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Lavoratori somministrati Poste Italiane

Gentilissimo Direttore, mi chiamo Gabriele Patassini e Le scrivo anche a nome dei miei colleghi lavoratori somministrati di Adecco impiegati con la mansione di autista presso Poste Italiane.
Siamo circa 450 padri di famiglia assunti inizialmente con contratto a tempo determinato dalla società interinale Adecco che, per effetto dell’ art. 19 comma 2 del D.Lgs. 81/2015, hanno già rischiato circa un anno fa di perdere il proprio lavoro all’approssimarsi dei 12 mesi di contratto. Grazie alla nostra mobilitazione di massa, all’intervento dei sindacati di categoria ed anche di alcuni esponenti politici, l’estate scorsa eravamo riusciti a veder trasformare i nostri contratti a tempo indeterminato. Ci è sembrato un sogno. Molti di noi venivano da anni bui di ricerca spasmodica di un lavoro dignitoso e giustamente retribuito e ci siamo illusi di aver finalmente trovato una stabilità economica per noi e per le nostre famiglie. Purtroppo gli eventi degli ultimi giorni ci hanno dimostrato il contrario.
Diciassette colleghi che al 30 giugno matureranno 23 mesi di servizio, hanno ricevuto una “cortese” telefonata di una responsabile della società interinale con la quale è stata comunicata loro l’intenzione dell’impresa utilizzatrice (Poste Italiane) di interrompere la missione lavorativa. Chi come me al 30 giugno ha 21 mesi di servizio, ha avuto una ulteriore proroga di due mesi ma a questo punto la strategia di Poste Italiane nei nostri confronti è chiara: presto o tardi tutti perderemo il lavoro e saremo sostituiti da nuova “carne da macello” perché questo siamo.
Da anni Poste Italiane S.p.A. tende ad assumere personale con contratti a tempo determinato ed a fare rinnovi fino al limite dei 24 mesi per poi mandare a casa questi lavoratori evitando così la loro assunzione a tempo indeterminato. A mio parere questo modus operandi utilizzato peraltro da una società che ha tra i suoi azionisti di maggioranza per il 60% lo Stato Italiano, risulta quantomeno irrispettoso della dignità di chi lavora e, mi permetta, dello stesso articolo 1 della nostra Costituzione.
Le ultime comunicazioni ricevute da Adecco, fanno supporre che Poste Italiane voglia adottare questa stessa strategia anche nei nostri riguardi forse temendo azioni legali da parte nostra finalizzate ad una eventuale assunzione diretta nell’organico. In realtà il contratto a tempo indeterminato che abbiamo firmato con la società interinale, non lascia alcuno spazio ad una eventualità del genere. Come disciplinato dall’art. 24 del “Contratto collettivo nazionale di lavoro del 15/10/2019 per la categoria delle agenzie di somministrazione di lavoro” noi siamo a disposizione di Adecco che di volta in volta con lettera di assegnazione ci manda in missione presso un utilizzatore garantendosi addirittura la possibilità di variare l’assegnazione ad altra missione anche prima della scadenza del termine se l’utilizzatore non avesse più bisogno della nostra attività lavorativa. Non esistono termini temporali di durata del contratto o numero massimo di rinnovi, come nel caso dei contratti a tempo determinato, né limiti nel numero e nella durata delle missioni presso uno stesso utilizzatore per cui nessuno di noi potrebbe mai pensare di agire per le vie legali nei riguardi di Poste.
Vorremmo solo poter lavorare con tranquillità senza dover sempre lottare per i nostri diritti e poco importa se quotidianamente veniamo trattati dai dipendenti di Poste come lavoratori di serie B o se ci troviamo ogni giorno a svolgere mansioni di responsabilità superiori a quelle previste dal nostro contratto. Non ci siamo mai tirati indietro quando ci è stato chiesto di lavorare in magazzino, di fare ore di straordinario o turni notturni per sopperire alle carenze di personale dei centri a cui siamo assegnati. Abbiamo continuato a svolgere con responsabilità il nostro servizio anche durante l’emergenza Covid pur sprovvisti almeno all’inizio di DPI mettendo a rischio la nostra salute e quella dei nostri cari consapevoli dell’importanza del nostro servizio per la collettività intera.
Le chiedo pertanto di voler dare risalto a quanto ci sta succedendo aiutandoci per quanto è nelle sue possibilità a combattere questa battaglia contro un avversario che a noi appare troppo grande da affrontare.
Grazie, Gabriele Patassini (Rappresentante Sindacale Aziendale UILTemp Perugia)

Lettera pubblicata il 24 Giugno 2020. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    nip56 -

    I contratti a tempo indeterminato hanno fatto solo risparmiare soldoni alle agenzie interinali. le poste utilizzano questo sistema di servirsi delle agenzie e far lavorare sempre gente nuova, peggio delle multinazionali.

  2. 2
    Bottex -

    Purtroppo il caso di Poste Italiane non è certo l’unico in Italia, ce ne sono molti altri simili. E’ successo qualcosa del genere, tanto per fare un esempio, anche nello studio dove ho lavorato in passato. Qui alcuni dipendenti arrivati dopo di me e dopo l’esplosione della crisi economica, erano stati assunti a tempo determinato. Per non prenderli a tempo indeterminato alla fine di questo periodo (perchè la scelta era tra questo e lasciarli a casa), all’avvicinarsi del termine del contratto era stato chiesto loro di stare a casa un paio di mesi, per poi venire riassunti dopo allo stesso modo. Naturalmente, se ne sono andati. E chissà quanti altri casi del genere ci saranno! Vero che in Italia c’è il problema che i dipendenti sono fin troppo tutelati, c’è una burocrazia spaventosa e che l’assunzione comporta parecchie spese, tuttavia troppe ditte ed enti approfittano di questa spiacevole situazione. Un bel disastro.

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