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Dubbi amletici: andare o non andare a votare il 4 marzo

di

Premetto di essere un settantenne che vive serenamente ed in relativa serenità economica il pensionamento in una provincia del sud est. Grazie o a causa della mia pregressa attività lavorativa i miei tre figli vivono, lavorano e prosperano all’estero da oltre 20 anni. E quindi, di questi tempi, mi reputo un super fortunato. Fornisco queste informazioni affinché le mie opinioni, sotto espresse, non sembrino afflitte da interessi o revanche personali. Sono solo considerazioni di un anziano italiano che nulla ha da chiedere a questo Stato, anzi, che spera ardentemente si dimentichi di lui.

L’ultima volta che ho votato, nel 2013, avevo marcato sulla scheda FI ed ero soddisfatto per aver imbroccato, almeno per una volta, il vincente.

Ma dopo il soft putsch dell’highlander presidente comunista, sono stato travolto, dalla girandola infernale, del mortifero Monti, dell’ignavo gentiluomo Letta, del guascone Renzi e del soporifero e goffo Gentiloni. Che fine aveva fatto il mio e l’analogo voto degli altri milioni di italiani nel 2013?

Nonostante i governi presieduti dai predetti, dai loro media schierati e dall’ISTAT abbiano tentato di distribuire a piene mani abbondante ed estremamente irritante ottimismo, non mi pare che l’umore dell’”ordinary people” si sia risollevato.

Quindi, già dall’avvento Monti, lacchè della Commissione Europea, decisi che non avrei mai più sprecato il mio tempo per andare ad imbucare una scheda che sarebbe stata gestita peggio della carta igienica usata. Ma appropinquandosi questa tornata elettorale e conscio che questa potrebbe essere l’ultima occasione per esprimere la mia opinione nell’urna, in considerazione della mia età, sto valutando se ritornare sulla mia decisione, ma ho bisogno di almeno una ragione per farlo.

Mi frena l’andare al seggio:

perché so per certo che molte promesse elettorali sono oggettivamente inattuabili, quindi mi trattano da sprovveduto idiota, pensando di prendermi per i fondelli (anche se qui ci andrebbe il termine più forte);
il fatto che, a parte rare eccezioni, la stragrande maggioranza degli eletti, sia delle passate che dell’attuale tornata elettorale sono stati, sono e saranno interessati esclusivamente ai “casi” loro, allo stipendio, all’indennità, ai rimborsi vari, a tutti i benefici connessi allo status di parlamentare e al piccolo potere individuale che ne deriva. Inoltre buona parte dei nominativi nelle liste elettorali proviene da cariche politico-amministrative di regioni e città che, in gran parte della Penisola, ma soprattutto nel centro-sud, pongono i “casi” loro “uber alles”. Altro che “rappresentati del popolo”, sono ottimi rappresentanti di sé stessi e dei propri interessi economici. Mi astengo dal suggerire esempi di quanto sopra affermato. Basta leggere una testata qualsiasi o ascoltare un telegiornale di qualunque emittente, persino della RAI. Mi pongo una domanda: se fossi io al posto di costoro curerei anch’io i “casi” miei.? Onestamente non lo so. Bisogna essere calati in quell’ambiente per valutare, ma anche i santi hanno peccato;
che un’altra parte consistente dei nomi nelle liste elettorali è costituita da “politici” di lungo o medio corso, che poco hanno a che fare con gli abitanti del territorio che dovrebbero rappresentare e che hanno dimostrato nelle tornate precedenti la loro inadeguatezza, incapacità e spesso imbarazzante ignoranza per fregiarsi del titolo di “onorevole” o “senatore”.
Non sono giustizialista, so come va il mondo e so che i vocaboli “politica” e “onestà” sono ossimori. Mi accontenterei che gli eletti, anche se non di specchiata onestà morale e/o finanziaria, pur pensando ai “casi” loro, fossero almeno intelligenti e capaci di una politica concreta e costruttiva per i loro rappresentati. Ma so che resterà un desiderio inesaudito.

Ci sarà mai qualcuno in grado di motivarmi per tornare a votare?

G.L.

