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Ho deciso di rinunciare ad avere figli

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Lettera pubblicata il 17 Luglio 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.066 commenti

Pagine: 1 102 103 104 105 106 107

  1. 1031
    M. -

    Ciao a tutti.

    Dottor,
    sono un maschio (misogino a maschilista secondo MG ahahah).
    Comunque una persona non deve snaturarsi, anche perché, che garanzie potrebbe dare questa cosa?
    Credo nessun tipo di garanzia, se non la certezza di non stare più in linea con se stessi.
    Se si imponesse il matrimonio, e se si abolisse il divorzio, sulla carta avremmo risolto il problema stabilita, ma se ne aprirebbero degli altri.
    Una volta era così; non c’era una legge del legislatore che imponeva il matrimonio, ma lo imponeva una legge sociale, che, forse, è pure peggio.
    Di questa precarietà continua ne soffro anch’io, anch’io so per certo che potrei svegliarmi domani mattina e rendermi conto di aver perso tutto, ma non ci sono “medicine” per questa malattia.
    Io apprezzo chi imposta un rapporto come il tuo, ne apprezzo la chiarezza. Non è un rapporto di amore, però lo si è messo in chiaro subito.
    Per quanto riguarda i compromessi, non credere che chi ha fatto una famiglia, magari si è sposato ecc…abbia dovuto farlo snaturandosi, o accettando chissà che cosa.
    Se persona sana di mente e sicura di sé, avrà fatto un passo così in linea con il proprio sentire.
    Secondo me è questo che bisognerebbe fare: seguire il proprio sentire, e magari non limitarsi a vedere solo il marcio in una società, ma sia la parte buona che cattiva.
    Ricordati che le facce della medaglia sono sempre due.
    Bisognerebbe rivoltare ciò che oggettivamente è una schifezza, e sai, secondo me, qual è la cosa peggiore della nostra società?
    Si accetta DI TUTTO E DI PIÙ. Si tollera di tutto di più, e se qualcuno alza il dito per dimostrare il suo dissenso, vieni etichettato immediatamente come il moralista, il deficiente, la scimmia che arriva direttamente dalle caverne.
    Non c’è più una coscienza, una morale sociale ben definita.
    Tutti hanno diritto a tutto.
    Ancora un po’ arriveremo a dare dei diritti anche alle piastrelle del bagno.
    Troppe cose senza confini, indefinite.
    Questo è un problema…

  2. 1032
    M. -

    se una persona non provvede da sé, in base alla propria natura, cultura e credenze, a dare dei confini precisi alle cose.
    Avere troppa libertà equivale a non averne nessuna.
    Tempo fa, proprio su queste pagine, avevo litigato pesantemente con Rossana, ma soprattutto con MG, e durante la baraonda avevamo toccato anche la questione valori-società.
    In merito, avevo fatto riferimento al filosofo Nietzsche ed alla “Morte di Dio”.
    Tieni conto che nella filosofia di Nietzsche ha affondato le proprie radici il nazismo, e tutto quello che ha rappresentato, e fatto.
    In sostanza Nietzsche aveva sottolineando come l’uomo avesse “ucciso” tutti quei valori che hanno illuminato la società per molti secoli.
    E si è fatto una domanda molto semplice: voi, superuomini (inteso come esseri umani) avete spento i fari (i valori) che illuminavano la vostra strada.
    Ora, siete in grado di procedere da soli al buio? Siete in grado di trovare altri fari? Siete in grado di non perdervi?
    La risposta, credo, che sia abbastanza facile da dare, almeno per noi, che viviamo un periodo di mezzo.

    Ciao a tutti

  3. 1033
    rossana -

    M.,
    persa l’autorità del re o dell’imperatore, appannata l’autorità della Chiesa, che ha regnato per duemila anni, non ci resta che l’autorità sociale (se così si può chiamare) della democrazia. quella che ha condannato Cristo e salvato Barabba (almeno a quanto consta dalla tradizione)…

    alternativa? al di là di tutti i filosofi e i pensatori, che rispetto, ognuno per quanto vale per me, non restano che i valori che si basano sulle proprie opinioni, ammesso che si sia in grado di averne di abbastanza solide.

