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Ruoli

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Lettera pubblicata il 7 Maggio 2010. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 38 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 31
    key -

    quello che io disprezzo è l’incapacità di ascoltare ma il sentirsi in diritto
    d’ interpretare ed estrapolare poche parole per crearne un must universale.

    mi aspettavate al varco e vi ho dato ciò che volevate, dopo di ciò l’argomento è ormai giunto agli sgoccioli.
    ho detto: ciascuno ha le sue esperienze, io ascolto quelle degli altri senza avere la presunzione di inglobarle in un unico contesto.
    ho sibillato: potrei tacciare ciascun uomo di essere lo stesso stro… di sempre ma non lo farò perchè ho la prova del contrario.
    a me sta bene essere una girl power se sta bene a voi, non cambia certo la mia vita nè le mie relazioni all’interno delle quali non si parlano lingue diverse, perchè altrimenti non ci sarebbe affinità.
    ciò non m’impedisce di ascoltare chi la pensa in modo diverso dal mio ma mi ritraggo se il pollo da spennare sono io.

    ciò che vedo di diverso è l’umiltà, mia, che non mi ha mai condotta a scrivere, a differenza di altri sopra, tu sei così, vedi me lo confermi, guarda ti stai contraddicendo…adesso “in”cominci a capirmi? Sì, io ho “in”cominciato ma tu ci sei arrivato??
    io ascolto e basta, casomai metto a nudo le mie esperienze per confrontarmi senza dare affrettati giudizi sugli altri. sta qui la pochezza. passo e chiudo.

  2. 32
    key -

    @ Spectre io ho accettato a lungo di sottomettermi è questo il problema e non mi sono mai lamentata. Lo sono ancora, sottomessa, e sempre lo sarò per uno strano principio che si chiama maternità, per i miei figli mi faccio scuoiare, ma almeno così non mi si scuoia sotto lo stesso tetto, quotidianamente, solo quando gli girano storte.
    Ed ancora oggi mi mordo la lingua fino a farla sanguinare ma se permetti, alcune ore del giorno le trascorro in serenità.
    Il concetto di famiglia e di sacrificio era la cosa che volevo salvare di più, ho tenuto duro, ma poi per fortuna qualcun altro ha scelto per me e devo solo ringraziare il mio carnefice per questo. Ciò non mi esenta dal riconoscere di non avere avuto più la volontà di salvare le cose, prendendomi anche le mie di responsabilità, perchè l’infelicità è un sentimento che si paga a duro prezzo e che pagano anche coloro che dipendono da te. I figli, appunto.

    E non riconduco alcuni comportamenti ad un retaggio culturale errato ma solo all’egoismo ed alla viltà dell’individuo come persona.
    Mi sembra di non aver mai inglobato voi uomini nei luoghi comuni più frequenti, però so qual è la molla che impedisce ad alcune donne di oggi di essere più arrendevoli. Me l’hai chiesto ed ho tentato di risponderti partendo dal mio punto di vista.
    Se fossi stato meno preso dai tuoi “agganci” personali,
    volti ad interpretare le mie esperienze per cercarvi una ragione intrinseca della mancata femminilità mondiale, avresti compreso, tu che puoi, che qui non c’è nulla di soggettivo, è solo un dramma privato perpetrato negli anni ma che, a differenza di altri sempre sopra,
    non m’impedisce di vivere e di credere ancora negli altrI ai quali concedo sempre il beneficio del dubbio, a meno che non mi dimostrino il contrario.
    ci sbatto la testa, me la rompo ma non giudico a priori.
    Ripeto: passo e chiudo

  3. 33
    david1971 -

    @ Key:
    Ti chiedo scusa per il mio “in”cominci. Sono toscano e vivo da diversi anni fuori dall’Italia, quindi alcune volte commetto errori di ortografia non volontari.
    Mi sembrava di averti ripetuto molte volte che non volevo offenderti, ma credo che queste mie parole non ti siano arrivate chiare.
    Non conosco Spectre e quindi non mi sono potuto accordare con lui in una qualsivoglia trappola.
    Tu hai parlato di tua madre e delle sue sofferenze. Non ti ho “agganciato” al mio personale, ma lo ho usato per farti capire che quella situazione l’ho vissuta prima come figlio e poi come studioso.
    Non ti ho mai giudicato, nè questa è mai stata la mia intenzione. Anzi, direi il contrario. Inoltre ho cercato di spiegarti che avrei potuto solo trarre piacere nel farti capire il mio punto di vista. Non volevo nemmeno che tu lo sposassi, ma solo che tu lo capissi.
    Ho solamente cercato di farti notare che in alcuni tuoi scritti si sarebbe potuto notare un preciso comportamento che è ritrovabile in altri scritti in questo sito. Esperienze personali mi dicono che questo non è un caso ma vi possiamo trovare una “costante”.
    Sono piacevolmente sorpreso della tua chiara ammissione che il problema si pone soprattutto in termini di singolarità che rende le persone inclini ad essere egoistici.
    Parlando per me posso inoltre asserire che sono qui a scrivere per esprimere liberamente le mie idee senza volerle imporre, come del resto anche tu.

