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Tutti a lamentarsi ma nessuno qui fa niente

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Lettera pubblicata il 20 Novembre 2012. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Cittadini - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 100 commenti

Pagine: 1 3 4 5 6 7 10

  1. 41
    Marco -

    scusate un attimo…parliamo di dittatura??? un’altra??? ragazzi siamo già in dittatura!!! avete citato il microchip (e purtroppo ci credo, arriverà anche questo), già gli smartphone con il gps sono un’antipasto.
    Stiamo vivendo un periodo storico in cui i poteri forti stanno adottando quello che di hitler era solo una parte del suo imperialismo: LA PROPAGANDA! in questa dittatura non ci sono manganelli o bombe ma informazioni commerciali e boicottaggi mediatici perchè il popolo apprenda quello che DEVE apprendere e faccia tutto da sè.
    Se aspettassimo un dittatore che oltre al senso comune, abbia anche valori ASSOLUTI, tenacia, determinazione, e che adotti una politica sociale (a quanto pare qui siamo un pò tutti marxisti), mi sa che qui, altro che tempi darwiniani. In questo modo dobbiamo sperare nel SUPERUOMO di nietzsche o nel messia di qualche religione.
    Anche wikileaks è stata boicottata, anche Grillo, il nostro piccolo Assange verrà boicottato (non so bene se la legge del 42% è effettivamente passata, perdonate la mia disinformazione), le intuizioni di Tesla sull’energia gratuita comune…e andiamo avani se volete.
    Le buone idee sono un bene comune ma prima di arrivare a capirlo al pieno bisogna che cambi la coscienza di chi vorrebbe sfruttarle.
    Leggendo la biografia di Steve Jobs scopro che era vegano….vegano???? ma se la Apple (e i sui affiliati in silicon valley)ha sempre scaricato migliaia di tonnellate di silicio in regioni della cina creando montagne anche di 200m di altezza?? e ce lo passano come un uomo intelligente. Se fosse stato consapevole sarebbe il più grande figlio di putt***.Al contrario, un vegano che fa queste cose senza porsi una domanda, sarebbe stato il più famoso degli ignoranti…per me è stato un ignorante con spiccate doti di marketing:-P.
    Mi piacerebbe sapere quanto la Apple ha investito sulla ricerca per uno smaltimento eco-sostenibile dei rifiuti di silicio, ma ne libro non è dato a sapersi.
    Non si può arrivare a tutto, ed io stesso, scopro di essere ignorante su migliaia di argomenti ogni giorno. Miglioriamo per quanto possibile, documentandoci e non perdendo di vista gli effetti del nostro stile di vita. questa è la via…secondo me.
    A COLAM’S: parli di piccole percentuali al potere e tutto ciò che dici è veritiero ma, tralasci quell’invisibile % di persone che ASPIRA a far parte di quella minoranza. Se non cambia la coscienza di questa % le cose non cambieranno mai.
    Cmq, con una politica uguale/contraria puoi solo, nella migliore delle ipotesi, ritardare il processo di involuzione morale. E’ un pò come continuare a gonfiare una ruota bucata! anche se ci metti di più e farai più fatica, arriva il momento che ti rimbocchi le maniche, ti fermi e la ripari.

  2. 42
    Paolo -

    Colam’s credo che la forza più grande non sia quella delle caste, ma quella della maggioranza. Il grave problema è che questa enorme massa non è culturalmente omogenea e spesso si lascia trainare dagli eventi proprio per la sua inerzia che dipende solo dalla sua massa. Pensare d’imprimergli una direzione voluta da se stessi è un’assurdità e poi chi stabilisce che le idee che si hanno siano quelle giuste? L’unica strada possibile è quella di aumentare la propria cultura e cercare di confrontarla al fine di modificare il proprio vedere e diffonderne gli effetti. Altra via non ci è data, ed ogni idea in contrasto con questo percorso è destinata al fallimento, questo è ciò che c’insegna la natura e la storia ce lo ricorda. Non vi è mai stata rivoluzione o dittatura capace di superare la sua stessa era e questo è un fatto. Pensare che un granello di zucchero lasciato cadere in un bicchiere d’acqua possa portare il liquido a cristallizzarsi è un sogno assurdo.

  3. 43
    colam's -

    Paolo, la forza più grande sarebbe (non e’) quella della maggioranza se fosse organizzata. Ma da sempre sono le minoranze organizzate che fanno la storia.

