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Ho 26 anni e non ho mai vissuto finora

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Ciao a tutti, sono un ragazzo ed è la prima volta che scrivo qui su questo sito.
Ho compiuto 26 anni da poco.
Premetto che ho già provato per ben 5 volte ad andare da uno Psicologo, l’ultima da cui sono andato non ho più potuto continuare a tornarci.
L’anno scorso avevo finalmente trovato quella giusta per me, in quanto mi ci trovavo bene ma erano care le sue sedute ed in famiglia non possiamo permettercelo.
(Non lavoro)
Mi dicono in famiglia che dopo poche sedute io non sono cambiato e che quindi è inutile andarci.
Addirittura mio padre nega, dicendo che io in realtà non ho niente.
Sono solo pigro.

Mi ha messo l’amarezza questo distacco con la psicologa, mi ci ero affezionato, mi sentivo accolto, ascoltato come non mi capitava con altri da cui ero stato.

E la penso praticamente tutti i giorni con rammarico e sensazione di occasione persa.
La tristezza anche che forse probabilmente nemmeno mi penserà un briciolo, anche se però noto a volte che guarda gli Stati che condivido.

Lei mi implorò di andare da uno psichiatra perchè ho un tono dell’umore piuttosto basso (conduco intere giornate ciondolando in casa, apatiche) ma ho paura di assumere farmaci e magari ritrovarmi peggio di prima.
Informandomi ho letto che le prime tre settimane sono le più brutte.

Sono andato in terapia perché soffro di Depressione, Fobia sociale, Disturbi ossessivi compulsivi, Autostima bassa, Apatia, Rimuginio sul passato ed alcuni pensieri suicidi (penso spesso agli anni di scuola in cui venni bullizzato fino all’ultimo anno in cui mi ritirai insieme alle minacce di morte ed il cyberbullismo).

Ho questo cruccio nella testa:
Sensazione di sprecare la vita, di essere in ritardo.
Di non essere ancora realizzato.
Senso di colpa a non avere vissuto nulla finora.
Andare con la mente agli anni passati che ho perso e che tra quattro anni ne avrò già 30 ( un incubo per me, perché per quell’età devi avere almeno aver realizzato qualcosa ).
Ruminazione costante.

Non ho vissuto questi 20 anni come dovrebbe viverli una persona della mia età; Non ho amicizie dai miei 19 anni, Non ho mai lavorato finora a causa dell’ansia sociale (Ho un curriculum completamente vuoto), Non ho mai fatto dei viaggi ed esperienze che un ragazzo dovrebbe incominciare a fare a partire dalla maggiore età.
Non ho la patente e non sono mai stato fidanzato.

L’unica cosa positiva è che l’anno prossimo prenderò il diploma di scuola superiore.

Quest’anno durante il lockdown ho tentato di affrontare il mio disagio, cercando di lavorare da casa con un Call Center ma è durato massimo 2 giorni.
Provavo fortissime costrizioni al petto, ho avuto paura di morire di infarto.
Ho dovuto abbandonare.

Purtroppo se hai 26 anni e non hai mai lavorato, non vieni visto di buon occhio e alla gente non importa se il motivo possa essere che soffri di disturbi mentali.
Vieni etichettato lo stesso come fannullone, immaturo, sbagliato etc.

Perché dico che non ho mai vissuto finora?
Perché ho trascorso tutto il mio tempo conducendo una vita ritirata, senza rapporti sociali.
La maggior parte del mio tempo sentendomi apatico e seduto a guardare internet (la mia più grande perdita di tempo secondo me) rimuginando su quanto io non valga nulla, non sia abbastanza intelligente, capace, cercando informazioni sui miei disturbi mentali.
Chiuso in casa.
Passare giorni in cui fai fatica ad alzarti dal letto, lavarti i denti, farti la doccia, mangiare, vestirti.
Giorni in cui prendi sonno alle 6 del mattino e ti alzi alle tre del pomeriggio e la notte la passi rimuginando su quanto tu non valga niente, non hai nulla da dare al mondo, nessuno sarebbe interessato a te ed a nessuno mancheresti se morissi.
Sei stupido, persona banale e mediocre.
Uscite solitarie.
Trovarmi sempre negli stessi luoghi della mia città.
Mi sento ingabbiato nella mia minuscola città.
Non vedere mai ogni giorno uno spiraglio di luce di cose nuove.

