La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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“…e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d’amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai…”
Cara Lulu, a volte il dolore può essere un rifugio, come un surrogato della gioia provata con l’altra persona…il rischio è quello di mitizzare nel ricordo l’ex partner e di farlo diventare un Moloch…Riconosco che non vi sono parole adatte per lenire questi tormenti, solo parole kleenex…Io a 30 anni ho vissuto una prima volta, quella di essere malamente preso a pedate nel sedere da una di cui mi ero perdutamente innamorato e per la quale avevo fatto scelte anche assai difficili e impegnative; insomma non mi era forse mai capitato di avere una delusione amorosa così cocente, in rapporto all’intensità di quello che provavo e all’entità dell'”investimento” che avevo fatto…Dopo è stato come se avessero fatto una pallina di carta del mio muscolo cardiaco e l’avessero gettata in una pozzanghera. Quel che mi ha salvato, non è stata una persona ma la curiosità per le cose del mondo che mi ha consentito di conservare la lucidità necessaria per uscirne. Non si è trattato di un’impresa “eroica” o da applausi, ma ne sono fiero e, a conti fatti, tutto sto dolore è stato utile, catartico, in un certo senso…Poi i ricordi vanno e vengono nè è in mio potere controllarli, ma lo è quello di nn farmi travolgere.
Ma Lilly, nn è solo una questione di pendagli e cerniere. Forse ho provato moti di attrazione più forti per altre, e non è per un paio di chiappette che ho messo a soqquadro la mia esistenza. Poi sai, i discorsi sul ridimensionarli o sull’essere o meno degni lascian il tempo che travano. Non è un fatto di ridimensionare ma di prendere atto che queste persone, al di la dei giudizi di valore sul loro essere o sul loro operato, non ci sono e nn ci saranno più…e che c’è il resto…
Iris,nemmeno a pensarci. No fargli gli auguri, nella maniera piú assoluta, soprattutto se ancora lo ami, ci staresti ancora piú male, mentre riconquiesteresti un pó di dignitá non dandogli questa soddisfazione
Iris, ma che auguri. Piuttosto mandagli una corona di fiori.
Anzi, come scrivono Luna e Lilly, invitati a cena e porta degli amici.
Francesco, piangere e ridere è ottimo…significa che sei ancora vivo e la tua vita va avanti.
Molto meglio che restare inerte davanti ai pensieri tagliagola.
Lulu, parli di età….di tempo a disposizione per ricostruirsi.. Il tempo è relativo, cara Lulu. E’ da come lo si utilizza, tale tempo, che ne “prezza” il valore. Inizia a dar valore al tuo tempo..anche partendo dai “centesimi”…
Abbraxx!!
X IRIS
Per quel che può valere mi son attenuto ad un principio elementare: cancellarla dal mio presente, come se fosse passata a miglior vita, ovviamente in senso lato. Ho cambiato n. di cell, indirizzi mail, nn ho chiesto notizie in giro sul suo conto nè ho sbirciato su fb. All’inizio mi forzavo, poi è venuto naturale. In definitiva la risposta è no, nn fargli gli auguri, al limite deponi qke crisantemo sulla sua immaginetta sorridente (chiedo venia per l’umorismo macabro)…
X LUNA:
mmm preferisco mantenere un certo agnosticismo. Certo nel caso specifico ha mostrato limiti caratteriali ed emotivi e sarei ipocrita se dicessi che nn provo risentimento nei suoi riguardi ma a tutti è capitato di comportarsi in maniera discutibile o ottusamente cinica. Semplicemente per me è come se non esistesse più o si fosse incarnata in una sconosciuta. Bè credo che possibilità di crescita ce ne fossero anche con lei, chè non era affatto una sprovveduta, ma sarebbe azzardato quantificarle o fare comparazioni. Avrei preferito continuare e veder come andava a finire, non è stato possibile e dopo un po di tramestio interiore ne ho preso atto e ho voltato pagina. Ogni relazione fa storia a se, diverse le persone, quel che ti posson dare e che che tu puoi dare a loro.
IRIS: ciao 🙂 la risposta te la sei già data da sola nella lettera…
e cercare un contatto spedendo quel messaggio, per come è andata finora, probabilmente ti porterebbe solo l’ennesimo muro e l’ennesimo senso di frustrazione. Lui è stato chiaro. E anche in modo poco carino, ma comunque più chiaro di così…
TINA: 🙂 🙂 ciao 🙂
Iris, il mio parere.
Vuoi dargli un segno, perché lo aspetti da lui.
Ma il segno, da lui, non c’è stato. Anzi, c’è stato (il segno che tu non vuoi accettare, “imponendo” qualcosa a un altro e, infine, a te stessa): ti ha fatto capire in tutti i modi, mi pare, che è finita.
Mi pare evidente che è finita. Da tempo.
Quindi: no contatti.
Vedrai che trascorso il suo compleanno (senza auguri da parte tua) ti sentirai meglio: avrai superato una prova per te importante (sembrano sciocchezze, ma per chi sta male e si sente innamorato, non lo sono).
