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L’ho lasciato per la mia libertà, ma sto male

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Ciao, ho 24 anni e ieri ho lasciato il mio ragazzo, dopo quasi 5 anni di relazione, in piena tempesta Covid. Fino a tre giorni fa non ero in preda al panico, ma cominciavo a sentire dentro di me che non avevo tanta voglia di rivederlo, non perché non lo amassi, ma perché temevo di riprendere la vita di prima. Vi spiego. In tutti questi anni, gli sono stata vicino, perché inizialmente lo amavo con passione e avevo voglia di stare sempre con lui, man mano però questo è diventato come un lascia passare per lui, che con il disturbo da cui è affetto, aveva trovato in me l’unico modo per andare avanti e sentirsi amato. Ogni volta che ci confrontavamo il mio pensiero era sbagliato, mi ha fatto lasciare lo sport che facevo anche se sapeva che mi rendeva felice. Per amore ho preferito renderlo felice e quel tempo che dedicavo a me stessa diminuiva. Ho lasciato i miei amici, ho litigato con le mie amiche perché ero sparita. La sera preferivo star con lui a vedere un film in casa, perché non sopportava il caos della città e le frivolezze come il divertimento. La gelosia però aumentava anche. Mi ha fatto togliere dai social perché non dovevo avere la possibilità di tradirlo e anche se cercavo di fargli capire che non ero quel tipo di persona e gli dimostravo quanto avessi fatto per lui, volavano parole pesanti, mi mandava a casa, mi bloccava su WhatsApp ed io non riuscivo neanche a studiare. Poi mi chiedeva scusa. In 5 anni, ho amato tanto, ho sofferto. Non abbiamo fatto mai un viaggio, perché non aveva soldi, perché non voleva mai lasciare il cane da solo a casa (c’erano i suoi a casa), ma ho rinunciato persino a viaggi con i miei, perché mi diceva che l’avrei lasciato solo e a malincuore, sorridevo e rimanevo con lui. Per me è diventata un’ossessione, è come se non avessi avuto mai la forza di reagire e sentissi sempre la sua voce nella mia testa che mi ricordava le conseguenze di una mia azione. L’ho supportato sempre, anche quando stava male, perché era senza lavoro e non riusciva a trovare la strada giusta. Ad ogni ostacolo, ogni litigio in famiglia, ogni timore l’ho fatto sentire speciale e c’ero fisicamente, lo spronavo e mi illudevo di un futuro splendido insieme. Ma quando si trattava dei miei esami, per il fatto che la sera prima non uscivo, spariva e mi rinfacciava gli ottimi voti che conseguivo. Ho finito per non gustarmi neanche quel momento di euforia e soddisfazione personale. Ho vissuto per 5 anni, tutte le sere a casa sua. Ci andavo io a piedi, si lamentava se facevo ritardo perché avevamo le “ore contate”(fino alle 00.30 quando decideva lui),e litigavamo se volevo tornare per le 23.30-00 perché dovevo studiare. Non è mai voluto salire a casa, perché diceva che i miei non lo sopportavano e rimanevo l’unica in famiglia senza il fidanzato, persino al pranzo del compleanno. In questo periodo dall’inizio del Covid, ha avuto problemi in famiglia, cercavo di sollevargli il morale, ma ho somatizzato anche questo. Però stando a casa, ho rivalutato ciò che mi manca. la libertà di ritagliarmi spazi per leggere, per realizzare cose, per truccarmi, chiamare un’amica, riprendere la ginnastica in casa e pensare di viaggiare, che è anche la base del mio futuro lavoro. All’ennesimo suo ultimatum di andare a casa sua a passare ogni weekend dopo il 4 maggio, sono andata in tilt. A Marzo ha dimenticato persino il mio compleanno, ha rifiutato persino di incontrarci vicino al supermercato (abitiamo vicini) e quando sono passata sotto casa sua con un regalino, non è voluto scendere. A maggio avrei dovuto fare un esame, avrei voluto la libertà di avere il weekend anche per me. E così ho cominciato a riflettere su ciò che ho vissuto in questi anni. L’ho lasciato per messaggio, tra fiotti di lacrime e ancora oggi piango e rimango a letto, perché penso a lui e ai bei momenti passati con lui. Mi sento stronza per averlo lasciato in questo periodo, in questo modo. Ma oltre a dirmi che sono la sua felicità non ha dimostrato di voler sapere come migliorare la relazione. Ora combatto tra i ricordi, le illusioni del futuro, la mia libertà e la paura di restare sola e di non trovare in futuro una persona che mi ami.

Lettera pubblicata il 29 Aprile 2020. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 21 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    Stefano 83 -

    Ciao yopid.

    Dicono – e concordo, che sarebbe opportuno “sentire sempre entrambe le campane”.
    Ma ovviamente mi baso solo su ciò che hai scritto.

    Man mano che leggevo quanto hai raccontato, si faceva sempre più marcata l idea in me, che è estremamente evidente che non ti amava.
    Perché amare significa anche rispettare e rendere felice il partner. E quindi, sentirsi appagato.

    A questo, ci aggiungi che da parte sua mancava fiducia.Che assieme alla lealtà ed al rispetto, sono le cose che tengono in piedi una relazione.
    Hai fatto estremamente bene a lasciarlo.
    E non tornare indietro.
    Ricorda che stare assieme ad una persona, è perché quella persona ci arricchisce. E non viceversa.

    Io sono stato lasciato mesi fa da una ragazza con un comportamento
    Anaffettivo, egoista.