    La storia per come la interpreto io mi dice che con le crisi profonde la dittatura e’ solo la scintilla che ha fatto esplodere il barile di polvere bello e pronto. Percio’ il tuo esempio non e’ calzante, io non penso proprio che i vari dittatori abbiano mai avuto il potere di cambiare le opinioni della massa. Per riprendere il tuo esempio semmai stiamo parlando del granello di zucchero che cade in un bicchiere di acqua e zucchero gia’ quasi saturo, e che aspettava solo l’ultimo granello per cristallizzare. Anche se e’ difficile da accettare oggi, i dittatori sono sempre stati creati da un pre-esistente e diffuso malcontento: senza i casini del 19-22 in Italia, o la crisi del 29 in Germania, le dittature non sarebbero nate. Ma con quei reali casini, e con i regimi parlamentari borghesi incapaci, come oggi, di risolverli, e’ l’esasperazione massificata stessa che le ha fatte nascere.

    Non capisco bene la frase “mai stata una dittatura capace di superare se stessa”.

  4. 44
    Paolo -

    Colam’s come dici: “la maggioranza se fosse organizzata sarebbe”; ma io dico “è”, la forza più grande, perché anche quando è disorganizzata, è essa che permette alla minoranza di approfittarne. Un singolo, o un gruppo organizzato, può sfruttare la disorganizzazione della maggioranza per prendere il potere, ma poi è costretto ad usare la forza per mantenerlo ed imporre alla maggioranza la propria visione, cosa che può anche funzionare per un periodo, ma quando si raggiunge il punto d’intolleranza, quest’ultima strappa quel potere a chi impropriamente se lo è preso. Oggi viviamo in un periodo in cui una casta ben organizzata, sfruttando la disorganizzazione globale e utilizzando mezzi di coercizione più o meno subdoli, si è appropriata del potere. Tu vorresti opporre a questo un altro gruppo organizzato per strappare quel potere e poi? La verità sarebbe un’ulteriore sopruso destinato a fallire. Come ben dici: “e’ l’esasperazione massificata stessa che le ha fatte nascere”; cioè è sempre la massa che determina il percorso della storia, i momenti di potere, strappati con forza al suo naturale cammino, determinano solo dei rallentamenti se non addirittura degli stop che però saranno inevitabilmente superati. La democrazia, nonostante il suo sviluppo incompleto e manchevole, è la sola via naturale che ci è dato seguire, ogni scorciatoia che possiamo immaginare non è altro che una favola, anche attraente se vogliamo, ma pur sempre una favola che non può dare alla maggioranza il suo vero valore che è quello dell’eliminazione del potere che è sempre di pochi, comunque lo si interpreti. La vera battaglia è tra i regimi di potere ed il non potere della democrazia, tra la forza e la cultura, tra la cecità e la comprensione, tra i freni conservatori e gli sviluppi progressisti, tra i particolarismi e la realtà globalizzata.
    Solo la diffusione dell’uguaglianza può garantire l’equilibrio generale dell’intera massa, ogni squilibrio di forza, anche se concepito per il bene comune, porta inevitabilmente all’instabilità globale.

  5. 45
    colam's -

    Sono belle parole Paolo, ma io questa democrazia non la vedo e sono piu’ di 200 anni (diciamo 1776) che stiamo “tendendo verso un radioso sole dell’avvenire democratico” che non si vede mai, e che mi sembra tanto la carota davanti al mulo.

    Su alcuni concetti di base non siamo d’accordo: non esisterà mai secondo me un “non potere della democrazia” come scrivi tu, non e’ mai esistito (o dammi degli esempi), ci sara’ sempre bisogno di un sistema retto da pochi che governa i molti. La tua e’ utopia anarchica, basata su cittadini consapevoli, bene educati, che comunicano, scambiano, ma questo non esiste in pratica. Affascinante, ma utopica.

    L’unica via naturale che vedo nella storia e’ la vittoria del forte sul debole, e il diritto e’ nato proprio per cercare di equilibrare questa situazione (protezione dei lavoratori dalla cupidigia dei datori di lavoro, per esempio..). Ma oggi questo diritto viene man mano calpestato dai vari poteri forti e noi uomini comuni stiamo perdendo diritti. E per risolvere questa situazione bisogna che il rapporto di forza torni dalla nostra parte. Ma se dobbiamo aspettare di educare la massa, affinare il giudizio, metterci d-accordo, non finiremo mai.

    Gli sviluppi progressisti non sempre hanno portato al bene, anche la bomba atomica, le mitragliatrici, l’inquinamento sono figli del progresso, ed erano additati come “freni conservatori” coloro che non li vedevano di buon occhio, eppure secondo me avevano ragione. Idem i particolarismi sono l’unica vera dimensione umana, che e’ locale e comunitaria, mentre il globalismo e’ una visione astratta comoda alla grande finanza ma totalmente inadatta all’uomo qualunque (secondo me).

