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Non c’è giustizia per chi lavora onestamente

di

Un ente pubblico stabilisce, in linea di principio che l’onere economico di una certa prestazione professionale, va, per contratto a carico dell’impresa esecutrice del progetto.
La prestazione viene eseguita ed il datore di lavoro (l’ente) l’accetta ed utilizza per i suoi propri fini.
Se nel contratto il datore di lavoro omette la clausola che stabilisce quanto innanzi, avendo accettata la prestazione ed usatala a tutti gli effetti, è l’ente, tenuto al pagamento, altrimenti si configura un illecito arricchimento nei suoi confronti, quale soggetto legittimamente passivo.
Ciò alla luce di un ovvio mio ragionamento.
Però i giudici non sono stati di questo avviso, perché, dopo un causa durata undici anni, hanno ritenuto di assolvere, in via definitiva, l’ente dal pagamento della relativa parcella presentata dall’ingegnere sottoscritto, esecutore della prestazione di cui innanzi.
Una sentenza che non fa giustizia, a mio parere.
ing renato scuderi

Lettera pubblicata il 10 Novembre 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Lavoro

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    sarah -

    11 anni???

  2. 2
    maestro di vita -

    Caro Renato,comprendo bene la tua frustrazione!! La civilta’ di un paese,la si coglie propio dalla giustizia,e la lungaggine che qui viviamo al riguardo,ci fa capire che siamo ancora molto lontani dall’esserlo!! Ti sono vicino,e capisco bene cosa provi,nn mi resta che darti una pacca sulla spalla di solidarieta’,nn ci resta che sperare che le cose possano cambiare,forse accadra quando avremo come giudice un cinese,perche’ temo sia questo il destino dell’europa!!

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