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E se fossimo davvero tutti schiavi?

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Probabilmente molti di voi ricorderanno la famosa frase del film Matrix: “Tu sei uno schiavo. Come tutti gli altri sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore, una prigione per la tua mente”. E se questa frase da film di fantascienza rispecchiasse la realtà di oggi molto più di quanto si pensi? Naturalmente, non voglio dire che le persone siano prigioniere di una realtà virtuale, ma della società reale odierna, che è una vera e propria prigione mentale. I dizionari definiscono una società come “insieme organizzato d’individui” o “organizzazione di persone che si riuniscono per cooperare a un fine comune”. Definizioni corrette, ok, ma il punto è che in una società così descritta, un individuo può scegliere se entrarvi o meno, se rispettarne e condividerne i valori e gli obbiettivi, oppure rimanerne fuori. Questo non vale affatto invece per la società “generale”, che costituisce ad esempio l’insieme di tutti gli individui di un paese come l’Italia, o addirittura la società globalizzata dell’intero pianeta. Perché in questa società invece una persona ci nasce, è costretta ad acquisire una cittadinanza, a farne parte, a diventarne un membro e a rispettarne le regole, volente o nolente. Delle regole che erano già state fissate prima della sua venuta. E queste regole vengono inculcate nella testa dell’individuo fin dalla sua prima infanzia, condizionandolo, plasmandolo e rendendolo inconsciamente obbligato a pensare che queste regole siano le uniche possibili. In parole povere, rendendolo incapace di ragionare con la sua testa. Tutti, fin dalla nascita si trovano con un insieme di regole già scritte da seguire. Dovrai frequentare la scuola dell’obbligo, poi specializzarti, scegliere un mestiere, rispettare l’orario di lavoro, guadagnare i soldi necessari per acquistare i beni necessari, seguire le leggi scritte nella Costituzione. Non che io abbia qualcosa contro tutto questo, ma, mi chiedo, perché uno fin dalla nascita debba per forza trovarsi davanti un percorso prestabilito e viene indotto a credere che sia l’unico possibile? E guai a deviare dal percorso: le conseguenze possono essere tremende. Non è già forse una forma di prigione mentale questa?
Poi, oltre alle leggi, al giorno d’oggi si sono sviluppate molte altre forme di condizionamento, meno forti ma ancora più diffuse e sentite, soprattutto dai giovani. Parlo delle mode e delle tendenze che ci circondano. Ovvero le mode dei vestiti, delle pettinature, dei generi musicali in voga, dei locali, dei social network più frequentati, degli sport eccetera eccetera. La società di oggi ci propina continuamente dei canoni, dei modelli a cui bisogna ispirarsi, che cambiano nel tempo e che bisogna seguire, ci piacciano o no, per essere ben visti e per potersi elevare. Tanto più che ormai una grandissima maggioranza delle persone li segue già inconsciamente, senza nemmeno chiedersi se questi modelli a loro piacciono o no. E non basta: coloro che si distaccano dalle mode e dalle tendenze che governano la società vengono trattati con disprezzo e visti come degli sfigati, o addirittura come delle minacce. Eh sì. Perché specialmente al giorno d’oggi, i diversi vengono visti, almeno a livello inconscio, come imprevedibili, destabilizzanti per la società e quindi pericolosi. Perché alla fine quella di oggi secondo me è anche una società che ha paura e ritiene i “diversi” come persone non controllabili. Quindi, o ti adegui (ammesso che tu possa) o sei fuori. Le persone di carattere più debole allora finiscono per uniformarsi agli altri solo per la grande paura di rimanere sole e se non ci riescono finiscono per sentirsi depresse. Anche questa, per me è una vera e propria prigionia mentale.
