in termini sopratutto personali, e non quelle che possono solo e semplicemente acquietare o piacere a qualcun altro. Una cosa importante che Anna dovrà tenere sempre a mente, è che non serve a nulla staccarsi materialmente dal proprio ambiente e dalla propria famiglia, allontanarsene fisicamente, se poi non si riesce – in parallelo – a staccarsene anche a livello emotivo e mentale. Il cordone da tagliare è sopratutto quello della DIPENDENZA PSICOLOGICA dall’ approvazione altrui, non tanto quello meramente pratico della dipendenza economica. Sia chiaro, non sempre possiamo permetterci di evitare quelle mansioni che non ci piacciono ma che ci consentono di raccimolare qualche soldino per campare. nemmeno io posso permettermelo. Ma l’ importante è considerare queste situazioni non come il nostro destino irrimediabile e definitivo, ma come “provvisorie” o come “funzionali” a quello che vogliamo veramente realizzare.

  7. 37
    Anna -

    caro golem, che dire… il tuo messaggio era pieno di speranza, è stato un piacere leggerti… ed è un piacere leggere di esperienze come la tua, andate poi a buon fine… questo viaggio dentro me stessa non so dove mi porterà… effettivamente ora ho più chiari il concetto di sacrificio, di rinuncia… sono consapevole di cosa vuol dire avere dei problemi e sono molto più indipendente spiritualmente… vedo con occhi diversi i miei genitori, li guardo con occhi da donna, non di ragazzina, sono consapevole che loro un domani non ci saranno più e dovrò cavarmela con le mie gambe e a questo sono pronta… prontissima… sembrano parole a vanvera le mie ma è quello che sento, non sto nemmeno augurando la morte ai miei, ci mancherebbe, gli auguro ancora lunga vita, ma ho sbattuto la faccia contro una realtà che prima non conoscevo, DA SOLA, e senza l’aiuto di nessuno ho cercato di risalire, capendo davvero che cosa significa LOTTARE ed essere caparbi per rincorrere la felicità. vivo le cose con molto più distacco, ho il cuore stanco ma pieno di esperienze, mi sento saggia e invecchiata, molto invecchiata ma sono contenta di aver provato cose e sensazioni che prima non avevo mai provato e che molta gente si sogna di provare!
    purtroppo come afferma giustamente diego, il conflitto interiore c’è ancora, la SOFFERENZA è sempre li, pronta a colpire nel più banale dei momenti, senza un perchè… ed è per questo che mi affido ad un aiuto farmacologico, perchè so che da sola non reggerei il colpo. probabilmente questi farmaci ma aiuteranno a vita, probabilmente no, ma una cosa ho ben chiara… che cosa significa SACRIFICARSI E RINUNCIARE nella vita, so cosa significa SOFFRIRE, vivo giorno per giorno adesso, non faccio più progetti a lungo termine e da un lato sto meglio cosi, dall’altro, e qui entra in gioco il subconscio come diceva diego, sto male da morire. anche io credo di non essere anagraficamente troppo vecchia ma nemmeno troppo giovane… sono in un limbo, non sono ancora riuscita ad esemprimermi totalmente, ma con COSTANZA e TENACIA qualche risultato sicuramente lo otterrò… consapevole delle rinuncie e dei sacrifici che dovrò fare ma che però sono già abituata a fare. scusate sono un fiume in piena ma sfogarsi credo sia un ottima terapia… dovrebbero esistere dei forum non virtuali ma reali, dei gruppi di incontro tipo questi, per poter parlare dal vivo di queste cose… come mi piacerebbe!!! 🙂

  8. 38
    Anna -

    maria grazia grazie mille per le parole, ti seguo spesso e mi stai decisamente simpatica!!! 🙂

    cara sofia, mi ero ripromessa di non parlare con persone OTTUSE come te, si perchè secondo me sei un po OTTUSA. mi ricordi tanto mia nonna e i suoi discorsi però che dirti… è giusto che ognuno esprima il suo parere quindi come vedi le critiche per me sono accette… sai a differenza di quello che pensi sono molto tollerante e forse anche un tantino più matura di te ma che dire… ma magari mi sbaglio!!!

  9. 39
    xleby -

    Seguo un percorso “spirituale” da due anni, per cercare di sgretolare gli schemini. Quello che ho scritto sono solo parole, se ti giovano meglio… ma sono un tipo molto pratico… a volte cado negli stessi schemi e a volte no, non sono infallibile. In più ho empatia, mi immedesimo e capisco cosa passi e poi un pochino ci sono passato, ma non fino al punto di non voler fare nulla in quanto il fermarmi definitivamente la vedo una cosa irrazionale, mi farebbe solo perdere tempo, voglio sapere cosa mi riserva la vita nel bene e nel male quindi vado avanti in ogni caso.

    Quanta rabbia che hai sofia? perché? Traspare anche invidia dalle tue parole “ora ti devi rimeritare tutto ciò che non meritavi” (e che io stessa non ho mai avuto Es. successi nel lavoro [soprattutto] perché MI CREDO una buona a nulla, ho al massimo solo la bellezza ma di mio non so fare nulla!) Ecco perché prima hai svalutato così tanto ‘i successi scolastici”… è il tuo tallone d’achille. Ma mica vedi in lei tutto ciò che tu non sei mai stata?
    vuoi distruggere una persona già in difficoltà? stai godendo del male che sta passando solo perché nella lettara “lei aveva tutto” (ed è tutto ciò che tu non avevi) e ha mandato tutto all’ aria?
    Ho colto nel segno ci scommetto tutto quello che vuoi. Allora enumeraci le tue grandi imprese e successi nella vita che sto curioso che voglio proprio sentire! dici che c’è chi soffre veramente, mica parli di te stessa? ecco tu sei il tipo che invece di reagire con la depressione si arrabbia e fa la vittima, ma di fondo c’è sempre un senso di incapacità (incapacità di CONTROLLARE OSSESSIVAMENTE TUTTO? non siete forse affette dalla stessa mania tu e anna questo vi porta ad essere troppo severe con voi stesse) attenta che prima o poi cadi pure tu, il punto è che a certe delusioni o accadimenti sfortunati bisogna
    metterci una pietra sopra, è difficilissimo ma va fatto, non controlliamo tutto. Non ti conviene rispondermi sgarbatamente ti ignorerei, la ritengo una disputa inutile… non sfogare la tua rabbia su persone anonime su questo sito pure io l’ho fatto ma mi scuso, ero alle prese con una persona un po’ pazza in quel periodo! Dani come si chiama di sicuro non legge ora ma le scuse ci sono: eccole.

  10. 40
    rossana -

    Anna,
    condivido sia i post 27 e 28 di Xleby che il post 31 di Diego.

    a mio avviso, i ragionamenti, le parole e i farmaci servono a poco quando si presenta una forte e confusa necessità inconscia, che richiede tempo e fatica per essere compresa e, almeno in parte, a poco a poco superata. solo la volontà del soggetto di ritrovare un proprio equilibrio e di ridisegnare un “mondo a propria immagine e somiglianza” (splendida definizione, rubata a Diego) può consentire il raggiungimento di uno dei più importanti obiettivi nella vita, se non il più importante in assoluto: quello di vivere con serenità le proprie scelte, assumendosene tutte le responsabilità e le conseguenze.

    ce la puoi fare, e ce la farai di certo, se avrai la forza e il coraggio di ripartire da zero con una tua personale piattaforma mentale, che tenga conto sia delle potenzialità che delle concrete possibilità.

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