La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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fermarsi chiedersi chi è e che cosa sta cercando, deve assolutamente mettersi in discussione, ma purtroppo per noi è la cosa piu’ difficile da accettare e fare,e finchè scappera’ in questo modo da chi avrebbe voluto darti una mano, da chi ti ama, da chi ti vuole bene, non arrivera’ mai ad un dunque.
Luna grazie mille per le piacevoli chiacchere, e per le tue parole di conforto e riflessione, è un piacere averti incontrato in questo forum, ma non potevo incontrare una come te nella vita reale, .AZZ!
Ciao
I giorni passano, tutto anche se apparentemente sembra fermo cambia, si sta trasformando. Coltivo nuove amicizie,elimino quelle nocive, rafforzo quelle più importanti, mi preparo il terreno per le nuove sfide sul lavoro, pianifico con metodo lo studio. Le ultime botte e le ultime scaramuccie della mia storia sono li, ancora dietro l’angolo, sento qualcosa di subdolo strisciare nel sottobosco delle mie relazioni sociali ma il nemico, se esiste, per adesso è celato dal velo della sorpresa, io mi alleno, picchio ogni giorno il mio sacco con sempre maggiore rabbia, e per non farlo spostare, aggiungo sempre più sabbia. Sento il profumo del cambiamento in arrivo, ma presto sento il nemico finale avvicinarsi, e io, del mio istinto, ho imparato a fidarmi. C’è puzza di complotto alle mie spalle, c’è la mia ex che aleggia ancora nella mia vita, addestrata da me stesso al culto dell’odio e della vendetta adesso anche lei chiama le sue ragioni. Chi o cosa sia questo nemico finale, che sento di dover affrontare prima di voltare pagina a tutto campo non lo capisco però, il mio ragionamento, il mio pensiero, non arriva a formare congetture plausibili. Lo sento e basta. Durante questo periodo attraverso la forza cieca di una rabbia che non ha sentito ragioni ho smosso, ho calpestato, e con le mie grida ho richiamato troppe attenzioni attorno a me. Per me, che di solito, nella vita, adotto strategie più raccolte, io che mi mimetizzo, che colpisco spesso i miei nemici con rapidità lavorando nell’ombra, mi sento esposto, troppo visibile. Unica cosa da fare in questo periodo, raccogliere le forze, cambiare schemi di pensiero, prepararsi, la lotta presto deve iniziare. Il futuro è appannato, non riesco più a vedere dove tutto questo mi sta portando. Il rapporto con la ragazza che sto frequentando adesso, rispetta i rigidi canoni della freddezza che mi sono imposto, e fredda pure lei, calcolatrice quanto me, mi aiuta ogni volta che la vedo a ricordarmi chi sono. I sentimenti che provo adesso, sono rabbia che diminuisce, sostituita da un rancore lucido e raziocinante, paura, tensione, autodeterminaione, consapevolezza, sensibilità elevata all’ennesima potenza rispetto al mondo che mi circonda. Sto cercando la mia arena e la mia sfida, non tarderà ad arrivare e io sarò pronto. La mia ex ha provato a colpirmi ancora, da lontano, in modi sempre più subdoli, attrvaerso terze persone scelte non a caso, getta ancora la sua ombra nella mia esistenza, e io mi meraviglio sempre di più, è possibile allora, diventare nemici, che l’amore si possa trasformare in odio, e la concreta prova della sua inesistenza o nel migliore dei casi, della sua relatività, inconsistenza. Quali allora i valori e le credenze a cui aggrapparsi per non cedere? semplice, bisognerà costruirle da capo. Inventarle se necessario. Ridare un senso a tutto quanto. Costruisco ogni giorno, una nuova identità, realtà.
