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I miei parenti… li vorrei prendere a sberle

Ciao a tutti, oggi vi vorrei parlare del mio rapporto che ho internamente con i miei parenti, specialmente con quelli che ci si vede ogni tanto e vorrei utilizzare questo spazio di poche righe ma di notevole importanza per un mio sfogo personale. Perché succede che si finga? perché mi succede spesso di non avere empatia con quei parenti con cui tra l’altro sono cresciuto. Se devo essere onesto sono un figlio unico non ho neanche tanti amicizie con cui potermi sfogare. Ho una cugina che tra i denti la senti darmi testa di, più di una volta, oppure anche a Natale sentirmi dare del cogli. perché ‘probabilmente o non le piaceva il dono oppure io e la mia famiglia le stiamo sulle balle. Quante volte un altro mio cugino in compagnia di conoscenti ha espressamente assunto toni invidiosi e di gelosia. Ho bisogno di un vs consiglio. Forse sarà perché non ho un lavoro da mesi e non sto frequentando più nessuno e stando solo da mesi vi assicuro che vengono fuori lati del vs carattere che non conoscevo e che non ho tirato fuori. Li vorrei prendere a sputi e sberle. Voi cosa dite, dovrei imparare a comunicare meglio, ma secondo me credo di non essere stupido, il mio punto di vista è che sono solo degli stronzi dilettanti.

Lettera pubblicata il 23 Ottobre 2011. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Famiglia

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Non senza limitazioni ho vissuto un rapporto con i parenti che mi ha consento di definire la mia identità nello spazio fisico e nell’interiorità. L’attrazione per l’ignoto porta a vivere in funzione del desiderio. Il primo è quello di mettersi alla prova che porta a trovare la vocazione nel viaggio inteso sia come esperienza mistica che come viaggio epico… ci sono persone che ti mettono ansia proprio perché il rapporto con loro è all’insegna della conoscenza. “Amici mai”. Penso che molti disturbi dell’uomore dipendano da questi incontri. Non è il mio caso. Ma me la sono vista brutta. La passione per il racconto ti porta ad avere una certa inventiva, ma anche questa sindrome di Shahrazad è una vera schiavitù. In un progetto culturale non si può prescindere dal viaggio. Altre volte per uscirne mi è capitato di sviluppare la mia parte mistica, ma la persona messa davanti ad uno specchio capovolto, dopo aver preso atto del problema, mi ha liquidata con freddezza, respongendo l’alterità e il mistero.

  2. 2
    Rossella -

    Le parentele sono importanti nei progetti culturali perché consentono di soffermarsi brevemente sugli archetipi dell’ignoto per dare un significato al progetto che Dio vuole portare avanti con ciascuno di noi. Un certo esibizionismo fa parte della natura dell’uomo. Potrebbe capitare d’innamorarsi di un’immagine nella quale l’uomo-viaggiatore trova l’itinerario dell’anima e esce da quella sensazione di spaesamento. Questa visione edificante del “santo” in altri rapporti portebbe generare una dipendenza e/o delle suggestioni.L’amore è un’altra cosa.Anche nelle parente c’è un principio di disobbedienza ai comandamenti che porta a cedere alle lusinghe mondane. Ma questo è naturale.Non possiamo essere intransigenti fino a questo punto, dobbiamo rispettare i caratteri più rigorosi, anche se è chiaro ed evidente che senza questa parte di sogno, che viene pervasa dalla fantasia dello spirito santo, l’umanità non si sarebbe sviluppata. La purezza del cuore è un valore da difendere.

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