    Ed avrei fatto carte false pur di avere almeno la metà di quanto tu sia stata in grado di donare.
    Se ti va di confrontarti, questa è la mia email redsunblues83@gmail.com

  2. 2
    Jimmy__Presley -

    a me sembra che più che un relazione vivevi in una sorti di arresti domiciliari. ora, o tu hai esagerato per “giustificarti” o lui ha dei problemi seri.

    Anche il fatto che non sia mai venuto a casa tua per 5 anni . . .

  3. 3
    Bohemien82 -

    In pratica hai amato e stai amando uno che ti ha tolto tutto. Avresti dovuto lasciarlo da anni ed invece ti senti stronza ad averlo fatto ora. È proprio assurdo come amate gli stronzi. Perché questo hai al fianco: uno stronzo, egoista e che probabilmente nemmeno ti ama.

  4. 4
    Yopid -

    Mi sono sempre giustificata col fatto che soffrisse di un disturbo, da cui a volte si sentiva affetto, altre volte no. Mi ero convinta di poter reggere e il tenermi tutto dentro, mi faceva sentire più matura. So per certo che ho le mie colpe. Non aver saputo dire di no, far valere in modo determinante i miei valori, le mie passioni. Il mio benessere stava nell’aver accanto un ragazzo, che pur mi ha regalato momenti felici, ma poi mi ha risucchiata nel suo vortice. Non lo condanno, perché so che avrebbe bisogno di un aiuto che non posso dargli e nessuna ragazza potrebbe. E di questo sto male, del fatto che per la prima volta abbia fatto l’egoista. Oggi mi ritrovo circondata dalla famiglia, ma sola. E temo di non poter più coltivare amicizie e vivermi gli anni più belli. Probabilmente avete ragione, avrei dovuto accorgermene prima, ma ero abbagliata? da questa persona, che avevo cominciato a conoscere profondamente. Comunque no Jimmy__Presley, non ho esagerato.

  5. 5
    Esther78Myself -

    E’ normale ragazza. stare male dopo aver lasciato può capitare. a volte le nostre fragilità tentano di intaccare la nostra forza, ma dobbiamo arginarle. ed avere il controllo di essa.

    stai male per averlo lasciato: be’, pensa ad altro o ad un altro, vedrai che starai meglio. è un’abitudine pensare a lui, forse un’ossessione, liberatene come tale: abitudine/ossessione. usa farmaci, sonno, conoscenze, passioni, lavoro, interessi, per arginare il pensiero. quando si presenta, lascialo scorrere, e poi distraiti. il tempo ti farà dimenticare anche il suo numero di cellulare.

  6. 6
    remo -

    Quanto descritto nella lettera fa emergere uno spirito di sacrificio non comune unito alla sindrome della crocerossina. Mi chiedo come hai fatto a sopportare tutte le angherie per ben cinque anni?! Mancava soltanto che ti dosasse l’aria da respirare. Meriteresti una medaglia! La permanenza domiciliare ti ha condotto lungo il sentiero della ragione. Il mio consiglio è di non abbandonarlo (il sentiero). Mi sembri una ragazza che merita molto di più. Non avere sensi di colpa e soprattutto segui il tuo istinto e non avere ripensamenti.

  7. 7
    Deluso58 -

    Crudamente, se ritieni che lui avesse un “disturbo”, mi chiedo quale “disturbo” abbia tu, sicuramente assai grave è da curare sempre che non sia tardi per il tuo futuro umano e affettivo, per aver amato un tipo simile a colui che ci hai descritto.

  8. 8
    Yopid -

    Deluso58 lui è affetto da disturbo bipolare, prende farmaci,ma da quando stavamo insieme non è più andato dallo psichiatra dell’ospedale, che lo aveva liquidato davanti ai miei occhi con “non ti posso seguire per ora”. La sua famiglia ha sempre cercato di non tornarci sul problema, evitava di chiedergli persino come stesse quando aveva i suoi down. E io pensavo che ciò rientrasse nei miei compiti da fidanzata. Mi fa male pensare di aver creduto che il destino ci avesse fatto rincontrare, che fossi stata la sua prima sostenitrice in tutto e come una vigliacca a qualche ora dall’ultimo ti amo, gli abbia chiesto tempo dopo l’ennesimo sclero. L’ho lasciato per messaggi, nella mia più totale disperazione, ma conoscendomi non avrei potuto farlo di persona, perché ora forze non ne ho. Dopo 5 giorni a letto, senza mangiare, ho ripreso il pc,ho segnato gli ultimi esami e il periodo in cui voglio laurearmi. Voglio e spero di imparare a bastare a me stessa e di trovare degli amici…

  9. 9
    Will -

    Posso capire tutto quanto, davvero tutto, ma lasciare una persona con un messaggio è da vigliacchi…

  10. 10
    Suzanne -

    Ma perché accettare per anni una vita che non ci soddisfa, piuttosto che dire subito NO a ciò che riteniamo assurdo per noi stesse e per gli altri? Questo non riuscirò mai a capirlo. Perché Yopid non hai da subito discusso e fatto valere le tue opinioni, le tue preferenze, la tua modalità di vita, prima che ogni rinuncia diventasse scontata per lui e dimostrazione del tuo amore per te? Che poi, amare un’altra persona non significa di certo assecondare tutte le sue idee più assurde e sottomettersi a regole da carceriere…Iniziamo a ripensare al nostro concetto di amore, forse è l’unico modo per poter essere felici, prima o poi.

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