    prima ancora di queste, c’è la propria coscienza, NON quella impastata di nozioni religiose ma quella che nasce con noi, basata sulla nostra indole e sui nostri vissuti, una volta che si è cresciuti abbastanza da sfrondare quanto ci è stato insegnato che non ci appartiene.

    seguire il proprio sentire e il proprio istinto non è soltanto la soluzione ideale per l’oggi. secondo me, lo è stata sempre, pur considerando che in passato è stato molto più difficile liberarsi sia dell’influenza della società che di quella della religione.

    una cosa è vivere; altra è pensare e far riferimento a ideali. non affermo che non siano positivi: preciso soltanto che, nonostante impegno e buona volontà, non sempre si è in grado di aderirvi in tutto e per tutto…

  4. 1034
    rossana -

    M.,
    “Un’azione, a cui l’istinto di vita costringe, trova nel piacere la sua dimostrazione di essere un’azione giusta” (Nietzsche).

    personalmente, attenuerei solo un poco la parola “piacere”, sostituendola con “gratificazione” oppure anche “sollievo”…

  5. 1035
    M. -

    Sei davvero sicura che la coscienza sociale, e anche quella personale, possa essere avulsa da influenze filosofiche, religiose, e altre materie umanistiche?
    Dici di appellarci all’autorità della democrazia.
    Bene, ma la democrazia non ha autorità, non riesce a COMANDARE, per una constatazione molto semplice: quante più teste chiami a decidere, tanto più non si deciderà nulla. Questo è sotto gli occhio di tutti.
    La democrazia è stata il più grande compromesso della storia occidentale. Compromesso tra che cosa? Compromesso tra la PARTECIPAZIONE a scapito della QUALITÀ.
    In democrazia non vince la cosa qualitativamente migliore, ma vince la cosa quantitativamente più forte.
    La democrazia è un fatto di numeri, nulla più.
    Quindi ecco che tutti, volenti o nolenti, dobbiamo fare i conti con i compromessi.
    E poi, di che cosa è fatta la coscienza sociale?
    La nostra in particolare? Quali tratti distintivi ha? Quali sentieri?
    La coscienza sociale rappresenta la società, con tutti i suoi vizi e virtù, ma se una società si ritrova, in un dato momento storico, ha ritrovarsi smarrita, precaria, allora lo sarà anche la sua coscienza.
    La coscienza sociale e l’autorità democratica, non sono la soluzione, perché per loro natura non puntano alla qualità, e se seguissimo soltanto la nostra natura, il nostro istinto, ritorneremo animali.
    Gli ideali, i fari, non possono mancare, non devono mancare.
    Riuscire a rispettare i propri ideali è dura, ma il bello è proprio qui.
    Il non piegarsi a ciò che per noi risulta negativo, nemmeno e sopratutto quando ci sarebbe una convenienza nel farlo.

    Ciao a tutti

  6. 1036
    maria grazia -

    rossana
    il tuo post 1033 è insuperabile in quanto ad analisi sociologica e onestà intellettuale. si è proprio così ! penso che oggi possiamo sopravvivere nel marasma in cui viviamo solo appellandoci alla nostra coscienza e coltivando saldi valori personali di riferimento. fermo restando che di tanto in tanto bisogna avere la capacità di mettersi in discussione se qualcuno ci fa capire che su alcune cose ci stiamo sbagliando.
    Tanto più il singolo individuo sarà in grado di affrontare e di superare le dure prove della vita, creandosi una robusta struttura psicologica e morale, tanto più saprà fronteggiare con serenità quell’ incertezza che oggi caratterizza le nostre vite a tutti i livelli.

  7. 1037
    rossana -

    M.,
    ma no! l’autorità della democrazia, quella su cui vengono stilate le leggi, ha una validità più che relativa. mi pareva di essere stata chiara in merito…

    nè la coscienza sociale, nè quella personale possono essere del tutto avulse da qualsiasi tipo d’influenza: l’importante è non esserne troppo condizionati, continuando, se e quando possibile, a ragionare con la propria testa e la propria sensibilità.

    quanto agli ideali, piegarsi ad essi non avviene sempre e soltanto per convenienza. in alcuni casi, a mio avviso, non si può fare a meno di farlo per poter sopravvivere oppure per serie necessità, con le quali può essere difficilissimo venire a patti, o anche per il semplice motivo che ci si trova in momenti di fragilità, nei quali si finisce con lo scegliere in modo sbagliato, anche per se stessi.

    certo che è molto più bello poter rispettare totalmente gli orientamenti su cui si è deciso di basare la propria vita! esame (anche per i migliori) da farsi a fine percorso, non a mezza strada!!!