Dopo questo, inizierai a pensare: non devo più pensare alle SUE riccorrenze. Anzi, penserai: ah, sono libera dalle sue ricorrenze! Così inizierà la tua libertà.
Le sue riccorrenze non ti riguardano più.
Perdonami la mia durezza, ma sono sette mesi, accidenti. Affronta la “prova del compleanno”: per te è una grande prova, io ho la presunzione di saperlo.
Ciao Iris, Naty ha perfettamente ragione, non farti viva, ti fai solo del male. So per esperienza che se lo fai poi speri che ti risponda, se non lo fa ci rimani male, se lo fa credi di stare meglio? Magari ti risponde con un semplice e freddo “grazie”.
Oggi ho iniziato la mia giornata ponendomi una domanda, ma sarei davvero stata felice se lui, “l’Innominato” non mi avesse lasciata? Oppure avrei continuato a soffrire a strisciare, a camminare con la testa bassa sbirciando il suo viso per comportarmi di conseguenza? Per non offenderlo mai, rispettarlo sempre, con amore, dedizione, annientando annullando la mia persona per la sua ? Di certo so che la mia decisione di non permettergli piu’ neppure un saluto per telefono ogni tanto e’ stata davvero sofferta da parte mia, ma era davvero inevitabile. Perche’ mi chiedo e’ possibile diventare dipendenti da una persona che in realta’ non ti ama? Perche’ piu’ mi ha fatto del male e piu’ mi sono aggrappata a lui? Me lo sono chiesta tante volte, piu’ mi ponevo questa domanda e meno trovavo una risposta, un giorno qualcuno con delicatezza di un elefante mi disse che o ero masochista oppure mi piaceva piangermi addosso….belle parole. Mi sono servite a chiudermi ancora di piu’ in me stessa, ho creduto di non avere scampo, nessuno mi avrebbe mai capita, mi sono addirittura vergognata del mio stupido carattere, della mia insicurezza, del mio star male. Non credo di essere in grado di….. dipanare il bandolo della matassa…scusate il mio eufemismo, ma forse ho capito che sto cercando di punirmi per qualche cosa, la sofferenza e’ come se fosse un espiare le mie colpe, solo cosi’ potro’ avere un giorno un futuro decente… lo so sono molto molto complicata. Non penso di meritarmi questo, non ho ucciso nessuno, non ho fatto del male a nessuno volontariamente, se l’ho fatto credo di essere stata punita abbastanza credo sia giunto il momento di dire BASTA! Voglio prendere spunto da tutti VOI, sono felice di avervi INCONTRATO, Voglio stringere i denti, i pugni ed andare avanti, anche se qualche volta dovro’ ancora battere su qualche muro, anche se a volte mi verra’ voglia di mollare, anche se a volte QUEI fantasmi torneranno e mi faranno piangere…..ma in realta’ cosa mi manca di LUI? MI MANCA L’ILLUSIONE di quello che speravo che fosse ma che non e’ mai stato….allora puo’ mancarmi lui, come un’altro,o un’altro ancora…non fa differenza! Tutti e nessuno potevano essere stati cio’ che avevo SOGNATO!!!!!Sono pazza? Forse, oggi mi sento cosi’,se serve per ricominciare a vivere ben venga! Se piu’ tardi o domani non saro’ cosi’, comprendetemi se potete, cerco di reagire, devo farcela, per chi mi vuole bene, per mia figlia, MA SOPRATTUTTO PER ME. GRAZIE A TUTTI VOI, mi state aiutando tantissimo. LULU
Franz: quello che intendevo dire è che (non riesco a spiegarmi bene, forse) lo sai già com’è andata a finire. E’ andata a finire com’è finita.
Il resto sono “se”, comunque. Anche la sbirciatina. (normali pensieri, comunque).
A meno che due non vengano separati da uno scollamento dei continenti, dalla morte o da poche cose veramente esterne di solito se due si separano è perché la storia non funzionava – tante possono essere le ragioni, ma tant’è – o perché l’amore è finito, da parte di uno dei due o di entrambi. Se la storia avesse funzionato ci sarebbe ancora. Detto semplicisticamente, e mi rendo conto che il concetto magari non è semplice come sembra e non riesco ad esprimerlo. Ma in sintesi è:
stare nella realtà.
Cosa che, peraltro, mi pare tu abbia fatto. E quindi non è questione di essere eroi, ma ci sono sicuramente dei modi di affrontare le separazioni che possono farci stare meglio e prima. E così, mi pare, è stato per te, che hai deciso (o sei riuscito comunque) a stare nella realtà. Prendere atto del presente e vivere il presente. E non mettere da parte la vita.
@Quel che mi ha salvato, non è stata una persona ma la curiosità per le cose del mondo che mi ha consentito di conservare la lucidità necessaria per uscirne.
Penso che questo sia importantissimo, e che sia anche un messaggio importante che dai.
Penso che in questi casi (ma è la mia opinione) si conserva quella che chiami lucidità necessaria anche perché appunto non ci si dimentica di se stessi, di tutto quello che comunque continua a vivere intorno, e quindi della vita in generale.