Se c’è un motivo per non cedere io lo sto cercando. Quello che sò è che non voglio, istintivamente coltivare maggiore odio per la mia ex. Vorrei liberarmi di lei, della macchia che oggi mi appare indelebile, lasciata all’interno della mia mente. Lei non c’è, da giorni ormai, eppure, la sua presenza mi assilla. Ogni notte sogno cimiteri, lei che scappa, scene confuse, spesso mi sveglio e mi manca il respiro, l’aria, quelle che una volta erano notti di piacevole riposo sono diventate notti di incubi, pensieri ripetuti, nel mio film in bianco e nero cara Luna, il colore della paura è nitido e sovrasta tutto. Le mie giornate sono estremi, che da una ingiustificata allegria passano ad un estremo tedio, accidia, un continuo rincorrere luci e ombre di cui non riesco a imprigionare un significato. Nella mia vita, inaspettatamente, improvvisamente, è entrato il male, parola che uso per descrivere brevemente, un esercito di cattivi pensieri che marcia, disciplinato, alla conquista del mio equilibrio precario. Vorrei avere la possibilità di azzerare la mia memoria, e cancellando ogni ricordo, continuare ad andare avanti. A volte, come oggi, cado in un apatia testarda, genero pensieri negativi e so di farlo, ma come in una sorta di complesso masochismo non riesco a fare a meno di farmi del male. Che cosa sta succedendo? non ricordo che l’elaboraione del lutto, dovuto ad una perdita, fosse così doloroso e destrutturante. Vorrei colpire con decisione il cancro che mi sta divorando la mente, eleminarlo, e tornare a respirare. In fondo so che posso farlo, ma è come se prendessi volutamente tempo, prima di distruggere l’ultimo sentimento (l’odio) che seppur negativo, rappresenta pur sempre un tipo di rapporto rispetto al nulla, con il mio amore passato. Riprendersi significa dimenticare e cominciare a vivere veramente, e dimenticare per vivere significa superare, andare oltre, e forse io non sono ancora pronto per farlo. E’ come se pensassi, che con l’ultima goccia della mia storia, andrà via l’ultima vana illusione di potere ancora credere, avere fede, che esista quel sentimento chiamato amore e che in esso, io possa trovare il mio compimento. Voltando pagina ci saranno altre cose, che mi stuzzicheranno, altre forme di amore diverso, più consapevole, non idealizzato, però mi ero affezionato a idealizzare, era bello vivere pensando di stare accanto ad una gioia, a un amorino, peccato. La dolcezza è finita, adesso c’è solo spazio per crescere e per lottare, dove prenderò queste forze ancora nn lo so, e a volte ho paura di cadere a terra e morire, senza alcun apparente motivo. Ha odiato e amato scriveranno di me sulla mia tomba, senza mai comprendere, fino alla fine, il perchè dell’uno e dell’altro. Adesso vado, ho un cane da fare uscire, qui piove da 2 giorni, e lei è così piccola che se l’avessi fatta uscire con queste pozzanghere ci sarebbe annegata dentro. Ciao Luna, un bacino, ciao Gatto, ciao Guerriero, cercate di stare bene.
…parole bellissime!
Complimenti!
Mi ritrovo nella tua stessa barca.. con gli stessi fantasmi, con le stesse paure…
Sperando nella nostra rivincita!!
bah…ma quanto siete complicati ragà 🙂
tutti questi fiumi di parole per dire semplicemente che state voltando pagina…:D
LUNA: ciao 🙂
credo si chiami convalescenza, sai? o, come dico, io, periodo di inventario… cosa tenere, cosa buttare… quando si fanno le… pulizie di questo tipo “in casa” è naturale che ci sia confusione.
E spesso il nostro cervello elabora sogni terribili o pieni di cose, come minestroni, che in realtà servono a scaricare via immagini, sensazioni e informazioni in esubero. Come una specie di pulitura del disco…
a me almeno succede… non sarò mica l’unica? 😉
…è vero, è difficile staccarsi dalle idealizzazioni… anche perché, chiudendo con il passato, si teme di perdere una parte di sè… ma se si fa… tutto il percorso di convalescenza non avviene. Si può persino recuperare qualche pezzo di sè.
Si può scoprire che quello da cui si ha avuto la sensazione di essere stati cacciati non era proprio il paradiso…
Non ho capito bene la faccenda di lei che “trama”.
comunque sia lei dovrà lasciarti in pace, Luca. Perché se tu lo vorrai, se tu vuoi, dirai che non vuoi più sentir parlare di lei (e potrà sembrarti impossibile… ma non per rabbia, persino per noia, semplicemente perché nella tua nuova vita non ci sarà più spazio per lei, ma non per rabbia, non perché avrai perso della cose, ma perché avrai ricchezze nuove da vivere), e le persone intelligenti e sensibili di cui ti circonderai avranno rispetto di questo.
