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Gesti quotidiani

Andate pure tranquilli per la vostra strada, anche questa non è una lettera che parla d’amore, di solitudine o di errori che si fanno nella vita quotidiana. Essa è solo uno di quei pochi rumori che si sentono ogni tanto, che ci fanno girare la testa e lo sguardo altrove, che ci fanno scrutare lontano per cercare di sentire quel suono diverso dagli altri, ma la maggior parte delle volte non si riesce a sentire nulla, o subito esso è nascosto dall’assordante frastuono che giornalmente ci riempie la testa.
Eppure, se state in silenzio e addirittura chiudete gli occhi, sentirete voci che salgono dal basso, che parlano di qualcosa di cui non siamo più abituati a sentire, sono voci che sono contro, che sono alla rovescia, che affrontano; vedrete gesti di persone comuni andare oltre, rovesciare, contestare, dire NO.
Ehi calma, non è successo niente, leggete un giornale, accendete la tv, tutto tornerà come prima non vi preoccupate, se poi è stato troppo, si può comunque ricorrere a qualche pillola. Eppure qualcosa è successo, qualcosa di estraneo ha scosso le vostre coscienze, anche se solo per un attimo. Quel tarlo, è dentro di voi, c’è sempre stato, schiacciato però contro le pareti dell’intelletto sociale, bloccato in un angolo dall’abitudine del benessere, represso dalla paura che prima o poi tocchi a voi. È forse questa paura che ha fatto crescere a dismisura mali come l’arrivismo, l’egoismo e quant’altro di più ripugnante l’uomo possa contenere in così pochi centimetri d’altezza. Fossi in voi, mi toglierei il cappello, ringrazierei per ciò che sono riuscito a vedere o a sentire, ringrazierei chi risveglia le nostre coscienze, ormai assuefatte da regole che siamo stati costretti a creare, rivelatesi poi armi a doppio taglio.
Mi stupisco del fatto che una popolazione come la nostra, non si renda conto del male cui va incontro, nonostante l’alto quoziente intellettivo che si ostina a mostrare in faccia al mondo intero.
Io ascolto, è moltissimo tempo che ascolto gli altri, ma gli argomenti sono spesso ripetitivi, trattano cioè il malcontento esistente nella popolazione, e molte persone sembrerebbero conoscere le soluzioni a questi malesseri. Ottime teorie secondo loro; sì teorie, ma non azioni. Però, io giustifico chi parla e non agisce, per un semplice motivo: non si può. Una semplice regola, che il buon vivere comune ha trasformato in legge. Ma veramente danno fastidio manifestazioni di dissenso, e se non a noi, a chi ? Sembrerebbe che l’unico modo di contestazione possibile, sia quello di farlo in silenzio, di non farsi vedere, di essere in tanti con a capo non una persona, ma una sola causa.
Una bandiera; minuscola, misera, irrilevante, esposta in bellavista in automobile, in bici, in motorino. Una piccola bandiera tricolore, segno di rivalsa della nostra intelligenza e della nostra voglia di cambiare, un modo come un altro di far capire che ci siamo e che la nostra coscienza è sveglia.
Non una bandiera davanti ai nostri occhi, ma immersi nel traffico al quale è consuetudine ritrovarci, una miriade di dissensi espressi sotto forma di tricolore.
Non gioca la nazionale, ma la nostra nazionalità, il nostro essere parte di un popolo che ha creato degli imperi mondiali, che ha fatto la storia in altri paesi, ma che non riesce a farla nel proprio. Voglia di parlare, di far capire con una semplice azione, che è il popolo che sceglie, è il popolo che decide il proprio futuro.

Assistente contrario

Lettera pubblicata il 9 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 9 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    rossana -

    assistente contrario,
    difficile per me commentare il tuo post. teoricamente ti do ragione ma temo che una bandierina tricolore non sia sufficiente a dare il via a un’inversione di tendenza.

    siamo stati tutti zittiti dal benessere economico, anche solo relativo, per chi si trova in difficoltà, in quanto a nessuno manca più il pane o il latte sufficienti a sbarcare il lunario.

    i casi di vera disperazione, per fortuna, sono relativamente pochi, anche se quelli di serio disagio stanno aumentando a dismisura…

    secondo me, solo quando i casi di disperazione diventeranno molti e intollerabili ci potrà essere un vero movimento di rivalsa. in fondo non siamo così altruisti da lottare per il prossimo…

  2. 2
    brunetto87 -

    Spero che venga qualcuno da altri mondi a risvegliare le nostre coscienze,perchè così non si può andare avanti!Non mi vedo e non mi sento parte di questa società,sporca,avara,che pensa solo a fare soldi,mentre ci sono bambini che muoiono ogni giorno per fame o per malattie!e l’O.N.U?che fà?sa solo mangiare i soldi che dovrebbero andare ai più poveri!che schifo!!!!!!!!!!
    Esseri di altri mondi venite presto perchè non c’è la facciamo più!

  3. 3
    colam's -

    Ok per il tricolorino.

