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La Giustizia in Italia e in Europa

Di seguito un estratto dell’articolo del mio blog, www.lamiagiustizia.it, nato a seguito di una sentenza di un giudice del lavoro del tribunale di Reggio Emilia, Elena Vezzosi, disposta, come si può evincere dalla sezione video del blog, in uno stato, a dir poco, di non completa lucidità mentale, che mi ha permesso di elaborare un pensiero personale riguardo il tema della giustizia in Italia. Per questi giudici, per i quali amministrare la giustizia è diventato particolarmente gravoso, ritengo sia necessario un momento di riflessione, volto alla consapevolezza che vengono pagati da tutti i cittadini italiani, e, pertanto, tenuti ad onorare con responsabilità, impegno e, soprattutto attenzione, quando si dispongono le sentenze, per evitare che, le conseguenze delle loro cecità e disattenzioni, non so quanto o meno volute, siano pagate onerosamente dai cittadini che ne sono coinvolti.
ll mio stupore è stato tanto maggiore nel pensare che, da un lato vi sono giudici che hanno dato la loro vita nella ricerca di prove per arrivare alla verità e, dall’altro, quelli che davanti alle prove che portano alla verità, invece la ignorano.
Davanti a questo scempio della giustizia, coloro i quali ne dovrebbero essere garanti, dandone riscontro al cittadino, mi riferisco alla Presidenza dello Stato, Consiglio superiore della magistratura, Presidenza del consiglio, l’Europa stessa, ai quali tutti ho esposto il mio caso, tramite raccomandata e/o posta certificata, rimangono del tutto indifferenti.Le istituzioni suddette pensano a commemorare le vittime che sono morti per la libertà, per la democrazia e per i diritti umani, a condannare e puntare il dito quando altri stati non garantiscono questi diritti, però poi, non fanno nessun atto concreto, all’interno dei propri confini, quando determinate persone sistematicamente li violano, continuando a non dare risposte al cittadino quando sono vittime di sentenze vergognose.
Prima di affrontare questo processo, avevo un grande rispetto per il lavoro dei giudici, alcune volte mi trovavo ad assistere interessato a trasmissioni televisive in cui giudici o giurie popolari, si confrontano con le parti, per acquisire prove e dichiarazioni sufficienti per emettere una sentenza, vedevo i giudici come custodi delle leggi e dei nostri diritti civili e umani, chiamati da noi cittadini a dare risposte a temi di controversia e, proprio per questo, chiamati ad atti di grande responsabilità, fin dal primo grado di giudizio.
Dopo questa esperienza, ho capito che i mass media, televisione e giornali in primis, sono servitori della giustizia, atti soltanto a far credere agli italiani che possono contare su persone, integri nella coscienza e imparziali nell’attuare le leggi, nascondendo quella che secondo me è la verità, ovvero che, il sistema giustizia in Italia è una grande corporazione professionale, dove si mescolano poteri politici e poteri economici, amicizie trasversali, un sistema catafratto, sicuro della propria superbia, che non viene scalfito e non prova vergogna, neanche dalle prove più documentate e nel violare le leggi dello stato
In un video prodotto dalla RAI, si dice che: “la prima condizione per entrare in europa è avere istituzioni e leggi che garantiscano la democrazia, rispetto dei diritti umani, civili e politici, una giustizia indipendente e imparziale, la protezione delle minoranze, ….”. A fronte della mia vicenda mi chiedo come è possibile che l’Italia faccia parte di questa Europa e, come è possibile creare un’Europa dove l’Europa stessa viola questa prima condizione.
Leggendo l’articolo Web ‘Diritti dell’uomo: l’Italia in Europa’ emerge una realtà ben peggiore di quella descritta nell’articolo. L’articolo evidenzia il dato che, l’Italia è secondo solo alla Turchia, in Europa, per le violazioni accertate dei diritti umani per i casi portati davanti alla corte, 1,687 su 2229. Tale dato rappresenta solo la punta dell’iceberg, visto che, nell’ articolo si parla di sentenze portate davanti corte Europea di Strasburgo. La corte Europea di Strasburgo, si può adire soltanto dopo l’esaurimento di tutti i ricorsi interni che, in Italia, vuol dire attendere tanti anni con un costo economico medio superiore a 50000 euro, stando a significare che soltanto i ricchi possono permettersi di adire la corte, diventando così, essa stessa principio di violazione.

Lettera pubblicata il 18 Novembre 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Cittadini

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Il momento della lettura delle sentenze la dice lunga sugli italiani, la giustizia viene dal basso e l’opinione pubblica il più delle volte è pronta a chiudere tutti e due gli occhi addirittura davanti ad un morto. Forse il senso d’iniquità dipende dalla percezione del comune senso della giustizia… è la nostra mentalità ad essere corrotta. Proprio in questi giorni ho fatto una domanda a mio fratello, gli ho chiesto: – ti indigna sapere che x potrebbe essere stato scelto perché è l’amate di y?- Lui mi ha detto: – boh… ogni volta che c’è di mezzo il sesso diventa tutto strano!- e ha aggiunto: – un ipotetico z potrebbe essere stato scelto per simpatia, cosa ti cambierebbe?- Forse non aveva tutti i torti… il punto è che le privatizzazioni sono diventate una sorta d’ideologia… non riguardano solo il lavoro – no!- finiscono per creare una sorta di scoraggiamento e di sfiducia nei confronti della giustizia… davanti all’ingiustizia ci sarà sempre chi dirà – beh… si tanto!- Questo “– beh… si tanto!-“ ci rende come tanti soldatini… infondo genera una sorta di rassegnazione, sentimento che non è estraneo alle nostre radici cristiane, ma si tratta di un cristianesimo negativo… prova ne è il fatto che non si avanza mai e aumentano i fenomeni di alienazione sociale.

  2. 2
    rob -

    Un insegnamento di quando ero piccolo era: Non cercare grane……….
    Detto tutto…..la morale è che dai guai non ne esci mai….e nessuno ti può salvare…anzi….molti lucrano e perseverano nell’ampliare il guaio stesso…
    Vuoi una semplice prova: Prova a dare uno schiaffone ad un’anzianacon figlia a fianco cosi…la prima che incontri (ovviamente non farlo)…poi spieghi che è un esperimento…poche settimane dopo ti arriverà una lettera da parte di un’avvocato e dopo un’anno dovrai risarcire la madre per trauma cranico conseguente a percosse con conseguenze neurologiche e psichiche irreversibili…e la figlia perchè turbata dall’episodio…Ovviamente non farlo per rispetto di tutti gli anziani e per senso civile…e perchè comunque saresti punita giustamente…ma vedrai che ciò che a te sembra poco si trasformerà in un genocidio

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