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Avere tutto e non avere niente

di

Vi è mai capitato di sentirvi completamente vuoti?

Come se tutto quello che fate si ripetesse meccanicamente senza nessun trasporto da parte vostra? andare a lavoro, vivere il quotidiano, aspettare il weekend, passare del tempo con il proprio ragazzo e i propri amici.

Io da un po’ mi seno così, completamente vuota. Come se vedessi dal di fuori qualcuno che vive la mia vita in maniera completamente distaccata. Eppure non avrei nulla di cui lamentarmi. Ho un lavoro stabile, ho raggiunto importanti obiettivi personali quest’anno, ho un bravo ragazzo che mi ama, qualche buon amico. Eppure mi sento terribilmente sola. Come se niente bastasse più. 

A volte vorrei andare via, ricominciare da capo, cambiare ragazzo, cambiare amici, ma mi aiuterebbe tutto questo ad essere felice? Come si fa ad essere felici? Dicono che chi si accontenta gode, io credo invece che chi si accontenta di quello che ha, perde la possibilità di rincorrere la felicità. 

Vi siete mai chiesti perché vi chiedono sempre come state, ma mai nessuno vi chiede se siete felici? Probabilmente perché la felicità è qualcosa di così intimo, personale, di così difficile da definire, che la domanda quanto la risposta potrebbero spiazzare entrambe le parti. 

Quando provo a pensarci non riesco quasi mai a dare una risposta esaustiva. Mi capita di identificare la felicità in qualcosa di effimero: portare a termine un progetto, ottenere una gratificazione sul lavoro, vince una gara di corsa, superare un limite che credevo di avere, ma il tutto dura terribilmente poco, ed ecco che di colpo ripiombo di nuovo nel vuoto della mia routine. 

Ed è proprio quel maledetto accontentarsi che rovina tutto. Perchè se la smettessi, probabilmente, cercherei una lavoro meno stabile e ben retribuito di quello che ho, ma che mi gratifichi di più. Se avessi un po’ di coraggio chiederei al ragazzo che incontro la mattina in metro, quando vado al lavoro, di uscire con me.

Ma quanto fanno paura i salti nel vuoto? quanto ti blocca la paura di non riuscire o di essere rifiutato? di perdere tutto quello che hai per poi scoprire che rincorrevi una bolla di sapone.

Che prezzo ha la felicità?

E voi ve lo chiedete mai cosa serve per essere felici?

Lettera pubblicata il 1 Marzo 2018. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 29 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    pax -

    Chiediti quanto saresti felice a perdere tutto.

    Povero il tuo ragazzo

  2. 2
    Yog -

    Domanda vecchiotta la tua. Io propendo per l’equivalenza felicità=eudaimonia, ma anche la narda rende felici.

  3. 3
    Angwhy -

    scusa Anyu ma quante pagine sono state scritte su questo tema,è da millenni che l’uomo si fa queste domande.la felicità è una condizione momentanea e comunque soggettiva e non di rado ci si rende conto di essa quando è gia passata.mollare tutto e cambiare vita non è sbagliato ma è solamente il primo passo,chi non è in grado di farlo e di andare fino in fondo e bene che si tenga quello che ha

  4. 4
    Rossella -

    Il credente – anche se molti sono divisi su questo argomento- distingue la cattiva tristezza dalla tristezza buona. La seconda mette in movimento la fede, la speranza e la carità; eppure, per la mentalità contemporanea, la risolutezza che ne deriva viene vissuta come una maschera. Non si riconosce in quella tristezza la partecipazione alla collera stessa di Dio contro la ribellione del mondo e si sprofonda in uno stato d’angoscia. Vivere con un animo da vincitori, per quanto mi riguarda, significa avere fede e avere fede significa essere preparati a sostenere il giudizio temerario del mondo perché oltre a conoscere le nostre debolezze conosciamo i nostri errori (non fosse altro che per il fatto che ci vengono presentati) e li riconosciamo perché come spiegava santa Teresa di Lisieux a suor Maria della Trinità esiste un metodo per far risplendere il cuoio. “Gli si spalma sopra un impiastro, un materiale che lo imbratta, ma che serve a renderlo tenero; dopo questa operazione eccolo brillare come oro. Ebbene, le tentazioni sono per l’anima come questa fanghiglia: servono a far brillare in essa virtù precisamente opposte a tali tentazioni”.