  4. 34
    Spectre -

    … sì infatti.
    dire certe cose usando parole un pò dirette non significa imporle.
    forse è il limite del parlarsi scrivendo e non di persona. o forse no, visto che di persone “pronte al dialogo” che poi non ascoltano mentre parli loro è pieno.

    è come quel dialogare che non porta a nulla. ok, ci si scambia opinioni e poi però si torna tutti a casa senza essersi smossi REALMENTE di un cm.
    tutti a fare grandi cenni con la testa, ma poi chissà se quel che si è detto ha perlomeno lasciato un piccolo seme a germogliare?

    nn dico che parlare, ragionare, significhi DIRETTAMENTE avvicinarsi e mediare per forza. però…
    vabbè.

  5. 35
    david1971 -

    È esattamente quello che intendevo. Scriviamo le nostre idee ed opinioni con la speranza che qualcuno le possa comprendere, senza imporle. Il mondo è già sufficientemente pieno di persone che vogliono importi le proprie o di altri che fanno semplicemente finta di ascoltarti.
    Questo, infatti, è il motivo per cui ti ho descritto fatti personali e ti ho espresso le mie idee. Non voglio farti cambiare le tue, ma aprire un dialogo piacevole basato su persone che hanno un cervello che ragiona e sono disposte ad un tranquillo scambio di idee. Nei miei scritti troverai chiari riferimenti a quello che tu hai espresso. Non citazioni per poterti sbattere in faccia che hai torto (ripeto che non è mia intenzione), ma riprendendoli per approfondire insieme.
    Credo che questo non sia un errore ma una chiara dimostazione che sto ascoltando.
    Spero che le persone possano scambiarsi idee e opinioni al fine di migliorare laddove ci possano essere lacune. Me compreso.

  6. 36
    maria grazia -

    “Per lo meno all’ epoca la donna aveva potere perche’ l’ uomo senza la donna non decideva,
    la donna tramava dietro le quinte nell’ ombra e mandava avanti tutto come voleva lei,
    lei prendeva le decisioni e l’ uomo ripeteva la decisione come se fosse stata sua l’ idea.
    Ma la donna gustamente voleva far vedere il proprio potere sull’ uomo e uscire dall’ ombra. Combinando una catrastrofe.
    Non che l’ uomo sia un santo ma per lo meno all’ epoca c’ era la speranza che un uomo ti amasse.”

    ambè! quindi l’ unico modo di farsi amare da un uomo, è fargli credere che decide tutto lui? ragazzi, che bella soddisfazione!! beh guarda, allora preferisco che nessuno mi ami.

  7. 37
    rossana -

    JE86,
    “e’ scontato la donna moderna pensa solo a trarre profitto da ogni situazione.
    Non esiste la donna diversa da quell’ altra ma quella che gli sono stati insegnati piu’ valori e tutta li la differenza, perche’ senno’ le donne sono tutte uguali.” – concetto che calza altrettanto bene se orientato sul maschile, il cui profitto immediato è il sesso facile e variato. A mio avviso, la differenza più significativa fra i due sessi è che una donna, se lo desidera, può avere e crescere dei figli, mentre l’uomo, senza una donna, è privo di famiglia.

    I valori da inculcare durante la crescita stanno cambiando. In linea generale non sono quasi mai rimasti gli stessi nei secoli, anche se i pochissimi di fondo possono essere invariati. Ora sembrano confusi e tentennanti ma finiranno con il cristallizzarsi, almeno per qualche tempo.

  8. 38
    rossana -

    Key,
    “Una vita insieme comporta sforzi, sacrifici da entrambe le parti, bisogna avere l’umiltà di dare e ricevere a fasi alterne, se non addirittura contemporaneamente.
    Poi la volontà è quella che subentra quando un rapporto è in crisi, credo che tutti noi conosciamo l’ingrediente per tirare avanti la baracca ma non sempre ne abbiamo la volontà.” – le crisi, si sa, si superano con il dialogo, volto a reciproci adattamenti, sempre che sia rimasto un minimo d’intento di proseguire uniti.

    secondo me, il problema che si ripropone con l’attuale desiderio di sincerità di vitalità di un sentimento volto all’unicità è simile a quanto succedeva in passato, soprattutto negli ultimi tre secoli, quando la famiglia era qualcosa di sacro ma spesso affiancata dall’amore profano, sciolto da vincoli d’impegno nella routine quotidiana. A partire dal ‘900 si è voluto far coincidere le due diverse forme di “attrazione” e di “unione”, spesso con una cattiva realizzazione di entrambe.

    “mi ritraggo se il pollo da spennare sono io.” – nessuno vuole mai imporre nulla ma, chissà perché, gli uomini tentano sempre di farlo, in quanto loro di solito vedono più lontano delle donne.

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