Lettera pubblicata il 20 Febbraio 2018. L'autore ha condiviso 19 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Politica

La lettera ha ricevuto finora 40 commenti

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  1. 1
    Gabriele -

    Caro Gughy, l’unica cosa che posso dirle è questa: Lei ha settanta anni, con figli in una situazione agiata, che cosa si sente di fare per i giovani non altrettanto agiati? Chi secondo Lei può dare un aiuto concreto a questi giovani? La risposta è solo Lei.
    La politica, il scegliere il governante non c’entra un bel niente con quello che una persona di esperienza può fare o dare agli altri. Faccia ciò che ritiene più giusto, per Lei, la Sua Famiglia e chi Le sta intorno. Magari scelga un nipote a cui trasmettere la sua esperienza, o comunque un giovane.

  2. 2
    Angwhy -

    Le speranze di cambiare qualcosa sono pressoche nulle stando dentro l’unione(monetaria)europea,ma altri stati membri dimostrano comunque di fare meglio di noi.io voterò per dare una possibilità a quello che considero l’unico candidato credibile,nella speranza che riesca a fare almeno un dieci per cento di cio che propone,sarebbe gia un buon risultato(se glielo lasciano fare)tutti gli altri,onestamente,non so con quale faccia si ripresentino

  3. 3
    Xavi -

    “…ero soddisfatto per aver imbroccato, almeno per una volta, il vincente.”
    In stile febbre da Cavallo? Vista così, andare a votare potrebbe avere il suo (effimero) perchè!

    C’è da essere realisti, purtroppo…”Con il mio voto posso confermare o ribaltare completamente la situazione”…funziona solo se lo pronuncia Alessandro Borghese.

    Non vada Gughy, non serve…lei è anacronistico… oggi le elezioni si vincono direttamente con gli “exit poll”

  4. 4
    claudio -

    signor gughy(nick originale se lo lasci dire) all’inizio(vista l’età ) afferma che non ha nulla da chiedere allo stato(volendo essere pure dimenticato) e alla fine “supplica “qualcuno che lo motivi a votare!!Insomma scelga o uno o l’altro per coerenza e rifacendoci al titolo di questo post che invoca un certo w.shakespeare il4/3 si assisterà, probabilmente,al solito “molto rumore per nulla ” per citare un’altro capolavoro del poeta anglosassone .

  5. 5
    maria grazia -

    Ti tolgo ogni dubbio: non andare e spendi il tuo tempo in cose più interessanti e più fruttuose. Tanto chi dovrà governare ( e sopratutto COME ) non lo decide il popolo, se ancora non lo avete capito.

  6. 6
    Yog -

    Va a votare, gugghi. C’è un solo motivo per farlo, ma è uno di quei motivi cui non si può non prestare ascolto: vedere il muso del guascone all’alba del 5 marzo, bearsi della smorfia orrendamente contorta di quello che ha curato la disoccupazione con il jobs act (una chiavica a cominciare dal nome). E scussa se èppoco.

  7. 7
    Xavi -

    Da notare (in riferimento alle problematiche lavorative testé sollevate) che le elezioni fanno girare l’economia e creano occupazione risolvendo il problema del precariato per ben, dico ben 48 ore.

  8. 8
    Xavi -

    L’unico motivo per andare a votare è quello di portarsi a casa la matita copiativa…in modo da rendere “frizzante” la giornata degli annoiati scrutatori di seggio…

  9. 9
    nicola -

    Signor Gughy, ma non è stanco di prendere fregature a destra e a sinistra? Io voterò m5s perchè ho voglia di vedere dei politici che pensano meno ai casi loro.
    Anche all’interno del movimento ci sono le mele marce, però in base al loro statuto chi sbaglia paga e viene sbattuto fuori.
    Lottano contro i privilegi della casta e contribuiscono con il loro stipendio a mantenere in piedi delle imprese per un totale di 14000 posti di lavoro.
    Mi dica Lei, quale altro partito politico fa queste cose?

  10. 10
    Angwhy -

    Nicola proponga al suo datore di lavoro un ragionamento del genere,non combino un tubo ma le restituisco una parte dello stipendio,poi però ci racconti com’è andata a finire!
    https://youtu.be/m53HMgU_qek
    L’ayatollah khomeini,per molti è santità,abbocchi sempre all’amoooo!

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