I risultati di questa prigionia si vedono, ne leggo continuamente su questo forum. Gente che si lamenta perché si trova isolata e non in grado di soddisfare i canoni che la società di oggi impone. Ragazzi che si sentono inutili perché non hanno attitudine per quelle cose che sono state determinate come importanti per lo sviluppo della società e ne hanno magari per cose ritenute non necessarie. Addirittura, ci sono persone che pensano al suicidio perché in questa società di canoni, mode e regole non riescono a trovare uno sbocco e si sentono come circondati da mura. E poi, ci sono i semplici passivi, che quando vengono posti di fronte a un problema si limitano a dire: “Oggi va così, che cosa ci vuoi fare?”.
Ora, io non sono qui per darvi la soluzione a questo immenso problema. È una cosa più grande di me e anche se una soluzione ci fosse, dipenderebbe da tutti, non solo da pochi individui. Ma posso dirvi come vivere questa brutta situazione in modo un po’ diverso, almeno secondo me. Occorre cioè fare una cosa che molti purtroppo non sono neanche più in grado di fare, perché questa prigionia mentale glielo ha precluso: ragionare con la propria testa. Non con quella della collettività. Molte persone di oggi devono imparare (o meglio, re-imparare) a pensare autonomamente. Non è facile e me ne rendo conto, da tanto si è stati condizionati ormai. Ma tutti dovrebbero fare uno sforzo per liberarsi da tutti quei condizionamenti a cui sono sottoposti. Una cosa non ti piace? Non farla, anche se in questa società potrebbe essere vantaggiosa per te e lascia pure che le critiche degli altri ti scorrano addosso. Hai degli obbiettivi diversi dai soliti? Seguili e non rinunciare mai ai tuoi sogni. Non sei d’accordo su quello che hanno affermato altre persone, fossero anche ritenute tra i più saggi della storia e si parla di valori universalmente riconosciuti? Fai come TU ritieni giusto. Perché ragionare con la propria testa non significa solo agire indipendentemente dagli altri, ma non accettare mai supinamente l’IPSE DIXIT, mettere sempre in discussione tutto, anche i valori che ci hanno insegnato i nostri genitori quando avevamo tre anni. E ricordare che il centro nevralgico della vostra vita, il vostro punto di riferimento, non è il mondo che vi circonda, bensì voi stessi!
Volete un esempio? Ci sono persone che per voler essere quello veramente sono, vengono escluse dagli altri e si sentono rifiuti della società. No! Non pensate così! Semmai, sarà questa società di vedute troppo ristrette ad essere un vostro rifiuto. Siate liberi, non prigionieri! Non rinunciate mai al sacrosanto diritto di pensare liberamente! Spezzate le catene a cui la società vi ha inconsciamente legato! Chi ha mai detto che dobbiamo essere tutti uguali? Ognuno anzi, è unico, è una mentalità a sé stante: tutti diversi bisogna essere! Non dico di fare come dice Vasco: “Basta poco per esser furbi, basta pensare che son tutti deficienti”, i pareri degli altri possono essere utili per confrontarsi, ma ricordate che la decisione ultima spetta sempre a voi.
Qualcuno potrebbe obbiettare che per sopravvivere e stare a galla in questa società è necessario adeguarsi e seguirne le regole. Magari hanno ragione loro. Ma io chiedo a queste persone: è questo allora quello che voi volete? Vivere come degli schiavi?
Se avete avuto la pazienza di leggere la mia lettera fino in fondo vi ringrazio molto. E se avete qualche minuto, scrivete pure sotto che cosa ne pensate, sono molto curioso di sentire il punto di vista di altri e di sapere quali sarebbero per voi altre soluzioni. È probabile che qualcuno mi accuserà di essere un antisociale, ma non importa. Le critiche e i pareri diversi sono sempre costruttivi. Io non ho paura di esprimere quello che penso: fatelo anche voi.