E non ti servirà arrabbiarti, nel dirlo. Ti basterà essere serio, fermo, nella tua verità. Quando l’avrai raggiunta, quando ti sarà chiara, sarà così ferma, che non avrai probabilmente neanche bisogno di dirtela, la saprai e basta.
@I giorni passano, tutto anche se apparentemente sembra fermo cambia, si sta trasformando. Coltivo nuove amicizie,elimino quelle nocive, rafforzo quelle più importanti, mi preparo il terreno per le nuove sfide sul lavoro, pianifico con metodo lo studio.
conosco eccome questa sensazione.
è quell’investimento di energie di cui a suo tempo ti parlavo. Non ricordo se esattamente in questi termini.
E comunque la dolcezza tornerà. Anzi, direi proprio che non è morta. Magari un po’ addormentata. Ma alla fine io credo che si è quel che si è. Per qualcuno purtroppo, per altri per fortuna.
Tienti il tuo bene.
GATTO: …non sapevo la cosa del disordine eccetera (che fa un po’ parte del concetto della pillola della felicità dall’esterno, dell’accudimento da parte degli altri, eccetera) però, vedi, Gatto, forse hai incontrato una persona che non è capace di essere felice. E con questo non voglio dire che avresti dovuto fare di più per insegnarglielo, per entrare dentro il suo cuore, o il suo modo di vedere la vita e i sentimenti… sto dicendo una cosa più dura: sto dicendo che non potevi fare niente, per questa sua incapacità, e che ti saresti consumato nel tentare di darle qualcosa che non sa darsi da sola. L’incontro con la superficialità è deleterio per chi non è superficiale, perché la persona non superficiale tende sempre a misurare le persone attraverso il suo metro. A non riuscire a capire certe impermeabilità. Ma si impara, sai, a distinguere…
Ci sono persone che sembrano e anche sono, certo, dei cuccioli, ma che non crescono mai, come dei bonsai emotivi, affettivi, relazionali, che non diventeranno mai veri alberi. E che arrivano spesso a dire che è colpa degli altri, che non li hanno annaffiati abbastanza, rinvasati quando era necessario, non hanno garantito loro un sole costante.
Apparentemente hanno tutto degli alberi veri, così che uno dice: potenzialmente sarebbero stati dei compagni fantastici… sì, ma non lo sono stati. Non lo sono stati perché, quando il tempo passa, dopo il distacco, ci si rende conto che prendevano molto più di quanto davano. e la fregatura è che mentre loro avevano sempre bisogno di mille attenzioni, rassicurazioni, chi avevano vicino (che magari era abituato a consolarsi, a darsi forza da solo fin da bambino) si accontentava di dieci. Senza neppure rendersene conto. Spesso hanno sofferto nella vita quanto coloro che li hanno amati, solo che questi bonsai non diventeranno mai alberi finché continueranno a dare all’esterno la responsabilità completa del loro benessere. Riuscendo a fare molte delle cose che fanno quasi per interposta persona. Cioè, se tu mi sproni io posso, se tu mi nutri io vivo, se tu… se tu… se tu…
Per loro che l’altra persona abbia bisogno di nutrirsi a sua volta, di spronarsi a sua volta (figuriamoci poi di essere spronato) è alto tradimento. Come se la mamma li avesse abbandonati al supermercato per andare a divertirsi. Non fanno differenza tra un abbandono dovuto a motivi superficiali o profondi. La mamma non può stare male. La mamma è la mamma.
Queste pagine sono piene piene piene di persone che hanno sofferto perché hanno incontrato bonsai scambiandoli per alberi, e che, quando vengono lasciati, si sentono a pezzi, traditi, non capiscono cosa sia successo. Si chiedono dove hanno sbagliato. E magari hanno anche sbagliato, perché c’è sempre una divisione di responsabilità. Ma se incontrate un bonsai affettivo (non me ne vogliano, per la metafora, i veri coltivatori di bonsai!!! ndr) state attenti: mai, e dico mai, potrete curare delle ferite che lui non voglia curarsi da solo. Mai potreste essere per lui o lei la pillola della felicità che esige voi siate.