  5. 5
    Rossella -

    La pretesa di essere quelli che non sbagliano mai ci porta sulla strada di passioni che non sono buone. Se decido di mettermi in discussione in un’amicizia lo faccio perché credo nella castità e vivo il voto come una garanzia per rendere possibile un vincolo d’amore che non creerà divisioni, o contrapposizioni; lo faccio perché penso che anche un marito ed una moglie dovrebbero desiderare di vivere un rapporto di predilezione reciproca per conservare un cuore bambino, che si stupisce di essere preso in considerazione dall’altro a dispetto della sua piccolezza. Da questa gioia scaturisce il mondo spirituale con le sue immagini di grazia e giustizia. Anche se ormai questo si rivela una gabbia che viene aperta da complessi e frustrazioni e porta a restare prigionieri del vortice delle passioni tristi e a vivere la giustizia come il pretesto per far crescere l’orgoglio e il pregiudizio verso gli altri. Le persone si divertono a creare insicurezze per sentirsi forti.

  6. 6
    Unknow91 -

    La vita è un percorso, è normale che più si va avanti più vuoi, ma non sottovalutare il fatto che hai un lavoro e soprattutto un ragazzo dovresti già essere felice così.

  7. 7
    distrutto97 -

    Ehm……io sono solo,non ho amici,non ho nessuno e SN pure un drogato….c’è stato un periodo in cui tutto mi pareva vuoto e senza senso,ma credimi,tieniti ben stretto ciò che hai……la vita di voi normali ha senso…io SN finito nel maledetto tunnel dell’eroina anche xke sn solo e odio tutto di me….un incubo…e così la positività di quando ero più piccolo è sparita e rimaniamo solo io,il vuoto,la depressione e la droga…sicuramente a te andrà meglio,io SN nato x essere un rifiuto umano,ciao

  8. 8
    Aloneinthedark -

    Salve,ti posso dire che queste domande se le pone qualsiasi essere umano, anche il più ricco, anche chi fa una vita avventurosa, anche chi cambia donna o uomo ogni giorno. Chiunque ha dei periodi della sua vita, in cui dice:posso avere di meglio, voglio di più.So che riceverò aspre critiche perché guai a toccare la società consumistica, ma io forse sono riuscito a trovare una risposta, guardando ai nostri avi.mi sono reso conto che la società ci impone di essere perfetti, di avere una vita perfetta,di aspirare ad avere sempre di più.e credo che siano meccanismi automatici,i social tendono ad amplificare,questa voglia di perfezione.nessuno è pronto ad accettare una vita fatta di piccole cose e pure ripetitiva,i media ci dicono che noi possiamo avere tutto,che niente ci è precluso,così facendo disumanizzano l’essere umano,che si sente continuamente inappropriato,perché ci sarà sempre qualcuno che avrà avuto dalla vita qualcosa in più di noi.continuiamo a misurarci,in un’eterna gara,con persone conosciute e non, a chi ha di più e a chi ha la vita più movimentata.il salto nel buio può andare bene o male,può creare soddisfazioni o cocenti delusioni,quindi non saprei darti consigli,posso solo dirti che nessuno ha una vita perfetta.

  9. 9
    distrutto97 -

    E io non posso avere niente…..

  10. 10
    Anyu -

    Unknown91, Lo so che dovrei già essere felice così, e mi sento terribilmente in colpa per questo, ma cosa posso farci se di fatto non lo sono? Non ci si puó autoconvincere, benchè provi a ripetermi tutti i giorni che non ho motivi per non esserlo.
    Rossella, mh io non ho capito nulla!!!
    Aloneinthedark probabilmente hai ragione, sicuramente il paragone ci spinge a fare i conti con quello che non abbiamo e che vorremmo, non credo peró si tratti solo di questo. sinceramente quando penso a quello che mi manca non lo rapporto a quello che vedo nella vita degli altri, ma a quello che vorrei per me stessa, a quello di cui avrei bisogno per essere felice. Mi conosco e so che la quotidianeità mi uccide. Ho sempre bisogno di nuovi stimoli che al momento non ho. Ma lasciar andare tutto in questo momento significherebbe anche perdere delle certezze, e questo spaventa terribilmente. Non metto in dubbio che nessuno ha una vita perfetta, ma questo pensiero di certo non mi consola.

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