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E’ inutile andare avanti…

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Lettera pubblicata il 6 Giugno 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 33 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 11
    T.D._ -

    Sarah, se posso dirti una cosa non definire “fallito” chi “vive passivamente”. Il momento di transizione che stai vivendo tu, quello in cui cerchi di capire se il tuo futuro sia una notte buia o l’inizio di un tramonto per altri potrebbe coincidere con tutta l’esistenza. Hai ragione ad essere così certa di affermare che non possiamo giudicare chi decide di andare, concordo perfettamente, ma altrettanto non dovremmo sentirci nemmeno di scagliare una sorta di rancore verso chi decide di “restare”. Qui poco ha che fare la codardia, stiamo parlando di VITA e MORTE. Non è come scegliere panna o cioccolato, è tutto e niente.
    Personalmente sono dell’idea che anche se il “tutto” sia poco o brutto sia da preferire al “niente” perchè mentre il primo lo si può modificare, un pò alla volta e con sforzi, il secondo no. E’ davvero la fine. Ma qualche anno fa non la pensavo proprio così. E nonostante io abbia cambiato concezione della vita, non ho smesso di provare enormi vuoti e malesseri. Ma questo non significa essere disumani, nè con chi si trascina, nè con chi se ne và. Non è buonismo. E’ semplicemente considerare, e a mio modo amare, le debolezze/forze umane. Di fronte a certe situazione ci vuole coraggio sia a vivere che a morire. Farei quel che posso per evitare che una vita si spenga nel dolore e nella solitudine. Ma ad un certo punto sento che devo farmi da parte. Perchè libertà è anche decidere di privarsi della libertà. O di cercarla: due facce della medaglia che a loro modo rappresentano vita e morte, ma interpretabili soggettivamente.

    Sarah, non è la prima volta che ti incontro in questo sito. Ti sento arrabbiata, delusa, triste. Ma mi chiedo cosa ti sia successo per renderti così e se davvero anche per te non ci sia una soluzione, o almeno un palliativo nel frattempo in cui “aspetti di capire” per farti stare meglio, per aiutarti a fare chiarezza, in un senso o nell’altro.

    Parla, apriti. Se scrivi ti leggo, se parli ti ascolto.
    Ovviamente per “Fallito89” (cambia nome ti prego, scrivi il tuo dai, perchè chiamarti così mi fa sentire un pò scema) vale lo stesso. Se vi va io sono qui, vi capisco. Al di là del monitor sono reale.

    Ciao

  2. 12
    pilaisoosi -

    Ciao amico, avrai letto i commenti degli altri amici hanno fatto scattare qualcosa in te, uno stimolo in più alla vita, ed è proprio su questo stimolo che devi focalizzare la tua attenzione. Tu non hai bisogno degli altri: non è necessario che io, Casadolce o Gessy ti ricordiamo dei concetti che inneggiano al sorriso, alla vita, al tempo che vince le difficoltà e i periodi no. Devi essere vivo tu, ma non il fatto del semplice respirare, devi essere il vortice della tua vita. Ti dico ciò perchè, come si è ricordato spesso in questo straordinario forum, siamo tutti nella stessa barca, chi per qualche motivo, chi per qualche altro, e tocca a noi diventare i protagonisti della nostra vita. Ti sarai chiesto cosa vuoi dalla vita? Aspirazioni, ambizioni, desideri, senso di libertà albergano in te e solo tu puoi metterli in pratica. Le certezze della vita, la sicurezza e il senso di pace avvengono confrontando se stessi con il mondo che ci circonda, esprimendo sensazioni, razionalità, capacità emotive che hai sicuramente. Vivi e non accontentarti del poco che ti passa dinanzi agli occhi, comunica, inizia.
    Se non lo fai ora, quando?
    Ti propongo un’esperienza che ho fatto anche io, non so se cambierà il tuo modo di pensare, ma almeno ti farà riflettere per qualche minuto: se hai la possibilità, fatti una passeggiata in un ospedale, tra i malati veri, quelli che soffrono e vorrebbero guarire per vivere, quelli che ti guardano con invidia perchè vorrebbero camminare e sorridere alla vita. Può sembrarti strano, ma loro sanno trasmettere molto più di me e di tutti gli amici di Lettere al Direttore.

    Buona vita caro.