L’estate; vedere sempre la stessa storica spiaggia, lo stesso storico posto, le stesse storiche facce.
Altro posto ancora più ristretto, sempre senza amici, nessuno e trovarmi ogni anno da solo a farmi un bagno.
Un posto che mi evoca ricordi dolorosi, quello del mare.
Di umiliazioni, bullismo, derisioni, non accettazione, aggressioni fisiche e minacce.
Insinuazioni sul fatto che fossi gay.
Già a soli 10 anni.
Ricordo che i genitori dei bambini con cui ero amico, non mi accettavano.
Di mattina andavo a mare con loro, mai con la mia famiglia che frequentavano poco la spiaggia.
Ad esempio mi dicevano perché indossi sempre gli stessi vestiti, perchè giochi con le bambine, perché ti piacciono le bambole.
Oppure mi cacciavano di casa anche solo se alzavo di poco il tono di voce.

Sicuramente ci sono cose molto più gravi di queste.

Comunque ogni giorno non trovo la forza di fare nulla.
Pur sapendo che mi sto rovinando la vita da solo, io non riesco a reagire.
Mi devo costringere a fare tutto.

Anche se mi occupo di qualche attività che procrastino spesso (tipo disegnare, suonare, cantare) ho sempre la sensazione di restare sempre uguale a ieri, di non stare costruendo nulla nella mia vita e di monotonia di giorni tutti uguali.
Gli stessi giorni di 5 anni fa.
Mi sento lo stesso di allora.

Non mi dedico mai alle cose che mi piacerebbe fare perché penso che tanto non sarò mai abbastanza bravo e che il talento forse è innato.

Ho sogni che per realizzarli oltre ad avere fortuna, bisogna avere anche il talento.
Sogni troppo grandi che il malessere mi sta rubando

Ogni mattina potrebbe essere una nuova opportunità per cambiare vita ma invece per me è il momento della giornata in cui più sto male e mi sento sprofondare.
Incominciando la giornata aggiustando il letto, vestendomi, facendo colazione e dopo spiaggiarmi sul letto col telefono in mano.
L’unico momento a farmi stare bene è la sera.

Tutto questo tempo l’ho vissuto in solitudine, dentro la mia testa, sia all’aperto che tra quattro mura, con una sofferenza di vivere e monotonia dei giorni che scorrono sempre più veloci.

Provo tutti i giorni il rimpianto del tempo perso e ho paura sia tardi a 26 anni per fare e realizzare qualsiasi cosa.

E il momento presente lo percepisco come vuoto, sterile, arido.

Come se il bello che poteva accadere prima, non potesse capitare più.

E io l’ho perso quel momento.
Mi sento senza idee nuove e creative, nuove prospettive, con pensieri fissi sul passato e sul futuro.

Consigli?
Grazie

Lettera pubblicata il 28 Luglio 2020. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 23 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    Enza -

    Io ti consiglio correre. Ti sembrerà banale ma è molto efficace. Se puoi fai anche esercizi tipo flessioni, etc. Lo sport è un’ottima medicina. Devi acquistare fiducia in te stesso. Ce la puoi fare. Tieniti impegnato in modo da ridurre il tempo in cui rimugini. 26 anni sono pochi. Hai voglia a cambiare la tua vita.

  2. 2
    Yog -

    Bah. Che consigli vuoi? I pensieri sul passato sono inutili, quelli sul futuro sono solo ipotesi progettuali scarsamente destinate ad avverarsi. Perciò, meno ne fai, meno tempo perdi.
    Questo è sgradevole, ma vale per tutti ed è proprio della condizione umana, perciò non si pone il dubbio se accettarlo o meno.
    Tecnicamente non avrei paura della terapia di cui fai cenno, le prime 3 settimane vengono coperte, APPOSITAMENTE, anche con BDZ perciò non c’è granché da temere, poi valuta tu con il tuo medico.
    Un consiglio vero: vai a fare qualsiasi cosa, anche raccogliere pomodori, è sempre meglio che crepare in casa.