Si resta ancorati alla vita, invece che al dolore, e le energie continuano a fluire, ad essere investite, si rimane aperti e quindi ci si anche autocura.
Non ci si fissa… che non è una cosa da poco.
Si riesce a mettersi sulla strada per sciogliersi da un rapporto di dipendenza emotiva, che sia pure unilaterale, come quello che ha Iris nei confronti di una persona che è uscita di fatto dalla sua vita, da mo’, ma con la quale cerca di tenere aperto un filo.
Non è un giudizio, Iris, questo meccanismo è molto frequente. Il problema è che, come ti accorgi tu stessa, non ti porta a nulla, se non alla frustrazione di non voltare pagina e di sentirti dipendente.
Concordo con Naty: se non fai quegli auguri (li faresti per te, non per lui, credendo che ti servano, ma non ti servono) poi starai meglio, e ti sentirai anche più forte rispetto alla tua indipendenza nei confronti di una porta chiusa.
Credo che Lilly (credo) parli di ridimensionamento perché in storie in cui c’è stato molto “potere psicologico”, persino manipolazione a volte, ridimensionare diventa forse sinonimo di “riconquistare l’indipendenza” emotiva e psicologica, rendendosi conto che chi si era messo in posizione di potere in realtà non era così “imponente” e necessario ecc.
Sgonfiare, insomma. Ma certamente e sempre la “guarigione” è un fatto interno, non esterno.
Parte da noi, non da chi erano o sono loro.
Tuttavia alle volte certe dinamiche,molto complesse, che si instaurano in certe relazioni, portano davvero ad una percezione molto sfalsata di se stessi, delle proprie risorse, possibilità, ecc ecc.
Ecco perché non è così semplice, da subito, fare quel lavoro che hai fatto tu, e cioè rimetterti (o continuare a stare) nel flusso della vita.
Attenzione, non sto dicendo che il malessere sia un alibi per non starci, e rimanere ancorati invece a quelle percezioni sfalsate, ai pensieri tagliagola sintomatici, ad un rapporto di dipendenza emotiva fortissimo ecc ecc.
Tanto è vero che nel momento in cui uno/una si rende conto che non sta soffrendo per amore, ma per ciò che rimasto in dote a causa di quelle dinamiche, fa un passo importante per uscirne. Ma molto spesso non è così immediato rendersi conto che il problema è quello, oltre al mal d’amore.
E alcune persone continuano a inanellare non semplicemente storie che finiscono (e mille possono essere le ragioni) ma storie che si somigliano nella tipologia di frustrazione e nelle dinamiche. Pur rimettendosi in carreggiata ogni volta continuano a scegliersi persone con cui sembra inscenarsi sempre un dramma simile.
Ecco perché
Beh Franz.
Ci sono casi e casi. Ognuno di noi porta la sua esperienza e quindi riferisce commenti che rispecchiano la propria situazione. Nel mio caso io ho dovuto ridimensionare il tipo che mi ha mandato in crisi.
E ho dovuto farlo perchè (spero di spiegarmi) se non lo avessi ridimensionato:
1) come dice Luna, non sarei riuscita a riconquistare la mia indipendenza psicologica ed emotiva (il cervello chiuso in mille gabbie incastonate come le matrioske)
2)nel momento (il più duro) in cui devi elaborare la perdita….ecco…se l’elaborazione (intesa come “consapevolizzazione” )contempla un qualcuno che nel frattempo è stato ridimensionato il dolore che si prova sarà direttamente proporzionale alla sua nuova dimensione. Ma anche se fosse più grande non sarebbe mai così grande come lo sarebbe se ci si ostinasse a credere di aver perso una sorta di dio caduto in terra per colpa di un vuoto d’aria….
Scusa l’esempio banale e di certo improprio….ma mi incazzo di più a perdere 100 euro che a perderne 10 (fermo restando che in ogni caso mi incazzerei).
Iris, non ti dico nulla sul perchè e sul per come. Ti dico solo (in maiuscolo sottolineato grassetto): NON FARLO per carità……io l’ho fatto e ci sono stata di mer.. stratificata con una mer …..sopra come cappellino e un’ altra davanti come papillon….
Ciao Luna, cosa mi sono fumata???? Non lo so ma appena lo scopro lo rifaccio! E lo consiglio! E spero di avere tanto discepole/i che riescano a sorridere almeno tanto quanto pianto!
Penso che chi è sempre in lotta, sempre pronto ad ascoltare ed a parlare, chi apporta ed esporta, chi bacchetta e consola, chi mette tutta l’energia che può avere in quel momento (che sia tanta o poca), chi ha il coraggio di dire “aiutoooo” e di dare aiuto……….sia un traguardo mobile.
Nei tuoi (megasimpaticissimi) interventi Luna c’è tutto questo e tutta la profondità che certi argomenti meritano.
Ciao Luna, Ciao Tina, ciao Naty, Ciao Lulu (chissà perchè mi ostinavo a mettere l’accento sull’ultima u, Ciao Frnz ciao a tutti/e saràmegliochevadaoiltrenomilasciaperstrada…