  3. 13
    sarah -

    ho già raccontato alcune cose di me ma le radici del mio dolore risalgono a26 anni fa ma questo è lo spazio dell’autore della lettera non il mio, se scriverò un altra lettera te lo faccio sapere per ora credo sia giusto lasciare questo spazio a chi ha scritto.

  4. 14
    Fallito86 -

    le vostre risposte sono tutte ottime.ho sempre avuto questo problema.io all’esterno non lascio trapelare granchè,non per arroganza o altro,è che penso che la gente abbia i suoi problemi e perchè dovrebbe ascoltare i problemi del fallito di turno,cos’ha di speciale questa persona?niente in fondo e poi a me non piace che le persone soffrano al per me,già ho sofferto io e non voglio che gli altri provino le mie stesse sensazioni.Intorno a me nessuno sospetta del mio stato d’animo,diciamo che so nascondere certe cose anche se mi vedono apatico (eh beh non sono in grado di nascondere tutto al 100% ora come ora)io non voglio essere ricco sfondato o essere un divo della tv,prenderei volentieri bastonate a non finire pur di sorridere qualche volta.ma questo per certi versi mi sembra impedito,non so da cosa o da chi.occorrebbe una rivoluzione totale del mio modo di pensare,del mio modo di vivere e ora non sento avere le forze per farlo e non saprei nemmeno da che parte iniziare.la vita che faccio non mi piace per nulla e direte voi “cambiala,ciascuno è artefice del proprio destino”.e avete ragione.a trattenermi dal suicidio non è il fatto che esista un Dio che punisca chi si uccide,ma il senso di colpa per provocare sofferenza alla mia famiglia,in fondo si può dire che quasi ogni cosa abbia fatto lo abbia fatto spinto dai sensi di colpa,mai per me stesso.e questo è il risultato:inadeguatezza a vivere.Ora dovrei preparare qualche esame,ma nonostante sia fattibile non riesco a fare nulla.nemmeno a mangiare,tutto fa male.vedere,sentire,gli odori,il pensiero.tutto.voglio ringraziare tutti,specie Sarah (almeno se ho letto bene.scusate ma non sono molto lucido ultimamente)

  5. 15
    sarah -

    per esperienza posso dire che vedere la sofferenza altrui non aiuta a sentirsi meglio anzi ma ci fa sentire peggio e non ci solleva per niente quindi non concordo sul fatto di andare in ospedale a vedere i malati potresti avere una brutta reazione,sentirti peggio perchè non riesci a risollevarti nonostante tu non sia malato di cancro o abbia tutte e due le gambe,io credo che devi concentrarti su te stesso e basta e se vedi ceh qualcosa anche una piccola cosa ti risolleva allora falla anceh se è una stupidata perchè potrebbe proprio partire tutto da lì,guardare gli altri in questi casi non serve almeno a me non è servito.

  6. 16
    sarah -

    guarda siamo quasi coetani io sono dell’85,capisoc cosa provi io per mesi e mesi non riuscivo a mangiare, mangiavo a forza e poi avevo sempre la nausea,dovresti smetterla di pensare di far soffrire gli altri,non siamo tutti sensibili allo stesso modo e comunque c’è una cosa che voglio capire:non è che non parli con gli altri anche perchè temi il loro giudizio?o perchè magari temi di non essere ascoltato o di essere schernito?non tutti hanno pensieri suicidi e chi non li ha mai avuti non ti può capire veramente ma non devi chiuderti,continua a parlare e se rimani deluso dopo aver parlato con qualcuno perchè magari ti aspettavi una reazione diversa,impara a fregartene,non preoccuparti di essere egoista devi fare quello che è meglio per te non siamo mica tutti dei santi e solo se fai del bene a te lo puoi fare ad altri,io ora sono ancora stressata,arrabbiata,ferita ultimamente mi sto prendendo più cura di me, del mio corpo,dei miei capelli e mi sto come dire…naturalizzando,mi sto interessando al giardinaggio,alla natura,ai campeggi ad ogni cosa che mi possa elevare da questo mondo di stress,devo cambiare casa e penso ai sacrifici che farò ma penso anche a come sarà,con delle piantine(e io non ho il pollice verde anzi!!!XP)con quadri,io dipingevo e vorrei riprendere,ho voglia di suonare,forse riesco a reperire una tastiera usata e anche se non sono una musicista ho voglia di suonare,sono tutte cose che elevano il tuo spirito e ti fanno sentire vivo anche se soffri anche se non credi in nessuno,non credi nell’amore o nell’amicizia, eppure quando sono per strada mi vengono in mente canzoni,musiche, storie da scrivere e capisco che è una cosa naturale per me non posso smettere è la mia natura,non riesco ancora a tirarla fuori ma è li,non so se alla fine la farà finita o meno,non so se smetterò di vedere la morte al mio fianco ma se lo farò posso dire di averci messo tutta me stessa nella vita,non so cosa ci sia oltre,magari c’è davvero un altra vita o magari no ma l’avrò scelto io anche se può causare sofferenza,ci penso anche io ma non possiamo sacrificarci per far stare tranquilli gli altri,io ai miei ho nascosto la mia vita per farli stare tranquilli ma dopo li ho odiati e ho odiato me stessa perchè mi ha causato ancora più dolore,quindi pensa a te qualsiasi scelta farai di qualsiasi tipo, pensa solo a te.

