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Mondo del lavoro in Italia: non laureatevi in ingegneria!

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Lettera pubblicata il 17 Aprile 2012. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Lavoro - Scuola

La lettera ha ricevuto finora 387 commenti

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  1. 351
    maria grazia -

    ..Poi dai siamo sinceri, Angwhy descrive la realtà dei fatti: quello di trovare un lavoro mandando il cv ai siti dedicati è appunto un’emerita presa per i fondelli, idem se si ci si limita a rispondere agli annunci. Anch’ io ho trovato lavoro quasi sempre tramite conoscenze oppure presentandomi di persona direttamente nell’ azienda. in quest’ ultimo caso, il datore ti assume se gli fai una buona impressione. A quel punto gli lasci anche il curriculum ma in questa circostanza è più che altro una formalità.

  2. 352
    Massimiliano -

    Una legge segreta, ho visto il video della diretta in parlamento, dice che i laureati devono andare all’estero. Una legge fatta quando ci siamo fatti aiutare dagli americani, dopo la guerra.

  3. 353
    nalpo -

    Io l’università l’ho mollata, ho fatto dei corsi di specializzazione ma lavoro non lo trovo lo stesso. Ho fatto un corso di tecnico installatore di rete non c’è lavoro in questo settore? e’ meglio fare programmatore?

  4. 354
    maria grazia -

    sicuramente le richieste di programmatori non tenderanno certo a diminuire nei prossimi anni, ma secondo me conviene puntare sull’ estero perchè in Italia ti pagano una miseria. Se non puoi/vuoi trasferirti puoi proporre all’ azienda di lavorare a distanza.

  5. 355
    Yog -

    Boh, migra. Poi ci dici.

  6. 356
    Ottavio -

    E’ passata una vita da questa discussione, ma voglio lasciare una riflessione che possa essere valore aggiunto , mi sono ritrovato spesso in questa situazione sia come protagonista e sia come spettatore (amici/parenti) la costante è sempre una, chi si trova attanagliato in questo problema per lungo tempo, è lui stesso il problema, ma non lo ha ancora capito . Altrimenti la cosa può durare poche settimane/mesi , se si mandano 100 cv e non si ha risposta, forse non è quello il modo di trovare lavoro nel vostro settore , ve lo siete chiesto ? Se fate 100 colloqui e vanno tutti male, forse non è quello il modo di approcciarsi ai colloqui, ve lo siete chiesto ? Perchè altri laureati come voi o diplomati hanno trovato lavoro nello stesso settore ? Solo fortuna o approccio diverso ? E non si usasse sempre la storia della raccomandazione/conoscenza, che a volte è forse vera, ma altre volte diventa una scusa…

  7. 357
    Ottavio -

    …io da diplomato mi sono trovato alcune volte a rimettermi in gioco, quando il lavoro non c’era lo creavo, vi assicuro che in 10 anni di carriera non sono mai stato un giorno disoccupato, perchè di base se nella vita ti dai da fare, emergi.
    Mio fratello fa il dentista, nella mia famiglia non c’è nessun medico, nessun laureato in alcuna materia, nessun dentista, per contestualizzare anche un po’di cosa parlo. E’ emerso ,ha faticato più dei suoi colleghi figli d’arte sicuramente ma è emerso ed ora ha anche una situazione migliore degli altri. Non rispondevano ai cv, è uscito è andato alle cene giuste ai convegni giusti, allo stadio con le persone dell’ ambiente o alle feste e così ti proponi, conosci professionisti e esponi con il tempo le tue idee, ti fai conoscere umanamente e professionalmente, è la base dell’interazione tra esseri umani, in amore, nel lavoro ecc… prima o poi a qualcuno vai a genio.

  8. 358
    Alfa -

    È questo il modo giusto?

  9. 359
    Bottex -

    Probabilmente Ottavio dice delle cose vere, ma in una situazione come quella dell’Italia di oggi credo che la fortuna abbia comunque un peso molto forte.
    Strano comunque il titolo della lettera: per quanto ne so io gli ingegneri sono tra le poche categorie di persone in Italia che (almeno per ora) non hanno problemi a trovare lavoro.

  10. 360
    Pier -

    Sono un economista!

    Tanto per dare un punto di vista di verso. Lavoro con ingegneri e la mia facoltà era davanti a ingegneria.

    Già dai tempi dell’università gli ingegneri disprezzavano gli economisti con discorsi “è facile, la fanno tutti, vale poco più una laurea in scienze politiche”.
    1)Hanno un senso di superiorità ma entrano nel mondo del lavoro senza alcuna conoscenza del mercato del lavoro e di come “gira il mondo” ovvero l'”economia” da cui dipende il loro intero portafoglio.
    Per farla breve, anche noi economisti stiamo sostituendo da almeno 20 anni in tutti i settori i vecchi ragionieri.
    Non ci disperiamo nel fatto di svolgere un lavoro che veniva svolto da un diplomato ma conoscendo il mercato del lavoro è fisiologico, buono e giusto una crescita delle professionalità a parità di ruoli.
    Il mio consiglio agli ingegneri, seguite le antiche vie dei periti industriali, operai specializzati, che sanno usare come pochi mente e braccia. Artigiani del 21 esimo secolo!

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