  8. 1038
    M. -

    Rossana,
    dietro alla frase che hai riportato c’è un mondo intero.
    Dico solo che dietro alla volontà del piacere c’è sempre quella che veniva chiamata “volontà di potenza”, e prevedeva la sopraffazione del più forte sul più debole, l’auto affermazione, l’autodeterminazione, e la creazione di virtù fatte su misura su ogni uomo, e non più quelle virtù dettate dalla morale.
    Nietzsche fa riferimento all’istinto perché considerava la Verità e la Ragione come delle “falsità biologiche necessarie”, incapaci di definire scientificamente il Bene ed il Male,e poneva l’edonismo, l’istinto, come chiave per rincorrere il piacere, senza rifiutare la sofferenza, anzi, esaltandola.
    Nietzsche proponeva la rivalutazione della morale e delle virtù, cancellando tutte quelle precedenti, per crearne di nuove.
    Allora, io dico che se si vuole arrivare a questo, ed è questa la strada che la nostra società sta percorrendo, ricordiamoci che la medaglia ha sempre due facce.
    Se rincorriamo una cosa buona, come l’abbattimento dei valori morali fin qui portati avanti, definiti retrogradi, poi non ci si può lamentare se, tutta questa volontà e capacità di creare nuovi valori, in realtà non c’è, perché non sappiamo dove basarla, e di certo non può bastare l’istinto, perché ciò che istintivamente può andare bene a me, può non andare bene a te, e si avrebbero 60.000.000 di istinti diversi e regole diverse e valori diversi.
    Ti sembra possibile?
    Allora, io per certi verso condivido questa cosa, ma visto che non ho solo l’istinto, ma anche la ragione; istintivamente cerco il piacere, ma razionalmente mi comporto secondo regole mie, ferree, che cambierò solo se IO riterrò opportuno cambiarle, e non perché non piacciono ad altri, o perché devo rendermi più accettabile.
    Per me significa questo non snaturarsi, e Dottor fa più che bene a sottolineare la sua non volontà a diventare altro da ciò che, naturalmente , è.
    Se si segue l’istinto, non esiste autorità, tantomeno democratica.

  9. 1039
    M. -

    Io continuo a non capire.
    Che c’entra la democrazia con l’autorità?
    Ti riferisci al rispetto delle leggi in quanto leggi?
    Non capisco

  10. 1040
    maria grazia -

    “Per me significa questo non snaturarsi, e Dottor fa più che bene a sottolineare la sua non volontà a diventare altro da ciò che, naturalmente , è.”

    in tutte queste nostre divagazioni sulla famiglia di oggi e sul ruolo dell’ uomo e della donna nella società, c’è un paradosso di fondo: se l’ uomo diventa più comprensivo, accomodante e collaborativo verso la donna, allora di “snaturalizza”. se invece la donna mantiene queste stesse caratteristiche e anzi sconfina nella sottomissione, allora secondo i più rimane fedele alla sua natura e al suo ruolo. io mi discosto totalmente da questa concezione di fondo. ritengo anzi che solo OGGI sia uomini che donne stiano mostrando LA LORO VERA NATURA ( l’ uomo con le sue crisi e le sue fragilità, la donna con una forza e una determinazione mai mostrate prima, e con le quali a volte arriva a contravvenire anche a norme sociali e a pricipi moralistici pur di perseguire i suoi obiettivi ). se davvero la natura dell’ uomo fosse quella del COMBATTENTE ( come hanno sempre voluto farci credere nei secoli passati ), l’ uomo di oggi non rimarrebbe così attonito, basito e spiazzato di fronte alle nuove donne amazzoni del terzo millennio, che avanzano impetuose nella lotta per la vita con la tenuta da vichinghe ( o da virago ). ma anzi il VERO COMBATTENTE PADRONE DELLA SUA FORZA minimizzerebbe il fenomeno, e non gli darebbe troppa importanza. inutile dire che a questo tipo d’ uomo ( che possiamo identificare in soggetti come golem ) le donne cadrebbero letteralmente ai piedi, anche le più DURE…

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