Mentre vi parlerà di coppia starà parlando di se stesso, perché tutto è proiettato all’io, non al noi. E chi sarà proiettato tantissimo al noi e al tu non capirà come mai non sia mai riuscito a rassicurare o a rendere qualcuno che, magari, gli avrà solo gridato piangendo: è colpa tua! io volevo solo essere felice! Ma tu non mi hai resa felice!
Luca, ti ho chiamato Luna, non sono niente niente autoreferenziale, ah???
errore ortografico 😉
Raganella: ognuno dà voce alla sua voce a modo suo 🙂
se tutti la pensassero come te (oggi) non esisterebbero i libri, nè i film, nè le canzoni.
saltando subito alle conclusioni “Giulietta e Romeo” sarebbe: “due che xe morti” (per sbajo)” 😉
raganella scusa se non tutti abbiamo il cervello di un cricieto. Si siamo complessi.
Lo avevo capito che mi avevi chiamato Luna invece che Luca, è mi è piaciuto, non sò perchè.
Che bello, Luna, finalmente, dopo tanti post, tante domande e tante risposte, condivido pienamente quello che dici, la tua estrema sensibilità ha colto l’essenza di una situazione complessa. Ovviamente, tra i bonsai affettivi e la persona capace di autogestire la propria vita, c’è una vasta gamma di varietà, che rende ancora più difficile la classificazione, ma nella frase che hai scritto nell’ultimo post: è colpa tua! io volevo solo essere felice! Ma tu non mi hai resa felice! , ci siamo finalmente incontrati, e hai dato voce e sembianza fisica a quella vigliaccheria di cui tanto ho parlato ultimamente. Si vigliaccheria. Quella di accusare qualcuno della nostra infelicità, di cui siamo gli unici garanti e responsabili, e poi abbandonare la persona accusata, lasciandola con decine di sensi di colpa assurdi, e un gran vuoto interiore: Non c’è l’ho fatta, ho fallito, non ho saputo proteggere il mio bonsai. Adesso che partendo da un discorso diverso e opposto, le nostre tesi si sono incontrate in un punto specifico mi sento più vicino a te. Ma resta ancora, un incolmabile distanza. Tu reagisci a tutto questo, usando un giusto equilibrio di responsabilità, dici, è tizio non il mondo che mi ha fatto questo, quindi nel mondo può ancora esserci qualcuno che non è un bonsai, che è diverso eccetera eccetera. Io invece, più fifone di te, più danneggiato forse, dico, è vero, il mondo è grande ed è stata tizia a farmi questo, potrebbe esserci qualcuna diversa, che non è un bonsai, ma. Ed è in questo ma che la nostra diversità si manifesta, e si condensa. Ma io devo, a me stesso, una promessa a cui con onore non posso più tirarmi indietro, io ndevo a me stesso di evitare tutto ciò nel futuro, io non posso, cosciente dei miei limiti subire di nuovo tutto questo perchè so, con matematica certezza, che ne morirei. Per istinto di sopravvivenza devo razionalizzare e pian piano eliminare, dalla mia psiche, ogni forma di inclinazione amorosa, almeno fino a come adesso io ho vissuto l’amore che poi coincide in fondo, con l’amore. Ho dato ecco, non ho più qualcosa da dare, ne pretendo di prendere, io mi voglio punire, perchè così impari che in questo mondo l’ingenuità costa parecchio, più della carne nelle macellerie, più del sangue e degli ideali. Consacrare me stesso a me stesso e in un certo senso alla materialità delle cose, per fuggire da una immaterialità che mi ha deluso, mi ha rovinato, mi ha distrutto. Non voglio rendermi mai più così debole, dare il potere ad un altra persona di gioare così con la mia vita, l’unica fottutissima vita che ho, e nessuno mi restituirà questi giorni, settimane, mesi, passati a piangere lacrime amare, che sanno di sconfitta e di rabbia. No, la mia anima non è più sul mercato, la domanda non è affidabile, il prezzo è troppo basso, io voglio vivere per Dio, voglio vivere.