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Il mio papà

di

Ho 22 anni, e il 19 Ottobre del 2011 il mio bellissimo, fortissimo, meraviglioso papà è stato stroncato dal cancro, dopo una lotta estenuante durata un anno, un mese e 26 giorni.
Avevo bisogno di scrivere, di scrivere senza remore e senza che nessuno mi conoscesse e sono capitata qui.
Questo bisogno nasce dall’assoluta incredulità delle cose, perchè, vi assicuro, che niente, NIENTE, ti prepara a vedere il tuo splendido papà pieno di vita spegnersi lentamente, divorato da un mostro, a soli 53 anni. Niente ti prepara ad affrontare un malattia di tale portata, a starci accanto giorno e notte e a dover sorridere. I film, i libri, i racconti non si avvicinano neanche lontanamente alla realtà dei fatti. Non si è mai grandi abbastanza per dover vedere e sopportare certe cose. E doverle fare con il sorriso sulla bocca.
Perchè quello che queste malattie ti chiedono è di essere in grado a prendere in giro il diretto interessato. Devi essere attore, e bravissimo a recitare. Perchè tu che ci stai accanto devi essere il primo a credere che tutto andrà bene, e anche se non lo credi devi trasmettere questo a chi ti sta accanto. Devi farcela, devi stringere i denti e trasmettere positività. Se no hai perso in partenza.
Mi manca. Mi manca in un modo tale che non riesco neanche ad esprimerlo. Sento, costantemente, ogni istante della mia giornata, un’oppressione al petto che schiaccia. Schiaccia fortissimo, e se mi distraggo allenta la presa. Per questo cerco sempre e costantemente di distrarmi.
Ho paura che se lasciassi che questo sentimento prenda il sopravvento non ne uscirei più. Ho paura che il lasciarsi andare possa significare non tornare mai a galla. Per questo ho deciso di scrivere, di concedermi quelle due lacrimucce giornaliere, perché credo che se il dolore lo lasci uscire poco per volta riesci meglio a controllarlo.
Se lasci sgorgare una cosa così tutto di botto potresti morire.
E’ veramente triste.
E’ di una tristezza infinita, incredibile e incolmabile.
E’ tristissimo ogni pensiero che fai, ogni ricordo che hai, ogni cosa che dici è pervasa dalla tristezza.
E’ triste pensare che i miei figli non conosceranno mai il loro nonno. E’ triste pensare che improvvisamente non voglio più sposarmi perché lui non ci sarà.
E’ triste pensare che non potrò più chiamarlo.
E’ stato devastante cancellare il suo numero di cellulare.
E’ triste pensare che non potrà mai approvare o disapprovare il mio futuro uomo.
E’ talmente triste pensare alla quantità di persone che avrebbero potuto conoscerlo e ora non possono più che ti verrebbe quasi voglia di raccontarlo a tutti.
E’ talmente triste che quando senti alla tv che raccontano vita morte e miracoli di Tizio e Caio ti viene da pensare perché nessuno ha mai parlato del tuo Papà, che era così speciale e così bello e così intelligente.
Io so che è normale che sia una figlio a seppellire i genitori. E’ il normale decorso delle cose.
Ma so anche che è successo troppo presto e troppo in fretta. So anche che erano una marea le cose da fare ancora insieme, da dirci, da raccontarci, da vivere. Troppe.
Ora, quando penso che non potrò mai più parlargli, che dovrò passare la mia vita senza di lui, mi sembra di non aver mai sentito cosa più ridicola.
Mi viene quasi da ridere.
Perché un mondo in cui io non possa parlare e condividere le mie preoccupazioni e i miei pensieri e le mie gioie con mio padre non esiste. Non può esistere. Se no come fai a sopravvivere?
E’ incredibile perché, in alcuni momenti, sento chiara e limpida la sua voce nella mia testa, e so ESATTAMENTE cosa vorrebbe che facessi, quale sarebbe il suo consiglio.
Credo di non averlo mai ascoltato così bene in vita, come sto facendo ora che è morto.
Davvero, sono dei momenti di consapevolezza assoluta. Assoluta.
Questa è l’unica cosa un po’ “spirituale” vera, in tutta la marea di stupidaggini che la gente ti dice. Perché te ne dice tante.
“Vedrai, lo sentirai accanto”, “abbi fede, lui non ti abbandonerà mai”, “Fidati, il giorno della laurea LUI c’è”.
Non è vero.
Sono giunta alla conclusione che la gente si racconta queste cose, e forse davvero le sente, perché credere il contrario ed essere fatalisti sarebbe troppo doloroso per loro.
Oddio, non che per me sia una pacchia. Ma ho sempre preferito vedere la realtà dei fatti, non contarmi musse.
Quando una persona muore, muore punto. Non ci sono strane rimanenze spirituali, o roba del genere.
La persona non c’è più. E basta.
Non sono d’accordo neanche di parlare del “vive nei ricordi”, perché se una persona è morta non si può associarle la parola “vivere” in nessuna sua accezione.
Io ho i miei ricordi, ma Papà non vive in loro. Papà ha vissuto, e ha concluso la sua permanenza in questo mondo. I miei ricordi sono solo miei, sono ricordi con lui e su di lui, ma sono ricordi. Sono meccanismi sinaptici che riportano a galla episodi di vita vissuta. Vissuta appunto. Non vivente.
L’unica cosa vera, l’unica, è che quando una persona è stata così importante, così presente e ti ha insegnato così tanto, allora è vero che quando ti ritrovi a dover prendere una decisione, ti trovi ad un bivio o quant’altro è come se non avessi bisogno di lui, perché sai perfettamente cosa direbbe.
Lo sai, in un modo talmente assoluto che fa quasi paura. Probabilmente, se me l’avessero chiesto con lui ancora in vita, non lo saprei con questa certezza. Eppure mi è successo due volte da quando è mancato ed è così.
Lo sai, punto.
Sai tutto, tutto quello che ti serve sapere.
E’ una cosa che ti da un senso di sicurezza, una tranquillità, veramente speciale.
Tutto il resto sono palle.

Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2012. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    MrDwight -

    Sissi,so perfettamente cosa provi,perchè lo sto vivendo adesso…e sembra che il mostro divori anche me,a volte vorrei avere io i suoi dolori,per regalargli un minuto di serenità..E’ devastante,ma non esistono parole o frasi adatte.lo strazio è totale,la sensazione di impotenza,la voglia di poter recuperare un rapporto in pochi giorni,di voler dimostrare tutto l’amore che provi.La sensazione di accorgerti di amare davvero tuo padre solo adesso,sapendo che è tardi.Si chiama angoscia,terrore,annichilimento.E’ un incubo,vorrei che qualcuno mi dicesse che è solo un incubo,che ci sveglieremo.Per la mente passano pensieri astratti,contorti,opprimenti: cerchi di tirar fuori il meglio di te,ma dentro sai che sarà tutto inutile,e l’unica cosa che ti resta è rendere tutto meno doloroso.Come ti comprendo Sissi,allo stesso modo di come non comprendo perchè.Perchè deve succedere tutto ciò.Ma a differenza tua,io credo nella spiritualità,e sovente ho prove tangibili che non tutto si spenga con il passaggio fugace di questa vita.
    Con stima.

  2. 2
    Stefano614 -

    Ciao Sissi

    Ho perso mio padre nel 2000 e mio fratello di 45 anni l’anno scorso. Non ci sono frasi di circostanza che ti possano fare stare meglio, versa le tue lacrime come è giusto che sia. E poi vivi la tua vita con la gioia di darle un significato, proprio per non sprecarla, per fare in modo che quel seme che un giorno con fiducia è stato seminato porti molto frutto. Io mi sono avvicinato a Dio con spirito nuovo, Se Dio è Verità deve esserlo anche qui, ora, e non solo in un “ipotetico” futuro. Lui ha detto di lasciare che i morti seppelliscano i propri morti, perchè chi crede in Lui la morte non esiste. Confondere il corpo con lo spirito è come confondere il fantino con il cavallo. Per come la vedo io la morte non è la fine di tutto. Se dopo non ci fosse nulla noi non saremmo qui, il nulla non è gravido di nulla..
    E’ evidente che sono esperienze molto dolorose che ti fanno rimettere in discussione tutta la tua vita, che danno un significato drammaticamente tangibile al dolore. Ma proprio per questo rendono la vita preziosa e degna di essere vissuta fino in fondo..

