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La fine di un rapporto dopo due anni

Salve,
scrivo questo messaggio soprattutto per sfogarmi.

Cercherò di essere quanto più sintetico e completo possibile.
Ho avuto per circa due anni una relazione con una ragazza, che è stata prima mia compagna di liceo e poi la mia (prima) fidanzata. Abbiamo avuto diversi battibecchi nel tempo ma, come si suol dire, l’amore non è bello se non è litigherello, e credo che, nella mia posizione di liceale prima ed universitario ora, abbia svolto il mio ruolo di fidanzato egregiamente. Il mio è stato un amore intenso, in cui nonostante i numerosi impegni, gli amici, le interrogazioni, i compiti, l’esame di stato, ho cercato di non far mancare nulla alla mia lei. Quante colazioni pagate al bar di fronte, quante passeggiate, corse in bici, quanti anelli (al nostro anniversario, che coincideva con il suo compleanno di 18 anni, ha ricevuto da me un fantastico Trilogy a cui ha risposto con un sobbalzo dalla poltrona ed una meraviglia in viso che difficilmente dimenticherò), bracciali e orecchini, quante passeggiate sul lungo mare di Mergellina, quante volte al mare o in piscina assieme, e poi le visite a San Gregorio Armeno, alla reggia di Caserta, i fiori, le poesie e le lettere scritte, i libri condivisi, le giornate trascorse a Roma e Praga (in gita, certo, ma pur sempre in intimità), il “buon giorno” di mattina e la “buona notte” al telefono di sera, quanti baci, quante carezze e quanto amore condiviso e quanta intesa anche dal punto di vista sessuale.
Sia ben chiaro fin da subito: non ero e non sono mai stato uno zerbino. Tutto quello che facevo lo facevo per la gioia di vedere il mio amore felice e non si creda che non mi sia fatto desiderare. Non sono mai stato il tipico ragazzo “romantico” tutto miele e cuoricini, neanche all’inizio, quando tipicamente l’attrazione e l’infatuazione è ai massimi livelli. Anzi, sotto questo punto di vista posso dire di non aver avuto mai “flessioni”, ho amato sempre ai massimi livelli. Sapevo essere romantico e dolce quando il momento lo richiedeva, ma so anche che una massiccia dose di sicurezza e “imperturbabilità” era necessaria, cose che NON devono essere confuse certamente con la mancanza d’interesse.
Dunque il nostro rapporto andava a gonfie vele, non ho paura a dire che diverse persone ci invidiavano e gli amici ci facevano i complimenti, sia apertamente che privatamente.
Tutto questo finito con l’inizio dell’Università. Nuovo ambiente, nuovi compagni, nuove materie, l’entusiasmo di vivere questa nuova esperienza assieme per confrontarci ma anche la malinconia di non poterci vedere più così spesso come accadeva al liceo.
Dunque io comincio a sentirmi un po’ trascurato, pochi messaggi giornalieri, pochissime chiamate e il tempo che veniva scandito dal sabato, giorno in cui avevamo possibilità di vederci. Glielo dico chiaramente e per due – tre giorni apparentemente ritorna tutto come prima, dopodiché tutto da capo, questo per due volte. Ad un certo punto mi fa “Sai, questo mio compagno di università (che io ho conosciuto personalmente) mi ha invitato al San Carlo per uno spettacolo, non vorrei accettare per non fargli spendere troppo”. I dubbi iniziano a instillarsi nella mente: ma come, dopo aver basato il rapporto sulla comunicazione, sul rispetto, sull’onestà, io vengo praticamente scartato da una scelta del genere? E nella mia mente iniziano a scorrere le immagini di lei, in vestito da sera a braccetto con questo tipo qualunque ad assistere nel teatro più antico d’Europa, in uno dei luoghi culturali più famosi del mondo. Esasperato le dico chiaramente che mi ha ferito profondamente, che ha perso la mia fiducia. Si mantiene un po’ sulle sue quella sera, affermando che le piacciono “gli inviti così”, che l’offerta era “succulenta”, domandandomi provocatoriamente perché io non ci avessi mai pensato (45 KM da percorrere in superstrada, di notte, con soli 6 mesi di guida continua alle spalle mi sembrano sinceramente pochi considerata la responsabilità che mi sarei dovuto assumere) e solo il giorno successivo si “scusa per il male che ti ho fatto”. Io resto in ogni caso sbigottito, freddo, distaccato. Parlando in generale, lei mi chiede se magari un giorno la porto a mangiare cinese: detto fatto, il sabato successivo la porto a mangiare cinese per mostrarle “che nonostante la fiducia tradita, io il rispetto e l’amore per il mio partner ce l’ho sempre” pur restando abbastanza sulle mie, tanto da non condividere neanche un bacio.
I giorni si susseguono piuttosto noiosamente fino a quando, poche settimane dopo, a causa di un piccolo battibecco, lei mi fa “Io ho bisogno di tempo, non so se sono in grado di restare con una persona come te che, quando si incavola, riesce a dire tutte queste parole così brutte”. Ora, è vero che in due anni ho detto cose bruttissime, cose per le quali mi sono sentito un verme, ma sono state cose istintive, mai dettate dalla ragione, cose alle quali lei ha soprasseduto all’epoca, per poi ricongiungerci immediatamente dopo o perché lei si rendeva conto di aver sbagliato e tornava da me o viceversa.
Tutto ciò è accaduto due domeniche fa. A quelle parole io entro in panico. Il giorno successivo, il lunedì, ci lasciamo, o meglio, mi lascia. Quello stesso giorno il suo collega universitario le regala un anello con una pietra azzurro, bellissimo, stupendo. Lo noto solo il martedì, poiché il giorno precedente “me lo sono tolto quando ti ho visto, ma noi ci siamo lasciati e quindi ho sbagliato a levarlo, e mi pento di averlo fatto”. Resto ancora di più sbigottito, anzi, resto letteralmente incatenato al divano per cinque giorni, nei quali sono sempre io a contattare lei per brevi e fugaci messaggi, mentre mi passano per la mente i ricordi, le promesse, i giuramenti solenni, i progetti futuri, i figli. Eravamo/Siamo giovani sì, ma da parte mia c’era il più puro e onesto dei sentimenti. Lei, intanto, su WhatsApp cambia foto, scrive frasi d’amore come stato (del tipo “Mi alzerò con te per sempre e ci sarò sempre, qualsiasi cosa accada) ed io, ad un certo punto, mi rompo letteralmente le scatole.