    Per la rivoluzione concOrdO con Rosanna, ci vuole ancora più fermento.. Ed anche il solito “Uomo con le paxxe” !

  4. 4
    elisa -

    ciao assistente sanitario, a dire il vero scrivi come un dottore, vorresti curare questo mondo malato ma da solo riesci a fare ben poco. non preoccuparti”chi salva una vita salva il mondo intero”come si dice nel film “schinder list”. l’idea della bandierina mi piace però il colore lo decido io:AZZURRO! azzurro come il bellissimo mare che circonda la nostra ITALIA!
    non me ne voglia nessuno, in fondo è solo la mia opinione. ed io sono soltanto una casalinga che si diletta a scrivere al computer.

  5. 5
    Mo -

    Assistente Contrario… ammirevole. Davvero ammirevole. Mi apro in un ghigno sardonico nel leggere il tuo post,ancora di più nel leggere i commenti. Ovvio che non si tratta di una reale bandierina, ovvio che non basta parlarne perchè avvenga un cambiamento, ovvio anche che tu da solo, in uno slancio impetuoso, non puoi smuovere coscienze aride e pietrificate. Senza contare poi che, da sempre, sono le grandi personalità, i grandi oratori, dei quali tu sembri far parte, a condurre le masse verso missioni letali e autodistruttive. Ancora ci domandiamo in nome di cosa tante menti sono state capaci di eseguire ordini alla “costruiamo dei campi di sterminio e ficchiamoci dentro tutti gli ebrei”, tanto per citarne una e non andare a scavare nelle spaventose rovine di regimi troppo difesi o troppo ignorati al giorno d’oggi. La verità agghiacciante è che ognuno, da sempre, per sempre, tenderà a vivere per sè. Gli altri sono accessori alla nostra vita, talvolta utili, talvolta piacevoli, talvolta, come un anziano genitore mandato in uno squallido ospizio, ingombranti e scomodi. Così come è scomoda la realtà in cui esistiamo, così come è scomodo cercare, annaspando, di andare contro corrente. Perchè le onde ci spingono in una direzione ed è a nostro rischio e pericolo che decidiamo di nuotare in senso opposto.
    Sarò concreta. Ieri sera ho trascorso una piacevole serata con delle amiche; temi di conversazione? Il ragazzo di una che dice una cosa e poi ne fa un’altra, la vacanza di un’altra su una splendida barca a vela, la vita a New York dell’altra. E’ stato il mio turno. Il mio cavallo di battaglia: la settimana di ferie dal lavoro usata per fare volontariato 24h su 24, la mia stanchezza piena e soddisfacente, il mio sorriso costante, anche nei dolori personali, perchè chi è su una sedia a rotelle da una vita, chi non riesce più a parlare, chi muove le mani convulsamente in preda agli spasmi dei malattie crudeli, ha bisogno di quel sorriso. Il mio prossimo viaggio nelle Filippine, in una missione che ha come obiettivo dare fondamenti di istruzione e riso caldo per sfamare le bocche mai sazie. Una delle mie amiche camminando mi ha detto che è molto bello quello che faccio, ma che lei non se la sentirebbe. Posso rimproverarglielo, forse?
    Ti dico questo, sperando di non sembrare vanagloriosa o superba, senza volermi mettere sotto i riflettori, perchè è troppo comodo accusare e gettare parole al vento. Continua

  6. 6
    Mo -

    Ti dico questo,e lo direi al mondo, perchè basta un gesto, benchè minimo possa essere, per essere diversi. Per fare un passo verso una civiltà che sia degna di essere chiamata tale, per non brancolare nel buio dell’egoismo e dell’indifferenza, perchè è questo il male peggiore, è questa la malattia da combattere. Liberi nel pensiero e nell’azione, questo dobbiamo essere, questo dobbiamo pretendere.
    Come vedi ci sono persone che vanno dunque “contro corrente”, se vogliamo parlare in questi termini. Io le definirei invece libere. Coraggiose, fiduciose nel prossimo e nelle facoltà umane. Perciò, Assistente Contrario, non sprechiamo ulteriori parole per sfondare porte già aperte, che così, non dicendo di essere stupito, offendi l’uomo. L’uomo, essere imperfetto, ma capace, dotato di forza, di volontà, di intelletto che sa porre al servizio del “bene comune”, passami, te ne prego,la definizione,che sarebbe adesso lavoro troppo lungo e fine pontificarci su. E’ vero,a momenti può sembrare tutto monocromatico, ma dobbiamo approfondire per scoprire che non lo è. Anzi, abbiamo un mondo così variopinto e meraviglioso, che è un peccato fermarsi, con rabbia e rancore, alle ingiustizie e alla cecità che ci circonda.
    Ti ringrazio per lo spunto di riflessione, spero, in risposta di avertene offerti altri, e spero che tu agisca, sentendoti libero e fiero di quello che sei e che puoi essere.
    Con tanto amore per la vita, un solidale abbraccio.
    M.

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