  7. 17
    gessy -

    ciao fallito86
    il punto è che ti capisco,capisco il tuo stato d’animo fragile,debole perchè sò che significa sentirsi fragili dinanzi un mondo così freddo dove non c’è spazio per chi è più sensibile di altri,però chi non ti rispetta non ti merita ,non merita i tuoi dispiaceri ,perchè vedi …intorno a noi c’è tanta superficialità e questa non rebde capaci gli altri di capirci davvero,capire la nostra natura.
    ti sono vicina profondamente perchè posso capire cosa provi,però non fare che le tue paure ti impediscano di vivere ,la vita è meravigliosa non dubitarne mai .

  8. 18
    gessy -

    è vero,gli altri non si fermano a capire come siamo davvero,perchè non conoscono l’intensità di ogni persona,cosa c’è dentro un volto ed è questo che ha reso la nostra società ,un luogo dove non si cerca di capire chi ci sta intorno.
    ti capisco veramente
    ma fatti forza perchè non sei il solo a sentirti triste .

  9. 19
    pilaisoosi -

    Ciao a tutti,
    cara Sarah mi soffermo sul discorso della passeggiata per far comprendere l’inutilità del suicidio: un atto estremo di poca lucidità mentale. Non era riferito a farti risollevare, tuttalpiù ad iniziare a fare quelle piccole cose che si vogliono, quelle essenziali per sentirsi vivo, quelle dedicate a se stessi. Molti sono i modi per reagire, e di sicuro non sono gli altri che devono trascinarti nella vita, ma tutto deve scaturire da te, dal tuo intimo e sprigionarsi verso l’esterno. Se hai degli schemi mentali che ti bloccano, cerca di comprenderli e di giocarci invece di irrigidirti e non fare il primo passo.
    Iniziare può sembrare la cosa più difficile, la salita spaventa tutti, ma non penso che a te o al caro autore della lettera manchi qualcosa per iniziare: non abbiate paura e siate audaci nella vostra vita.
    Si può uscire da qualsiasi periodo negativo, basta volerlo e non preoccuparsi degli altri.
    La vita ci è stata concessa da Dio tramite i nostri genitori e non possiamo permetterci di non viverla. Facciamolo almeno per noi. La vita è proprio tutta da scoprire, come un’avventura che può dare gioie quanto possa far soffrire. Siate presenti a voi stessi con la consapevolezza di essere felici.

    Comprendo che le parole lette non siano in grado di farti alzare dalla sedia, spegnere il pc, prepararti ed uscire per iniziare a respirare di nuovo, ma lo hai mai fatto? Rinizia e se vedi che sarà difficile, riprovaci, riprovaci più convinto e senza cedimenti riprovaci ancora una volta: comprenderai con il tempo che è tutto possibile.
    Si vive una sola volta: riusciresti a fare tutto ciò che vorresti fare?

    Cordialità,

    Giuseppe

  10. 20
    sarah -

    ciò che mi ha spinto ai tentativi di suicidio è proprio il fatto di aver provato e riprovato anche tra un tentativo e un altro,mi sono rialzata tante volte e mi sono state negate tante cose ingiustamente,ho un peso enorme su di me ma non sto qui a raccontarti ogni cosa sarebbe troppo lungo,ma ci ho provato e ci provo ma come ho già detto la morte la sento sempre al mio fianco, almeno per ora è così

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