“Voglio darti tempo, come hai detto tu. Se un giorno i tuoi sentimenti ti chiameranno, io ti aspetterò.”
“Ma non hai capito proprio nulla”
“Che non mi ami più? Che non provi più quella sensazione per me?”
“Esatto”

BOOM
Botta liberatoria. “È come dici tu” – le dico – “Tu non mi ami, e io allora devo voltare pagina, hai ragione”. Da questo momento in poi “restiamo amici”, ogni tanto mi contatta lei, io rispondo svogliatamente, mi viene confermata la sua storia con il tizio da amiche comuni (a 9gg dalla fine della nostra relazione si sono già baciati, nello stesso posto in cui noi, mesi addietro, eravamo stati in intimità a baciarci) ed in me, sinceramente, la rabbia inizia a prendere il posto della tristezza. Contemporaneamente al “loro bacio”, io inizio a sentire una nuova ragazza conosciuta in palestra, una ragazza qualsiasi per la quale non provo nulla che non sia semplice attrazione fisica. Su una cosa la mia oramai ex ha avuto sempre ragione, ovvero che parlare a quattr’occhi è molto più funzionale che discutere via messaggio. Decido di invitarla a prendere un caffè per confrontarci, per chiedere se la “confusione” che provo io (ma quando mai? È solo un pretesto) è la stessa provata da lei: non l’avessi mai detto!!!! Mi mangia letteralmente, non solo demolisce la mia nuova “fiamma”, sottolineando come lei sia assai più bella, ma addirittura mi dice di non farmi strani pensieri, che lei per me prova solo amicizia e che proprio per questo verrà all’appuntamento, per poi iniziare a rinfacciarmi tutto della nostra storia, che per due anni siamo stati “secondo me sempre e solo amici”, che per due anni “non sono mai stata corteggiata”.
A queste cose rispondo con calma, freddezza e assenso.
“Non voglio iniziare alcuna polemica, ti ho chiesto semplicemente un caffè”
“Certo, ma non mi va di vederti sbavare per ore di questa, di come vuoi fartela, di come vuoi conquistarla. Sappi che hai sbagliato nuovamente, sappi che hai avuto una caduta di stile pazzesca”
Risentito, a questo punto le rispondo pacatamente con un lungo messaggio: “Ti ripeto di non voler creare alcuna polemica, parleremo da vicino, sappi solo che per me va bene, tu puoi pensare quello che vuoi e io non devo più dimostrarti nulla, ma sentir dirmi da te, che hai liquidato la nostra relazione dopo una sola settimana, quando indirettamente mi hai confessato che già ti piaceva quello, è veramente troppo”. Successivamente lei si scusa, dice che “Ho sempre desiderato la tua felicità” “Ed io di essere felice con te, in qualità di mia moglie” rispondo io. Dopo un’altra breve chiacchierata ci salutiamo e ognuno va a dormire. Sono passati circa 3gg da questa conversazione e al momento i rapporti sono discontinui, soprattutto da parte mia.
Vi chiederete, cosa voglio? Serenità.
