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Un modo come un altro per attirare l’attenzione

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È un po’ di tempo che sto pensando di farmi del male fisico al punto di essere ricoverata. Ho 17 anni e da quando ne ho 15 mi procuro delle lesioni, dei tagli sulle braccia. È da un po’ che ho smesso perché diciamo che la mia vita è migliorata (solo dal punto di vista sociale) forse anche grazie alla terapia con la psicologa, che però ho lasciato da dicembre. Negli ultimi due mesi non ho più un punto di riferimento poiché le mie due più “care amiche” sono molto cambiate e non stiamo quasi mai insieme. Ora ci si è aggiunta anche la scuola: sono stata rimandata in tre materie e i miei genitori non mi permettono di uscire la sera durante la settimana. Dopo questa descrizione potrei sembrare una persona superficiale, forse lo sono in realtà. Il punto è che io non voglio questa vita. Non ho il coraggio di andarmene anche perché non ho soldi miei e senza i soldi non vado da nessuna parte. Le opzioni sono poche: continuare a condurre questa squallida esistenza nella mediocrità in una città merd*sa di provincia, scappare e finire in qualche città a vivere in mezzo alla strada o il suicidio. Chi ha detto che l’adolescenza è il periodo migliore della vita non ci ha capito nulla, è un età di passaggio in cui si può solo aspettare che arrivi la vita vera, che probabilmente farà ancora più schifo, però sicuramente questo qualcuno che ritiene l’adolescenza un bel periodo non l’ha vissuta come una sofferenza quotidiana. Mi sento inutile sotto ogni punto di vista, scolastico, umano e tralaltro non ho nemmeno mai avuto un ragazzo. Un lungo ricovero in ospedale mi permetterebbe di sentirmi utile nel senso che qualcuno si prenderebbe cura di me.
P. S : HO RISPETTO DELLE PERSONE VERAMENTE MALATE E SO CHE LA MIA È UN IDEA STUPIDA.

Lettera pubblicata il 21 Giugno 2012. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    LostSoul -

    Condivido a pieno il discorso che hai fatto sull’ adolescenza. Il periodo più buio della mia vita.
    Penso che tu abbia un disperato bisogno di attenzione. Peccato che non hai un ragazzo perchè sarebbe proprio quello di cui hai bisogno. Cambierebbe il tuo modo di vedere le cose, e quindi anche l’ approccio che hai verso esse (o almeno credo). Non farne una tragedia comunque…

    Oltre a quelle du tizie che hai citato non hai altre persone vicine a te? Qualche tuo familiare…? Potresti approfondire i rapporti che hai con qualche conoscente. Ora io non so come stanno le cose… ma fai il primo passo, e non aspettare che siano gli altri a farlo, perchè potresti dover aspettare anche in eterno. Devi parlare con qualcuno di come ti senti.

  2. 2
    skila -

    E chi lo ha detto che l’adolescenza è il periodo più bello? A me sembrava non finire mai quella fase di assestamento…e mi sentivo costantemente grigia, buia, sola. Ho avuto pensieri simili, controversie interne, ero una ragazza perennemente in conflitto con il mondo,con la famiglia. La scuola mi sembrava per certi versi inutile quindi i problemi anche lì non mancavano.

    E’ vero, a 17 anni, di strade davanti, non se ne vedono molte. Non si ha un’indipendenza e si è considerati troppo piccoli per decidere.

    Forse odi il luogo in cui vivi perché lo ricolleghi a questo tuo stato d’animo, o forse questo tuo stato d’animo è provocato proprio da luogo in cui vivi. Non vuoi questa vita e allora ti chiedo:tu cosa vorresti?

    E’ vero che attualmente non hai le possibilità per andare via, ma non è necessario andare via per coltivare i sogni. Puoi farlo lì,scendendo a compromessi con questa vita. Sai, è necessario accettarla per cambiarla, ed è necessario viverla.

    Procurarti lesioni gravi a tal punto da farti ricoverare, probabilmente ti darebbe le attenzioni che oggi cerchi ma sarebbero attenzioni basate su presupposti sbagliati e ben presto ti accorgeresti che ti stanno strette,vorrai scrollartele di dosso, e a quel punto sarà più difficile.

    Non chiuderti a riccio e parlane con qualcuno. Non hai parlato della tua famiglia. Hai detto solo della punizione. Hai provato a parlare con i tuoi genitori? Ad aprirti?

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