  3. 3
    Suzanne -

    Sí però questa cosa che lo sport è la risposta a tutti i mali del mondo fa un po’ ridere eh.
    L’unico consiglio che mi sento di darti è di ancorarti alla realtà in qualche modo, perchè più lo spaesamento aumenta e più inizierai a galleggiare in una tua bolla di paranoia e alienazione. Spegni il computer e il cellulare ed esci di casa; la soluzione migliore e più immediata è la fatica fisica legata ad uno scopo, quindi qualsiasi lavoro che ti riconduca ad un mondo concreto, fosse anche curare un orto, o raccogliere le foglie nei parchi. Stancati fisicamente e vedrai che la tua mente ti darà tregua.

  4. 4
    Flavio -

    Lo faccio già, anche se non costantemente.
    Cerco di allenarmi in casa.
    È che sento di non riuscire a fare tutto quello che ho in mente di fare durante la giornata.

    Forse perché mi mancano la disciplina nel fare le cose ed una routine.

    Dopo mezzogiorno a me la giornata sembra già finita.
    E le prime ore del mattino le sento scorrere via velocissime.
    Non ne parliamo dalle 4 del pomeriggio in poi.

  5. 5
    Bottex -

    … e allora comincia adesso, invece che continui a pensare!
    Concordo con chi ti dice di fare qualcosa – qualunque cosa – pur di non rimanere lì fermo nella tua apatia e depressione. Meglio se questo qualcosa sarà lavorare, perchè così raccatti anche un po’ di grana ed avresti la possibilità di riscattarti agli occhi degli altri, oltre a poterti pagare le cure da te. Rivedresti anche quella psicologa che ti da conforto. Naturalmente, vista la tua condizione attuale, non potrai fare molto lo schizzinoso col lavoro, ma se ti guardi bene attorno qualcosa trovi. Qualcosa che non ti dà quelle “costrizioni”.
    Forza quindi, alza il c##o e datti da fare. Sei ancora giovane e hai tutto il tempo di rifarti, ma se non cominci una buona volta, arriverai a 50 anni nella stessa identica situazione. Ti ci vuole una bella scossa e subito.

  6. 6
    Es -

    1) Prenditi il diploma
    2) Frequenta il progetto itaca
    3) Chiedi al centro di salute mentale di fare una psicoterapia gratuita

  7. 7
    Enza -

    Lo sport stanca fisicamente. Ma indubbiamente curare l’orto oppure raccogliere foglie produce una stanchezza qualitativamente migliore. Pure tu hai ragione.

  8. 8
    Flavio -

    Sinceramente?
    Sono rimasto un po’ deluso.
    Mi aspettavo maggiore comprensione in questo sito ed un conforto.
    Tuttavia riconosco il vostro tentativo di darmi una mano.
    Ma in alcuni commenti ho notato un po’ di freddezza, mancanza di tatto ed empatia.
    Tipo qualcuno che mi ha scritto: ” Bah, che consigli vuoi” “Muovi il c***o”

    Mi dispiace se la penso così, magari state cercando di scuotermi in buona fede, ma nessuno sceglie di soffrire di Depressione.
    Altrimenti non credo esisterebbe questa malattia se potessimo scegliere ogni giorno di essere felici come premere un bottone, una malattia che pur se invisibile, c’è, esiste.

  9. 9
    Yog -

    Amico, il “tatto e l’empatia” te li trovi dalla psico che vuole, giustamente, anche i ghelli perché lo stipendio se lo deve pur guadagnare, come tutti.
    Qui ti diamo, con somma benevolenza e agratis, consigli semiempatici a prezzo zero.
    Se non vuoi muovere il c**o o manco affrontare 3 settimane di (relativissimo) fastidio, prosegui pure sulla tua strada e auguri, va in pace, non perdere tempo a restar deluso.

  10. 10
    Suzanne -

    Flavio, che consigli avresti dato tu leggendo questa lettera?

Pagine: 1 2 3

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