  6. 46
    Paolo -

    Caro Colam’s, credo che tu stia commettendo un errore di valutazione. L’evoluzione è continua ed ininterrotta. La democrazia è una conquista ancora incompleta proprio perché esistono molti che non ne comprendono il valore. Basterebbe vedere come oggi non è quasi più possibile avere uno sviluppo singolare, ma tutto è frutto di collaborazione e suddivisione. Il fatto che tu non riesca ad avere un esempio storico di qualche cosa, non significa che quella cosa sia un’utopia. Se pensi a tutto ciò che è stato inventato o scoperto, non ti sarà difficile comprendere che prima di quell’evento creativo non ve n’era traccia. Immagina come Cristoforo Colombo, prima di partire per il suo viaggio, si possa essere sentito apostrofare quella tua stessa affermazione. Come la vedi tu, la sua era un’utopia. La tua affermazione: “ci sara’ sempre bisogno di un sistema retto da pochi che governa i molti”; mi sembra manchevole di aspettative. Ciò che credo manchi nel tuo modo di concepire la vita, è una visione sociale della comunità che concepisci in una modalità arcaica fatta di suddivisioni gerarchiche, tra sfruttatori e sfruttati. Tu vorresti solo ribaltare queste posizioni per renderle più vantaggiose per te, ma le cose non stanno in questo modo. Oggi non è quasi più possibile avere un’invenzione da parte di un ricercatore isolato ed indipendente, esse sono ormai sempre più frutto di ricerche multidisciplinari di gruppi di ricerca. Questo meccanismo lo si può trovare in natura in ogni sua forma; come ad esempio il pesce pilota che vive in una condizione quasi simbiotica con gli squali ecc… Nella realtà la vita umana è costellata di conquiste sociali che prima non esistevano, ma anche se alcune di esse vengono di tanto in tanto interrotte, ciò non significa che esse siano sempre esistite, anzi queste sono frutto proprio di quel costante crescere culturale della massa. Qualunque gruppo minoritario che si appropria di un potere, tenderà poi a mantenerlo agendo con la forza verso l’inarrestabile evoluzione globale. Non commettere l’errore di considerare le cose sotto un singolo aspetto, come si evince dalla tua affermazione: “i particolarismi sono l’unica vera dimensione umana, che e’ locale e comunitaria, mentre il globalismo e’ una visione astratta comoda alla grande finanza ma totalmente inadatta all’uomo”; oggi siamo tutti vittima di questo assurdo concetto in cui l’inquinamento sia frutto di un particolare comportamento di una qualche parte. Questa ristrettezza di vedute c’impedisce di valutare l’interezza del problema, suddividendolo tra colpevoli e non.
    “Le cose sono unite da legami invisibili: non puoi strappare un fiore senza turbare una stella!”
    Galileo Galilei

  7. 47
    colam's -

    Son d’accordo con te Paolo che una giusta comunita’ umana e’ sociale e con un forte tessuto (cosa che pero’ c’era in passato molto più di adesso, il che per me dimostrerebbe che l’evoluzione come la speri tu non e’ naturale e per ora si volge verso il regresso).

    Secondo me sei troppo ottimista, io vedo segni di decadenza e non un cammino naturale e inarrestabile verso il progresso.

    Ma in concreto, tu, cosa proponi ?