Il tizio abita, fortunatamente, a 40 KM da noi (già, abitiamo anche nello stesso paese io e lei). Dico “fortunatamente” perché nel momento in cui si farà del male con questo forse riuscirà a capire qualcosa, forse la solitudine che si è creata intorno le darà modo di comprendere un nuovo punto di vista. Ma io continuo ad avere una costante paura: che questo possa anche non accadere. Per due anni ho cercato di instillarle i valori in cui credo e sono stato completamente frainteso, rigettato come “egoista”, amato solo “per la mia parte più brutta”. E mi arrabbio, mi arrabbio e mi innervosisco quando vedo una nuova foto condivisa, una nuova immagine come profilo, un nuovo stato smielato, ma anche poiché io esco cresciuto e migliorato da questa relazione, consapevole degli errori commessi, mentre lei continua a commettere gli stessi sbagli. Frequentiamo anche la stessa compagnia e tutti, al sapere delle sue azioni, sono rimasti senza parole. Ma cosa posso trarre da questo? Le amiche con cui esce, per quanto stupefatte, non potrannno certo parlare all’infinito dell’argomento, lei le liquiderebbe subito chiedendo che si facciano i propri affari. E dunque una sola, unica domanda: perché? Perché dimenticare due anni così? Perché buttarsi sul primo che capita? Perché abbandonarmi? Perché non cercare di risolvere? Perché abbandonare tutte le consuete “premure” da un giorno all’altro, improvvisamente? Come non sentire il rimorso, l’assenza di queste cose? Io, nonostante tutto, le sento, perché lei no? Sono domande a cui chissà se avrò risposte.
Ho trascorso 5 giorni dolorosissimi piangendo, in cui non ragionavo lucidamente. Ho iniziato a trascorrere quelli successivi maturando sempre di più la consapevolezza che per me questa è stata la scelta migliore, che mi sono scansato un gran fosso, che non era possibile che solo per delle parole, per quanto gravi, abbiano inarcato un rapporto durato anni nei quali abbiamo superato problemi anche più gravi, ma mentirei se dicessi di non essere legato ancora a lei, anche forse per la sua bellezza ammaliante. Sono legato ancora ai ricordi, sono legato a quella vita immaginaria e vaporosa che avevo già in mente, e sono deluso che dalla mia sincerità abbia ricavato solo una dolorosa pugnalata al cuore.
Quando tornerà, se tornerà, avrò io il coltello dalla parte del manico. Ma io sono e sarò un signore, e non lo userò per pugnalarle il cuore. La lascerò bussare al portone della mio cuore senza darle risposta alcuna.

Lettera pubblicata il 14 Novembre 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    Feanor92 -

    Ciao amico mio che dire prima di tutto siamo compaesani dato che anche io sono di Napoli. Mi dispiace della situazione in cui ti sei ritrovato e che dopo i sacrifici che hai fatto per questa persona tu sia stato sostituito tanto velocemente. Sinceramente anche io non so cosa pensare dato che stanno succedendo spesso queste situazioni anomale in cui le ragazze lasciano i fidanzati per qualcosa che rimane astratto o perlomeno non mi e chiara. Personalmente ti consiglierei di provare a tagliare tutti i ponti con questa ragazza perché altrimenti potrà sempre contattarti e rivangare il passato per spalare merda su di te. Se vai su Facebook e whatsapp a controllare il profilo o gli stati non so cosa dirti dato che tutt’ora lo faccio anche io quindi credo che passerà col tempo.

  2. 2
    Rossella -

    Molto toccante! Mai vissuta un’esperienza del genere… è molto comune, dunque dovresti avere più di qualche chance di progettare un futuro sentimentale… progettare, appunto, magari con una ragazza che ha la tua visione del mondo!