    Coraggio

    Stefano

  3. 3
    Cantautore -

    Io invece ho perso mio padre 24 anni fa e mia madre quattro anni fa. La perdita di mia madre però è quello che mi fa soffrire di più, ovviamente, anche se mia madre me lo ha detto chiaramente, una volta, in sogno (visto che da quando è morta mi viene tutte le notti in sogno per darmi dei messaggi) di trovarsi nella “Luce” ora, insieme a mio padre.
    Nonostante questo però, umanamente parlando, non riuscirò mai a rassegnarmi lo stesso della sua morte e sarò sempre un eterno inconsolabile per questo (io sono fatto così putroppo) perché le volevo un bene infinito, ed ora mi manca veramente tanto, mi manca da morire! E sto così male che non sono mai riuscito nemmeno a terminare la canzone che le ho dedicato, anche perchè tutte le volte che provo a farlo, mi devo sempre fermare perché mi si spezza il cuore in mille pezzi!
    Povera mammina mia, eh. eh. eh. sarà di certo molto contrariata, ma questo non me lo ha mai detto in sogno.
    Infine, alcune settimane prima di morire, a mia madre piacquero molto anche due mie nuove canzoni, che scrissi in quei giorni, e qualche volta cantava anche insieme a me; ora invece sta cantando in cielo, nei cori Angelici…
    Sissi, ti sono vicino.
    Un caro saluto!

  4. 4
    Federica -

    Sissi… ho quattordici e mi sono sentita stupida, dopo aver letto la tua lettera.
    I miei genitori sono separati da nove anni; ho sempre vissuto con mia madre e in un certo senso ero dalla sua parte. Quando mi diceva di una lite con mio padre, di un semplice battibecco… io mi schieravo dalla sua parte e pensavo a lui come all’uomo che ci ha rovinato la vita. Ora.. tu, con il tuo dolore e le tue opinioni, mi hai fatto capire che mi sono sempre sbagliata.
    Quante volte ho pensato di odiarlo? Quante notti ho passato a piangere dopo una sua sgridata??
    Ma sono così stupida e immatura, che non ho mai capito perché i nostri genitori fanno questo per noi. Non ho mai pensato, mentre piangevo… a tutte le volte che mi ha abbracciata e mi ha detto che mi voleva bene.
    Comunque, sappi che ti sono vicina. Sei giovane, e il motivo per cui è morto tuo padre, è lo stesso che ha ucciso mio zio due anni fa. So quanto è terribile vedersi portare via una persona così vicina a te, così importante. Tutto diventa ingiusto, ma non possiamo farci niente. Noi, che rimaniamo qui, siamo quelli che soffrono di più. Le persone che ci lasciano sono in pace e magari, prima o poi… avremo modo di rivederli.
    Continua ad essere forte,
    Federica 🙂

  5. 5
    Vittorio23 -

    Non potrei mai capire cosa si prova. Posso immaginare ma non capire.
    Quindi non potrei dirti nulla a riguardo.