  8. 48
    Paolo -

    Personalmente ritengo esista un solo ed unico insegnante incorruttibile, incapace d’incoerenza e doppiezza, in grado di dare risposte uniche ed universali a tutto; la natura. Essa ci mostra come anche l’azione più rivoluzionaria, capace di sconvolgere anche sé stessa, non è in grado di superare il suo stesso tempo. Oggi tutti noi conosciamo quale abnorme stravolgimento ha subito l’antica città di Pompei, un evento capace di andare ben oltre ogni rivoluzione governativa, un accadimento in grado di colpire la sua stessa esistenza. Il tempo però ha cancellato quella realtà sconvolgente, quella rivoluzione totale ed oggi Pompei esiste come ogni altra città del mondo.
    Colam’s scrive, riferendosi al tessuto sociale: “cosa che pero’ c’era in passato molto più di adesso, il che per me dimostrerebbe che l’evoluzione come la speri tu non e’ naturale e per ora si volge verso il regresso”; ma il presupposto che viene indicato è reale? Oggi non è più concepibile la schiavitù, almeno non nelle forme estreme del passato; non esiste la divisione classista rigida del passato; non c’è più la famiglia patriarcale di proprietà del capo famiglia ed oggi siamo basiti per le concezioni retrograde del fondamentalismo. In Italia abbiamo superato alcuni fondamenti ritenuti leciti fino a pochi decenni orsono, ad esempio il delitto d’onore (articolo 587 del Codice Penale abrogato con la legge n. 442 del 5 agosto 1981). Il diritto di famiglia (legge n. 151 del 1975) sancisce con l’articolo n. 29 l’uguaglianza dei coniugi. Come si vede in questi esempi, ma ve ne sono tantissimi altri e non soltanto a livello nazionale, l’evoluzione sociale non è assolutamente in regresso. Ciò che assistiamo è una mancanza oggettiva di un adeguamento culturale verso queste condizioni evolutive. Non si tratta quindi di un regresso come indicato, ma di una presa di coscienza non ancora del tutto sviluppata, che ci fa apparire la condizione attuale come arretrata rispetto a ciò che soltanto ieri sembrava essersi realizzata.
    Cosa propongo? Bella domanda. Personalmente credo che ogni individuo, sia in proprio che collettivamente, dovrebbe sforzarsi a comprendere meglio il senso sociale, superare la spinta repulsiva che ci vorrebbe rivoluzionari e farci crescere verso una consapevolezza dell’unità che ci accomuna. La rivoluzione Marxista ha stravolto l’idea fondamentale di Marx trasformando un nuovo concetto globalizzante in una ribellione classista tra i soprusi degli uni sugli altri. Oggi possiamo assistere ad una rinascita di tali valori in una veste più universale che prende forma in un Olismo che illumina meglio il percorso evolutivo della specie, mostrando l’insulsa inconcretezza del particolarismo.
    Non lasciamoci però confondere dai subdoli inganni posti in essere da chi vuole perpetrare dei profitti del tutto individuali o di casta. Proviamo a riflettere su una situazione verosimilmente reale
    — Continua —

  9. 49
    Paolo -

    Se vado dal medico di famiglia e gli dico che mi sento male, questo mi prescriverà una serie di esami che tendono a stabilire le ragioni del mio malessere. Probabilmente si stabilirà che qualche parametro non rientra nei valori “normali” e si provvederà a darmi una qualche cura che riporti tali indici nella norma.
    Così agendo però, non si sarà curato il mio malessere, ma mi sarà offerta la giustificazione a tale condizione. La verità è che probabilmente la ragione dello stress, causa della mia condizione, resterà in latenza, pronta a riproporsi alla prima occasione utile.
    Sono convinto che il famoso adagio Napoletano: “pil pil s’ fà ‘u pniell” (che tradotto significa che il pennello si fa un pelo dopo l’altro), renda molto bene l’idea di quando affermo, del resto questa è proprio la strada seguita dalla natura, ed a ben vedere non è neppure tanto lunga come si suppone, del resto si dice che “chi ben comincia è a metà dell’opera”. La mia ricetta è perciò quella di apprendere come leggere tra le righe degli avvenimenti ed imparare a trarne insegnamento. Mi rendo conto che io sono una goccia nel mare; sono soltanto un pelo del pennello che andiamo a costruire, ma come sempre avviene, altri peli si uniranno e l’opera inizierà a concretizzarsi. Se si prova a guardare nel passato, si può notare quale evoluzione si è concretizzata sull’orario di lavoro, oppure sull’emancipazione femminile e così via. Certo non si può dire che si sia raggiunta una conclusione, anzi credo che mai si raggiungerà, ma è innegabile che uno sviluppo sia avvenuto. Oggi ad esempio esistono macchine che sostituiscono il lavoro manuale, l’uomo quindi sarà sempre meno necessario in queste attività. Per contro la disponibilità di lavoratori è sempre maggiore a causa della crescita demografica. Il potere economico tende però a nascondere questi fenomeni, ma oggi diviene sempre più evidente questo divario e più ne saremo consapevoli e più diventerà difficile se non addirittura impossibile nasconderlo e necessiterà prendere provvedimenti.
    Tentare soluzioni con mezzi coercitivi, non risolverà certamente il problema in quanto si creeranno inevitabilmente soltanto più evidenti squilibri, in un senso o nell’altro. L’unica via perseguibile è quella imposta dalla massa consapevole che tende a livellare le disparità in maniera progressiva.

  10. 50
    LUNA -

    ciao ragazzi, scusate se intervengo senza aver letto tutto. Son d’accordo con colam’s che l’evasione fiscale vera, quella potente, agisce indisturbata. D’altra parte chi se ne lamenta spesso vi copartecipa, perché per pagare meno nel suo piccolo la favorisce. Viviamo in un mondo in cui mentre cerchi di campare e tagliano le pensioni minime e non lasciano andare in pensione chi ha versato contributi per decenni, e mentre da molti anni il precariato più ‘truffevole’ dal punto di vista della dignità, identità e salute mentale è legale, Manganelli (600.000 euro annui) si avvale della locazione agevolata etc. E bisogna stare attenti anche al fatto che, in nome della crisi globale,

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