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La mia vita da bambino adottato

Buona sera a tutti, è la prima volta che scrivo o parlo della mia vita con qualcuno. Premessa che so che nel mondo ci sono persone che hanno passato di peggio. 

È iniziato tutto appena sono nato, mio padre biologico fù sparato in testa dalla mafia russa perché avrebbe dovuto testimoniarla in tribunale. Mia madre decise di non potermi tenere e a posto di mandarmi in un colleggio o centro per adozioni preferì buttarmi in un cassonetto come se fossi spazzatura. 4 ore dopo mi trovo un signore sulla sessantina che mi tenne con se 0er 2/3 mesi, poi dato che non mi protette mantenere mi portó in un collegio. Lì cominciò un inferno. Ricordo ancora che litigavo per vedere la TV o se arrivavano regali facevamo a botte per chi se li prendeva, poi se mi facevo la pipì a dosso dovevo tenermi il cambio per una settimana, le punizioni erano semplici ma troppo severe per un bambino di 4/5 anni. Ti facevano mettere in mutande fuori sulla neve al gelo per 15/20 minuti

O per un giorno non mangiavi.

Dopo qualche mesetto venne una coppia in cerca di adottare un bambino. Ne io ne quei signori sapevamo che saremmo stati genitore/figlio, ma nonostante ciò io gli saltai addosso come se lo conoscessi da tanto. Così decisero di adottarmi, al momento di firmare i documenti arrivò una chiamata che diceva che c’era un altro bambini che si rivelò essere mio fratello più grande. Così adottarono tutt’e due. Pensavo che finalmente avrei vissuto una vita felice e spensierata ma non fu così. Era l’inizio di tutto.

I primi 2 mesi che ero arrivato in Italia sembrava tutto magnifico, regali a destra regali a sinistra e così via. Al 3 mese mi iniziarono le elementari (mai fatto l asilo) già da subito venni deriso perché non ero italiano, per ho la carnagione chiara e tanti altri motivi. Le elementari furono davvero difficili, tra compagni e professori ci furono sempre problemi, litigi e discussioni. Poi feci le medie, anche lì ero messo in disparte, dato che ho problemi nell apprendimento venivo messo in fondo alla classe, venivo escluso da tutti i gruppetti di ragazzi/e. Ma mi feci forza e passai avanti. Ho avuto tante fidanzatine e fidanzate nella mia vita. Non sono mai durate perché c’era sempre qualcosa che non andava, non riuscivano mai a darmi quell’affetto che avrei voluto avere. Attualmente sono fidanzato da ben 6 mesi sembra che finalmente qualcuna è riuscita a fare breccia  spero tanto che duri questa relazione anche perché sono stanco davvero di avere tante delusioni, ad esempio come quella dei miei genitori attuali, sin da bambini hanno avuto un occhio di riguardo su mio fratello. L’hanno viziato bene, non gli hanno mai fatto mancare nulla e tuttora che ha 21 anni non gli fanno mai mancare nulla. Invece io dovevo piangere e insistere per volere qualcosa. Non ho mai avuto un rapporto di dialogo con i miei, non c’è mai stato un momento di scherzo di pianto, non c’erano quando mi serviva una spalla dove poter sfogare la mia rabbia e la mia tristezza. Non ho mai avuto dei insegnamenti, dei valori, delle responsabilità, non so gestirmi i soldi, mi faccio trascinare troppo facilmente dalle persone dato che come dicono ho un cuore d’oro. In breve questa è la mia vita. 

Lettera pubblicata il 10 Giugno 2018. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Mio cugino è stato adottato. Non penso che questa maternità sia una maternità di serie B. La scelta di avere un bambino nasce sempre da una proiezione dell’avvenire della persona, di conseguenza non si può dire che questo sia un atto egoistico, anche se tutte le persone che ho conosciuto, con fare liberatorio, hanno sempre dichiarato la verità iscritta nell’ordine naturale delle cose. Ecco, la differenza tra adottare e generare per me consiste appunto in questo. La madre adottiva attraverso altri sensi vive la maternità in maniera altrettanto radicale e porta avanti un processo educativo che per lei è l’educazione. Negli anni ottanta non c’erano tutti questi vincoli. Ti parla una persona che si lega alle persone attraverso altri sensi, ma non si affeziona a nessuno. Per mia zia non era concepibile che io parlassi a favore di mio padre in una pubblica assemblea nella quale altri uomini e altre donne, sia pure di famiglia, prendevano decisioni per lui. Le sembrava innaturale perché…

  2. 2
    Rossella -

    non credeva che gli insegnamenti morali potessero passare in maniera silenziosa e che io stavo veramente male perché mi sembrava che stessero parlando di un oggetto e questa immagine funebre mi aveva spinto ad avere una reazione infantile. Negli anni avrà senz’altro capito quello che ho provato perché si è allontanata e io, che ho vissuto quel momento, non mi sento disprezzata e non penso che sia una maleducata. A distanza di tanti anni, visti i tempi, anche se non abbiamo un rapporto, penso che abbia dato al figlio un’ottima educazione proprio attraverso una linea educativa oggi impraticabile.Devi pensare che ha fatto di tutto per non farlo affezionare ai miei fratelli e questa certamente è stata una grande delusione perché mio fratello,il più piccolo,lo aspettava sempre, ma poi non ne ha più voluto sentire parlare.Anche se è molto devoto alla madre non si può dire che lei abbia altri poteri su di lui. La mia riflessione è fine a se stessa.Questa è la vita, non ho rimpianti o rimorsi.

  3. 3
    Esther -

    Devi cavartela da solo, amico. Impara ad avere fiducia in te stesso. Vale anche e soprattutto per i non adottati ed i non soli (apparentemente): vedi che branco di smidollati girano.

  4. 4
    Yog -

    Comunque per la gestione dei soldi ti dò volentieri una mano, basta che me li mandi al mio IBAN. Sevvuoi ti dò anche il codice Swift.

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