    Posso però esporti il mio punto di vista sulla morte.
    Non esistono probabilmente altri mondi, se non nella mente di noi esseri umani che possiamo pensarli. Ma è sbagliato pensare che quando una persona muore non ci sia più. In realtà c’è più di prima, e non perchè ti è spiritualmente vicino.
    Gli angeli e i demoni non esistono..eppure esistono quando sono così forti da imporsi nella psiche di una persona riuscendo a condizionare la sua vita.
    Il tuo papà esiste nella tua memoria, vive li e non lo devi mai dimenticare. Non pensarla in termini neurologici perchè la realtà non è fatta di atomi e di processi sinapsici. Quella roba è solamente la struttura che però non è reale nella nostra esperienza, è reale solo con un particolare sguardo, quello dello scienziato. Ma la nostra vita è ben altro. Un medico quando torna a casa non può mantenere lo stesso atteggiamento, sarebbe assurdo.
    Quindi se tu puoi pensarlo tuo padre vuol dire che in un certo modo vive, e non solo nel passato. Vive anche nel tuo presente perchè può condizionare con il suo ricordo la tua realtà attuale.
    Io non posso capire però ho perso anche io una persona molto cara, il mio fratellastro che era anche il mio più grande amico di sempre. Non è la stessa cosa certo, però era per me una persona fondamentale. Eppure mi piace ricordarlo, è come se ci chiaccherassi ognitanto. Ogni tanto mi fa visita nei sogni e li stiamo ancora insieme. E per quanto un sogno non sia reale, in quel momento lo sai quanto possa esserlo.
    Inoltre dico che vive più di prima perchè vive in due forme differenti:
    -come ricordo condizionante in voi che lo avete amato
    -come la sua nuova forma.
    Perchè se c’è una cosa vera e inconfutabile che può essere appresa in questo mondo solo basandosi sull’esperienza è che nulla scompare, semplicemente cambia forma, e la forma dell’Uomo non credo che sia l’unica degna di essere esperita, anzi.. C’è da accettare questo, accettare che per quanto siamo individui siamo collegati con un tutto. Siamo tutti quanti in una giostra e non ha senso struggerci per questo, anche se fa parte del gioco.
    Certo sono tutti discorsi, tante belle parole ma la realtà emotiva va ben oltre ed è giusto che sia così.
    Se così non fosse non potremmo nemmeno emozionarci.

    Sii forte e aspettalo nei sogni. Li lo rincontrerai e soprattutto il suo ricordo ti aiuterà più di una volta nella tua vita.
    I tuoi figli non potranno conoscerlo fisicamente ma potrai impegnarti per descriverlo. Lo conosceranno immaginandolo basandosi su quello che tu gli dirai, ed è anche per questo che lo devi mantenere più che mai vivo nei tuoi ricordi.

    Un abbraccio

  6. 6
    dancan -

    quando mio padre è morto, avevo 22 anni. quindi piu o meno posso capirti. e so per esperienza, che non ci possono essere parole di conforto. pensa che almeno ora, non soffre piu, e che ti starà sempre vicino e ti guiderà dall’alto. ti mando un abbraccio. non ti abbattere, e pensa alle cose felici, e dimentica quelle infelici. è l’unica via. non torturarti pensando a cio che poteva essere fatto, o a quella lite. pensa alle cose positive e basta.

  7. 7
    Stella -

    Ciao Sissi.. come ti capisco,
    ho la tua età e il mio papà nel giro di un paio d’ore mi ha lasciata a causa di un maledetto infarto.
    E’ passato un mese e vivere senza di lui è strano, il dolore mi logora appena mi sveglio al mattino.
    Non riesco ancora ad immaginarmi una vita senza di lui, non riesco a credere di non poter più parlare e ricevere consigli da lui..
    tutti mi dicono che passerà, che ci vuole tempo, ma non sanno cosa si prova a perdere un genitore, in questo caso, per me, un punto di riferimento. Era la mia guida, il mio appoggio. Come si può vedere la felicità adesso? Prima stavo bene, non mi mancava nulla.. ma adesso è come se mi fosse crollato il mondo addosso. Responsabilità su responsabilità, problemi da affrontare senza di lui..
    “non ha sofferto”, questo mi dicono.. è vero, lui non si è accorto di nulla, ma adesso sono io quella che soffre, quella che piange nel mezzo della notte.
    Mi ha lasciato tanto il mio papà, questo è da dire. Molti insegnamenti che mi porterò sempre dietro.

    Ti abbraccio,
    Stella

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