  3. 3
    mvb1234 -

    Dalle tue parole si capisce che l amavi veramente tanto , ma davvero ti piacerebbe che tornasse dopo quello che ti ha fatto?( anche se ad essere sincero mi è capitata una cosa simile alla tua anche se la storia non era importante come questa , e devo dire che mi piacerebbe parlarci , ma solo perchè ammetta i suoi sbagli e capisca che persona viscida sia stata).

    Ti dico solo una cosa , sta ragazza si sarà invaghita di questo tizio perchè si sente corteggiata e a quanto ho capito ha un certo potere economico , ma te ti fideresti di una ragazza che ti lascia solo perchè uno ha più soldi(è successo simile pure a me) senza parlare senza provare a risolvere!?!?!?
    Se ci pensi un attimo la risposta te la dai da solo , lo so , all ‘ inizio è difficile ma più passa il tempo meglio starai.
    Se ci riesci prova a non vederla , non cercarla , non scrivergli , non vedere che fa su fb (qua devo migliorare pure io) ,se tornerà ci penserai , ma fossi in te non gli darei alcuna possibilità.
    buona fortuna

  4. 4
    ilMutone -

    Ringrazio tutti per i vostri commenti.

    Sinceramente? Come ho già detto, no, non la accetterei. La lascerei dannarsi per me senza darle fiducia alcuna. Io sento che tornerà, io so che tornerà e questo per molteplici motivi: nella nostra comitiva supportano tutti me, vado in palestra, frequento un laboratorio teatrale, faccio parte di un’associazione culturale del mio paese e ovviamente anche io ho l’università come lei. Lei ha l’università, questo nuovo tipo, le amiche con cui esce (alle quali sono caro anche io) e… basta.

    E quando tutto questo svanirà, io lo so che starò bene mentre lei no. Dovrà passare solo il tempo con tutta probabilità!

  5. 5
    Tenzir -

    Cosa ti aspettavi da una ragazzina che va all’uni?? Nella lista di quelli pugnalati ed abbandonati sei stato il primo di una lunga serie, è all’inizio la sciaquetta! Riprenditi e vai avanti

  6. 6
    rossana -

    ilMutone,
    mi è molto piaciuta la descrizione di questo tuo primo intenso amore, alquanto mal corrisposto, per come ho potuto intuire.

    molte ragazze oggi sono difficili da comprendere e da giustificare. purtroppo, non le si può cambiare, si deve soltanto imparare a non dare mai loro troppa importanza.

    come per molti, questo per te e per lei non è che l’inizio di esperienze amorose. di certo la tua lo è stata; per lei, non saprei dire, se non che è immatura e superficiale, bella magari sì ma tesa a vendere al meglio la sua bellezza.

    in bocca al lupo per il futuro!

  7. 7
    malasuerte -

    ti sento così vicino, che sembra quasi che abbiamo condiviso la stessa fidanzata.. sono reduce anch’io da una situazione simile alla tua.. le modalità sono le stesse: lei che ti lascia e dopo poco la vedi felice con un’altro che a parere suo le da più attenzioni! non servirebbe a nulla il mio supporto, poichè tutto quello che potrei dirti è soltanto conseguenza di quanto è accaduto a me! spero che anche tu avrai la forza di uscire da questa spiacevolissima situazione! penso che la vita ci riservi sempre delle lezioni da cui trarre i benefici!… ti abbraccio forte!
    questa è la mia storia.. se ti va, dagli un’occhiata!
    http://www.letterealdirettore.it/delusione-amore/

  8. 8
    ilMutone -

    Ciao Rossana,
    ho apprezzato molto il tuo messaggio e sì, nonostante mi sia dovuto sentire dire di essere “ancora un bambino che deve maturare tanto, tanto, tanto”, non posso che pensare il contrario. Quella superficialità non me l’aspettavo però, non mi aspettavo questa fine. Fa male soprattutto pensare che mi ha rovinato il sogno del “Primo e ultimo amore”. Sarà anche una sciocchezza per qualcuno, ma io ci credevo intensamente, adesso non potrà accadere più.

    Il problema è che prendo consapevolezza di ciò, ma poi torno a casa, sono solo e mi manca, mi manca terribilmente la sua compagnia, nonostante abbia avuto la prova che lei non è la persona adatta a me e che non la accetterò in caso di ritorno.

    Grazie anche a te malasuerte. Sai che penso? Che se abbiamo operato nel bene le nostre azioni verranno ripagate nel lungo termine. Chiamalo “karma” o “giustizia divina”, non lo so.

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