Lettera pubblicata il 22 Luglio 2019. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    Rossella -

    E’ impossibile. Cosa significa essere fratelli e sorelle in Cristo? Significa che ciascuno di noi ha un rapporto con la legge che prescinde dal rapporto con la terra. Giovanni scrive: “Chiunque crede che Gesú è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che lo ha generato, ama anche chi è stato generato da lui.” Gesù ha detto: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo […]chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me” Ciascuno di noi è il primo dopo l’Unigenito Figlio di Dio.

  2. 2
    alzeo -

    Probabilmente sta arrivando il nuovo ordine mondiale. Problema Reazione Soluzione e vincono sti Rotshild, Rockfeller e Kissinger con la trilaterale e mettono la mano nella tasca che è una posa massonica lo faceva anche Napoleone. Ma questo è ancora niente, in futuro ne capiteranno di tutti i colori, anche se non sono un profeta, si compirà ciò che è scritto nell’Apocalisse. Fare come uno ritiene giusto? si rischia di prendere delle cantonate, anche perchè è relativismo c’è chi ritiene giusto guidare ai 50km/h, chi ai 120km/h, è meglio consultare la Bibbia, fidarsi della propria coscienza non ci credo, io non mi fido delle opinioni degli altri, ma neanche delle mie, mica siamo perfetti.

  3. 3
    white knight -

    Per quano riguarda la prima parte della tua lettera (quella relativa alla sfera del dovere-studio-lavoro) non c’è molto da dire, secondo me va tutto sommato bene così. Quella non è schiavitù, è natura. Perchè se non vivessimo nella società moderna, anzichè svegliarci per andare in ufficio, dovremmo svegliarci per andare a caccia di Mammuth. Ruota tutto attorno a lì, procurarsi le risorse necessarie per sopravvivere tramite un mezzo (il lavoro, lo studio, la caccia, la pesca, la raccolta di bacche e radici). Anche gli animali lo fanno, seppur in altre forme.
    Nella seconda parte invece (quella relativa alla sfera della vita personale-piaceri-mode) la penso esattamente come te. E’ assurdo infatti trasformare quello che originariamente è il campo della libertà e del piacere in un ulteriore bacino di doveri e dispiaceri!!!

  4. 4
    Bottex -

    Se così fosse, Rossella, anche Gesù si sarebbe contraddetto. Il quarto comandamento non dice forse: “Onora il padre e la madre”?. Posso capire che Gesù venga prima di tutto, almeno per i credenti, ma questo allora non vuol dire che qualcuno debba ODIARE i propri genitori e gli altri parenti per essere degno di lui. Ma stiamo scherzando???

  5. 5
    Yngvi -

    “La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia. Una Prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù”.

    Questa frase, secondo me, è il sunto della nostra società…non c’è frase migliore di questa, per riassumere il nostro mondo…

  6. 6
    demian -

    Lettera che in modo molto pacato e gentile descrive molto bene la condizione dell’uomo moderno e che condivido.
    Qualsiasi analisi che volesse davvero essere crudamente oggettiva non avrebbe nessun mezzo razionale per non condividerla e penso che sia corretto affermare che, in modi singolarmente diversi, siamo tutti costretti a vivere da schiavi e forse anche quelli che si sentono padroni e direttori dell’oppressione.
    Non so se sia preferibile il vivere inconsciamente questa schiavitù o l’esserne pienamente consapevoli, perchè questa seconda opzione comporta il sentirsi impotenti, ma credo che soltanto quando si acquisisce una forte coscienza capace di farci diventare indifferenti e senza sensi di colpa rispetto alla propria estraneità per le imposture del mondo, credo che solo allora ci si possa sentire davvero liberi e sentirsi davvero vivi, forse Cartesio con la sua frase “dubito, quindi sono”, intendeva proprio questo, che per essere veramente serva operare dentro sè stessi una tabula rasa di tutto.
    Purtroppo l’uomo è come la gramigna, si adatta a tutto, anche alle peggiori schifezze, per vivere o sopravvivere, poi ha un tremendo senso di conservazione, anche nelle condizioni più invivibili si attacca come edera alla…

  7. 7
    Yog -

    Ciascuno ha un proprio ruolo, peraltro temporalmente limitato, nell’universo, determinato da specie, razza e condizioni di nascita; non si tratta di schiavitù, ma di natura. Se non vi piace questo film, sbombatevi di narda e tornerete uomini libberi.

  8. 8
    CLAUDIO -

    In vari casi(se non tutti)la SCHIAVITÙ a certe “mode” e “convenzioni”é utile per apprezzare e conquistare la propria LIBERTÀ.
    Alla fine, però,la MORTE sembra risolvere tutto(come nel caso di SCHIAVITÙ del dolore mentale e fisico ).

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